I problemi di SEO tecnica influiscono su ranking e traffico organico

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Avere un sito Web solido, sano e stabile che funzioni bene nella ricerca di Google e porti traffico organico è un obiettivo per tutti coloro che hanno un’attività online, e chi legge gli approfondimenti del nostro blog sa ormai che i fattori che possono contribuire al raggiungimento di questo traguardo sono molteplici. Dagli Stati Uniti arriva oggi un case study che ci fa affrontare il tema della SEO tecnica e di quanto errori sul sito ne possano influenzare il rendimento.

Un caso studio dagli Stati Uniti

Tutto parte dalla pubblicazione del bilancio di TechTarget, società di marketing business-to-business di Newton in Massachusetts, relativo al quarto trimestre 2019: in concomitanza di un periodo di fluttuazioni su Google (di entità inferiore rispetto ai broad core update, come abbiamo ricordato nel nostro pezzo sul recap sugli aggiornamenti 2019 di Google), l’azienda ha avuto un calo del 25% nel traffico organico e una riduzione anche degli utili.

Un calo di traffico per TechTarget

Nell’ultimo trimestre dello scorso anno il traffico organico e non pagato del sito di TechTarget “ha rappresentato il 94% del traffico complessivo”, ma a novembre l’algoritmo di Google “è parso trattare i nostri contenuti originali protetti da copyright e la nostra base di contenuti più vecchi in modo diverso, con un calo del 25%”.

Un problema di SEO tecnica

Secondo i dirigenti dell’azienda, si è trattato “di un problema di SEO tecnica e stiamo testando alcune modifiche ad esso correlate”, che fanno pensare con ottimismo di poter vedere miglioramenti nel breve tempo.

La nota ufficiale della compagnia e le valutazioni finanziarie

Il traffico organico è un canale fondamentale per TechTarget perché è “uno dei motivi principali per cui operiamo con un margine lordo del 76% e disponiamo di una leva operativa così ampia nel nostro modello finanziario, a differenza di molte aziende Internet i cui costi di acquisizione del traffico aumentano in modo lineare con i ricavi”. A stupire è il fatto che in occasione di precedenti update il sito aziendale ha reagito bene e “i nostri contenuti di alta qualità sono sempre stati premiati” dagli aggiornamenti dell’algoritmo.

Per completare il discorso finanziario, il comunicato della compagnia americana sottolinea che “a differenza di altri competitor, la quantità del nostro traffico organico non è direttamente correlata alle nostre entrate, come evidenziato dai nostri risultati del quarto trimestre 2019″. La nota prosegue dicendo che “sebbene siano preferibili aumenti del traffico, tali futuri miglioramenti non aumenterebbero direttamente le nostre entrate”, perché il flusso di ricavi più direttamente correlato al traffico del sito web è rappresentato dai prodotti di branding, che valgono “circa il 15% delle nostre entrate complessive”.

Dal punto di vista finanziario, quindi, la strategia di TechTarget “si basa su prezzi premium che si traducono, per natura, in inventario invenduto, e quindi il bilancio non subisce un impatto legato al traffico”.

La spiegazione della dirigenza

Per chiarire meglio la questione e affrontare il tema dei problemi di SEO tecnica individuati come responsabili del crollo su Google, Barry Schwartz di SearchEngineLand ha intervistato Don Hawk, direttore esecutivo e cofondatore di TechTarget, anticipando che non si tratta di un esperto SEO e quindi fornisce risposte generali sulle strategie dell’azienda per invertire il calo di traffico.

Tre aree di interventi per recuperare il traffico organico

Sono tre le aree su cui si sta concentrando l’attenzione di Techtarget: sezione member protection del sito, gestione dei contenuti vecchi e modifiche all’architettura del sito e, infine, velocità delle pagine per assicurare un’esperienza rapida e positiva agli utenti.

Nel primo caso, il sito consente accesso ad alcuni contenuti solo a chi dispone di un account registrato: Don Hawk racconta che sono state fatte numerose implementazioni delle aree ristrette e, potenzialmente, Google potrebbe aver reagito in maniera negativa a questi interventi. Pur preferendo “i membri rispetto al traffico”, in questa fase l’azienda sta comunque testando ulteriori modifiche alle aree protette per studiare eventuali impatti sul ranking e sul traffico.

Come la maggior parte dei siti, TechTarget produce molti contenuti da anni e si trova a gestire un database di grandi dimensioni: ora il team tecnico sta verificando come aggiornare queste pagine per migliorare il traffico organico di Google e, dal punto di vista tecnico, sta studiando soluzioni all’architettura del sito per cambiare il modo in cui presenta questi vecchi contenuti al motore di ricerca.

Insomma, l’azienda americana è alle prese con questioni piuttosto comuni se non quotidiane per tutti coloro che lavorano online: ho subito un calo di traffico organico, da cosa dipende? E come reagisco?

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