Sitelink su Google: cosa sono, come ottenerli e come ottimizzarli

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Sono letteralmente dei “link al sito”, come dice il termine inglese, e possono essere un elemento importante per la SEO e per l’usabilità di un sito web. Parliamo dei sitelink, i collegamenti che compaiono in SERP sotto alcuni risultati di ricerca di Google e aiutano gli utenti a entrare direttamente in una sezione o in una pagina specifica di quel sito- Ottimi per aumentare il CTR, sono generati automaticamente dagli algoritmi e, quindi, possono puntare a URL poco utili per il business. Andiamo quindi a scoprire cosa sono i sitelink di Google e, soprattutto, come si possono gestire e quali strumenti e tecniche abbiamo a disposizione per rimuovere quelli non desiderati, così da indirizzare il motore di ricerca sulle pagine più importanti e profittevoli per le nostre strategie.

Che cosa sono i sitelink di Google

I sitelink sono una funzionalità offerta da Google che si manifesta sotto forma di sotto-link aggiuntivi che appaiono sotto il risultato principale di una ricerca, generalmente quando si cerca un brand o il nome di un’organizzazione.

Questi link supplementari conducono ad altre pagine o sezioni di una pagina che Google ritiene rilevanti e utili all’interno dello stesso dominio, posizionato come primo risultato di ricerca, mentre non appaiono per le altre posizioni successive.

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I sitelink sono disponibili sia nei risultati di ricerca desktop che mobile e sono selezionati automaticamente dall’algoritmo di Google in base alla pertinenza e alla struttura del sito.

Le tipologie di sitelink: quali sono i site link su Google

Google ha introdotto per la prima volta i sitelink nel 2005 per i risultati di ricerca desktop, con l’obiettivo di aiutare gli utenti a navigare più facilmente e rapidamente verso le informazioni pertinenti, offrendo delle scorciatoie che fanno risparmiare tempo nella ricerca delle destinazioni più utili.

Indirizzando gli utenti a pagine specifiche del sito web, Google crea una “corsia preferenziale” di accesso rapido alle informazioni che stanno cercando.

Inizialmente, i sitelink erano disponibili solo per un numero ristretto di siti web ed erano molto più limitati, composti da una singola riga di soli quattro link, ma già dopo poco Google ha reso questa funzionalità disponibile potenzialmente a tutti i siti web e ha poi continuato a migliorarla e ampliarla.

Esempio di uno dei primi sitelink di Google

Ad esempio, nel 2011 ha reso i link a grandezza naturale con un URL e una riga di testo snippet (come gli altri risultati); nel 2012 ha introdotto i sitelink automatici, che vengono generati automaticamente in base al contenuto del sito web e alla query di ricerca dell’utente, e poi ancora ha esteso i sitelink anche alle ricerche da mobile. E poi, nel novembre 2024, la compagnia ha deciso di rimuovere la casella di ricerca sitelink, essenzialmente perché ormai di scarso utilità per gli utenti.

La struttura grafica dei sitelink oggi - da Google

Attualmente riconosciamo le seguenti tipologie di sitelink che possono apparire in SERP:

  • Sitelink a pagamento
  • Sitelink organici, e quindi gratuiti.

Che cosa sono i sitelink ads, o estensioni sitelink

Chiamati estensioni sitelink o asset sitelink, e ancora prima noti come “sitelinks adwords“, i sitelink Ads sono per l’appunto sitelink a pagamento che compaiono negli annunci di Google Ads. Sembrano praticamente identici ai sitelink organici, con l’unica e sostanziale differenza che la loro creazione e comparsa è sotto totale controllo dell’inserzionista o proprietario del sito, che può quindi impostare il testo e gli URL che appaiono negli snippet degli annunci.

I sitelink ads per la query Amazon da desktop

Possono apparire sia nel formato “in linea” che in versione estesa, come link incolonnati con breve descrizione testuale.

I sitelink ads per la query Amazon da mobile

 

Questi collegamenti aggiuntivi vengono visualizzati negli annunci video o di ricerca pubblicati tramite Google Ads e consentono agli utenti di accedere a più pagine sul sito dell’inserzionista, come ad esempio prodotti o servizi specifici, pagine informative o qualsiasi altra pagina ritenuta utile per l’utente. Le estensioni sitelink possono essere visualizzate nelle campagne display di Search e video, e possono essere mostrate ogni volta in modo diverso, a seconda del contesto e delle impostazioni dell’annuncio.

