Ricerca avanzata Google: cos’è, a cosa serve, comandi più utili
Ogni secondo, miliardi di query vengono lanciate su Google e altrettanti contenuti si contendono la nostra attenzione. Nasce quindi un problema, perché non sempre ciò che arriva nei risultati di ricerca è davvero ciò che stiamo cercando. È qui che entra in gioco la ricerca avanzata di Google, uno strumento che pochi conoscono a fondo, ma che può trasformare il nostro modo di trovare (e utilizzare) le informazioni. Grazie a comandi specifici e filtri potenti, possiamo affinare le ricerche, ridurre il rumore e arrivare dritti al punto, trasformando qualsiasi query generica in una ricerca mirata, perfetta per scoprire contenuti utili, individuare opportunità SEO o analizzare i competitor. Immaginiamo di voler scovare tutte le pagine di un sito che parlano di un particolare argomento, o di limitare la ricerca solo ai file PDF sulla SEO: magari ci interessa sapere chi ha copiato un nostro contenuto o individuare rapidamente tutti i documenti pubblicati prima di una data specifica. Con una ricerca normale, questi obiettivi richiederebbero tempo, pazienza e, in molti casi, non verrebbero del tutto soddisfatti. Ma utilizzando tecniche avanzate e operatori di ricerca manuale, quegli stessi obiettivi diventano non solo raggiungibili, ma anche estremamente semplici. In questa guida esploriamo come padroneggiare la ricerca avanzata possa fare la differenza per chiunque voglia ottenere risultati più precisi e performanti, svelando strumenti e tecniche che rivoluzioneranno il nostro modo di cercare, comprendere e agire online.
Che cos’è la ricerca avanzata di Google
La ricerca avanzata di Google è un insieme di strumenti e tecniche che consente di affinare e ottimizzare le query sul motore di ricerca, permettendoci di ottenere risultati più precisi e pertinenti rispetto a una semplice ricerca testuale.
Questo approccio avanzato risulta particolarmente utile quando non basta digitare parole chiave generiche nella barra di ricerca per individuare le informazioni di cui abbiamo bisogno.
Con la ricerca avanzata possiamo comunicare con Google in modo più strutturato e sofisticato, sfruttando sia operatori di ricerca manuale, sia i filtri e le opzioni offerte dalla pagina dedicata alla ricerca avanzata. Ogni funzione è pensata per soddisfare esigenze specifiche, come trovare una frase esatta, escludere determinati risultati, restringere la ricerca a un sito specifico o analizzare contenuti aggiornati di recente. Questa capacità di personalizzazione è essenziale sia per motivi personali, sia per scopi professionali legati alla SEO e al web marketing.
Usare Google non è più semplicemente una questione di inserire una frase e attendere che gli algoritmi facciano il loro lavoro e ci presentino una SERP con i classici risultati. Con queste tecniche diventa un processo attivo, quasi un dialogo con il motore di ricerca, dove noi forniamo indizi più precisi su ciò che desideriamo trovare. Google, con la sua intelligenza artificiale e algoritmi sofisticati, interpreta questi indizi e ci restituisce risultati mirati. Questo non solo ci fa risparmiare tempo, ma aumenta anche l’efficacia delle nostre ricerche, sia che stiamo cercando un articolo scientifico, un tutorial specifico o dati di mercato per la nostra analisi competitiva.
Una definizione di ricerca avanzata
La ricerca avanzata di Google si distingue nettamente dall’approccio standard, caratterizzato dall’utilizzo di semplici stringhe di testo o parole chiave. Nella sua essenza, “ricerca avanzata” significa usare risorse che migliorano la precisione dei nostri risultati: strumenti che ci permettono di affinare le risposte del motore di ricerca, rendendole il più vicine possibile alle nostre intenzioni.
Queste risorse si dividono in due categorie principali. La prima comprende gli operatori di ricerca manuale, speciali comandi che possiamo digitare direttamente nella barra di ricerca per filtrare o arricchire i risultati. Ad esempio, digitando site: possiamo effettuare una ricerca limitata a uno specifico dominio, mentre aggiungendo le virgolette otteniamo solo pagine che contengono una frase esatta e grazie all’operatore intitle: possiamo concentrarci su pagine che contengono una determinata parola chiave nel loro titolo.
La seconda categoria è rappresentata dalla pagina dedicata alla Ricerca Avanzata (disponibile all’indirizzo google.com/advanced_search). Questa interfaccia grafica semplifica l’accesso ai filtri, permettendo di impostare parametri come lingua, tipo di file, periodo temporale o posizione geografica, senza dover memorizzare comandi specifici. È un’opzione particolarmente utile per chi desidera risultati più dettagliati senza ricorrere necessariamente a sintassi particolari.
Attraverso queste modalità, Google si pone come un vero e proprio alleato nel reperire informazioni precise, consentendo a chiunque di passare dalla semplice ricerca generica all’utilizzo di strumenti di analisi più avanzati.
Che cosa sono gli operatori di ricerca avanzata Google
Gli operatori di ricerca avanzata di Google sono strumenti progettati per effettuare query complesse e mirate in modo rapido ed efficace. Non sono solo utili per “cercare meglio”, quanto per interrogare Google in maniera logica, dandoci il controllo sui risultati di ricerca.
Ogni operatore funziona come una regola che filtra o arricchisce i risultati, a seconda del bisogno. Il punto cruciale è che questi comandi non richiedono software aggiuntivo o interfacce complesse: basta inserirli direttamente nella barra di ricerca di Google.
Questo set di comandi, simboli e caratteri speciali forma una sintassi progettata per comunicare in modo preciso al motore di ricerca cosa vogliamo trovare, restringendo o ampliando il campo dei risultati in base a determinati criteri.
Gli operatori avanzati estendono le capacità delle normali ricerche di testo e funzionano come un vero e proprio linguaggio costruito per il motore di ricerca, rivelandosi estremamente utili per chi ha bisogno di risultati mirati.
