Pillar: cos’è, a cosa serve, perché sono utili i pillar content
I contenuti del mio sito stanno portando valore reale al pubblico e generando risultati concreti? La risposta a questa domanda spesso non dipende semplicemente dalla qualità dei singoli articoli, ma dalla strategia con cui quei contenuti vengono organizzati, connessi e resi facilmente accessibili, che definisce il confine tra ciò che attira valore e ciò che rischia di perdersi nell’indifferenza digitale. È qui che entra in gioco il concetto di pillar content, dove ogni elemento contribuisce a costruire una mappa chiara e coerente per gli utenti e una gerarchia forte e riconoscibile per i motori di ricerca. La pillar strategy è centrale nel content marketing, perché non si limita a creare contenuti isolati, ma a costruire vere e proprie “colonne portanti” che sostengono la strategia editoriale e guidano il pubblico verso tutte le risposte di cui ha bisogno. Allo stesso tempo, questi pilastri aiutano a organizzare le pagine in cluster, una rete di contenuti coerenti e interconnessi che coprono, in profondità e con chiarezza, ogni aspetto rilevante di un dato tema, segnalando a Google l’autorevolezza del sito attorno a uno specifico argomento. Partiamo in questo approfondimento su pillar page e pillar content, per capire cosa sono questi pilastri digitali, ma soprattutto come pianificarli, realizzarli e utilizzarli in modo efficace.
Che cos’è un pillar nel digital marketing
Un pillar è un contenuto centrale che funge da asse portante di una strategia tematica ben organizzata.
Tale definizione si applica principalmente al pillar content, che rappresenta l’approccio per organizzare e costruire un sistema coerente di contenuti attorno a un argomento principale. Quando si concretizza in una specifica pagina web, questo contenuto prende il nome di pillar page: una struttura progettata per approfondire un tema ampio e collegare ad essa contenuti correlati, creando un hub di cluster facilmente navigabile sia per gli utenti che per i motori di ricerca.
Quindi, nel contesto del digital marketing il concetto di pillar va oltre un semplice contenuto: rappresenta un elemento strategico intorno al quale si costruisce un’intera struttura tematica, collegata e coerente – e infatti possiamo anche parlare di pillar strategy. I pillar sono punti di riferimento, contenuti ampi e centrali che affrontano in modo esaustivo un argomento chiave, offrendo valore sostanziale agli utenti e alle loro esigenze di informazione. Il loro obiettivo non è solo quello di attirare traffico, ma anche di stabilire un’architettura organizzata che consenta sia ai lettori che ai motori di ricerca di navigare e comprendere meglio il valore tematico complessivo di un sito.
I pillar sono spesso descritti come il “cuore pulsante” del content marketing ben strutturato. Ogni elemento correlato, dai contenuti secondari alle approfondite pagine satellite, ruota e si integra attorno al pillar. In questo modo, si crea una rete organica di contenuti interconnessi che contribuisce non solo a migliorare l’esperienza degli utenti, ma anche a comunicare ai motori di ricerca l’autorevolezza del sito su un determinato argomento. Questo livello di connessione e centralità è proprio ciò che rende i pillar contenuti duraturi e strategicamente vantaggiosi.
Definizione di pillar nel digital marketing
Approfondiamo meglio questi concetti.
Un pillar nel digital marketing è un contenuto che funge da base strutturale per affrontare un tema ampio e centrale in modo completo. Progettato per essere esaustivo e robusto, il pillar approfondisce ogni aspetto dell’argomento trattato, fungendo al contempo da punto di snodo per altre risorse collegate che ne esplorano i dettagli o i sotto-temi. Il contenuto di tipo pillar è pensato per offrire risposte concrete e soddisfacenti agli utenti, rivelandosi essenziale sia per mantenere alto il coinvolgimento del pubblico sia per allinearsi alle esigenze dei motori di ricerca, che sempre più premiano i siti in grado di dimostrare autorevolezza e coerenza tematica.
Caratterizzato da una struttura ben articolata e logica, un pillar content garantisce ai visitatori del sito un panorama completo sul tema scelto, lasciando tuttavia spazio a ulteriori approfondimenti tramite collegamenti a contenuti più specifici. Da questo ruolo nasce la sua funzione primaria di concentratore di traffico, in grado di attrarre sia utenti che cercano una visione generale sia quelli interessati a esplorare ogni sfumatura di un argomento.
Un buon pillar non si limita a coprire un ampio spettro tematico: rappresenta anche un investimento a lungo termine. Grazie alla sua natura evergreen, esso resta rilevante e utile nel tempo, assicurando una continua visibilità al sito e rafforzandone l’impatto competitivo.
Pillar content e pillar page: le differenze principali
I termini pillar content e pillar page sono quindi strettamente collegati, ma non intercambiabili, ed è fondamentale comprendere la differenza tra i due per costruire strategie di content marketing efficaci.
Il pillar content rappresenta l’intero approccio strategico: è il concetto alla base della creazione di un contenuto centrale che diventi un punto di riferimento per un determinato argomento. Esso include non solo il contenuto principale, ma anche tutti i cluster di contenuti che ne derivano e che sono collegati a esso, formando un ecosistema tematico coeso.
La pillar page, invece, è la realizzazione concreta di questa strategia: è la pagina web che ospita il contenuto pilastro ed è strutturata per fungere da hub, ovvero da punto centrale che collega tutti i contenuti correlati, detti cluster. Si presenta come una guida dettagliata e articolata su un argomento, piena di collegamenti interni che guidano il lettore verso articoli, risorse o approfondimenti più specifici. Questo sistema di collegamenti non solo migliora l’esperienza utente, ma comunica anche ai motori di ricerca la rilevanza e l’organizzazione del sito.
In pratica, mentre il pillar content è il concetto di fondo che governa un’intera strategia editoriale, la pillar page è il mezzo pratico attraverso cui tale contenuto si manifesta e si organizza. La distinzione, dunque, non è formale ma funzionale, e richiede un’attenta pianificazione per garantire che entrambi gli elementi lavorino in sinergia per massimizzare i risultati.
Perché si chiamano così?
Il termine pillar si traduce letteralmente come “pilastro” e non è stato scelto a caso: trasmette immediatamente l’idea di un elemento centrale capace di sostenere e organizzare un intero sistema di contenuti, nonché di traffico organico. Esattamente come una colonna portante regge la struttura di un edificio, un contenuto di tipo pillar funge da asse principale intorno al quale tutto il resto prende forma e trova il proprio equilibrio. Questo parallelismo è quindi sia etimologico che concettuale: nella SEO e nel content marketing, il pillar è il fulcro su cui poggia l’autorità tematica di un sito, rendendolo solido e autorevole agli occhi sia degli utenti che dei motori di ricerca.
Con la crescente complessità delle ricerche online, i contenuti disorganizzati o frammentati spesso falliscono nell’offrire un’esperienza soddisfacente. I pillar, al contrario, nascono per dare ordine e coesione, rendendo non solo più facile, ma anche più intuitivo il reperimento delle informazioni.
Il parallelismo con il mondo fisico
L’analogia tra i pillar content e le colonne portanti di una struttura fisica aiuta a rendere il concetto immediatamente accessibile. Così come le colonne svolgono un ruolo essenziale nel sostenere e stabilizzare un edificio, i pillar content forniscono la struttura che un sito necessita per rendere la propria strategia editoriale organizzata e riconoscibile. Ogni contenuto satellite, ovvero i cluster, funge da dettaglio o complemento di questa struttura primaria, ampliando l’interpretazione e la copertura dell’argomento centrale.
Pensiamo a un edificio ben progettato: senza pilastri, le pareti, i dettagli e le rifiniture rimarrebbero elementi separati, incapaci di comporre un sistema coerente. Allo stesso modo, i contenuti sparsi e privi di un’organizzazione non riescono a generare traffico qualificato o a trasmettere autorevolezza. È proprio grazie alla solidità dei pillar che l’intera strategia trova forza e connessione, permettendo a ogni elemento di supportare l’altro per ottenere un risultato d’insieme più efficace.
