ChatGPT, SEOZoom e competenze per un piano editoriale perfetto

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Un mix di ChatGPT, SEOZoom e competenza strategica: questa è la “formula magica” per creare un piano editoriale perfetto secondo Laura Copelli, SEO Specialist, che nel corso del suo webinar di SEOZoom ha fornito i suoi preziosi suggerimenti su come trovare nuove idee per il piano editoriale di un blog già molto popolato. E quindi, spazio all’Intelligenza Artificiale, affiancata da un uso mirato di SEOZoom ma sempre con gli occhi ben aperti del professionista, che deve guidare ogni fase di questo processo.

I consigli per un piano editoriale perfetto

Ogni piano editoriale, per qualsiasi tipologia di sito, necessita di strategia e di una differenziazione degli obiettivi; non meno importanti sono la gestione coerente della pianificazione e della calendarizzazione dei contenuti, la creatività costante e le capacità analitiche per adattare la strategia in base ai risultati ottenuti.

Guarda il webinar di Laura Copelli

Spunti preziosi per trovare nuove idee per gestire il piano editoriale del tuo blog o per iniziare una nuova attività
Webinar

E poi c’è un’altra sfida: riuscire a trovare sempre nuove idee per i contenuti, soprattutto quando siamo impegnati nella ricerca di argomenti per un blog di nicchia.

È da qui che partono le considerazioni di Laura Copelli, SEO Specialist e Digital Strategist dalle competenze diversificate nel campo della “creatività” – da illustratrice a art director, a web designer, poi direttore creativo e infine SEO Specialist – e lunga esperienza nella formazione, con 18 anni di corsi in scuole di design e aziende. In questo percorso ha sviluppato competenze tecniche, strategiche e contenutistiche e oggi collabora con un team di 12 professionisti grazie ai quali può affrontare strategie complesse su più clienti.

Forte di questa esperienza anche quotidiana, Copelli suggerisce vari modi per sfruttare le potenzialità dell’AI generativa, uno strumento potente che va usato con consapevolezza per inserirlo nella cassetta degli attrezzi di copywriter e content manager. Se infatti già sappiamo come usare l’Intelligenza Artificiale per scrivere testi, la SEO specialist ci offre interessanti prospettive per rendere il lavoro di pianificazione editoriale più snello, più veloce, più agile e per concentrarsi esclusivamente sulla scrittura, delegando appunto all’AI alcuni compiti “noiosi” e ripetitivi che rischiano di sottrarre tempo prezioso.

Nuove idee per il piano editoriale

Il webinar di Laura Copelli è dedicato in maniera specifica a professionisti che hanno “ereditato” un blog monotematico esistente e corposo, con molti articoli (80/100), e che sono quindi alle prese con il problema più comune in queste situazioni: esplodere l’argomento centrale in tantissimi contenuti, che può diventare un compito faticoso, soprattutto dopo i primi 30/50 articoli.

Come creatori di contenuti dobbiamo identificare e sfruttare ogni intento di ricerca, per diventare autorevoli agli occhi di Google e degli utenti. Il punto di partenza potrebbe essere quello di analizzare e catalogare i contenuti già esistenti, in modo da essere certi di non creare duplicati, per poi procedere a interventi più diretti per scoprire cosa manca, trovando spunti dai competitor, dalle domande dei pannelli People Also Ask e dai dati forniti dai tool di SEOZoom.

In tal senso, abbiamo sei strade per creare un piano editoriale in maniera efficace usando sapientemente l’Intelligenza Artificiale Generativa (e gli strumenti di SEOZoom):

  1. Trovare nuove idee partendo dagli articoli esistenti.
  2. Trovare nuove idee con SEOZoom e le domande frequenti.
  3. Trovare nuove idee partendo dalle esigenze degli utenti.
  4. Trovare nuove idee con SEOZoom.
  5. Trovare nuove idee analizzando i competitor online.
  6. Trovare nuove idee caricando un pdf su ChatGPT.

