Criticità tecniche, errori o bug possono frenare le performance di un sito web, rallentandone il posizionamento e, nei casi peggiori, compromettendo addirittura la sua indicizzazione. E non sempre abbiamo il tempo di lavorare a un SEO Audit completo e approfondito per scovare tutti i problemi. Come spiega Paolo Calicchio, SEO Specialist e formatore presso Moca Interactive, è in questi (molteplici) casi che può essere utile realizzare un documento di audit preliminare, un documento di prima analisi di un sito web con i check basilari per verificarne lo stato di salute.
Che cos’è un Audit SEO preliminare
Un Audit SEO preliminare è una valutazione iniziale e superficiale delle performance SEO di un sito web, che si concentra sull’analisi delle caratteristiche principali del sito e sull’individuazione di eventuali problemi tecnici, senza approfondire tutti gli aspetti dettagliati di un audit completo.
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Con questa analisi possiamo ottenere informazioni di base e di anteprima sullo stato generale del sito, come l’autorità del dominio, l’andamento storico, le potenzialità di crescita, i problemi di posizionamento delle keyword, le performance tecniche (in particolare su velocità o core web vitals), i meta dati e headings, i problemi tecnici vari (link rotti o redirect) e i dati strutturati.
Queste informazioni permettono di avere una visione iniziale delle criticità e delle opportunità di ottimizzazione del sito prima di procedere a un’analisi più approfondita.
Come fare un audit SEO preliminare in un’ora: la lezione di Paolo Calicchio
Un Audit Tecnico completo richiede diverse ore di lavoro, ma ci sono situazioni in cui possiamo “limitarci” a un’indagine preliminare per questioni di tempo (ad esempio, attività di pre-sale o tempistiche di consegna estremamente ridotte) o di necessità (budget limitato da parte del cliente).
Nel suo webinar, Calicchio ha dimostrato concretamente come sia possibile ottimizzare il lavoro per “comprimere” e completare un SEO audit preliminare in appena un’ora, grazie a quanto appreso e affinato nella sua esperienza ultradecennale da SEO Specialist e formatore, una passione che lo ha portato a lavorare con clienti di tutta Italia per garantire un’efficace strategia che porti a un miglioramento della visibilità organica del brand.
La chiave per riuscire in questo compito è seguire un flusso di lavoro ordinato e pianificato: prima di tutto, per fare un SEO Audit preliminare dobbiamo individuare quali sono le informazioni più importanti sul sito, che ci possono servire a determinare qual è il suo stato di salute attuale e quali sono i problemi principali che ne stanno ostacolando le performance organiche, e poi recuperare appunto le informazioni e i dati relativi. Calicchio ha condiviso con la “classe” virtuale il suo modello precompilato per l’Audit preliminare (che si può scaricare anche dalle slide, visualizzabili accedendo all’Academy) e ha consigliato l’utilizzo di pochi tool specifici, e in particolare SEOZoom e Screaming Frog.
I passaggi per preparare il documento in un’ora
Prima di partire con l’analisi preliminare vera a propria, è importante quindi ottenere una panoramica sulle caratteristiche del sito che stiamo analizzando, ovvero fare la sua “conoscenza”.
Iniziamo quindi con un’analisi di contesto, in cui valutiamo l’autorità del dominio utilizzando ad esempio la metrica della Zoom Authority, studiamo l’andamento negli ultimi 12 mesi per identificare trend positivi o negativi e valutiamo le potenzialità del sito in base alla concorrenza e al settore di riferimento.
Ora inizia l’indagine più tecnica, che ci porta a verificare l’eventuale presenza di elementi che impediscono l’indicizzazione di alcune pagine o di pagine che potrebbero causare uno spreco di crawl budget, ad esempio, andando quindi a visualizzare file robots.txt, sitemap, elementi canonical e (nel caso di siti multilingua) elementi hreflang.
Il terzo step riguarda invece il comportamento del sito su Google, per comprendere se ci sono degli elementi che frenano frenare il posizionamento delle keyword e quindi rallentare le performance organiche. Al centro di questa analisi ci sono, secondo Calicchio, le performance tecniche (velocità del sito e core web vitals), i meta dati e header, i problemi tecnici vari (link rotti ed eccesso di redirect) e i dati strutturati.
Insomma, questo flusso operativo prevede una prima analisi di contesto, per capire i trend di crescita e le opportunità, per poi andare più in profondità per scovare dei problemi tecnici anche grazie ai tool di SEOZoom, così da avere un quadro completo di ottimizzazione onsite e tecnica per non farsi sfuggire niente.