Cosa sono i sitelink organici e quali tipologie esistono

Molto più ampie sono le varianti dei sitelink organici, quelli cioè generati automaticamente da Google, senza alcuna spesa per il sito che ne “beneficia” – che, però, non ha nemmeno particolare controllo sul contenuto e sulle pagine che vengono mostrate (basta confrontare l’elenco dei sitelink ADS specificati da Amazon con quello dei sitelink organici per lo stesso dominio, che puntano a pagine che evidentemente sono meno strategiche per il colosso dell’ecommerce). Compaiono solo se Google ritiene che i sitelink del nostro sito siano pertinenti e utili per la query dell’utente, e se i crawler sono in grado di individuare sitelink validi analizzando la struttura del sito stesso.

Nella maggior parte dei casi, vengono generati per query branded e possono avere fino a sei risultati “extra” verso altre pagine del sito.

In questo elenco rientrano:

  • Sitelink standard

È la forma più comune di sitelink organici, quelli che compaiono “naturalmente” nelle pagine dei risultati di ricerca, generalmente in termini di brand, e che contengono fino a 6 sitelink a diverse pagine di un singolo sito web.

I sitelink organici per la query Amazon da desktop

Si presentano come un elenco di link sotto il risultato principale; ogni sitelink ha un titolo, che è spesso il titolo della pagina di destinazione, e può includere una breve descrizione che fornisce un contesto aggiuntivo sull’argomento della pagina di destinazione. Questi sitelink aiutano gli utenti a raggiungere rapidamente le sezioni più importanti o popolari di un sito, e aiutano anche gli utenti nel decidere se quella pagina è pertinente per la loro ricerca.

I sitelink standard per la query Amazon da mobile

Questi sitelink organici possono collegare a pagine specifiche del sito web – come la pagina “Chi siamo” o la pagina “Contatti” – oppure a sezioni specifiche del sito, come la categoria “Prodotti” o la sezione “Blog”.

In occasioni rare, per alcuni siti web di grande autorità e con una struttura chiara, Google può mostrare sitelink espansi che occupano una porzione significativa dello spazio dei risultati di ricerca. Questi sitelink possono includere categorie, sottocategorie e persino immagini, offrendo una panoramica quasi completa del sito direttamente dalla SERP.

  • Sitelink in linea

Sono sitelink in formato compatto che appaiono in alcuni casi, soprattutto quando lo spazio è limitato o per risultati di ricerca su dispositivi mobili.

I sitelink in linea per la query ecommerce da desktop

Questi sitelink sono composti solo del titolo breve e solitamente sono privi di descrizioni, una forma più concisa che serve proprio per adattarli agli schermi più piccoli e a una visualizzazione più pulita.

  • Casella di ricerca sitelink

Anche se è stata deprecata a novembre 2024, vale comunque la pena ricordare cos’è stata la casella di ricerca dei sitelink: una piccola barra di ricerca che permetteva all’utente di eseguire ricerche immediate e rapide all’interno del sito o di un’applicazione direttamente dalla SERP, implementando suggerimenti in tempo reale e altre funzionalità. Introdotta originariamente nel 2014 (e quindi mantenuta in vita esattamente per dieci anni), la casella di ricerca sitelink si rivelava particolarmente utile per i siti con un grande volume di contenuti, perché aiutava gli utenti a trovare rapidamente ciò che stavano cercando senza dover navigare attraverso la struttura del sito.

I sitelink casella di ricerca per la query eBay da desktop

Questa casella di ricerca si basava sulla tecnologia della Ricerca Google ed era automatizzata, anche se i proprietari di siti potevano fornire informazioni esplicite aggiungendo dati strutturati “WebSite” per aiutare Google a comprendere meglio il sito. Inoltre, in Search Console era possibile monitorare vari dati legati a questa feature, come la presenza di errori che impedivano la visualizzazione o l’elenco degli elementi validi riconosciuti da Google.

Come detto, avendo notato che nel tempo il suo utilizzo è diminuito, come spiegato da John Mueller, a partire dalla fine del 2024 Google ha deciso di rimuovere la funzionalità per contribuire a “semplificare i risultati di ricerca”. La modifica è stata applicata globalmente a tutti i risultati di ricerca, in tutte le lingue e in tutti i Paesi, senza che ciò abbia influito sulle classifiche o sugli altri elementi visivi dei sitelink; contestualmente è stato rimosso il relativo report dei risultati avanzati della Search Console e non è più evidenziato il markup nel test dei risultati avanzati .