A cosa servono i pillar: la costruzione della visibilità online
Un sito web può essere ricco di contenuti, ma senza un’organizzazione efficace rischia di disorientare gli utenti e di risultare poco rilevante agli occhi dei motori di ricerca. Si capisce anche da questo qual è il ruolo strategico dei pillar content, progettati per fungere da “colonne portanti” della struttura tematica del sito e capaci di organizzare i contenuti in modo che tutto sia collegato, coerente e accessibile, creando quindi ordine in un panorama informativo potenzialmente caotico.
L’impatto principale dei pillar content si manifesta nella loro capacità di fare da riferimento centrale per argomenti ampi e complessi. Attraverso collegamenti a contenuti satellite, i cosiddetti cluster tematici, un pillar non solo garantisce una navigazione fluida per gli utenti, ma comunica anche a Google che il sito è un’autorità su quell’argomento specifico. Questa combinazione di centralità tematica e struttura organizzata rende i pillar elementi imprescindibili per chi cerca di costruire visibilità online in modo duraturo.
Pillar content e cluster tematici: come funzionano insieme
I pillar content, pur essendo centrali, non operano quindi da soli. La loro forza sta nel collegamento con i cluster tematici, ovvero quei contenuti secondari che approfondiscono i sottoargomenti legati al tema principale del pillar, in un approccio che assicura una copertura più ampia e dettagliata delle esigenze degli utenti, rispondendo a una varietà di query con diversi livelli di specificità.
Ad esempio, una pillar page dedicata al tema “alimentazione sana” potrebbe fungere da guida ampia e introduttiva, mentre i cluster tematici correlati potrebbero approfondire specifici aspetti come “ricette per colazioni salutari”, “i benefici dei superfood” o “consigli per un’alimentazione equilibrata per chi fa sport”. Ogni cluster è progettato per rispondere a domande mirate, attirando un pubblico diversificato che cerca informazioni più dettagliate su uno specifico sotto-argomento.
Questo meccanismo ha due vantaggi fondamentali. Da un lato, gli utenti trovano il percorso più intuitivo, passando senza difficoltà dal generale allo specifico. Dall’altro lato, i motori di ricerca percepiscono la struttura interconnessa tra pillar e cluster come un segnale di rilevanza e autorità tematica. Questo sistema migliora quindi non solo l’esperienza del pubblico, ma anche il ranking complessivo del sito, dando un valore maggiore a ogni elemento della rete di contenuti.
L’importanza del pillar per l’organizzazione semantica dei contenuti
L’organizzazione semantica è un aspetto centrale per chi gestisce il contenuto di un sito web. I pillar content, con il loro ruolo di nodi principali all’interno di un sistema tematico, rappresentano il perno attorno al quale si costruisce un ecosistema coerente, utile e facilmente comprensibile sia per gli utenti che per i motori di ricerca.
Grazie ai pillar, gli utenti non devono più sfogliare articoli separati o disconnessi per ottenere risposte. Trovano invece un contenuto centrale che offre una panoramica completa e ben strutturata, accompagnato da collegamenti interni verso risorse di approfondimento. Questo li aiuta a soddisfare rapidamente bisogni informativi differenti, migliorando la navigabilità e riducendo il rischio che abbandonino il sito per ricercare altrove.
Dal punto di vista della SEO, i pillar sono altrettanto efficaci. Grazie alla loro capacità di “raccogliere” keyword e concetti correlati in un unico hub centrale, comunicano a Google un’organizzazione chiara e ben definita dei contenuti. Questo sistema tematico rafforza l’autorevolezza semantica del sito, migliorando il posizionamento complessivo nelle SERP.
I vantaggi della pillar strategy
Grazie alla loro natura integrata, i pillar offrono beneficio su più livelli, dall’organizzazione semantica del sito al miglioramento delle performance di posizionamento, fino alla creazione di fiducia e coinvolgimento tra il pubblico.
Lo abbiamo detto: le pagine pillar sono una soluzione concreta all’esigenza di rendere il contenuto online più organizzato, accessibile e duraturo. La loro centralità deriva dalla capacità di combinare una struttura tematica robusta con un contenuto di valore che sia utile sia per gli utenti sia per i motori di ricerca. E i pilastri, progettati per essere compresi e navigati con facilità, permettono al sito di costruire una visibilità stabile e sostenibile nel tempo.
- Facilità di esplorazione per utenti e motori di ricerca
Un sito web deve soddisfare due esigenze fondamentali: rispondere alle domande degli utenti e agevolare il lavoro dei motori di ricerca che ne analizzano i contenuti. I pillar content aiutano in entrambi i casi, semplificando l’esperienza di navigazione e migliorando l’indicizzazione.
Dal punto di vista degli utenti, le pagine pilastro offrono un punto di accesso centrale a un argomento complesso. Questo rende più intuitivo trovare risposte e approfondire aspetti specifici, grazie ai cluster tematici che si diramano dal pillar. Per esempio, una persona che cerca informazioni generiche potrebbe iniziare dalla pillar page e successivamente scoprire contenuti satellite di approfondimento senza mai lasciare il sito. L’interconnessione tra i vari livelli di contenuti non solo facilita la navigazione, ma aumenta anche la probabilità che gli utenti rimangano più a lungo sul sito.
Parallelamente, i motori di ricerca leggono questa struttura come un segnale di coerenza e autorevolezza. Un pillar ben collegato risolve più query in una sola visita, dimostrando che il sito ha una copertura completa e organizzata sull’argomento in questione. Questo aspetto non si limita a influenzare la singola pagina pilastro, ma rafforza la reputazione dell’intero sito agli occhi degli algoritmi di Google.
- Miglioramento del ranking anche per i contenuti secondari
Forse meno immediato, ma altrettanto utile è l’effetto che producono sui contenuti satellite, ovvero i cluster tematici collegati al pilastro principale. Quando una pillar page è ben strutturata e performante, il suo impatto positivo si riflette anche sulle pagine correlate grazie all’architettura dei link interni, che svolge una duplice funzione: guida gli utenti attraverso un percorso logico e comunica ai motori di ricerca che tutte le pagine collegate appartengono a un ecosistema unico e ben curato.
Un esempio concreto può essere una pillar page dedicata al tema “SEO per principianti“, affiancata da cluster su argomenti come “come fare una ricerca di parole chiave” o “come ottimizzare una meta description”. Quando la pillar page ottiene traffico e ranking elevati, i cluster beneficia delle sue performance grazie ai collegamenti interni. Questo effetto moltiplicativo rende i contenuti secondari più visibili e autorevoli, garantendo una copertura efficace di tutta la gamma tematica.
A livello ideale, un pillar ben costruito non è un’entità isolata: è il fattore trainante che amplifica la rilevanza di ogni elemento del cluster, migliorando il ranking non solo del pilastro stesso, ma di tutte le pagine che lo circondano.
- Incremento del coinvolgimento e della brand loyalty
La qualità dei contenuti è un elemento che il pubblico percepisce immediatamente. Un content pillar ben progettato non passa inosservato: la sua completezza, la chiarezza espositiva e la capacità di coprire ogni aspetto di un argomento creano un’esperienza positiva fin dal primo clic. Attraverso questi contenuti, il pubblico trova fiducia in un sito che offre risposte concrete e contenuti informativi di valore. Questa fiducia, con il tempo, evolve in una maggiore fedeltà al brand.
Creare sessioni di navigazione logiche e soddisfacenti aumenta il coinvolgimento, spingendo gli utenti a esplorare ulteriormente il sito e a tornare per consultare nuovi contenuti. La coerenza e l’organizzazione tipiche della struttura pillar-cluster migliorano questo processo, presentando un’immagine chiara e autorevole, sia che il focus sia una nicchia di mercato specifica, sia un argomento di interesse generale.
