Test: ho posizionato un sito web… Imposizionabile!
Mi piace sperimentare. Ho sempre pensato che un approccio curioso dia la possibilità a ogni persona esperta di fare quel passo in più in un percorso di sintesi delle competenze. Ed è questa sintesi, per me, il valore aggiunto che ognuno di noi può portare agli altri.
È per questo che quando lo scorso anno Giorgio Tave e il team di Search On Media Group hanno lanciato la sfida, non ho potuto tirarmi indietro. L’evento storico Advanced SEO Tool si sarebbe rinnovato inserendo nel programma formativo uno spazio a casi studio e test per dare vita alla prima edizione “Spacca Google”.
Nel pensare il mio test, avevo deciso che doveva essere semplice, pratico e che coinvolgesse i miei colleghi e colleghe. Volevo fosse l’occasione per ritrovare uno spirito di gruppo, per giocare con i dati insieme affinché ognuno potesse proporre idee in più.
Bene, vi racconto tutto quello che ho fatto, passo dopo passo.
Posizionare un sito vuoto, solo attraverso i link!
Sono partita da qui, mi sono chiesta se nel 2022 (il momento in cui stavo preparando il test) fosse ancora possibile influenzare il posizionamento di un sito solamente grazie ai link?
Lo scorso anno era stato caratterizzato dall’uscita del Content Helpful Update e in generale sappiamo bene come tutta la comunicazione ufficiale di Google si orienti da anni verso la valorizzazione di contenuti utili e di valore per l’utente.
Dall’altro lato, la SEO off-site e l’ottimizzazione del link-graph sono ancor oggi riconosciuti dai più come un mezzo importante per dare autorevolezza alle pagine, ma tendono, a livello “formale”, a essere messi in secondo piano rispetto ai contenuti.
E così, senza pretesa di scovare alcuna verità, mi sono domandata se la forza dei soli link avrebbe influenzato le SERP tanto da posizionare un sito web senza nessun testo.
Il test è cominciato il 10 Maggio 2022 quando ho comprato e pubblicato il dominio “imposizionabile.it” (ora il domino è scaduto)
- il dominio era nuovo, senza storico
- nel codice avevo personalizzato tag title e meta description con “Questo è un Tag Title” e “Questa è una Meta Description”.
A questo punto ho pensato che la strada sarebbe stata in discesa. Invece non mi ero posta un problema a monte: l’indicizzazione!
Affinché il sito web potesse aspirare a un possibile posizionamento, il primo passo – che avevo erroneamente dato per scontato – era quello di indicizzare la pagina.
Da Search Console, la richiesta di indicizzazione non era andata a buon fine, come da immagine, perché contrassegnata come Soft 404 – Thin Content.
Panico, insomma. Il mio test era finito prima ancora di cominciare. Decisi di non demordere e di twittare a John Mueller, uno dei portavoce di Google.
Nel tweet gli chiedevo se fosse stato possibile indicizzare un sito vuoto, nonostante il soft 404. La risposta di John Mueller fu un incoraggiante “Certo,” – oltre a una giusta considerazione nel chiedere: “quale sarebbe il significato?”.
In ogni caso, nonostante quel “Certo,” il mio dominio vuoto di indicizzarsi proprio non ne voleva sapere.
Nel frattempo, grazie all’aiuto di molti, cominciavo a linkare il sito.
Questa era la sintesi della prima parte dei link ottenuti con esplicitate le anchor text scelte:
Tuttavia, nonostante i link in ingresso, Search Console non ne voleva sapere di darmi la possibilità di indicizzare il sito.
E ora che potevo fare?
Indicizzare una pagina bloccata dal Robots.txt
Per provare a sbloccare la situazione di impasse del momento, mi venne un’idea da una chiacchierata con Andrea Pernici. Andrea proponeva di modificare il file robots.txt per inserire una disallow alla home del sito. La tesi era che così facendo Google non avrebbe visto che il sito era vuoto e che dunque lo avrebbe indicizzato tramite i link.
Ci provai, ma non funzionò. Sono convinta che con più tempo e più link, questa possibilità avrebbe dato dei risvolti interessanti.
In ogni modo, stavo procedendo nel mandare altri link verso il sito provando anche con qualche variante.
Nei giorni successivi:
→ ho impostato un canonical da un altro sito verso il dominio;
→ ho impostato un redirect da una pagina di un dominio già online e posizionata.
Ho fatto anche passare qualche settimana e poi ho tolto il disallow per ripristinare il robots.txt nelle condizioni di partenza.