L’esempio concreto: utilizzi pratici di ChatGPT per categorizzare gli articoli del blog

L’esperta ha quindi proposto un caso pratico per mostrare l’utilizzo (e l’utilità) di ChatGPT per generare in modo automatico e assistito i titoli e le descrizioni degli articoli, facilitando il processo di organizzazione e strutturazione dei contenuti.

In questo modo, l’AI aiuta a creare una tabella contenente i titoli e le descrizioni degli articoli in modo ordinato e coerente, ottimizzando il lavoro di redazione e migliorando l’efficienza nella gestione del piano editoriale del blog.

Ecco alcuni passaggi e consigli su come utilizzare ChatGPT per questa attività:

  1. Raccolta dei titoli e delle descrizioni degli articoli. Prima di utilizzare ChatGPT, raccogliere tutti i titoli e le brevi descrizioni degli articoli del blog che desideriamo organizzare in una tabella, assicurandoci che siano chiari, concisi e pertinenti.
  2. Definizione della struttura della tabella. Decidire quali colonne includere nella tabella per organizzare i titoli e le descrizioni degli articoli – le basilari sono l’URL, il titolo dell’articolo e la breve descrizione.
  3. Interazione con ChatGPT. Utilizzae ChatGPT per generare il testo della tabella in base ai titoli e alle descrizioni degli articoli forniti: possiamo inserire un prompt chiaro e dettagliato per guidare ChatGPT nella creazione della tabella desiderata.
  4. Revisione e ottimizzazione. Dopo aver ottenuto il testo generato da ChatGPT, revisionare attentamente la tabella per verificare la correttezza e la coerenza delle informazioni; eventualmente, apporta modifiche o integrazioni per migliorare la qualità del risultato.
  5. Consigli per ottenere risultati migliori:
    1. Fornire un prompt dettagliato e specifico per guidare ChatGPT nella generazione della tabella.
    2. Utilizzare frasi chiare e concise nei titoli e nelle descrizioni degli articoli per facilitare la comprensione da parte di ChatGPT.
    3. Se necessario, suddividere il compito in più prompt più piccoli per gestire meglio la complessità dell’attività.

Gli spunti dal webinar di Laura Copelli

Scrivere con AI: ChatGPT vs. SEOZoom

La seconda parte del webinar si concentra in maniera più analitica alla fase pratica di creazione dei contenuti per il blog, affidando la generazione del testo all’Intelligenza Artificiale per poi intervenire con le necessarie revisioni e modifiche da parte del professionista.

Secondo Copelli, infatti, nessuno meglio del copy “può trasformare un testo scritto dall’intelligenza artificiale in un articolo coinvolgente, empatico, emozionale, in cui ci sia reale valore, in cui l’utente trovi davvero la soluzione ai suoi problemi”. Anche perché il rovescio della medaglia, e il rischio da evitare, è produrre e pubblicare “un articolo che non viene letto fino alla fine e che non piace, spingendo l’utente ad abbandonarlo e inducendo Google a considerarlo di bassa qualità“.

Basta invece un po’ di esercizio per riuscire a creare un contenuto completo e informativo, che copra le keyword specifiche e gli argomenti correlati legati al topic principale, soddisfacendo le esigenze degli utenti e migliorando il posizionamento sui motori di ricerca.

Il tutto cercando sempre di sfruttare al massimo gli strumenti a disposizione, consapevoli anche dei limiti dell’AI e dei potenziali vantaggi in ottica SEO che derivano dall’utilizzo degli strumenti AI di SEOZoom. Laura Copelli ha infatti mostrato le differenze tra un articolo generato con l’AI Writer di SEOZoom e uno generato direttamente con ChatGPT, soprattutto in termini di soddisfazione del search intent e di “comprensione” del topic, e questi sono i punti centrali della sua esperienza:

  1. Considerazione dell’intento di ricerca. SEOZoom, tramite il suo Assistente Editoriale, scrive considerando l’intento di ricerca dell’utente: questo significa che il contenuto generato tiene conto delle esigenze specifiche degli utenti e mira a fornire informazioni pertinenti e utili.
  2. Minor ridondanza. L’Assistente Editoriale di SEOZoom tende a scrivere con meno ridondanze rispetto a ChatGPT; questo può contribuire a una maggiore chiarezza e coerenza nel contenuto prodotto.
  3. Suggerimento di concetti coerenti. SEOZoom suggerisce concetti coerenti anche se non richiesti; questo significa che l’Assistente Editoriale è in grado di generare contenuti che mantengono una coerenza tematica anche oltre le richieste specifiche dell’utente.
  4. Analisi e categorizzazione delle keyword. SEOZoom è in grado di analizzare e categorizzare le keyword fornite, suggerendone altre sullo stesso topic. Questa funzionalità può essere estremamente utile per ottimizzare il contenuto in base alle keyword rilevanti per il posizionamento sui motori di ricerca.
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Approfondisci tutti i temi e crea il piano editoriale con ChatGPT e SEOZoom

In sintesi, l’Assistente Editoriale di SEOZoom offre vantaggi come la considerazione dell’intento di ricerca, la minor ridondanza nel testo, il suggerimento di concetti coerenti e l’analisi delle keyword rispetto a un “semplice” ChatGPT, che invece scrive seguendo fedelmente il prompt, produce varie ridondanze e non sembra offrire reale valore lato utente.

I trucchi per un piano editoriale perfetto: l’intervista a Laura Copelli

Laura Copelli ci ha fornito anche altre considerazioni e suggerimenti “extra” per rendere efficace il piano editoriale (e per usare consapevolmente e strategicamente l’AI).

Ecco le risposte all’intervista che le abbiamo proposto.

  1. Come si può ottimizzare il processo di categorizzazione dei contenuti esistenti su un blog per migliorare la strategia SEO e come ChatGPT può assistere in questo processo?

Per poter portare avanti una strategia di contenuti occorre tenere traccia di tutti gli articoli che si pubblicano. Questo consente di individuare tutti i possibili intenti di ricerca che girano intorno al brand per cui state scrivendo, senza dimenticarne nessuno.

Se non sappiamo come aprire un blog, possiamo iniziare a pensare già ad una categorizzazione, tuttavia io preferisco inizialmente pubblicare senza organizzare gli articoli in categorie, che preferisco andare a creare dopo 3/6 mesi, quindi dopo 12/24 articoli scritti e pubblicati. A quel punto ha senso organizzarli e suddividerli.

Questo perché trovo poco bello che in una categoria ci sia ad esempio solo 1 articolo pubblicato. Inoltre le categorie possono variare a mano a mano che si scrive, possono trasformarsi, anche a seconda dei contenuti che si posizionano meglio. Infatti trovo che una content strategy si adatti a seconda dei risultati che raggiunge. Per questo preferisco creare le categorie solo dopo aver compreso l’andamento del blog.

Clusterizzare gli articoli significa distribuire i contenuti, quindi avere un blog equilibrato tra tutti i vari macro argomenti. In questo modo è più semplice organizzare anche le keyword che vogliamo posizionare.

Se invece il blog lo ereditiamo sarà fondamentale organizzare per cluster gli articoli esistenti, per comprendere meglio i macro argomenti esplosi e quelli che hanno bisogno di nuovi contenuti.

ChatGPT è uno strumento molto comodo per la clusterizzazione.

Ma per poter avere tutti i titoli e le descrizioni di ogni articolo ChatGPT non è adatto, perché non segue le paginazioni dei blog e non riporta tutti gli articoli. Inoltre fatica a riportare tutti gli articoli, se ne perde sempre qualcuno.

Per questa prima analisi ScreamingFrog è l’ideale. Una volta aperto l’excel restituito da ScreamingFrog con titolo e descrizione di ogni articolo si può procedere con ChatGPT.