Dal punto di vista del traffico, il coinvolgimento generato da contenuti utili e ben organizzati incide anche su metriche importanti come il tempo speso sul sito, il numero di pagine visitate e la riduzione della frequenza di rimbalzo. Questo circolo virtuoso, oltre a rafforzare la fidelizzazione degli utenti, segnala ai motori di ricerca che il sito sta incontrando le aspettative del pubblico, con evidenti benefici anche sul posizionamento.
- Pilastri del traffico stabile e duraturo
A differenza dei contenuti stagionali o legati a eventi specifici, che generano picchi di traffico influenzati dal momento, i content pillar si basano su tematiche evergreen e offrono un valore che si mantiene nel tempo. Questo li rende un componente essenziale per costruire una visibilità stabile e un livello costante di visite, senza le fluttuazioni tipiche delle news o dei contenuti temporanei.
Un pillar non si esaurisce nel breve periodo, ma resta utile e rilevante a lungo, continuando ad attirare ricerche organiche anche mesi o anni dopo la pubblicazione. Grazie alla loro struttura organizzata e alla capacità di ospitare update periodici, i pillar si evolvono insieme ai bisogni del pubblico, aumentando il loro ciclo di vita e contribuendo a una crescita organica sostenibile.
Questo aspetto fa dei pillar i veri “pilastri” del traffico organico. Mentre i contenuti di tendenza possono garantire un’esplosione temporanea di visite, i pillar lavorano in background, mantenendo costante un flusso di traffico qualificato e fidelizzato. A lungo termine, questa stabilità contribuisce a rafforzare l’intera presenza online del sito, creando una base solida su cui costruire ulteriori strategie di crescita.
Quali sono i pillar: le principali tipologie e formati di pillar page
Ogni pillar content si distingue non solo per la sua struttura organizzativa e la centralità all’interno di una strategia, ma anche per il formato e lo stile con cui viene progettato.
La scelta del tipo di pillar page non è un aspetto secondario, ma deve essere dettata dall’obiettivo strategico, dal pubblico di riferimento e dal tipo di risposta che si vuole offrire. Esistono diverse tipologie di pillar page, ognuna con caratteristiche specifiche pensate per soddisfare esigenze diverse e coprire query di ricerca con approcci complementari. I “come fare”, le guide complete, le pagine definizione e i formati visivi rappresentano quattro approcci distinti, ma perfettamente complementari in una pillar strategy ben calata negli obiettivi di un content marketing che mira a costruire visibilità e autorevolezza sul lungo termine.
Vediamo quali sono i formati più utilizzati, come funzionano e quando si rivelano utili.
- Contenuti “come fare” o how-to
Le pillar page in formato “how-to” rappresentano una delle scelte più strategiche per attrarre un pubblico con esigenze pratiche ben definite. Questo tipo di contenuto è pensato per fornire istruzioni chiare e orientate all’azione, risultando particolarmente efficace per chi desidera imparare a svolgere una specifica attività o risolvere un problema. Proprio questa capacità di rispondere a query che iniziano con “Come fare…” o “Come posso…” rende il formato how-to un pilastro essenziale per intercettare intenzioni di ricerca precise e facilmente identificabili.
Un esempio pratico potrebbe essere una pillar page intitolata “Come creare una strategia SEO efficace”. Al suo interno, il contenuto potrebbe essere suddiviso in una serie di passaggi logici e dettagliati: dalle prime fasi di definizione degli obiettivi fino all’implementazione di strumenti e analisi. Ogni passaggio potrebbe includere link ad approfondimenti o risorse utili, rendendo la pagina un centro di riferimento per chiunque stia affrontando quel tema.
Il formato how-to è particolarmente adatto in contesti educativi o settoriali che richiedono una spiegazione sequenziale. Si presta bene per aziende o professionisti che vogliono posizionarsi come risorsa autorevole nelle istruzioni pratiche, creando un rapporto di fiducia con il pubblico. Per massimizzarne l’efficacia, è fondamentale mantenere una struttura chiara, introdurre esempi pratici e arricchire il contenuto con elementi visivi, come immagini esplicative o video tutorial.
- Le guide complete
Se il formato “how-to” è perfetto per query pratiche e dirette, le guide complete si distinguono per la loro capacità di offrire una panoramica esaustiva su un argomento ampio e di grande interesse. Queste pillar page sono ideali per rispondere a intenzioni di ricerca di tipo informazionale, attirando utenti che desiderano comprendere a fondo un tema complesso o affrontarlo da zero. Il loro punto di forza è la natura “enciclopedica”: forniscono una visione d’insieme che include tutti gli aspetti rilevanti, lasciando spazio per ulteriori approfondimenti tramite link interni.
Un esempio di guida completa potrebbe essere “Guida definitiva alla gestione di un e-commerce”. Questo contenuto potrebbe includere sezioni dedicate all’ottimizzazione del sito, alla gestione degli ordini, alle strategie di marketing e alla fidelizzazione dei clienti. Ogni sezione, anche se approfondita, potrebbe rimandare a cluster tematici dedicati, consentendo agli utenti di esplorare ogni argomento specifico in modo approfondito.
Le guide complete sono particolarmente adatte per i contenuti evergreen, quelli che restano rilevanti e attuali nel tempo. La loro lunghezza e complessità le rendono uno strumento strategico per migliorare la percezione di autorevolezza del sito, attirare traffico organico costante e consolidare la presenza online. Quando costruisci una guida completa, assicurati di utilizzare un indice navigabile, formattazioni che agevolano la scansione (come sottotitoli e bullet point) e link interni ben strutturati.
- “Cos’è” o pagine definizione
Le pagine “cos’è” – note anche come “what is” – sono progettate per soddisfare query legate alla comprensione di concetti, termini o argomenti specifici. Si tratta di una tipologia di pillar page particolarmente adatta a rispondere a domande di carattere esplorativo, dove l’utente sta cercando una definizione chiara e contestualizzata accompagnata, possibilmente, da esempi pratici.
Pensiamo, ad esempio, a una pagina intitolata “Cos’è il content marketing”. Oltre a offrire una definizione precisa e approfondita, il contenuto potrebbe includere un’analisi delle sue applicazioni, dei vantaggi per le aziende e dei principali strumenti utilizzati. Ogni sezione potrebbe rimandare a cluster dedicati, come “strategie di content marketing per le PMI” o “errori comuni da evitare”, permettendo così agli utenti di ottenere una comprensione su più livelli.
Questo tipo di formato è particolarmente valido per intercettare utenti nelle fasi iniziali del funnel di ricerca o per introdurre il pubblico a concetti di cui potrebbe sapere poco o nulla. Le pagine definizione sono strumenti essenziali per costruire autorevolezza e ampliare il traffico organico, soprattutto in settori tecnici o innovativi dove la domanda di informazioni è alta. Per renderle ancora più efficaci, si consiglia di integrare elementi visuali come infografiche o timeline che aiutino a spiegare i concetti in modo semplice ed esteticamente gradevole.
- Pagine visive e interattive
Con il crescente utilizzo di contenuti multimediali e l’evoluzione delle aspettative degli utenti, le pagine visive e interattive stanno acquisendo un ruolo sempre più rilevante nelle strategie basate sui pillar content. Questo formato punta a creare esperienze immersive che combinano testo, immagini, grafici e risorse interattive come video, quiz o mappe dettagliate. L’obiettivo principale è offrire non solo informazioni, ma anche un’esperienza utente coinvolgente e memorabile.
Un esempio potrebbe essere una pagina dedicata al tema “Il ciclo di vita dei prodotti sostenibili”, arricchita con infografiche dinamiche che mostrano le fasi principali della produzione e mappe interattive con dati aggiornati in tempo reale. Un altro esempio potrebbe essere l’utilizzo di video dimostrativi integrati in una pagina “Come costruire una strategia di social media marketing”, accompagnati da checklist scaricabili e moduli interattivi per la pianificazione.