Come controllare rapidamente la salute del sito: l’intervista a Paolo Calicchio
Per approfondire questi temi e ottenere altri consigli e spunti utili per l’analisi preliminare di un sito abbiamo rivolto una serie di domande a Paolo Calicchio, che ci ha offerto il suo prezioso punto di vista non solo sui più comuni errori SEO che incontra di solito nel suo lavoro di supervisione, ma anche interessanti previsioni sulle tendenze emergenti nel settore dell’ottimizzazione per i motori di ricerca, che è bene iniziare a monitorare per non restare indietro rispetto ai competitor.
- Qual è il primo passo cruciale che consigli di intraprendere quando inizi un SEO Audit preliminare e perché?
Il primo punto su cui mi concentro è avere una visione d’insieme sullo stato di salute del sito. Mi interessa capire innanzitutto se si tratta di un sito che sta bene, è in salute oppure è un sito che negli ultimi mesi ha perso traffico, magari in maniera improvvisa. Immaginiamo ad esempio una migrazione gestita male: poco dopo la migrazione potrebbe esserci una perdita di traffico organico davvero importante. Attraverso la dashboard principale di progetto, all’interno di SEOZoom, posso avere una prima stima di come si sta evolvendo il sito.
- Quali sono gli errori più comuni che le aziende tendono a commettere lato SEO?
Tra gli errori più frequenti, trovo spesso la presenza di versioni duplicate della homepage con indirizzi come /index.php o /homepage. Molto spesso mi capita anche di intervenire per far correggere il problema di duplicazione tra pagine che terminano con slash finale e quelle senza slash, che per il motore di ricerca sono due versioni differenti. Sui siti multilingue, invece, il problema che trovo quasi sempre è il mancato rispetto delle linee guida di Google nell’implementazione degli attributi hreflang. In pochissimi, infine, prestano la giusta attenzione ai dati strutturati.
Guarda il webinar
- Potresti condividere alcuni degli strumenti SEO indispensabili che utilizzi durante un audit preliminare e un esempio di come li impieghi per ottenere insight preziosi?
Tool come SEOZoom, che permettono di analizzare un sito a 360°, sono sicuramente importanti perché agevolano e velocizzano il lavoro soprattutto se si tratta di un lavoro preliminare. Qui è possibile per esempio analizzare la presenza di errori presenti sui meta dati o sugli H1. Altri tipi di verifiche, come la presenza di homepage duplicate o problematiche nel file robots.txt, possono essere rilevate manualmente. Per una scansione più approfondita del sito, utilizzo invece ScreamingFrog che mi permette anche di rilevare la presenza di broken link o redirect da sistemare.
- Come determini quali problemi risolvere per primi dopo aver completato un SEO Audit preliminare?
Generalmente cerco di dare un ordine di priorità agli interventi da richiedere al team di sviluppo. I più importanti sono quelli che possono pregiudicare addirittura l’indicizzazione del sito internet, cioè che impediscono l’accesso o la lettura da parte dei motori di ricerca. Al secondo posto invece metto gli interventi che possono generare problemi di posizionamento delle pagine per le keyword di progetto. Si parte quindi con tutti i problemi che riguardano sitemap.xml, robots.txt, segnalazioni in Search Console, poi si passa all’analisi delle performance e dei Core Web Vitals, e così via.
- Quali miglioramenti immediati consiglieresti per un sito web dopo un audit preliminare per potenziare il suo posizionamento SEO?
Al di là dei problemi di indicizzazione veri e propri, generalmente consiglio ai miei clienti di lavorare in maniera più approfondita alle performance. Google negli ultimi anni sta ponendo molta importanza su questo punto: l’usabilità del sito deve essere la priorità.
- Secondo la tua esperienza, quali sono le tendenze emergenti nella SEO che le aziende dovrebbero monitorare nei prossimi anni?
Già dal prossimo anno potremmo vedere delle novità su tutti gli aspetti che riguardano l’accessibilità di un sito web. Quindi il focus resta sempre concentrato sull’user experience. La novità più grossa è ovviamente legata al mondo dell’intelligenza artificiale e di come queste potranno cambiare anche il modo di effettuare delle ricerche online. Per chi ha avuto la possibilità di vedere qualche esperimento in America, i cambiamenti sono frequenti e apportano continui sviluppi, per un mercato imprevedibile che potrebbe anche rivoluzionare il modo di utilizzare internet.