  • Sitelink per App Mobile

Se un sito ha un’app mobile associata, Google potrebbe mostrare un sitelink che indirizza direttamente all’app store pertinente per il download dell’app. Questo tipo di sitelink è utile per promuovere l’uso di app mobile e per fornire un accesso rapido agli utenti che preferiscono interagire con il contenuto tramite un’applicazione.

Le caratteristiche dei sitelink organici

Come spiega la guida di Google, i sitelink nei risultati compaiono solo quando ritenuti utili per l’utente e sono automatizzati: ciò potrebbe cambiare in futuro, perché il motore di ricerca sta “lavorando incessantemente per migliorare gli algoritmi dei sitelink e, in futuro, potrebbero essere integrati i suggerimenti dei proprietari di siti”.

I sitelink non compaiono se la struttura del sito non consente agli algoritmi di individuare sitelink validi o se Google ritiene che i sitelink del sito non siano rilevanti per la query dell’utente.

Come influenzare i sitelink su Google

La comparsa di questa feature in SERP e la scelta degli URL è automatizzata dagli algoritmi, come detto, ma ciò non significa che i proprietari di siti e SEO non abbiano strumenti a disposizione per influenzare i sitelink e cercare di orientare Google verso pagine più utili al business.

Diversi studi, ad esempio, hanno evidenziato una serie di fattori che possono influenzare i sitelink mostrati nei risultati di ricerca organici di Google, come:

  • Struttura del sito. La architettura del sito ha un ruolo nel modo in cui compaiono i sitelink: ad esempio, con un’architettura piatta Google dovrà usare altri segnali. Ecco perché sarebbe preferibile impostare una gerarchia corretta, con la home page in posizione dominante, considerando che che questa sia la prima pagina che i crawler visiteranno.
  • Link interni. Il modo in cui le pagine hanno collegamenti con altre pagine e gli anchor text utilizzati influenzeranno i sitelink, come visto, e anche la posizione in cui i link sono localizzati nella pagina e i breadcrumb. La strategia di linking interna deve inoltre supportare la struttura gerarchia del sito.
  • Non bloccare l’accesso dei robots. Può apparire scontato, ma è bene chiarire che dobbiamo consentire ai crawler di indicizzare tutte le pagine del sito web per ottenere i sitelink.

Questi insights sono “confermati” dalla citata guida di Google, che cita esplicitamente tra le best practices per migliorare la qualità dei sitelink:

  • Utilizzare nel titolo della pagina e nelle intestazioni testo che sia informativo, pertinente e compatto.
  • Creare una struttura logica del sito, in cui gli utenti possano navigare facilmente.
  • Creare link alle pagine importanti da altre pagine pertinenti del sito e utilizzare anchor text dei link interni che siano concisi e pertinenti alla pagina a cui rimandano.
  • Evitare le ripetizioni nei contenuti.

Come rimuovere i sitelink del sito

Maggior controllo c’è invece nei casi opposti, quando cioè non siamo interessati – per un motivo qualsiasi – a far comparire i sitelink relativi al nostro sito.

In passato, fino al 2016, c’era un tool apposito per rimuovere i sitelink indesiderati che comparivano in SERP, presente all’interno della vecchia suite Google Webmaster Tools, ma oggi abbiamo comunque alcune opzioni per comunicare le nostre preferenze ai crawler.

In particolare, se desideriamo rimuovere un sitelink possiamo eliminare la pagina dal sito o utilizzare un tag noindex; se invece vogliamo evitare la comparsa della casella di ricerca sitelink possiamo impostare un meta tag robots “nositelinkssearchbox” alla home page, un’istruzione specifica che appunto comunica a Googlebot si disattivare questa feature.

4 tecniche per controllare meglio i sitelink

Un articolo di Mindy Weinstein approfondisce quattro tecniche semplici che possono aiutarci a controllare meglio i sitelink che appaiono in SERP, per evitare la comparsa di URL non strategici e tentare di convincere l’algoritmo a mostrare invece quelli più utili per i nostri obiettivi.

Non si tratta di trucchi o metodi assoluti, perché appunto la scelta resta automatizzata, ma di best practice che, in base all’esperienza dell’autrice, possono aiutare a raggiungere l’obiettivo e in genere funzionano.