Queste pagine sono particolarmente efficaci per catturare l’attenzione visiva del pubblico e aumentare il tempo medio di permanenza sul sito, un fattore che incide positivamente sul ranking SEO. Inoltre, si prestano bene ad argomenti che richiedono spiegazioni più immediate o che possono beneficiare di un impatto visivo forte. Tuttavia, è cruciale che gli elementi multimediali siano integrati in modo funzionale: ogni immagine, video o grafico deve mantenere una chiara coerenza con l’obiettivo della pagina e contribuire al suo valore informativo.
- Articoli in formato elenco o listicle
Gli articoli in formato elenco, detti anche listicle, rappresentano una tipologia molto versatile e facilmente digeribile di pillar page. Questo formato si presta a categorizzare una serie di informazioni, suggerimenti o esempi in modo visivamente accattivante e utile agli utenti.
Un esempio potrebbe essere “Le 10 migliori strategie di content marketing per il 2025” oppure “I 7 strumenti essenziali per migliorare la SEO”. Ogni punto dell’elenco può servire come una sezione introduttiva che rimanda a contenuti cluster per ulteriori approfondimenti. Questo approccio non solo garantisce un formato chiaro e immediato, ma fa leva sullo stile di lettura scansionabile, ideale per utenti che vogliono ottenere risposte rapide o creare una prima mappa mentale sull’argomento.
I listicle sono particolarmente utili per attrarre utenti nelle prime fasi del funnel, grazie alla loro capacità di combinare un valore informativo immediato con la promessa di approfondimenti successivi. Inoltre, titoli numerati e specifici attirano spesso click e condivisioni, rendendo questo formato una scelta strategica anche per il traffico social.
- Pillar basati su case study
Un’altra tipologia di pillar page è quella strutturata attorno a case study o esempi reali, perfetta per dimostrare autorità pratica e applicazione concreta di concetti teorici. Questi contenuti sono progettati per mostrare risultati, processi e approcci specifici utilizzati per risolvere problemi o raggiungere determinati obiettivi, attraendo un pubblico orientato alle soluzioni basate su esperienze documentate.
Ad esempio, una pillar page intitolata “Come abbiamo incrementato il traffico organico del 120% in 6 mesi” potrebbe ricostruire l’intero percorso strategico seguito, integrando dati, grafici e link a risorse tecniche o articoli cluster dettagliati per approfondimenti. I case study funzionano particolarmente bene in ambiti B2B o settori tecnici, dove la fiducia e la credibilità derivano dalla capacità di dimostrare competenza su situazioni concrete.
Questa tipologia di contenuto invitano i lettori a immaginarsi nel contesto narrato e a percepire il brand come un partner affidabile o un punto di riferimento per risolvere problemi analoghi.
- Pillar in formato comparativo
Un pillar comparativo è un altro esempio potente, costruito per confrontare due o più soluzioni, strumenti o strategie. Questo formato risponde perfettamente a query di tipo investigativo, tipiche delle fasi centrali del funnel, dove gli utenti sono alla ricerca di informazioni che li aiutino a prendere decisioni. Il contenuto è progettato per mettere a confronto le diverse opzioni, evidenziandone vantaggi, svantaggi e specificità con tabelle, grafici e analisi dettagliate.
Ad esempio, “SEO on-page vs SEO off-page: quale strategia scegliere?” oppure “Confronto tra i migliori CMS del 2025”. Ogni parte della pagina può includere collegamenti alle cluster page dedicate a singoli aspetti, come le funzionalità di WordPress o le strategie per ottimizzare i backlink.
I pillar comparativi non solo attraggono utenti con intenti investigativi, ma migliorano anche il tempo di permanenza sul sito, trattenendo i lettori grazie alla ricchezza del confronto e alla possibilità di esplorare specifici dettagli nelle pagine satellite.
- Pillar dedicati agli strumenti di lavoro
Le pillar page basate su strumenti sono utilissime per soddisfare le esigenze informative di professionisti che cercano tool specifici per migliorare la loro operatività. Questo formato è ideale per query come “I migliori strumenti per…” o “Come utilizzare…”, dove l’utente è interessato non solo a trovare l’opzione migliore, ma anche a comprenderne le applicazioni pratiche.
Un esempio tangibile potrebbe essere una pillar page dal titolo “I 10 strumenti indispensabili per una content strategy di successo”. Ogni strumento descritto nella pagina potrebbe rimandare a cluster dedicati che spiegano come utilizzarlo, i casi d’uso e le comparazioni con alternative. Questo approccio non solo attrae traffico informativo, ma offre anche l’opportunità di integrare strategie di affiliate marketing o lead generation.
- Pillar in formato FAQ esteso
Il formato delle FAQ, quando lavorato in maniera strutturata, può diventare una pillar page poderosa, pensata per rispondere a una vasta gamma di domande legate a un argomento specifico. I contenuti sono organizzati in sezioni domande/risposte chiare e dettagliate che coprono sia i dubbi generali che quelli più specifici, fornendo al lettore tutto il necessario in un’unica risorsa.
Un esempio potrebbe essere “Tutto quello che devi sapere sul digital marketing: FAQ essenziale”. Ogni domanda può rappresentare una porta d’accesso verso cluster tematici approfonditi, come “Come scegliere un’agenzia di digital marketing” o “Quali sono le metriche fondamentali per misurare la performance di una campagna”. Questo tipo di pillar page è particolarmente adatto per intercettare query long-tail e migliorare il ranking del sito su quesiti specifici di grande interesse.
Come sviluppare la pillar strategy
Costruire una strategia efficace basata sui pillar content significa molto più di produrre semplicemente un articolo approfondito e collegarvi altri contenuti. Si tratta piuttosto costruire una base solida che guidi ogni aspetto della nostra attività di content marketing, impostare un processo sistematico che richiede una visione d’insieme, un’attenta pianificazione, una conoscenza approfondita del pubblico e delle sue esigenze, oltre che un lavoro di ottimizzazione dei contenuti, per renderli completi, rilevanti e funzionali per l’obiettivo generale.
La pillar strategy nasce dall’integrazione di tre passaggi fondamentali: capire chi sono gli utenti e cosa cercano, pianificare una struttura tematica coerente e, infine, creare contenuti che equilibrano valore informativo e organizzazione strategica. Ogni fase gioca un ruolo essenziale nel garantire che il sito non sia solo informativo, ma anche tematicamente strutturato per emergere nelle SERP e offrire un’esperienza utente impeccabile.
Conoscere il pubblico e le sue esigenze
La creazione di una strategia basata sui pillar content inizia con una domanda chiave: “Chi sono i miei lettori e di cosa hanno bisogno?”. Capire il pubblico è infatti la base su cui costruire l’intera architettura tematica: per ottenere questa comprensione, si ricorre allo studio delle buyer persona, che rappresentano come sappiamo i profili che descrivono i comportamenti, i bisogni, le preferenze e le sfide del pubblico ideale. Questo studio permette di identificare le informazioni che gli utenti stanno realmente cercando e le modalità con cui vorrebbero accedervi.
Ad esempio, se il nostro settore è la formazione online, l’audience potrebbe includere studenti che cercano corsi di specializzazione o professionisti che desiderano aggiornarsi. Ogni profilo porterà con sé domande specifiche e obiettivi differenti, che devono essere individuati attraverso la combinazione di dati analitici (come analisi del traffico del sito o insight dei social media) e strumenti qualitativi come interviste ai clienti o sondaggi. Questi dati sono validi non solo per individuare segmenti specifici di utenti, ma anche per capire con quale frequenza certi temi o domande emergano.
Un altro strumento cruciale è l’osservazione delle conversazioni online, monitorando forum, gruppi social o community digitali per cogliere direttamente dal pubblico le esigenze specifiche, necessità emergenti, argomentazioni ricorrenti o le lacune informative da colmare. Queste informazioni possono essere utilizzate per individuare argomenti che rispondano a dubbi reali, aumentando così la probabilità che i contenuti entrino in risonanza con il pubblico.
Questi spunti sono utilissimi per definire un quadro tematico chiaro e orientare il contenuto pilastro affinché abbia un reale impatto.