Ogni comando offre una funzione specifica per affinare o filtrare le risposte: la logica dietro gli operatori è molto simile a quella di un sistema di interrogazioni avanzate di un database, e in particolare linguaggi di codice come SQL utilizzano gli operatori per recuperare informazioni dai database. Con strumenti di questo tipo è possibile trovare informazioni che, altrimenti, rischierebbero di perdersi tra migliaia di risultati apparentemente pertinenti. La differenza chiave rispetto a una normale ricerca risiede quindi nella precisione: gli operatori risolvono problemi precisi (come copertura di contenuti, duplicazione, audit SEO) che non sarebbero affrontabili con parole chiave standard.
A cosa servono gli operatori avanzati
Il vero potenziale degli operatori di ricerca avanzata risiede nella capacità di trasformare Google in uno strumento di analisi e strategia. Questo è particolarmente rilevante per chi si occupa di SEO, marketing digitale o ricerca specialistica, perché la precisione e la personalizzazione sono cruciali per prendere decisioni più informate, rispondendo a bisogni avanzati in tempo reale.
Per esempio, l’operatore inurl: può essere sfruttato per scoprire pagine che contengono URL specifici, utile per individuare pagine di “guest post” o articoli correlati al proprio settore. Allo stesso tempo, il comando filetype: permette di filtrare risultati in base al formato del file, ideale per chi cerca PDF, documenti Word o presentazioni PowerPoint su argomenti specifici.
Ma non è tutto. Immaginiamo di voler monitorare i cambiamenti nei contenuti di un sito: grazie agli operatori before: e after: possiamo restringere la ricerca a un preciso arco temporale, analizzando cosa è cambiato dopo un aggiornamento o un evento rilevante. Oppure possiamo scoprire contenuti duplicati cercando una frase esatta tra virgolette, assicurandoci che il nostro lavoro non venga copiato o replicato senza autorizzazione.
I search operator possono essere utili per qualsiasi cosa, infatti, dalla ricerca di contenuti agli audit tecnici SEO, e più precisamente possono servire a trovare backlink, verificare l’ottimizzazione della pagina, identificare le fonti per un post di un blog, rintracciare tutti i PDF sul sito o semplicemente vedere la cache di un sito o scoprire se le pagine sono effettivamente indicizzate.
L’utilizzo degli operatori di ricerca di Google può quindi aiutarci a ottenere informazioni dettagliate sulle opportunità SEO e su alcuni punti di ottimizzazione che non avremmo potuto identificare diversamente. Ci permettono di fare mosse strategiche basate su dati affidabili, senza perdere tempo in risultati irrilevanti.
Dove usare la ricerca avanzata: non solo Google
La versatilità della ricerca avanzata di Google si manifesta nell’ampia gamma di contesti in cui può essere applicata, ben oltre il classico motore di ricerca per contenuti web.
- Web tradizionale. Questo è il luogo d’elezione per analisi SEO e ricerche generiche. Con operatori come site: e intitle: possiamo analizzare contenuti di massa o monitorare la qualità dell’indicizzazione di un dominio.
- Google Immagini. La ricerca avanzata si espande anche ai contenuti visivi. Comandi come imagesize:, uniti a filtri per keyword o dominio, permettono di trovare immagini di specifiche dimensioni, colore o formato. È uno strumento chiave per chi opera nel visual design o nel content marketing.
- Google News. Per giornalisti e marketer, gli operatori come source: consentono di monitorare rapidamente articoli pubblicati da determinate testate su argomenti ben definiti.
- Piattaforme come YouTube o Google Libri. Qui, i comandi per filtrare i contenuti per durata, formato o personalizzazione del periodo temporale amplificano il potenziale della ricerca, permettendo di ritrovare un video di lunga durata o una serie di documenti scientifici su un argomento.
Ma l’utilità degli operatori di ricerca e delle tecniche di ricerca avanzata non è confinata solo all’ecosistema di Google. La gran parte delle logiche alla base dell’uso degli operatori possono infatti essere applicate anche su altre piattaforme e strumenti digitali, ampliando le opportunità di recuperare dati specifici e ottenere risultati mirati in contesti diversi. In particolare, altri motori di ricerca e database online supportano strumenti simili, e da Bing a Yahoo fino a motori di ricerca specifici del settore come PubMed per la ricerca medica o JSTOR per le pubblicazioni accademiche, la capacità di affinare le ricerche è universale. Anche all’interno di piattaforme social come X o LinkedIn possiamo utilizzare operatori di ricerca per trovare post o profili specifici.
Una delle applicazioni più rilevanti riguarda i motori di ricerca alternativi, come Bing e DuckDuckGo, che supportano molti dei comandi più conosciuti come site: o filetype:. Questi motori talvolta si rivelano utili per esplorare aree di ricerca meno competitive o soggette a dinamiche diverse rispetto a quelle di Google, offrendo un contesto complementare per chi opera in settori specifici. In particolare, Bing consente di replicare logiche di ricerca avanzata familiari, ma con un pubblico target differente, risultando particolarmente strategico in alcuni mercati geografici – senza trascurare il rapporto tra Bing e SearchGPT.
Un ulteriore ambito d’uso interessante è rappresentato dai social media, dove la ricerca avanzata può diventare un importante alleato per il monitoraggio dei contenuti. Su X, ad esempio, è possibile filtrare i risultati per utente o argomenti, analizzando contenuti pubblicati in periodi specifici o che includano keyword mirate. Questo approccio si rivela prezioso per studiare tendenze, identificare conversazioni rilevanti o preparare strategie di engagement. LinkedIn, pur non supportando operatori specifici come site: o intitle:, offre la possibilità di effettuare ricerche avanzate tramite filtri booleani, che seguono una logica operativa simile. Anche Reddit rientra tra i contesti dove l’uso combinato di ricerche avanzate consente di individuare discussioni tematiche di grande valore, utili sia per tracciare opinioni che per raccogliere idee basate su nicchie di interesse.
Molto diffuso è anche l’uso della ricerca avanzata in ambiti accademici e scientifici, dove i database di pubblicazioni come PubMed o Google Scholar consentono di raffinare le ricerche sulla base di criteri temporali, autoriali o tematici. Ad esempio, utilizzando i filtri temporali di Google Scholar è possibile isolare gli articoli pubblicati in un arco preciso di tempo, semplificando la consultazione di risorse aggiornate sulle ultime scoperte scientifiche. Su piattaforme come JSTOR o altri archivi accademici, la ricerca avanzata diventa indispensabile per localizzare saggi o pubblicazioni rilevanti per argomenti particolarmente specifici, rappresentando un punto di riferimento per chi lavora nel mondo della ricerca storica, letteraria o culturale.
