A partire dallo scorso anno, Google ha iniziato a utilizzare il servizio Signed Exchange o SXG per linkare a pagine AMP firmate servite dalla sua cache, permettendo di precaricare il contenuto senza perdita di privacy e di attribuire il contenuto alla giusta origine, perché l’utente visualizza l’URL originale. Con la diffusione del sistema, è diventato importante per gli utenti verificare la correttezza del processo e, per questo, il team di Mountain View ha aggiunto una nuova funzione alla Google Search Console.
Un nuovo tool per gli errori con SXG
L’annuncio arriva dal blog di Webmaster Central, che spiega innanzitutto cosa è il protocollo Signed Exchanges (SXG), ovvero un subset della famiglia emergente di specifiche denominata Web Packaging che consente agli editori di rendere portabili in modo sicuro i propri contenuti, mantenendo l’integrità e l’attribuzione all’editore.
Ora “i siti che implementano SXG per le loro pagine AMP saranno in grado di capire se ci sono problemi che impediscono a Google di fornire la versione SXG della loro pagina utilizzando Google AMP Cache”, scrivono Amir Rachum, Search Console Software Engineer, e Jeffrey Jose, Google Search Product Manager.
Come correggere i problemi con Signed Exchanges
Per utilizzare lo strumento bisogna aprire il rapporto sullo stato delle pagine AMP della GSC – la vecchia console di strumenti per webmaster – dove è possibile verificare se il sito presenta problemi relativi a SXG cercando semplicemente avvisi che riportano “signed exchange” nel nome (come si vede nell’immagine); Google inoltre segnalerà via e-mail la rilevazione di nuovi problemi.
Per aiutare con il debug e per verificare che una pagina specifica sia servita utilizzando SXG, possiamo ispezionare un URL utilizzando lo Strumento controllo URL e scoprire se eventuali problemi relativi a SXG sono visualizzati nella sezione AMP dell’analisi. Possiamo sia diagnosticare i problemi che interessano la versione indicizzata della pagina che utilizzare l’opzione “live”, che verificherà la validità della versione live attualmente servita dal nostro sito.
I principali problemi con Signed Exchange
Come spiega la guida della Search Console, sono 12 i principali problemi che si possono verificare con SXG, ognuno di entità e conseguenze differenti e, ovviamente, diverso percorso per la correzione (descritto minuziosamente nella pagina linkata). In dettaglio:
- Lo standard Signed Exchange non è valido.
Questa situazione si verifica se la risposta HTTP è uno standard Signed Exchange che non soddisfa i requisiti della Google AMP Cache: la pagina viene mostrata agli utenti senza informazioni della firma. Per un sito, ciò significa che la pagina è presentata in un visualizzatore AMP con un URL di Google anziché con l’URL originale.
- Il payload dello standard Signed Exchange presenta un errore di analisi.
Accade se il “payload” (corpo) del Signed Exchange dà una risposta HTTP che non soddisfa i requisiti della Google AMP Cache: anche in questo caso, la pagina viene mostrata senza informazioni della firma e con un URL di Google anziché con quello originale.
- L’intestazione “header_name” per il payload dello standard Signed Exchange presenta un valore non valido.
La risposta HTTP è un Signed Exchange che contiene un’intestazione di risposta firmata che non soddisfa uno dei requisiti di Google AMP Cache: le conseguenze sono sempre l’assenza delle informazioni della firma e l’uso dell’URL di Google.
- Manca l’intestazione obbligatoria “header_name” per il payload dello standard Signed Exchange.
Simili gli effetti di questo errore, che dipende da una risposta HTTP che genera un Signed Exchange in cui manca l’intestazione specificata, richiesta dalle specifiche di Signed Exchange o dai requisiti della Google AMP Cache.
- L’intestazione della firma per lo standard Signed Exchange non può essere analizzata.
Stessa situazione (nessuna informazione sulla firma e visualizzazione dell’URL di Google) si verifica anche quando la risposta HTTP è un Signed Exchange che contiene un’intestazione della firma non corretta in base alle specifiche di Signed Exchange.
- Il parametro “parameter_name” nell’intestazione della firma dello standard Signed Exchange non è valido.
È sempre simile l’impatto sul sito quando la risposta HTTP è un Signed Exchange la cui intestazione della firma ha un valore non corretto per il parametro specificato, come richiesto dalle specifiche di Signed Exchange.
- Le date per lo standard Signed Exchange non sono valide.
Un altro problema che provoca l’impossibilità di mostrare informazioni sulla firma e l’URL originale della pagina AMP accade quando la risposta HTTP è un Signed Exchange la cui intestazione della firma presenta un valore errato per il parametro date o expires, come richiesto dalle specifiche di Signed Exchange o dai requisiti della Google AMP Cache. In particolare, ricorda la guida, la firma deve essere valida al momento del recupero e almeno per i successivi quattro giorni.
- La catena di certificati a cui fa riferimento “cert-url” dello standard Signed Exchange non può essere analizzata.
In questo errore – dagli effetti identici a quelli già descritti – la risposta HTTP è un Signed Exchange il cui cert-url non è corretto in base alle specifiche di Signed Exchange.
- La catena di certificati a cui fa riferimento “cert-url” non è valida per lo standard Signed Exchange.
Si verifica se la risposta HTTP è un Signed Exchange il cui cert-url non è valido secondo le specifiche di Signed Exchange: l’impatto sulle pagine resta quello degli altri problemi analizzati.
Oltre a questi inconvenienti – la cui risoluzione è facoltativa, anche perché non hanno effetti particolarmente penalizzanti per le pagine, che vengono comunque indicizzate e mostrate nella Ricerca, seppur con le limitazioni descritte – ci sono poi tre errori più problematici, ovvero:
- Lo standard Signed Exchange non può essere analizzato.
Capita quando la risposta HTTP ha un tipo di contenuto application/signed-exchange; v=b3, ma Goolge non ha potuto estrarre il corpo della risposta, perché questa non è riuscita a soddisfare i requisiti di alto livello di quel tipo o perché il suo payload è impropriamente Merkle-encoded. Tale errore impedisce l’indicizzazione della pagina AMP: se il sito offre una pagina corrispondente non AMP, la Ricerca Google mostrerà quella tra i risultati; in caso contrario, la pagina potrebbe non essere visualizzata del tutto nella Ricerca.
- L’URL per il payload interno non corrisponde all’URL della richiesta per lo standard Signed Exchange.
Impatto simile sul sito ha quest’altro problema, che accade quando la risposta HTTP è un Signed Exchange i cui URL di riserva non corrispondono all’URL della richiesta (devono essere uguali byte per byte). Di conseguenza, “la Ricerca Google non si fida che la risposta sia rappresentativa dell’URL della richiesta” e potrebbe impedirne l’indicizzazione.
- L’intestazione “header_name” per la risposta HTTP dello standard Signed Exchange presenta un valore non valido.
Anche quest’ultimo errore provoca effetti negativi sulla comparsa della pagina AMP in Ricerca: il problema si verifica quando la risposta HTTP ha un tipo di contenuto application/signed-exchange, ma le intestazioni di risposta non sono valide per altri motivi. “Ad esempio, al tipo di contenuto potrebbe mancare un parametro v=b3”, e di conseguenza “il formato non è noto a Google e pertanto il corpo della risposta non può essere estratto”.