Pianificare argomenti e cluster tematici
Una volta compreso il pubblico, il passo successivo è costruire una mappa tematica: un’organizzazione ben definita di argomenti principali (i pillar) e argomenti correlati (i cluster), garantendo una copertura sistematica e approfondita di ogni aspetto rilevante.
Questa pianificazione non avviene in modo casuale, ma parte dalla keyword research e dall’individuazione degli intenti di ricerca più comuni.
Per iniziare, SEOZoom ci aiuta ad analizzare le query più cercate nel settore e identificare keyword principali e correlate: l’obiettivo è scoprire sia le macro-tematiche che interessano larghe fette di pubblico, sia le long-tail keyword che riflettono esigenze specifiche e offrono opportunità di approfondimento. Ad esempio, se il pillar è “alimentazione sportiva”, potremmo individuare cluster tematici come “cibi per migliorare le performance atletiche” o “integrazione proteica per atleti”.
A questo punto entra in gioco la necessità di organizzare le informazioni con uno schema strutturato: strumenti semplici come tabelle o mappe mentali o più elaborati come una mappa concettuale o un piano editoriale aiutano a visualizzare in modo chiaro ogni elemento del sistema e a definire i collegamenti tra il contenuto pilastro e i contenuti cluster. La creazione di una gerarchia di contenuti rende il lavoro più coerente e soprattutto assicura che ogni contenuto aggiunga valore al sistema nel suo complesso.
Infine, è importante stabilire un piano temporale per la pubblicazione dei contenuti. Grazie a questo schema ben definito e logico, il focus si sposta sul mantenimento di un calendario editoriale organizzato, che facilita sia la creazione di nuovi contenuti sia gli aggiornamenti di quelli esistenti, evitando sovrapposizioni e massimizzando la sinergia tematica.
Scrivere e perfezionare il contenuto
La scrittura dei pillar content richiede un equilibrio tra la completezza delle informazioni offerte e la coerenza tematica necessaria a rendere i temi facilmente navigabili. Non si tratta semplicemente di scrivere un articolo lungo – la mera quantità di parole non è mai un indicatore di qualità o utilità, né ha relazione di causalità con il ranking: il contenuto deve essere completo, esaustivo e strategicamente strutturato. La sfida è spiegare e coprire i temi principali in maniera chiara e accessibile, offrire una visione d’insieme dettagliata, senza invadere il territorio di approfondimenti che saranno trattati nei cluster tematici.
La struttura del testo riveste un ruolo fondamentale. Ogni contenuto pilastro dovrebbe iniziare con un’introduzione chiara, capace di fornire immediatamente un contesto preciso e di chiarire il valore che il lettore troverà nel contenuto. Un indice navigabile, posto nelle fasi iniziali, facilita l’esplorazione e rafforza l’utilità del contenuto anche in ottica SEO, aiutando Google a comprendere gli argomenti trattati.
I paragrafi devono essere organizzati con una precisa sequenza logica, seguendo uno schema che favorisca la lettura e la fidelizzazione del pubblico. Ogni sezione deve trattare un aspetto centrale dell’argomento, mantenendo un equilibrio tra ampiezza e profondità. È utile integrare elementi visivi, come grafici e infografiche, per facilitare la comprensione del tema e guidare il lettore attraverso il contenuto senza che si senta sopraffatto. Ovviamente, anche l’ottimizzazione SEO deve essere curata nei dettagli, assicurandoci che le keyword siano distribuite naturalmente e che i metadati siano completi e pertinenti.
L’ultimo passaggio è dedicare tempo alla revisione, fase imprescindibile in cui si controllano coerenza, accuratezza e fluidità del contenuto: oltre alla semplice correzione di errori grammaticali, dobbiamo lavorare anche alla verifica della coerenza generale, della qualità delle informazioni e dell’efficacia del tono di voce. Più il risultato finale sarà curato, più il pillar content avrà impatto e capacità di posizionarsi come risorsa autorevole.
Come costruire un pillar content efficace
Creare un pillar content efficace significa trasformare un tema complesso in una risorsa organizzata, utile e facilmente navigabile. A differenza del lavoro puramente strategico, qui l’attenzione si concentra sugli aspetti operativi e pratici: dalla scelta iniziale del tema fino alla sua pubblicazione, senza trascurare l’importanza di mantenerlo aggiornato e connesso al resto della strategia editoriale, ogni passo deve tradurre l’idea centrale in un contenuto chiaro e coerente, capace di attrarre e coinvolgere gli utenti, oltre ad essere facilmente interpretato dai motori di ricerca come un riferimento autorevole su un dato argomento.
- La scelta del tema centrale
La chiave per costruire un pillar content di valore sta nella scelta accurata del tema centrale, che deve essere sufficientemente ampio da coprire diversi sottotemi correlati, ma con confini chiari che lo rendano gestibile e mirato. Un tema scelto male può sfociare in un contenuto dispersivo, che non risponde in modo preciso alle esigenze del pubblico né a quelle dei motori di ricerca.
L’analisi del search intent rappresenta un passaggio fondamentale per individuare il tema giusto: ogni argomento deve essere selezionato considerando le reali intenzioni di ricerca degli utenti, che possono essere informative, pratiche o comparative. Ad esempio, se il pubblico cerca “come pianificare un allenamento settimanale”, il contenuto dovrà essere strutturato per rispondere in modo chiaro e pratico a questa necessità, evitando divagazioni che potrebbero allontanare l’interesse.
Un altro criterio utile è individuare argomenti che offrano valore duraturo, i cosiddetti evergreen. Temi come “strategia SEO”, “alimentazione sostenibile” o “risparmio energetico in casa” sono sempre attuali e continuano a generare traffico nel tempo, consentendo al pillar content di mantenere una rilevanza costante. Oltre a ciò, la scelta del tema deve essere guidata anche dalla capacità di generare cluster: se non ci sono abbastanza sottotemi disponibili da trattare, il pillar rischia di restare isolato.
Un esempio pratico di temi centrali ben definiti: “Digital marketing per principianti”, che potrebbe coprire cluster come “SEO per principianti”, “introduzione al content marketing” e “guida ai social media”. Questa scelta combinerebbe ampiezza e specificità, offrendo un ventaglio di possibilità per attrarre una vasta gamma di utenti con interessi e necessità diversificate.
- Dal topic alla struttura
Il passo successivo consiste nel progettare la struttura della pillar page. Organizzare il contenuto in modo logico e facilmente navigabile è fondamentale per offrire un’esperienza utente ottimale e per favorire la scansione da parte dei motori di ricerca. In questo senso, uno dei modelli più efficaci da adottare è quello della piramide invertita, un approccio che privilegia le informazioni essenziali nelle prime sezioni del contenuto, lasciando i dettagli e gli approfondimenti nelle parti successive.
Ad esempio, una pillar page che affronta il tema “Come creare un sito web professionale” potrebbe iniziare fornendo una panoramica generale sul processo, seguita da sezioni dettagliate su passaggi specifici come “la scelta del CMS”, “la selezione del design” e “migliorare le performance SEO”. Questo modello consente ai lettori di ottenere rapidamente una visione d’insieme, trovando poi approfondimenti specifici nelle sezioni che seguono.
Dividere il contenuto in sezioni ben definite con heading descrittivi (H2, H3) non solo aiuta il lettore, ma rende anche più chiaro agli algoritmi di Google quali sono i focus principali della pagina. Inserire un indice navigabile all’inizio è un ulteriore elemento che migliora l’usabilità del contenuto, permettendo agli utenti di saltare direttamente alle parti che li interessano di più.
Per ottimizzare la struttura è utile sviluppare ogni sezione come se fosse autonoma, ma sempre connessa al tema generale. Ogni blocco di testo deve offrire informazioni complete sul sottoargomento trattato, indicare collegamenti ad approfondimenti esterni o cluster correlati e terminare con una connessione logica alla sezione successiva. Questo sistema crea un flusso naturale, che tiene il lettore all’interno della pagina e incoraggia la navigazione verso altre risorse collegate.