Anche gli strumenti di archiviazione aziendale e collaborazione interna come Google Drive o Dropbox beneficiano dell’approccio avanzato alla ricerca. Filtrare documenti interni per formato o parola chiave usando le funzionalità equivalenti dei comandi filetype: o intitle: consente di risparmiare tempo e ottimizzare le analisi di risorse archiviate. Ad esempio, una combinazione logica di query può aiutare a individuare rapidamente report strategici o documenti di marketing all’interno di sistemi aziendali articolati.
Sul fronte tecnico, i forum di supporto o le community come Stack Overflow dimostrano quanto la ricerca avanzata possa essere utile per individuare risposte pertinenti a problemi complessi. Usare operatori come site: per limitare i risultati a una specifica piattaforma o forum consente di restringere le soluzioni a risposte provenienti da fonti accreditate. Questo approccio amplifica notevolmente l’efficienza, specialmente per chi lavora nel mondo del programming o della tecnologia, dove la precisione e la velocità nelle ricerche rappresentano un valore fondamentale.
Infine, la possibilità di integrare gli operatori avanzati con sistemi di monitoraggio, come Google Alert, compone un ulteriore tassello nell’utilizzo strategico di queste tecniche. Questo approccio permette di attivare notifiche automatiche che segnalano nuovi contenuti relativi a un argomento specifico o pubblicati da un determinato dominio, trasformando la ricerca avanzata da strumento reattivo a elemento di monitoraggio proattivo.
Perché la ricerca avanzata Google è utile per SEO e digital marketing
Nel lavoro SEO e nelle strategie di digital marketing, l’accesso a dati raffinati è la chiave per prendere decisioni più consapevoli e costruire campagne efficaci. Come abbiamo già anticipato, la ricerca avanzata di Google offre la possibilità di andare oltre i limiti di una semplice query, consentendo di individuare con precisione le informazioni che servono per migliorare la performance online. Grazie a strumenti che permettono di filtrare e organizzare i risultati, possiamo ottenere insight che altrimenti rimarrebbero nascosti tra migliaia di elementi generici o poco significativi.
Quando analizziamo un sito per ottimizzarne la visibilità, la ricerca avanzata permette di scoprire, ad esempio, quali pagine sono correttamente indicizzate e quali potrebbero necessitare di interventi strategici. Questo tipo di indagine diventa fondamentale per rilevare errori tecnici, identificare contenuti duplicati o non performanti, e garantire che le risorse siano progettate per ottenere il massimo impatto sulle SERP.
Allo stesso modo, per le attività di digital marketing questa precisione si traduce nella possibilità di mappare le strategie utilizzate dai competitor. Attraverso query personalizzate, possiamo analizzare quali keyword guidano le loro campagne, quali contenuti attirano maggiore attenzione e quali formati riescono a convertire più efficacemente. Questo non solo ci aiuta a comprendere meglio il mercato, ma ci offre anche spunti per anticipare tendenze o occupare spazi ancora poco affollati.
La flessibilità della ricerca avanzata, quindi, non è solo una questione tecnica, ma si traduce in un autentico potenziamento del nostro approccio strategico. Ogni risultato interpretato, ogni dato estrapolato diventa una leva per costruire azioni più mirate, elevando il valore della nostra presenza digitale e la qualità del lavoro svolto.
Come funziona la ricerca avanzata: due strumenti principali
La ricerca avanzata di Google rappresenta l’evoluzione della classica ricerca testuale, offrendo strumenti che permettono di personalizzare le query per ottenere risultati più precisi e mirati. All’interno di questa categoria troviamo due strumenti principali che rendono questa ricerca uno strumento versatile sia per i principianti, sia per i professionisti del web: gli operatori di ricerca manuale e la pagina dedicata alla ricerca avanzata.
Ognuno di questi strumenti ha caratteristiche e vantaggi distinti, ma il loro obiettivo comune è quello di ottimizzare il tempo e migliorare la qualità delle informazioni che possiamo ottenere da Google.
La pagina di Google dedicata alla ricerca avanzata
Per chi preferisce un’interfaccia più intuitiva rispetto agli operatori manuali, Google mette a disposizione una pagina interamente dedicata alla Ricerca Avanzata. Questa risorsa rappresenta un ottimo punto di partenza per chi si approccia per la prima volta al perfezionamento delle query e consente di accedere a funzionalità avanzate senza dover ricordare le sintassi dei comandi.
Accedendo alla pagina di Ricerca Avanzata (google.com/advanced_search), troviamo una serie di campi predefiniti che rendono il processo di personalizzazione semplice e diretto. Possiamo, ad esempio, specificare:
- parole obbligatorie che devono essere presenti nei risultati;
- frasi esatte, simili all’operatore tra virgolette;
- termini da escludere, per evitare risultati non pertinenti;
- range numerici per ricerche che includono intervalli di valore.
Oltre a questi parametri basilari, la pagina offre filtri aggiuntivi utilissimi per finalità professionali:
- lingua e area geografica, per limitare i risultati a contenuti pubblicati in una data regione o scritti in una lingua specifica;
- ultimo aggiornamento, che consente di trovare pagine modificate entro un determinato intervallo temporale;
- tipo di file, ideale per chi cerca formati specifici come PDF, DOC, oppure PPT;
- proprietà di utilizzo, che permette di trovare contenuti con licenze particolari, come immagini riutilizzabili.
Un’ulteriore comodità della ricerca avanzata è la possibilità di focalizzarsi su segmenti del web specifici, come un determinato sito o un dominio (.edu, .org, ecc.), che può essere estremamente utile per chi lavora con fonti accademiche o organizzazioni specifiche.
Il vero valore di questa funzione sta nel combinare più parametri per esplorare con precisione dati e contenuti che altrimenti potrebbero passare inosservati: un utilizzo consapevole non solo amplia il nostro potenziale di ricerca, ma ci permette di massimizzare l’efficienza delle nostre analisi online.
