Era il lontano 2004 quando Chris Anderson, all’epoca direttore di Wired USA, ha introdotto per la prima volta la teoria della long tail per andare a studiare dei modelli economici, in particolare quelli di Amazon e Netflix. Secondo il giornalista statunitense, in breve, “i prodotti con bassa richiesta o dal basso volume di vendite possono collettivamente costruire un mercato migliore rispetto ai loro rivali, superando bestseller e blockbusters, a patto che il loro canale di vendita sia abbastanza grande”. Questa teoria è stata poi usata e applicata nel mondo della SEO, ma in che modo per quale motivo può essere utile questa teoria della “coda lunga” nel posizionamento sui motori di ricerca?
Che cosa significa long tail keyword
Parole chiave di lunga coda – letteralmente, e più esattamente, long-tail keyword o anche longtail keyword, tutto attaccato – è il nome con cui si identificano le parole chiave composte in genere da tre o più termini, che sono più specifiche rispetto alle chiavi di ricerca più generiche e, pertanto, hanno un volume di ricerca e di traffico nettamente inferiore rispetto invece alle keyword secche.
Una definizione di parola chiave di lunga coda può quindi essere “frase di ricerca specifica e altamente mirata, composta solitamente da tre o più parole”: apparentemente, prese singolarmente queste parole chiave sono spesso meno popolari rispetto alle parole chiave più brevi e generiche, ma insieme rappresentano la maggior parte delle ricerche su Internet.
Prendiamo, ad esempio, la parola chiave “scarpe”: è molto generica e altamente competitiva. Ma se la estendiamo a “scarpe da corsa per maratona“, abbiamo una parola chiave di lunga coda, . Quest’ultima è molto più specifica, meno competitiva e rivolta a un pubblico più mirato.
Un modo immediato per scoprire le long tail keyword è lanciare una ricerca nella barra di Google e sfruttare la funzione autocomplete, il completamento automatico che riporta le più frequenti diramazioni del termine inserito sulla base delle previsioni fornite dagli algoritmi.
Un esempio semplice riguarda la parola casa: una rapida ricerca su SEOZoom rivela che il volume di ricerca medio mensile è di 301mila, ma soprattutto che la Keyword Difficulty è di 79 e che la Keyword Opportunity è 30, con quasi 4 miliardi di pagine indicizzate sul tema. Già solo questo ci fa capire che il web italiano è ricco di siti che hanno già ottenuto posizionamento su Google con contenuti sulla “casa” ed è quindi complicato andare a competere per questa parola chiave – senza neppure andare a indagare la tipologia di contenuti posizionati meglio o la presenza di eventuali SERP feature di Google che complicano ulteriormente lo scenario.
E quindi, cosa possiamo fare se vogliamo cercare di inserirci in questo ambito?
La teoria Long Tail applicata alla SEO
Ci viene in supporto appunto la teoria delle long tail keyword, la famosa “coda lunga” che permette di estendere la query e, in questo modo, intercettare in modo più specifico il search intent degli utenti, raggiungendo così un utente più profilato e vicino all’obiettivo che ci prefiggiamo con la nostra pagina.
Con il tempo, l’utente è diventato sempre più intelligente nell’effettuare delle ricerche: se prima utilizzava solo dei termini chiave, ora pone delle domande vere e proprie al motore di ricerca. A questo cambiamento si applica, perfettamente, la teoria della coda lunga, perché va a intercettare appunto queste “query” che vengono sottoposte a Google.
Le Long Tail Keyword sono legate al linguaggio naturale
Quando una persona deve cercare qualcosa su Internet usa dei termini che ritiene “chiave” per raggiungere il suo scopo. Possiamo sintetizzare in questo modo le categorie di utenti tipo:
- Quello che cerca utilizzando uno o due, tre termini al massimo.
- Quello che pone domande al motore di ricerca utilizzando dunque parole chiave più specifiche e lunghe, come se parlasse naturalmente alla macchina.
Il primo utente lo identifichiamo nella categoria “short tail”, il secondo lo inseriamo nella categoria “long tail”.
Il primo gruppo, le short tail, è caratterizzato da:
- Parole chiave brevi e generiche
- Keyword ad alto volume e molto usate
- Basso tasso di conversione per via della genericità dei termini usati
- Alta concorrenza
Il secondo gruppo, quello della coda lunga, è caratterizzato principalmente da:
- Numero di ricerche più basse e quindi traffico potenziale più basso
- Minore concorrenza
- Aumento del tasso di conversione
Il corretto utilizzo della teoria di Long Tail permetterà di avere un pubblico sempre più profilato e con un’alta percentuale di conversione, anche se questo significa rinunciare al grosso del volume del traffico (ovviamente potenziale).
La teoria della coda lunga si collega perfettamente al concetto di nicchia, ovvero ha lo scopo di attirare quegli utenti che sono interessati a specifici prodotti, servizi e informazioni. Nella maggior parte dei casi, questo obiettivo può essere soddisfatto con ricerche specifiche e complesse.