- L’importanza dei link interni
Lo abbiamo detto: i link interni rappresentano uno degli elementi cruciali per il successo di un pillar content. Oltre a integrare collegamenti funzionali tra il pilastro e i cluster tematici, i link interni vengono utilizzati anche per costruire una gerarchia esplicita tra i vari livelli del contenuto, rafforzandone la coerenza e migliorando la scansione del sito da parte dei motori di ricerca.
Un esempio efficace è una pillar page che esplora il tema “Gestire un e-commerce”, con cluster dedicati a “strumenti di analisi delle vendite”, “strategie di marketing per e-commerce” e “come scegliere una piattaforma adatta”. Ogni sezione del contenuto pilastro potrebbe contenere riferimenti diretti a questi sottotemi, con link che conducono il lettore ai cluster per approfondimenti. Questi collegamenti migliorano l’esperienza dell’utente e comunicano anche a Google la rilevanza complessiva del sistema di contenuti, aumentando l’autorità tematica del sito.
Oltre alla semplice connessione tra contenuti, l’utilizzo di anchor text ottimizzati aiuta a specificare il contesto del collegamento. Ad esempio, invece di utilizzare un anchor text generico come “clicca qui”, è preferibile una formulazione descrittiva come “Scopri come analizzare le performance di vendita con strumenti avanzati”. Questo migliora sia l’usabilità che la rilevanza semantica, offrendo un segnale chiaro agli utenti e ai motori di ricerca.
Infine, è importante monitorare i collegamenti interni nel tempo. Man mano che nuovi contenuti vengono pubblicati o aggiornati, è essenziale verificare che i link siano ancora attuali. Questo lavoro di manutenzione garantisce che l’architettura del sito rimanga dinamica e che il pillar continui a fungere da hub centrale per i cluster tematici.
Come fare un pillar content con SEOZoom
Lo sviluppo e l’ottimizzazione di un pillar content richiedono una pianificazione strategica supportata da dati affidabili, e SEOZoom si rivela uno strumento indispensabile, consentendo di analizzare query, individuare opportunità strategiche e monitorare le performance dei contenuti per migliorare continuamente. Nello specifico, con SEOZoom abbiamo il supporto nella costruzione di una struttura tematica solida, trasformando le intuizioni raccolte in contenuti altamente performanti, capaci di soddisfare sia gli utenti che i motori di ricerca. Vediamo in dettaglio come utilizzare alcune delle sue caratteristiche più utili per pianificare e perfezionare il pillar content e i cluster tematici.
- Usare il Question Explorer
Un pillar content efficace parte dalla scelta di un tema centrale, e per definirlo è essenziale intercettare gli interessi del pubblico. Il Question Explorer di SEOZoom è progettato proprio per fare ricerca per domande e analizzare le query conversazionali più cercate dagli utenti, fornendo un quadro chiaro delle domande ricorrenti e delle esigenze informative che ne emergono. Queste informazioni ci servono sia per identificare le domande principali a cui rispondere nella pillar page, sia per individuare spunti per i cluster tematici da collegare.
Il valore aggiunto di questa analisi va oltre la quantitativa ricchezza dei dati e sta anche nella suddivisione delle query in base all’intento di ricerca – informazionale, navigazionale, commerciale o transazionale. Questa macro-classificazione consente di costruire un contenuto mirato, che risponda direttamente alle esigenze del pubblico: ad esempio, una query informazionale potrebbe diventare il tema del cluster “Come scegliere prodotti locali per un’alimentazione sostenibile”, mentre una query transazionale potrebbe suggerire un focus su “Dove acquistare alimenti sostenibili online”.
Una volta identificati i temi prioritari, lo strumento permette anche di monitorare il volume di ricerca associato alle query, guidando la scelta di argomenti con più alto potenziale di traffico. Questo passaggio garantisce che il pillar content non solo generi valore per gli utenti, ma contribuisca a costruire una strategia organica ben posizionata.
- Trovare lacune con il Content Gap
Il passaggio successivo consiste in un’analisi dei competitor, per capire come stanno trattando lo stesso argomento e individuare eventuali lacune tematiche, ossia aspetti importanti non ancora adeguatamente coperti. Il Content Gap di SEOZoom è lo strumento ideale per questa analisi, in quanto confronta direttamente il sito con i concorrenti, evidenziando keyword e query per cui il nostro sito non è ancora ottimizzato.
Il valore del Content Gap sta proprio nella capacità di trasformare queste lacune in opportunità: ogni keyword suggerita può diventare il punto di partenza per espandere o migliorare sia la pillar page che i cluster correlati. Ad esempio, se un competitor ha dedicato un cluster approfondito a “budgeting per campagne social”, è possibile creare un contro-cluster più ampio che affronti il tema in modo ancora più dettagliato, differenziandosi con un approccio unico o offrendo angolazioni alternative.
Questa analisi non solo consente di colmare buchi tematici, ma aiuta anche a evitare duplicazioni inutili e sovrapposizioni, garantendo che ogni contenuto sia mirato, originale e competitivo.
- Monitorare i risultati e ottimizzare
La creazione di un pillar content non è un punto di arrivo, ma l’inizio di un processo continuo di monitoraggio e ottimizzazione. SEOZoom rende possibile controllare con precisione le performance del contenuto pubblicato, permettendo di identificare eventuali criticità e intervenire con miglioramenti mirati per mantenerlo rilevante nel tempo.
Ciò vale ancor di più se aggiungiamo i pillar alle Pagine Monitorate, funzione che rende possibile tracciare costantemente il posizionamento degli URL associati nelle SERP per le keyword target, dandoci informazioni tempestive per intervenire con eventuali correzioni, ad esempio ampliando o migliorando i testi oppure rafforzando i link interni verso cluster più pertinenti.
Un’altra caratteristica strategica sono i suggerimenti di ottimizzazione che ritroviamo anche nell’Assistente Editoriale, che analizza automaticamente il contenuto individuando eventuali problemi o aree poco efficaci, suggerendoci come perfezionare gli elementi di SEO on-page come i titoli, le meta description e l’uso delle keyword all’interno della pagina.
La revisione periodica dei contenuti collegati garantisce che la pillar page rimanga il centro nevralgico delle risorse, evitando che parti del sito restino isolate o non aggiornate.
Integrando poi l’analisi del comportamento degli utenti, ad esempio con Google Analytics, possiamo studiare il tempo di permanenza sulla pagina e il tasso di rimbalzo e impostare un piano d’azione: ad esempio, aggiungere un’infografica aggiornata o nuove statistiche potrebbe aumentare l’interesse degli utenti e migliorare l’esperienza complessiva.
Come sfruttare l’intelligenza artificiale per i pillar content
È ormai impossibile non menzionare gli strumenti di intelligenza artificiale generativa, quando si parla di copywriting e in generale di digitale, e non dovrebbe sorprenderci più di tanto sapere che l’AI può aiutarci anche a semplificare, accelerare e migliorare ogni fase del processo di creazione dei pillar content, dalla generazione di idee iniziali alla costruzione del contenuto e al fine-tuning per rispondere agli intenti di ricerca degli utenti.
Ciò vale ancor di più se pensiamo alla serie di tool AI-based di SEOZoom, che si integrano perfettamente nella creazione di pillar content e ci permettono di ottenere non solo testi ottimizzati, ma anche soluzioni strutturate per creare cluster tematici completi.
- Generazione di spunti iniziali
La fase di ideazione di un pillar content può essere impegnativa, specialmente quando si cerca una prospettiva unica o innovativa su un argomento ampio e competitivo. L’AI diventa un valido alleato per il brainstorming creativo, aiutando a identificare nuove angolazioni e argomenti correlati che potrebbero non emergere attraverso i metodi tradizionali.
Se abbiamo già visto come il Question Explorer di SEOZoom ci possa aiutare ad analizzare le query degli utenti e generare idee basate su questioni reali che il pubblico sta cercando, possiamo parallelamente ampliare questi input iniziali integrando dati SEO concreti. Con l’AI Writer, per esempio, troviamo una lista di heading e sottotitoli costruiti direttamente intorno agli intenti di ricerca prevalenti, così come usati dai competitor, accelerando il processo creativo e liberandoci dal tipico collo di bottiglia iniziale dovuto al blocco delle idee.