  1. Identificare il link interno che porta al sitelink indesiderato

Se il sitelink organico presenta un URL che non desideriamo, dobbiamo innanzitutto eseguire una scansione del sito per determinare quali pagine si collegano a questo URL che vogliamo rimuovere.

Ottenuto l’elenco delle pagine, interverremo per rivedere e aggiornare il testo di ancoraggio e i link interni che puntano a tale sitelink indesiderato, e poi invieremo nuovamente le pagine in Google Search Console. Dopo alcuni giorni, dovremmo vedere aggiornati i sitelink in SERP.

  1. Non indicizzare la pagina che appare nei sitelink

Abbiamo già detto che Google non mostra tra i sitelink una pagina con noindex, ma ovviamente questo è un approccio estremo, che possiamo adottare solo se la pagina che appare nei sitelink non è utile da indicizzare.

Usare il noindex in modo indiscriminato, infatti, significa rimuovere la pagina dai risultati di ricerca e sostanzialmente rinunciare al traffico organico.

Quindi, solo se l’URL che compare tra i sitelink fa riferimento a una pagina che non dovrebbe essere indicizzata, obsoleta e non più utilizzata, possiamo prendere in considerazione il “noindexing”, che dovrebbe rimuovere il sitelink indesiderato dalle SERP.

  1. Usare Anchor Text e Alt Text descrittivi

Per cercare di aumentare le chance di posizionare un URL specifico tra i sitelink, dobbiamo lavorare sull’ottimizzazione di anchor text e alt text, che devono essere descrittivi, concisi e unici.

  1. Creare una struttura del sito chiara

Anche Weinstein consiglia di curare la struttura del sito per migliorare i sitelink, cercando di mostrare una gerarchia chiara delle pagine.

Idealmente, dice l’esperta, il sito deve essere “impostato in modo tale da iniziare con un argomento più generale (ad esempio, pagina principale) ed entrare in un argomento più specifico (ad esempio, pagina figlio)”, come nella struttura di esempio Auto > Ford > Mustang .

L’internal linking è una parte importante della struttura del sito Web e sappiamo anche che influisce sui sitelink.

Sitelink SEO: i vantaggi di questa funzionalità

In generale, i sitelink sono una buona opportunità SEO perché permettono a un sito di occupare più spazio in SERP e agli utenti di accedere più facilmente alle pagine cui sono interessati.

Anche se non abbiamo un controllo diretto su questi collegamenti, ci sono consigli e best practices che ci permettono di rimuovere i sitelink indesiderati dalle SERP e anche di migliorare ciò che appare nei risultati di ricerca di Google. Se ottimizzati, quindi, possono essere utili per assicurare maggior visibilità nei risultati di ricerca al nostro dominio: i link aggiuntivi occupano maggior spazio e danno più rilievo al sito rispetto agli altri risultati di ricerca.

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In termini concreti, possono migliorare il CTR organico e aiutare gli utenti a trovare ciò che cercano ancora più rapidamente all’interno del sito web, che potrebbe essere nascosto dentro una pagina o pagine diverse.

Anche i sitelink a una riga, che sono meno evidenti rispetto ad altri formati più estesi, contribuiscono comunque a rendere il risultato più notevole, allo stesso modo in cui possono fare altri elementi delle SERP come i rich snippet per le valutazioni, i prezzi e così via.

La presenza di sitelink aumenta la probabilità che gli utenti trovino esattamente ciò che cercano senza dover lasciare il sito per consultare altre fonti: questo aspetto è particolarmente rilevante perché può portare a una riduzione del bounce rate, ovvero la percentuale di visitatori che abbandonano il sito dopo aver visualizzato una sola pagina. Con i sitelink, gli utenti hanno la possibilità di saltare direttamente alla pagina o alla sezione di loro interesse, senza dover navigare attraverso il menu o scorrere lunghe pagine. Questo non solo migliora l’esperienza utente, ma aumenta anche le chance di conversione o di interazione più profonda con il sito.

In sintesi, i sitelink arricchiscono il risultato di ricerca di un sito, offrendo agli utenti un percorso diretto verso le informazioni o le pagine che stanno cercando. Questo vantaggio si estende a tutti i tipi di sitelink, inclusi quelli che appaiono all’interno delle pagine stesse, facilitando una navigazione intuitiva e soddisfacente.

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