Ricerca avanzata Google, come si fa
E quindi, abbiamo un’intera gamma di soluzioni da usare quando abbiamo bisogno di perfezionare una ricerca e limitare i risultati per le ricerche complesse, come ad esempio trovare siti in lingua straniera che sono stati aggiornati nelle ultime 24 ore oppure immagini gif di dimensioni grandi.
Questa funzione si chiama appunto “Ricerca Avanzata Google” e offre ulteriori possibilità di selezione rispetto ai classici filtri disponibili nella barra di ricerca, come si vede nell’immagine qui sotto.
Per raggiungere la pagina e scoprire queste opzioni di ricerca bisogna cliccare sulla rotella Impostazioni che si trova a destra della barra di ricerca (con query inserita) e selezionare la voce nel menu che porta a una pagina come quella su mostrata – il cui indirizzo generico è questo https://www.google.com/advanced_search.
Come detto, attraverso tale sistema possiamo innanzitutto restringere i risultati trovati dall’algoritmo per la query a cui siamo interessati, selezionando parole o frasi da includere o rimuovere dai risultati tra le opzioni:
- “Tutte queste parole“, che fornisce risultati che utilizzano tutte le parole inserite.
- “Questa esatta parola o frase“, dove i risultati includono una parola o una frase esatta inserita.
- “Una qualunque di queste parole“, in cui i risultati includono almeno una delle parole usate.
- “Nessuna di queste parole“, dove i risultati non includono nessuna delle parole inserite.
- “Numeri da“, che fornisce risultati che includono un numero compreso tra i due numeri indicati.
Per quanto riguarda pagine web e file, la Ricerca Avanzata Google consente di intervenire sui seguenti filtri:
- Lingua, per trovare pagine in una lingua specifica.
- Area geografica, per pagine pubblicate in una determinata area geografica.
- Ultimo aggiornamento, per limitare i risultati a pagine aggiornate nel periodo selezionato.
- Sito o dominio, per cercare all’interno di un sito come wikipedia.org o, in alternativa, limitare i risultati a un dominio, ad esempio .edu, .org o .gov.
- Termini che compaiono, che trova pagine contenenti i termini di ricerca in una parte specifica della pagina, ad esempio il titolo, il testo o l’URL.
- SafeSearch, che rimuove i risultati espliciti secondo il sistema SafeSearch di Google.
- Tipo di file, che consente di individuare file in un formato specifico, ad esempio .pdf, .ps, .dwf, .kml, .kmz, .xls, .ppt, .doc, .rtf o .swf.
- Diritti di utilizzo, che mostra pagine alle quali sono associate informazioni sulla licenza.
Oltre che su classiche pagine web e tipi di file, la ricerca avanzata di Google è attiva anche su contenuti specifici, come ad esempio le immagini (per lanciare ricerche su Google Immagini), video (con specifiche comandi e filtri) e libri, come chiarisce la guida di Google.
In questo caso, l’indirizzo per impostare la ricerca è google.com/advanced_image_search e da qui possiamo intervenire su alcuni parametri relativi alla query (“Trova immagini di…”), e in particolare:
- Includere parole esatte o un elenco di parole nei risultati.
- Rimuovere parole dai risultati.
- Inserire le parole che vogliamo includere o rimuovere dai risultati.
Per quanto riguarda i filtri per limitare i risultati, invece, abbiamo a disposizione:
- Dimensioni immagine, per individuare immagini in base alla grandezza o alle dimensioni.
- Proporzioni, per trovare immagini che hanno una forma specifica, ad esempio immagini alte, quadrate, larghe o panoramiche.
- Colori nell’immagine, per cercare solo immagini a colori, in bianco e nero o trasparenti, oppure in alternativa immagini con un colore specifico.
- Tipo di immagine, per trovare un tipo specifico di immagine come foto, clip art o disegni, oppure in alternativa cercare volti o immagini animate.
- Area geografica, per trovare immagini pubblicate in una determinata area geografica.
- Sito o dominio, per cercare in un sito come sfmoma.org o, in alternativa, limitare i risultati a un dominio, ad esempio .edu, .org o .gov.
- SafeSearch, per rimuovere i risultati espliciti.
- Tipo di file, per individuare immagini in un formato specifico, come JPG, GIF, PNG, BMP, SVG, WEBP, ICO o RAW.
- Diritti di utilizzo, per trovare immagini alle quali sono associate informazioni sulla licenza.
Utilizzo degli operatori di ricerca manuale
Gli operatori di ricerca manuale sono comandi e simboli che possiamo introdurre direttamente nella barra di ricerca di Google per perfezionare le nostre query. Si tratta di un linguaggio semplice ma potentissimo, in grado di restringere il campo dei risultati, fornendo esattamente ciò di cui abbiamo bisogno. Questo approccio risulta particolarmente efficace quando abbiamo esigenze specifiche: trovare determinati file, analizzare il contenuto di un sito o persino spiare le strategie SEO dei competitor.
Ad esempio, uno degli operatori più noti è il comando site:. Scrivendo nella barra di ricerca site:esempio.com possiamo ottenere un elenco di tutte le pagine di un determinato sito web indicizzate da Google. Questo permette di verificare lo stato dell’indicizzazione del nostro sito o di quello di un concorrente, oltre a identificare velocemente eventuali lacune nei contenuti o problemi SEO.
Ecco un altro caso pratico: se volessimo cercare solo PDF su un sito specifico, potremmo combinare due operatori come site:esempio.com filetype:pdf. Google ci restituirebbe immediatamente una lista di file in formato PDF presenti su quel dominio.
Non solo: ci sono operatori per ogni esigenza. Possiamo cercare frasi esatte (racchiudendole tra virgolette), escludere parole dai risultati (usando il trattino –), o trovare risultati che contengano determinate parole chiave nel titolo (intitle:) o nel corpo del testo (intext:). Grazie agli operatori manuali, ogni query diventa un potente strumento di analisi e approfondimento.
L’uso di questi operatori richiede conoscenza e pratica, ma una volta padroneggiati, ci consentono di interagire con Google in modo preciso e raffinato, ottimizzando la qualità delle informazioni che utilizziamo per decisioni strategiche.