- Bozze strutturate per pillar page
Identificato il tema centrale, dobbiamo tradurlo in una struttura chiara e coerente, che rappresenti la spina dorsale dell’intero pillar content. Qui richiamiamo in causa l’AI Writer, capace di combinare dati SEO con l’intelligenza generativa per suggerire schemi strutturati e heading ottimizzati.
Ad esempio, impostando come keyword primaria alimentazione sostenibile e configurando keyword secondarie come “abitudini alimentari etiche”, “consumo di prodotti locali” e “impatto ambientale delle scelte alimentari”, l’AI Writer può generare una prima bozza di struttura per l’articolo, proponendo sezioni ben organizzate come:
- Cos’è l’alimentazione sostenibile e perché è importante.
- Benefici ambientali e sociali di una dieta etica.
- Cibi locali e stagionali: una scelta consapevole.
- Errori comuni da evitare nei cambiamenti alimentari.
- Risorse utili per iniziare il tuo percorso verso la sostenibilità.
Questo framework è solo un punto di partenza, ma soprattutto può essere personalizzato e affinato direttamente nell’interfaccia dello strumento, garantendo che ogni sezione risulti in linea con gli obiettivi del progetto editoriale.
Inoltre, il sistema permette di configurare il tono di voce del contenuto, adattandolo al pubblico target. Per un blog dedicato a un pubblico generalista, è possibile scegliere uno stile accessibile e colloquiale; per un pubblico professionale, lo strumento suggerirà un approccio più analitico e formale. Questo livello di personalizzazione consente di armonizzare le esigenze SEO con le aspettative del lettore, mantenendo coerenza tra i contenuti.
- Ottimizzazione semantica e ricerca di keyword
Per creare un pillar content efficace serve che il contenuto non solo copra un argomento ampio e completo, ma che sia anche ottimizzato semantica e tecnologicamente. La combinazione di AI e dati SEO avanzati di SEOZoom permette di raggiungere questo equilibrio in modo efficiente.
Proseguendo con AI Writer, la creazione di contenuti parte da una configurazione precisa delle keyword principali e secondarie, che diventano il fulcro dell’intero articolo. Lo strumento non si limita a inserirle nel testo, ma analizza il contesto semantico della query per garantire che ogni parola chiave sia rilevante rispetto all’intento di ricerca associato. Ad esempio, scrivendo un pillar content su “strategie di risparmio energetico”, l’AI Writer utilizzerà keyword correlate come “come tagliare i consumi in bolletta” o “elettrodomestici a basso consumo” in modo fluido e contestualizzato.
Un altro aspetto fondamentale è l’ottimizzazione della pertinenza semantica, dove ci supporta AI Assistant, in grado di suggerire modifiche specifiche che migliorano la coerenza e l’empatia del contenuto rispetto agli schemi di ricerca degli utenti e alle pagine già posizionate dai competitor. Ad esempio, se una delle query principali è “come monitorare i consumi energetici”, potrà proporre l’aggiunta di paragrafi dedicati e suggerire modifiche stilistiche che migliorino la chiarezza e il coinvolgimento.
Infine, l’AI semplifica anche la revisione del contenuto: ancora AI Assistant ci aiuta ad affinare il risultato, verificando leggibilità, scorrevolezza e utilità delle informazioni date, a cui va aggiunto il nostro tocco umano da copywriter per verificare che non ci siano errori tecnici o ripetizioni e che ogni sezione del contenuto risulti allineata alle migliori pratiche SEO.
Pillar: le best practice da seguire e gli errori da evitare
Un contenuto pilastro efficace nasce dall’equilibrio tra pianificazione strategica, attenzione al pubblico e adattabilità. Seguendo le best practice e apprendendo dagli errori più comuni, è possibile costruire contenuti che non solo rispondano pienamente alle esigenze degli utenti, ma che siano anche capaci di generare valore duraturo per il sito e per l’intera strategia SEO.
I consigli per creare contenuti pillar efficaci
Partiamo da una panoramica rapida delle best practice consolidate che possono servirci a ottenere il massimo di nostri pillar, e di conseguenza aumentare i risultati e la visibilità online del nostro progetto online.
- Definire un obiettivo chiaro per ogni contenuto pilastro
Ogni pillar content deve rispondere a una domanda precisa: quale esigenza del pubblico vogliamo soddisfare? Partire da un obiettivo ben definito aiuta non solo a tracciare il percorso da seguire, ma anche a mantenere la coerenza tematica e strategica dell’intero contenuto. Un pillar sulla “SEO per principianti”, ad esempio, può avere come obiettivo quello di guidare i lettori dai concetti base fino agli strumenti operativi, creando un percorso progressivo e logico.
- Pianificare una struttura chiara e facilmente navigabile
Una pillar page di successo non può apparire caotica o dispersiva. La struttura deve essere chiara, con sezioni ben definite e un indice che permetta agli utenti di accedere rapidamente alle informazioni desiderate. Questo non solo migliora l’esperienza del lettore, ma aiuta anche i motori di ricerca a scandire il contenuto e comprenderne la gerarchia. Utilizzare heading descrittivi e link interni ben posizionati è un elemento indispensabile per rendere il contenuto facilmente fruibile.
- Integrare i cluster con riferimenti diretti e pertinenti
Il vero punto di forza di un contenuto pilastro è la connessione ai cluster tematici. Ogni link verso contenuti secondari deve essere posizionato in modo strategico, guidando il lettore verso approfondimenti coerenti con il tema principale. Questo rafforza l’autorevolezza del sito e ne migliora il posizionamento complessivo nelle SERP. Ad esempio, una sezione dedicata alla “keyword research” potrebbe includere un collegamento a un cluster che spiega come usare tool specifici come Google Keyword Planner o SEOZoom.
- Ottimizzare il contenuto per evergreen e aggiornamenti periodici
I pillar content funzionano al meglio quando sono costruiti come contenuti evergreen, rilevanti nel tempo e aggiornabili con facilità. Pianificare revisioni regolari per integrare nuove informazioni, aggiornare statistiche o aggiungere riferimenti a trend emergenti è cruciale per mantenere il contenuto competitivo e utile agli utenti.
- Misurare le performance e adattarsi
Una volta online, un contenuto pilastro richiede un monitoraggio costante delle sue performance. Analizzare metriche come il traffico organico, il tempo di permanenza sulla pagina e la frequenza di rimbalzo permette di capire quanto il contenuto stia rispondendo alle aspettative e dove ci sia margine di miglioramento. Utilizzare strumenti di analisi come quelli di SEOZoom può accelerare questo processo, permettendo di intervenire in modo mirato.
Comuni errori da evitare con i pillar
Un po’ più numerosi sono gli errori comuni da cui stare alla larga nel processo di creazione e gestione dei pillar, in cui non possiamo lasciar spazio all’improvvisazione né alla superficialità!
- Scegliere un tema troppo ampio o troppo generico
Uno dei primi errori è affrontare un tema troppo vasto, che rende difficile la creazione di un contenuto coeso e ben strutturato. Ad esempio, un argomento come “marketing online” è troppo ampio per essere trattato in una singola pillar page, mentre un focus su “strategie di content marketing per PMI” permette di affrontare l’argomento in modo dettagliato e mirato. Attenzione: anche scegliere un tema troppo specifico potrebbe diventare un ostacolo, in quanto limita la possibilità di sviluppare cluster tematici, riducendo il valore strategico del contenuto.
- Non integrare una rete di link interni solida
Un contenuto pilastro non può vivere isolato. Se mancano collegamenti a cluster tematici o ad altre risorse interne, si perde l’opportunità di creare una gerarchia di contenuti interconnessa e di amplificare la rilevanza tematica agli occhi dei motori di ricerca.