Indicizzare un sito con la forza del brand
Mentre proseguivo di link in link a ottimizzare ogni elemento sia della pagina linkante sia dell’anchor text, decisi che un tentativo da fare per dare autorevolezza e sbloccare in questo modo lo stallo dell’indicizzazione, era il lavoro sul brand.
Il brand racconta in modo distintivo un progetto o un’azienda; è un’occasione preziosa per arricchire il contesto di un sito. Non è solo una questione di marketing!
Per questo nei link successivi, ho deciso di impostare la strategia in modo mirato su questo punto:
Cosa ho ottenuto? Niente!
- il sito non si è indicizzato comunque;
- il sito (di conseguenza) non si è posizionato;
- nel rapporto di Search Console nessun link è stato rilevato.
A quel punto mancava una settimana all’evento di Advanced SEO Tool dove mi sarei apprestata a presentare un test davvero fallimentare. Tuttavia, c’era ancora una prova che volevo fare…
Posizionare un sito con un thin content
Prima di gettare la spugna, decisi di giocarmi il tutto per tutto.
Mi rimaneva una domanda a cui trovare risposta:
“e se ci metto un vero Thin Content per accontentare l’algoritmo?”
Quello che è successo poi ha dell’incredibile.
Il sito in meno di 24 ore si è indicizzato e posizionato per la keyword branded, come da immagine…
e non solo, anche per la keyword… ESPERIMENTO SEO.
Il sito si è posizionato addirittura in SERP più in alto dell’evento Advanced SEO Tool.
Cosa ho imparato da questo test
È bene ricordare innanzitutto che un test… è solo un test! E il mio test in particolare va preso per quello che è stato: un gioco con un contesto specifico.
Il contesto, nel nostro lavoro di SEO, è uno degli aspetti che più fanno la differenza. Da anni studio e ricerco nell’ambito dei contenuti e della keyword research e sono promotrice di come le parole e il loro buon utilizzo siano il cuore della comunicazione e del dialogo che costruiamo con gli altri e coi motori di ricerca.
Il mio test non voleva in alcun modo togliere valore all’importanza dei buoni contenuti, soprattutto pensando a quanto tempo ed energie investiamo su un sito web, in virtù di un percorso duraturo, resistente agli sbalzi di umore di Google e alla variabilità della SERP.
Nel contesto di questo test, abbiamo visto che:
- Indicizzare e Posizionare un Thin Content è possibile;
- I link hanno arricchito il contesto semantico del Thin Content;
- Google dà comunque una forte importanza al brand;
- Tramite il link-graph Google aveva già imparato il contesto del sito.
“Primo premio” per il test ad Advanced SEO Tool
È stata una grande emozione presentare il test a Milano il 5 Ottobre 2022 di fronte a una platea di colleghi ed esperti entusiasta e piena della stessa curiosità che sento anche mia. Ogni relatore presente era lì per condividere il frutto di idee, lavoro e sperimentazioni in una giornata che è stata a dir poco arricchente.
Anche per questo, è stato un momento speciale per me quando il mio caso studio è stato il più votato nella categoria “Test” dandomi la possibilità di vincere il primo premio.
Bonus track, il commento di John Mueller
Qualche giorno prima dell’evento, ho sottoposto le mie slide a John Mueller, a cui ho strappato qualche suggerimento e spero anche un sorriso.
Nella email di risposta che mi ha inviato, ha ricordato come i link siano un modo per Google per scoprire nuove pagine e che le keyword aiutano, ma ne va fatto buon uso e senza esagerare. Ha aggiunto anche: “Anyway, keep on testing & trying things out, and posting about your findings! I love seeing these kinds of presentations. When you try & test yourself you learn a lot more than just from blindly following random advice on the internet.”
Che in italiano suonerebbe così: “Comunque continua a fare test e provare cose nuove, e condividi i risultati! Adoro vedere questo tipo di presentazioni. Quando provi le cose sulla tua pelle impari molto di più che seguendo alla cieca qualche consiglio casuale da internet.”
Mi unisco alle sue parole per ricordare a me e a tutti voi che state leggendo di continuare a sperimentare: Keep on testing!
Ringraziamenti
Questo test è stato possibile grazie ai tanti colleghi e colleghe che mi hanno supportata con idee e link. In particolare: Giuseppe Liguori, Filippo Jatta, Gennaro Mancini, Michele Senatore, Antonio Mattiacci, Velia De Laurentiis, Andrea Pernici, Giuseppe Pastore, Giorgio Tave, Antonio Papini, Alessio Pomaro, Luca Olovrap, Silvia Algerino, Piero Polito, Martino Mosna.