Operatori di ricerca avanzata: guida completa ai più utili
Gli operatori di ricerca avanzata sono insomma lo strumento più potente per interagire con Google in modo mirato ed efficace. Questi comandi, utilizzabili direttamente nella barra di ricerca, ci permettono di restringere o espandere i risultati in base a criteri specifici.
Andiamo pertanto alla scoperta dei principali comandi, categorizzandoli per funzionalità e spiegandone gli utilizzi pratici sia per esigenze personali che professionali.
- Operatori per siti e domini
Gli operatori legati a siti e domini sono ideali per focalizzare le ricerche su specifiche piattaforme, ottenere insight su determinati siti e individuare contenuti correlati.
- site: Questo è uno degli operatori più noti e utilizzati. Permette di limitare i risultati a un dominio specifico o a un sottodominio. Tutto quello che dobbiamo fare è digitare site:dominio.itin Google, senza utilizzare spazi tra il simbolo o la parola e il termine di ricerca (non è valido, quindi, il comando site: sito.it) né prefissi http:// o https:// (mentre invece la presenza di www o senza dipende dalle impostazioni del sito). Ad esempio, digitando site:www.seozoom.it possiamo visualizzare tutte le pagine indicizzate del sito SEOZoom su Google. Inoltre, se a livello base questa funzione permette di scoprire tutte le pagine del sito correttamente indicizzate, inserendo una keyword abbiamo accesso a dati molto più interessanti e utili per la SEO. Possiamo così scoprire se (e quanti) contenuti indicizzati ha il sito per una specifica keyword e che tipo di copertura ha dedicato a un argomento, e quindi scremare con un semplice click tutti i contenuti di un sito e avere un’idea sia della sua strategia editoriale, sia di eventuali buchi di contenuto. È quindi uno strumento indispensabile per verificare lo stato di indicizzazione o per analizzare la presenza di contenuti su argomenti precisi associati a un dominio
- related: Questo operatore serviva a scoprire siti simili a quello specificato, mostrando alternative affini dal punto di vista tematico o strutturale. Ad esempio, related:esempio.com generava un elenco di siti correlati a “esempio.com”. Tuttavia, è importante sottolineare che questo comando è deprecato e non è più attivo, poiché Google ha scelto di rimuoverlo.
- inurl: Utile per filtrare i risultati in base a specifiche parole presenti nell’URL. Inserendo inurl:blog, Google mostrerà tutte le pagine il cui URL contiene il termine “blog”. È un’opzione comoda per identificare segmenti tematici di un sito o cercare strutture URL comuni, come pagine dedicate ai guest post.
- allinurl: Una variante più precisa di inurl. Questo operatore restituisce solo i risultati che contengono tutti i termini specificati nell’URL. Ad esempio, allinurl:marketing digital include qualsiasi pagina in cui entrambe queste parole sono presenti contemporaneamente nell’URL.
- Cache: Digitando cache:davanti all’indirizzo del sito potevamo visualizzare la versione più recente di un sito memorizzata nella cache di Google, una funzionalità utile per ritrovare articoli che temporaneamente irraggiungibili o cancellati. Questo comando è stato deprecato dopo la decisione di Google di rimuovere il link alla cache dalle sue SERP.
- Ottimizzare ricerche testuali
Gli operatori testuali permettono di individuare risultati in cui le parole chiave appaiono in posizioni specifiche, come nei titoli o nel corpo del testo. Possiamo inoltre usare questi comandi in combinazione con altri operatori per perfezionare ulteriormente l’indagine.
- intitle: Consente di cercare pagine che contengono un termine specifico nel titolo. Ad esempio, intitle:tecniche SEO restituisce solo pagine il cui titolo include la parola “tecniche” o “SEO”. Questo comando è particolarmente utile per valutare la competitività di una keyword nei titoli di articoli e contenuti.
- allintitle: Simile a intitle, ma più stringente. Richiede che tutti i termini inseriti nella query siano presenti nel titolo. Ad esempio, allintitle:strategia seo 2024 produce risultati che includono tutti quei termini nel titolo. È un ottimo modo per verificare l’uso combinato di più keyword in titoli specifici.
- intext: Serve per trovare pagine che contengono una specifica parola chiave in qualsiasi parte del contenuto. Ad esempio, intext:strategie SEO mostrerà pagine con questa espressione nel corpo del testo. È molto utile per identificare articoli o approfondimenti centrati su uno stesso tema.
- allintext: Variante di intext che filtra i risultati mostrando solo le pagine in cui tutti i termini specificati si trovano nel contenuto. Ad esempio, allintext:content marketing trends è utile per trovare post che trattano interamente quei concetti, rendendo la ricerca più focalizzata.
- inanchor: Cerca pagine che ricevono backlink con uno specifico testo di ancoraggio. Questo operatore è utile per analizzare come un sito viene linkato da fonti esterne e per identificare opportunità di link building o problematiche legate ai testi cliccabili. Ad esempio, inanchor:”marketing digitale” mostra tutte le pagine che ricevono link utilizzando “marketing digitale” come testo di ancoraggio.
- allinanchor: Perfeziona la ricerca del precedente comando. Ha senso quando desideriamo ottenere risultati che includono nell’anchor text tutte le parole indicate. Ad esempio, allinanchor:”strategie SEO 2025″ restituisce solo le pagine che ricevono link con tutti e tre i termini (“strategie”, “SEO” e “2024”) nel testo di ancoraggio.
- around (X): Limita i risultati a pagine in cui due termini specificati compaiono entro una distanza massima di X parole l’uno dall’altro (sostituendo la X con il numero che abbiamo in mente). Questo operatore è particolarmente utile per individuare contenuti in cui i concetti ricercati sono strettamente correlati. Ad esempio, SEO around(3) strategie restituisce risultati in cui “SEO” e “strategie” sono separati al massimo da tre parole. Sebbene sia un comando raramente usato, può essere utile quando si cercano citazioni, frasi o riferimenti che non si ricordano precisamente.
- Operatori per date e contenuti specifici
Questi operatori permettono di gestire le variabili temporali e di filtrare contenuti in base a specifici formati.