- Sottovalutare l’importanza della user experience
Un’omissione frequente riguarda la scarsa attenzione alla leggibilità e alla navigabilità del contenuto. Blocchi di testo troppo lunghi, assenza di sottotitoli chiari o paragrafi mal organizzati penalizzano sia il lettore che il ranking sui motori di ricerca. Una user journey frustrante può portare all’abbandono della pagina e ridurre significativamente il tempo di permanenza sul sito.
- Concentrarsi solo sul testo, ignorando elementi visivi
In un’epoca dominata da contenuti multimediali, ignorare l’integrazione di immagini, grafici, video o infografiche è un errore strategico. Gli elementi visivi non solo migliorano l’esperienza del lettore, ma possono anche essere ottimizzati per apparire nei risultati di ricerca visiva, aumentando ulteriormente la portata del contenuto.
- Ignorare l’intento di ricerca degli utenti
Creare un contenuto senza prima capire cosa gli utenti cercano significa rischiare di produrre materiale irrilevante. Ignorare il search intent, ad esempio, può portare a un contenuto che offre informazioni troppo tecniche per un pubblico che cerca semplici risposte introduttive, o viceversa. Una corretta analisi delle query e delle esigenze di ricerca dovrebbe sempre guidare la stesura del contenuto.
- Non aggiornare il contenuto con regolarità
Un pilastro non aggiornato rischia di diventare obsoleto, influendo negativamente sull’esperienza dell’utente e sulla percezione di autorevolezza del sito. Dati superati, link non funzionanti o mancanza di riferimenti a sviluppi recenti rendono il contenuto meno utile sia per il lettore che per i motori di ricerca.
- Focalizzarsi troppo su keyword senza considerare la qualità del contenuto
L’eccessiva ottimizzazione delle keyword (con pratiche obsolete come il keyword stuffing, per intenderci) può compromettere la leggibilità e l’utilità del contenuto, riducendo l’interesse dell’utente. Le keyword devono essere utilizzate in modo naturale, integrandosi armoniosamente con il flusso del testo.
Le FAQ su pillar, pillar content e pillar page
Vista la complessità (e la delicatezza) del tema, è inevitabile che la pillar strategy tenda a suscitare interrogativi specifici e dettagliati, soprattutto quando si valuta come implementarla in modo efficace. Di seguito, abbiamo raccolto alcune delle domande più frequenti su pillar content e pillar page, cercando di offrire risposte chiare e pratiche, utili sia per chi muove i primi passi sia per chi vuole ottimizzare i propri contenuti pilastro. Queste FAQ rappresentano un punto di riferimento per chiarire dubbi ricorrenti e ampliare la comprensione degli aspetti operativi e strategici di questa tecnica.
- Che cos’è un pillar in ambito digitale?
Un pillar indica un contenuto centrale e strategico di un sito web, che funge da “colonna portante” per una determinata tematica. È l’elemento primario attorno al quale vengono organizzati e sviluppati contenuti secondari correlati (cluster), creando così una struttura coerente e interconnessa che facilita sia la navigazione degli utenti sia la comprensione tematica da parte dei motori di ricerca.
- Che cos’è un pillar content?
Un pillar content è l’approccio strategico alla creazione di contenuti, finalizzato a costruire un sistema tematico organico e interconnesso. Si tratta di un contenuto che racchiude tutte le informazioni principali su un argomento ampio, lasciando che i dettagli specifici vengano esplorati attraverso cluster tematici collegati. È il cuore di una strategia SEO che punta a coprire l’intero spettro delle ricerche degli utenti su un determinato tema.
- Che cos’è un pillar article?
Un pillar article è un contenuto pilastro realizzato sotto forma di articolo lungo, dettagliato e organizzato, progettato per rispondere in modo completo e autorevole a un argomento centrale. Gli articoli pillar vengono spesso utilizzati nei blog aziendali o di settore per generare traffico organico sostenibile, attirare link e migliorare l’autorevolezza del sito.
- Che cos’è una pillar page?
Una pillar page è una pagina web che ospita e organizza un contenuto pilastro, fungendo da hub centrale per i cluster tematici. La sua funzione è quella di offrire una panoramica esaustiva su un argomento, collegando sotto-tematiche correlate tramite link interni. Le pillar page sono pensate per guidare sia gli utenti sia i motori di ricerca, rendendo la struttura del sito chiara e navigabile.
- Che cos’è la pillar strategy?
La pillar strategy è un metodo di organizzazione e creazione di contenuti che si basa su un sistema di pillar e cluster. La strategia consiste nel costruire contenuti centrali (pillar) in grado di coprire temi ampi e collegarli a contenuti secondari più specifici (cluster). L’obiettivo è ottimizzare la gerarchia dei contenuti e aumentare l’autorevolezza tematica del sito per migliorare posizionamenti e traffico organico.
- A quali siti servono i pillar content?
I pillar content sono utili a qualsiasi sito che necessiti di una strategia di content marketing ben strutturata. Da blog informativi a portali aziendali, fino agli e-commerce che devono educare il pubblico su prodotti o servizi complessi. In particolare, sono essenziali per siti che puntano a costruire una reputazione autorevole online e a generare traffico costante nel tempo.
- I contenuti pilastro funzionano anche in settori di nicchia?
Assolutamente sì. Nei settori e nei blog di nicchia, i content pillar giocano un ruolo cruciale per attrarre un pubblico specifico con domande mirate e approfondite. Anzi, in questi contesti possono dimostrarsi ancora più efficaci, perché si rivolgono a un gruppo ben definito di utenti, con minor concorrenza rispetto ai temi più generalisti.
- Quanto deve essere lunga una pillar page?
La lunghezza ideale di una pillar page dipende dalla complessità dell’argomento trattato, ma generalmente si consiglia di scrivere contenuti tra le 2.000 e le 3.000 parole. Questo range consente di coprire in modo esaustivo il tema centrale senza risultare dispersivi, lasciando ulteriori dettagli ai cluster tematici.
- Quanto deve essere un articolo pillar?
Un articolo pillar, essendo parte di una strategia più ampia, può avere una lunghezza variabile in base al focus specifico. Tuttavia, per attrarre traffico organico e posizionarsi autorevolmente, dovrebbe essere compreso tra 1.500 e 2.500 parole, organizzando bene i paragrafi e ottimizzando la chiarezza espositiva. Come sempre, i “word count” valgono come indicazione assolutamente generica e non hanno alcuna correlazione con l’effettivo posizionamento o con l’utilità del contenuto.
- Quanto deve essere lungo un pillar content?
Un pillar content può arrivare fino a 3.500 parole o più, soprattutto se si tratta di una guida completa o di un approfondimento molto ricco. L’importante è che sia strutturato per evitare dispersione, con una gerarchia chiara che guidi il lettore attraverso le informazioni essenziali.
- Come collegare una pillar page ai cluster?
I cluster devono essere collegati al pillar tramite link interni strategici, utilizzando anchor text descrittivi che riflettano l’intento della query di ricerca. Ad esempio, in un pillar sulla “SEO per principianti”, un cluster potrebbe essere “come analizzare le keyword”, con un link interno che guida il lettore verso l’approfondimento. I collegamenti devono essere reciproci: i cluster devono rimandare al pillar e viceversa, creando una rete di contenuti interconnessi.
- Quali sono gli strumenti migliori per pianificare i content pillar?
Strumenti come SEOZoom, Google Keyword Planner e Answer the Public sono essenziali per pianificare i content pillar. SEOZoom, in particolare, offre tool avanzati come il Question Explorer e il Content Gap, che aiutano a identificare query rilevanti, lacune tematiche e opportunità strategiche per costruire pillar content realmente performanti.
- SEOZoom è utile per pianificare un cluster?
Assolutamente sì. SEOZoom è progettato per analizzare gli intenti di ricerca, individuare cluster tematici e pianificare una struttura di contenuti interconnessi in modo efficace. Con strumenti come l’AI Writer, il Question Explorer e il Content Gap, SEOZoom supporta ogni fase della creazione e ottimizzazione di un cluster, garantendo una pianificazione basata su dati concreti e tendenze emergenti.