Come osservava Anderson nel citato articolo, prodotti o servizi di nicchia, sebbene individualmente vendano poco, insieme possono rappresentare una quota di mercato significativa, superando spesso i bestseller più popolari, e questo concetto si applica perfettamente anche alle parole chiave di lunga coda nel campo del SEO.
Come sfruttare le long tail keyword per la propria strategia SEO
Proprio perché meno frequenti, queste keyword sono più facilmente abbordabili, soprattutto per un sito giovane; e, fattore non meno importante, la “somma” delle varie long tail keyword che si possono intercettare grazie a un contenuto di qualità genera dati di tutto rilievo, spesso addirittura superiore a quello che si può potenzialmente raggiungere con le keyword generiche o con gli exact match.
Inoltre, si stima che le parole chiave long tail rappresentino il 70 per cento del totale delle ricerche su Google, e con il costante incremento delle ricerche vocali la quota potrebbe addirittura aumentare.
Perché le long tail keyword sono utili per la SEO
Tornando agli aspetti generali, proviamo a fornire qualche spunto di riflessione su quali sono i vantaggi di applicare la teoria delle keyword long tail durante la fase di keyword research per il proprio sito web.
Abbiamo già scritto della possibilità di trovare una concorrenza inferiore rispetto a quella che si concentra nelle keyword brevi, ma è bene comprendere anche che le parole chiave lunghe e specifiche sono molto pertinenti e aiutano il pubblico di destinazione a trovare esattamente quello che stanno cercando, con effetti positivi anche sui tassi di conversione, che secondo alcuni analisti sono superiori di 2,5 volte rispetto alle parole chiave principali.
La teoria delle parole chiave di lunga coda suggerisce appunto che concentrarsi su un gran numero di termini di ricerca specifici e meno popolari può portare a un traffico complessivo maggiore rispetto a concentrarsi su un piccolo numero di termini di ricerca popolari: anche se ciascuna parola chiave di lunga coda possa generare solo un piccolo numero di ricerche, l’aggregazione di molte di queste parole chiave può portare a un volume di ricerca significativo, e per giunta porta sul sito persone a un punto più avanzato del loro funnel di conversione. Tali keyword lunghe sono infatti più mirate e attirano visitatori più qualificati sul sito: ritornando all’esempio precedente, un utente che cerca “scarpe da corsa per maratona” è probabilmente più vicino all’acquisto rispetto a uno che cerca semplicemente “scarpe”.
Intercettare il search intent con le keyword di long tail
Le evoluzioni di Google, dagli aggiornamenti dell’algoritmo al tentativo di imporsi sempre più come “motore di risposta“, dimostrano inoltre che è sempre più importante concentrarsi sulle ricerche contestuali, che ormai gli algoritmi sono pienamente in grado di comprendere e interpretare grazie anche agli sviluppi dei sistemi di intelligenza artificiale al supporto della Ricerca.
L’obiettivo verso cui tende Google sembra essere quello di fornire come risposta a una query la pagina che offre le informazioni esatte o quanto meno più pertinenti rispetto all’intento dell’utente, e utilizzando stringhe più specifiche ci sono maggiori possibilità di presentarsi come efficaci e interessanti.
I vantaggi di una strategia SEO mirata sulle long tail keyword
Non è poi detto che, incentrando un contenuto sulle keyword long tail, non sia possibile posizionare le parole chiave singole e brevi: se la qualità del testo viene considerata pertinente e utile da Google, si può anche riuscire nell’impresa di “prendere due piccioni con una fava”, sfruttando il posizionamento delle parole chiave a coda lunga per spingere in alto anche le altre key.
Questo genere di strategia, inoltre, serve anche a ottimizzare per la ricerca semantica, soprattutto in relazione al crescente peso delle ricerche vocali e della cosiddetta “conversational search”, che sono per natura “long tail” e orientate a cercare/fornire informazioni precise.
Anche il traffico organico deriva dalle parole chiave di coda lunga
L’elenco dei vantaggi delle keyword long tail per una strategia SEO continua con la possibilità di aggiungere dati strutturati alle pagine dei contenuti realizzati partendo dall’analisi di parole chiave di coda lunga, per fornire risultati completi nei motori di ricerca e ottenere potenzialmente un posizionamento migliore.
In ultimo, e forse più in concreto, l’analisi delle performance rivela di frequente che la maggior parte del traffico organico deriva proprio dalle keyword di long tail.
Trovare le parole chiave di coda lunga con SEOZoom
Un tool SEO come SEOZoom fornisce tutte le indicazioni per scoprire le long tail keyword da utilizzare negli articoli e uno sguardo al grafico (accessibile dal tab Keyword Correlate dopo aver lanciato l’analisi della parola chiave) ci consente di avere una rappresentazione immediatamente intuibile del potenziale che si può ottenere sfruttando strategicamente la teoria della long tail.
Grazie allo strumento Keyword Infinity, SEOZoom analizza tutte le possibili declinazioni utili della keyword inserita – nel nostro esempio, casa: il keyword graph qui sotto è la rappresentazione grafica delle principali domande e diramazioni che partono dalla singola query, e già ci suggerisce potenziali keyword di coda lunga verso cui orientare l’articolo, che in questo caso si orienta su un taglio informativo più mirato a rispondere alle esigenze dell’utente.