- before: Quando cerchiamo contenuti pubblicati prima di una certa data, possiamo utilizzare questo operatore. Ad esempio, seo before:2023-01-01 restituirà risultati legati alla SEO precedenti al 1° gennaio 2023. È estremamente utile per fare ricerche storiche, monitorare contenuti superati o analizzare trend passati.
- after: Con questo operatore possiamo restringere i risultati a contenuti indicizzati successivamente a una data specifica. Ad esempio, seo strategies after:2023-06-01 mostrerà pagine pubblicate dopo quella data. È particolarmente efficace per restare aggiornati su novità e sviluppi recenti.
- filetype: Questo comando consente di filtrare la ricerca per specifici formati di file, come PDF, PPT, DOC o altri. Se inseriamo seo filetype:pdf, Google ci restituirà un elenco di documenti in formato PDF relativi alla SEO. Si può combinare con altri operatori, come site:, per cercare file ospitati su un determinato dominio.
- source: Restringe i risultati di Google News agli articoli pubblicati da una fonte specifica. Questo operatore permette di concentrare l’analisi su giornali, blog o siti di notizie particolari, utile per monitorare la copertura di un tema da determinate testate. Ad esempio, source:nytimes.com “tecnologie green” restituisce articoli dal New York Times che trattano di tecnologie green.
- Perfezionare le query con combinazioni
Come detto, gli operatori possono essere anche utilizzati in modo combinato, ampliando le possibilità di ricerca per ottenere risultati più flessibili e raffinati.
- OR / | (tasto pipe, barra verticale): Questo operatore permette di unire più opzioni nella stessa query, ottenendo risultati che soddisfano il primo termine di ricerca OPPURE il secondo. Basta aggiungere semplicemente OR in maiuscolo tra i termini di ricerca (parola chiave1 OR parola chiave2): ad esempio, SEO OR digital marketing mostrerà risultati che parlano di SEO o di digital marketing, amplificando l’ambito della ricerca. In alternativa a OR possiamo usare il simbolo della barra verticale (| pipe), ovvero il tasto che nella classica tastiera QWERTY si trova accanto all’1.
- “” (virgolette): C’è una grande differenza tra ricercare su Google una parola immessa semplicemente nella barra e racchiuderla invece tra doppie virgolette: come mostra la schermata sotto, basta guardare il numero di risultati per capirlo immediatamente. Racchiudendo una frase tra le classiche virgolette “” (“come fare guest posting”), Google restituirà solo pagine che contengono esattamente quella sequenza di parole, ovvero i soli risultati che presentano una corrispondenza esatta dei termini inseriti, riportando nel testo la frase chiave a cui siamo interessati menzionata esattamente così come l’abbiamo scritta(senza alcuna variazione). È utile, ad esempio, per identificare contenuti duplicati o citazioni specifiche.
- – (trattino meno): Con il trattino orizzontale (segno matematico meno -) possiamo escludere risultati che contengano un termine specifico o una serie di parole. Ad esempio, ottimizzazione -seo mostrerà solo pagine relative all’ottimizzazione, ma escluderà quelle che menzionano la SEO.
- * (asterisco): L’asterisco serve come wildcard, segnaposto per qualsiasi termine nella query. Ad esempio, strategie * marketing restituirà risultati con varie combinazioni che includono “strategie” e “marketing”, come “strategie digital marketing” o “strategie operative marketing”. Se non siamo interessati a una query esatta, ma al contrario intendiamo trovare frasi più ampie, nuove idee o varianti di keyword, con l’asterisco otteniamo quindi risultati con qualsiasi termine di ricerca oltre a quelli digitati.
Ricerca avanzata, i comandi consigliati da Google
Il sistema di Ricerca Google supporta diversi operatori di ricerca che “possiamo utilizzare per perfezionare o indirizzare le nostre ricerche; alcuni di questi strumenti possono essere utili anche per il debug del sito web”, spiega la documentazione ufficiale di Google, che ci offre una panoramica degli operatori di ricerca suggeriti dal motore di ricerca.
Ad esempio, “il comando site: può essere utile per monitorare i commenti spam sul sito Web e l’operatore imagesize: di ricerca di immagini può essere utile per trovare immagini di piccole dimensioni sul sito”.
C’è però un importante disclaimer: questi operatori di ricerca sono vincolati da limiti di indicizzazione e recupero (indexing and retrieval è l’espressione usata in originale), e quindi per un debug più affidabile è consigliato usare lo strumento Controllo URL in Search Console.
L’altro punto su cui vale la pena soffermarci è che i risultati di ricerca degli operatori di Google non sono legati al normale algoritmo di ranking, e l’indice utilizzato è limitato e non aggiornato.
Non possiamo quindi usarli per cercare di conoscere qualcosa sul modo in cui l’algoritmo di Google valuta il sito: c’è sempre stata una qualità random in tutti gli operatori di ricerca, che quindi risultano inaffidabili in termini di completezza, soprattutto per cercare di scoprire fattori di ranking o algoritmi.
Nonostante queste limitazioni, però, gli operatori di ricerca forniscono informazioni utili che possiamo sfruttare per scopi relativi all’ottimizzazione per i motori di ricerca.
I 4 operatori di ricerca segnalati da Google
Il documento si sofferma in particolare su 4 operatori di ricerca avanzata:
- site:
L’operatore di ricerca site: permette di trovare risultati di ricerca da un particolare dominio, URL o prefisso URL. Per esempio, site:https://www.google.com/ restringe la ricerca ai risultati indicizzati nel sito di Google.com.
Non mostra tutte le pagine, come chiarisce l’avvertenza di Google, ma solo un campione esemplificativo di pagine indicizzate, perché questo operatore non utilizza il normale algoritmo di ranking di Google.
- filetype:
L’operatore di ricerca avanzata trova i risultati di ricerca in un tipo di file specifico come definito dall’intestazione HTTP content-type o dall’estensione del file. Ad esempio, possiamo cercare file RTF e URL che terminano con .rtf i cui contenuti abbiano il termine “galway”, come nell’esempio filetype:rtf galway.
- src:
L’operatore di ricerca src: funziona solo su Google Immagini e trova le pagine che fanno riferimento a un particolare URL di immagine nell’attributo src, come ad esempio src:https://www.example.com/images/peanut-butter.png.
Questo comando restituisce pagine da qualsiasi dominio, non solo dal dominio dell’URL specificato, e può essere utile per sapere quali immagini che ospitiamo sul sito sono linkate da altri siti.
- imagesize:
L’operatore di ricerca imagesize: funziona solo su Google Immagini e permette di trovare le pagine che contengono immagini di una dimensione specifica, come nell’esempio imagesize:1200×800.
Il format accettato per la ricerca è larghezza x altezza in pixel (width x height).
Questo comando può essere utile in combinazione con src: e site: e ci permette, ad esempio, di trovare un’immagine di una certa dimensione che è stata indicizzata sul nostro sito – come nell’esempio
src:https://example.com/media/carrot.jpg imagesize:500×1200
o di trovare immagini indicizzate delle dimensioni esatte – come nell’esempio
site:https://example.com/ imagesize:500×1200
C’è una limitazione anche per questi ultimi due operatori di ricerca specifici per le immagini, che sono vincolati da limiti di indicizzazione e recupero e quindi potrebbero non mostrare tutti i risultati che potrebbero invece essere visualizzati per una query di ricerca standard.
I comandi deprecati: quali sono e perché Google li ha eliminati
Come visto, negli ultimi anni Google ha progressivamente deprecato alcuni operatori di ricerca avanzata che in passato erano strumenti preziosi anche per analisi mirate e attività SEO. Questa decisione si deve in parte all’evoluzione della piattaforma, che ha introdotto nuovi approcci per migliorare l’esperienza utente, ma anche alla scarsa frequenza con cui certi comandi venivano utilizzati. Altri operatori, invece, hanno smesso di funzionare correttamente a causa della lunga distanza tra il loro sviluppo iniziale e le più recenti modifiche agli algoritmi di indicizzazione.
L’ultimo addio, in ordine temporale, lo abbiamo dato a cache:, definitivamente rimosso da Search nel settembre 2024 e in qualche modo sostituito da un rimando alla Wayback Machine: in questo caso, Google ha pensato che oggi la tecnologia è molto più avanzata rispetto a quella dell’Internet di una volta, quando invece le persone potevano di frequente incappare in problemi di caricamento di una pagina e il comando cache aiutava a recuperare le versioni archiviate.
Un altro operatore storico non più attivo è related:, che consentiva di individuare siti simili o correlati a un determinato URL. Questo comando era particolarmente utile per analisi comparative, ma questa funzione è stata rimossa poiché era limitata nei risultati, spesso imprecisa e, soprattutto, poco utilizzata dagli utenti.
Dal punto di vista tecnico, Google determinava la correlazione degli URL confrontando più fattori, come le entità menzionate nella pagina e la categoria generale della pagina. In pratica, quindi, questo search operator sembrava svelare quali altri siti Google identificasse come correlati al sito cercato, e in ottica SEO poteva essere utile a rivelare se ci fosse qualcosa di sbagliato nella pertinenza del contenuto, in particolare se Google mostrava come correlati siti che c’entravano ben poco con quello di partenza. Tuttavia, esistevano limiti ben noti legati al suo utilizzo – il primo e più rilevante: il comando non funzionava sempre per tutti i siti – che hanno poi convinto Google a deprecarlo definitivamente. Sempre in tema di avvertimenti ormai obsoleti (che valgono però nel caso di utilizzo su altri motori di ricerca, eventualmente), se la ricerca con questo comando restituiva un’assenza di URL visualizzati per le query questo “non èun indicatore della qualità delle tue pagine, né alcun altro segnale di ricerca”, diceva la guida. La correlazione degli URL veniva ingatti generalmente calcolata solo per gli URL più popolari su Internet e, inoltre, i dati che alimentavano questo operatore non erano aggiornati in tempo reale, quindi gli URL popolari recenti avrebbero potuto non essere visualizzati nei risultati. Come ulteriore chiarimento, l’operatore related: “non è un buon strumento per il debug di URL specifici”, ci spiegava già Google.
Destino simile anche per il comando link:, che fino al 2017 serviva a scoprire le pagine che includevano backlink verso un determinato dominio. Nella sua semplicità, era uno strumento molto apprezzato dagli esperti di SEO per analizzare rapidamente la rete di link di un competitor.
Infine, vale la pena menzionare altri operatori meno noti come info:, che forniva informazioni generali su una specifica pagina web, e + (segno matematico più), che forzava la presenza di determinate parole nei risultati: entrambi sono stati abbandonati, probabilmente per la minore utilità percepita nell’attuale contesto della ricerca moderna.
Ricerca avanzata e SEO: tattiche semplici per migliorare le strategie
Ora che conosciamo l’elenco degli operatori di ricerca avanzata di Google, possiamo sfruttarli per accedere esattamente a ciò che stiamo cercando e perdere meno tempo nella ricerca.
In particolare, questi comandi ci possono aiutare per eseguire rapidamente 6 tattiche e compiti SEO che aiuteranno la nostra strategia di conquista di visibilità su Google.
- Spiare la content strategy dei competitor
Una prima possibilità pratica e utile è sfruttare gli operatori di ricerca avanzata di Google per condurre analisi di base sulla concorrenza: nulla a che vedere con la profondità della analisi competitor di strumenti come SEOZoom, ma comunque le informazioni così ottenute possono rivelarsi preziose.
Nello specifico, l’uso degli operatori di ricerca avanzata ci offre un modo pratico per spiare la content strategy dei concorrenti, semplicemente combinando il comando site: con il filtro dell’intervallo di date (per giorni, mesi o periodi di tempo personalizzati) presente negli strumenti avanzati di Google.
Ad esempio, come spiega Aditya Sheth su Search Engine Watch, ci possiamo concentrare sulla produzione di contenuti del sito Piktochart, limitando la ricerca ai soli risultati relativi al blog inserendo come url il sottodominio /blog invece del sito web generale.
La prima informazione ottenuta è che ci sono 790 pagine indicizzate del loro blog, ma utilizzando lo strumento per fissare un intervallo specifico di dare possiamo analizzare ulteriormente questi risultati e identificare quali contenuti hanno pubblicato solo nell’ultimo mese, ottenendo così informazioni sulla strategia di contenuto di Piktochart e sulle parole chiave a cui rivolge la propria attenzione.