Come si vede, sono presenti le indicazioni su “chi”, “cosa”, “come”, “quando”, “dove” e “quale” (in altri casi anche “perché”), che riprendono in pratica le classiche 5 WH del giornalismo inglese e le classiche teorie sulla generazione dei contenuti.
Queste informazioni sono riportate in maniera più diretta anche nel tab “Informational keyword“, che per l’appunto elenca tutti i possibili gruppi di topic e le keyword legate alla main key inserita (sempre casa) che rispondono a un’esigenza informational dell’utenza. Cliccando invece sul tab “Transactional keyword” scopriamo quali sono i topic e le keyword che intercettano invece l’intento transazionale, quello cioè di utenti che sono pronti all’azione.
Quali sono le long tail keyword e come affinare la strategia SEO con queste parole chiave di coda lunga
In concreto: arredare casa è già interpretabile come long tail e presenta un volume medio di ricerca di 40500, con un intento informativo. Aggiungendo semplicemente l’avverbio come l’intento si specifica ulteriormente e il volume di ricerca cala: come arredare casa ha infatti un intent assolutamente informazionale e volume di ricerca di 2400. È poi interessante analizzare anche altre parole chiave a coda ancor più lunga, come arredare casa al mare economica o arredare casa online che presentano intenti misti, di tipo sia informational che commercial, segno di forte ambivalenza nella tipologia di utente che ricerca informazioni in merito (si tratta di persone che cercano una guida su “come eseguire” il compito a cui sono interessati oppure che sono interessati a scoprire chi esegue tale servizio, e quindi stanno facendo ricerche commerciali).
Si cambia completamente topic e genere con la key come fare il pane in casa, che ha un volume di 3600 ricerche, mentre la casa di carta fa schizzare il volume di ricerche a 201mila, ma aggiungendo altri termini (ad esempio il numero della stagione che interessa o la parola streaming) si scende progressivamente.
Altra schermata del keyword graph che ci può aiutare a trovare nuove keyword long tail da inserire nella pianificazione editoriale è quella delle “Preposizioni“, che mette in relazione la parola chiave con le principali preposizioni o avverbi usati su Google – ad esempio, con la preposizione in abbiamo casa in vendita o fatto in casa per voi. L’ultimo tab di questa sezione è “Azioni”, che può servire a precisare meglio l’intent: sempre con casa, aggiungendo verbi come comprare, affittare o vendere, ad esempio, ci orientiamo comprensibilmente su utenti interessati a una transazione, mentre fare o costruire portano piuttosto verso contenuti tipo guide (ad esempio giochi da fare in casa o come costruire una casa).
Ovviamente, avendo scelto una parola chiave tremendamente trasversale anche l’analisi di SEOZoom genera risultati vari e vasti, così come avviene nella Search di Google.
L’uso di SEOZoom per trovare le long tail
Tramite SEOZoom è quindi possibile andare a scoprire queste parole chiave di coda lunga per poter organizzare un piano editoriale adatto al progetto che stiamo realizzando.
Per fare un altro esempio, inserendo il termine di partenza “Viaggi Thailandia” il tool restituisce tutti i termini correlati e di coda lunga che ritrova nelle ricerche degli utenti su Google, come ad esempio “viaggi in thailandia costi”, “viaggi in thailandia consigli“, “viaggi thailandia periodo migliore” o “viaggi thailandia offerte” (dall’intent marcatamente transazionale).
Altre informazioni e suggerimenti di keyword long tail li troviamo anche nello strumento Interest Finder, che serve a raggruppare gli interessi degli utenti su argomenti specifici in una visione cellulare di rapida comprensione – sempre con l’esempio “viaggi thailandia”, possiamo vedere come i mesi rappresentino di sicuro un elemento di interesse, così come termini commerciali come “prezzi”, “last”, “offerte” eccetera.
Come sempre, lo strumento è una macchina e offre dei risultati che dobbiamo leggere, interpretare e selezionare con l’obiettivo di fare una vera keyword research proficua per l’obiettivo di ottenere visite e conversioni dai contenuti che pubblichiamo.
Le long tail keyword sono un’arma per ottimizzare la strategia SEO
In definitiva, un contenuto realizzato puntando su parole chiave di coda lunga può: fornire una risposta di qualità al lettore, centrare in maniera più precisa il search intent, posizionare meglio anche altre keyword, aumentare le potenzialità di conversione, superare la concorrenza e, in una sola espressione, ottimizzare la strategia SEO del proprio sito.
In una strategia SEO, soprattutto per un sito nuovo, l’applicazione della teoria della long tail può quindi essere una scelta vincente per andare a captare un pubblico super profilato. Infatti, la maggior parte di queste keyword, come già detto, hanno una bassa concorrenza e sono più facili da posizionare rispetto alle parole chiave “secche” o troppo generiche, elementi da valutare assolutamente nell’analisi keyword che facciamo per cercare visibilità su Google e maggiori rendimenti.