Se includiamo poi una parola chiave a corrispondenza esatta (quindi tra virgolette), questa analisi diventa ancora più approfondita, come nell’esempio sul focus su “content marketing”, che ci permette di scoprire quanti contenuti Piktochart ha pubblicato su un determinato argomento e quindi intuire la loro strategia di topic cluster.
In definitiva, l’utilizzo combinato degli operatori di ricerca avanzata di Google site: più “” più filtri temporali ci permette di ottenere informazioni su:
- Quanti contenuti ha pubblicato un sito competitor fino a oggi.
- La frequenza con cui pubblica nuovi contenuti in un determinato periodo di tempo.
- Che tipo di contenuti pubblica in un determinato intervallo.
- Quante volte il competitor ha scritto su un determinato topic / keyword.
- Scoprire opportunità di guest posting
Il guest posting continua a essere una soluzione comune per aumentare l’autorità del sito e ottenere traffico di qualità, raccogliere backlink di valore e posizionarci meglio su Google (ovviamente senza “miracoli” né tecniche vietate).
Gli operatori di ricerca avanzata di Google offrono diversi modi per scoprire opportunità di guest blogging nella nostra nicchia o settore, grazie all’uso di alcune query di ricerca avanzate mirate.
Ad esempio, possiamo utilizzare una serie di formule (ovviamente da declinare in italiano per i nostri scopi):
- Keyword di interesse primario del sito più “guest post opportunities” (ad esempio, SEO “guest post opportunities”)
- Keyword più “guest post”
- Keyword più “submit guest post”
- Keyword più “submit blog post”
- Keyword più intitle:“write for us”
- Keyword più intitle:“guest post guidelines”
- Opportunità mancate per la linking interna
La linking interna gioca un ruolo piccolo ma importante nei fattori di ranking che determinano il posizionamento su Google, oltre a rappresentare un modo per migliorare l’esperienza di navigazione dell’utente.
Indipendentemente da quanto possa essere ben progettato e facile da navigare il nostro sito, organizzare una grande struttura di collegamenti interni può fare la differenza nell’indirizzare il traffico da un post all’altro in tutto il tuo blog, e al tempo stesso crea una rilevanza dei topic creando contenuti di supporto per gli argomenti principali del dominio.
La ricerca avanzata su Google con l’operatore site: ci permette di trovare argomenti correlati a una keyword che possiamo linkare in altri contenuti oppure, al contrario, ci permette di trovare occorrenze in cui abbiamo citato in passato la keyword del nuovo articolo, che quindi possiamo aggiungere per creare una buona struttura di collegamenti.
- Identificare contenuti duplicati sul sito
Si definiscono duplicati i contenuti che appaiono in più di una posizione all’interno di un sito web o di più siti; tale errore tecnico – frequente per i blog con migliaia di pagine o siti di e-commerce con le stesse descrizioni dei prodotti – può confondere i motori di ricerca quando si tratta di decidere quale pagina classificare più in alto, creando il problema noto come cannibalizzazione.
Per fornire un esempio di contenuto duplicato, l’articolo linkato prima mostra gli effetti della ricerca di un breve copy della descrizione del prodotto Apple Airpods dal sito Walmart, inserito nella barra di ricerca usando l’operatore site: per investigare la corrispondenza esatta. Ne emerge che lo stesso pezzo di testo compare su altre sei pagine di Walmart, uno scenario non certo ideale.
È però peggiore la scoperta successiva, fatta eseguendo l’analisi non più sul singolo sito ma sull’intero Web (usando il comando – per escludere Walmart): ci sono infatti circa 19mila siti web che utilizzano la stessa espressione, creando quindi contenuti duplicati.
- Recuperare opportunità di contenuti persi
Un altro trucco riguarda l’utilizzo dell’operatore di ricerca avanzata filetype:, che può aiutarci a trovare contenuti non HTML sul tuo sito, come documenti Word o file PDF, che non sono ottimizzati per la ricerca (ad esempio, Analytics non mostra e calcola il traffico che generano questi file) e che non dovrebbero mai essere l’unica versione del contenuto (ma una versione alternativa, stampabile e scaricabile, del contenuto HTML).
- Utilizzo delle date per aggiornamenti strategici
Uno dei modi migliori per garantire che i contenuti di un sito rimangano competitivi è tenere traccia delle tendenze e aggiornare regolarmente le risorse offerte. Gli operatori come before: e after: sono perfetti per monitorare l’evoluzione dei temi e per identificare contenuti rilevanti pubblicati in determinati periodi.
Per esempio, possiamo utilizzare after: per cercare le novità relative a una keyword specifica. Digitando strategie SEO after:2023-01-01 otteniamo contenuti creati dopo inizio 2023, rimanendo aggiornati sulle ultime tendenze del settore. Al contrario, l’operatore before: può aiutarci a raccogliere contenuti storici, facilitando analisi retrospettive sulle trasformazioni di un argomento e su come è stato trattato nel tempo.
Combinando entrambi i comandi, possiamo definire un range temporale preciso, come nel caso di SEO trends before:2023-12-31 after:2022-01-01, per concentrarci su contenuti pubblicati esattamente nell’arco temporale indicato. Questo approccio è particolarmente utile quando vogliamo capire come un competitor ha gestito un argomento nel corso del tempo o quando stiamo valutando i nostri contenuti in ottica di aggiornamento.
Imparare a padroneggiare la ricerca su Google
Sapere cosa cercare e come cercarlo con l’aiuto degli operatori di ricerca avanzata di Google ci aiuterà a sfruttare il vero potere di Google e, elemento non secondario, a far crescere il nostro sito.
La ricerca avanzata di Google non è solo un’abilità divertente che possiamo imparare a usare nel tempo libero, ma un vero e proprio strumento SEO che può aiutarci a scoprire opportunità nascoste in bella vista e a essere più efficace nel nostro lavoro, per armeggiare con gli algoritmi di Google (la parola giusta è tinkering) e restare al passo con le ultime tendenze di ricerca.