Sconsiglio di incollare più di 10 titoli e descrizioni per prompt: ChatGPT non crea tabelle più lunghe di 10 righe. O meglio, chiede ogni volta se deve continuare a farne altre, ma se convertite in pdf l’excel ecco che ChatGPT lavora meglio.

Serve comunque sempre un controllo umano.

Le tabelle che ChatGPT restituisce sono comode, perché selezionabili e incollabili su excel. Potete chiedere di organizzare i vari articoli in cluster e sarà interessante vedere quanti ne crea e come li chiama.

  1. Qual è il metodo più efficace per generare nuove idee di contenuto con ChatGPT? Potresti fornire un esempio di prompt che hai trovato particolarmente efficace?

ChatGPT è comodo per fare brainstorming: è neutrale e non è focalizzato come lo siamo noi quando cerchiamo ispirazione. Siamo sempre troppo focalizzati sul brand, o sulle keyword che vogliamo raggiungere, o sui servizi e prodotti. È come se avessimo i paraocchi, abbiamo la testa immobilizzata e guardiamo solo il puntino di fronte a noi, perché vogliamo fare centro.

ChatGPT non guarda un unico punto e restituisce tutti gli argomenti che girano intorno al prompt che gli abbiamo fornito. Perciò gli argomenti che regala sono pertinenti ma molto più ampi, e questo “distrugge” i nostri paraocchi e ci “costringe” a girare la testa.

Per fornire nuove idee possiamo chiedergli di:

  • Partire dagli articoli esistenti, clusterizzarli e dirci cosa manca
  • Partire dai competitor, fornirgli delle URL e chiedergli argomenti non ancora trattati
  • Basandosi sull’argomento che gli descrivo, posso chiedergli di trovare le domande degli utenti

Ricordo che un prompt non può avere solo la richiesta, ma ha bisogno di un contesto, di eventuali esempi e di un invito al completamento. Un prompt può essere molto lungo, infatti meglio si spiega il contesto e meglio si descrive l’esigenza e più preciso sarà l’output che ChatGPT restituirà.

Consiglio di creare in ChatGPT 4 dei GPTs ad hoc – io ad esempio ho creato un GPTs da SEO Specialist e uno da SEO copywriter. Questo consente di partire da un contesto molto specifico e preciso senza doverlo ogni volta riportare.

Di seguito inserirò solo le richieste di qualche prompt.

  • Partendo da un excel con tutti gli articoli del blog già pubblicati chiedo a ChatGPT:

Rispetto a tutti gli articoli che trovi in questo pdf e tenendo conto dei cluster, suggeriscimi nuovi titoli per nuovi articoli. Organizzali in una tabella.”.

Oppure posso chiedergli di individuare articoli troppo simili:

Da questo excel che ti carico dimmi se ci sono articoli troppo simili tra di loro e perché

  • Prompt per analizzare i competitor

Cerco in SERP la parola chiave che mi interessa. Dalla SERP apro le prime 10 pagine che si posizionano. Poi a ChatGPT chiedo: “Leggi il contenuto della seguente pagina:

https://www.ingigni.com/blog/differenza-marchio-marca/

Poi crea una tabella con le seguenti colonne:

  • titolo H1
  • link della pagina
  • breve descrizione
  • keyword più importanti (5)

ChatGPT prepara la tabella. Faccio la stessa cosa con le altre URL. Nella stessa chat, dopo le 10 tabelle, chiedo:

Ora, tenendo conto dell’analisi delle URL che hai fatto e che devo scrivere un articolo sull’argomento [pippo] e posizionare la keyword [pluto], dimmi quali concetti e in formazioni mancano e che posso aggiungere nel mio articolo.

Prepara una tabella con le seguenti colonne:

  • titolo proposto
  • concetti che mancano
  • keyword sulle quali basare il contenuto”
  • Prompt per trovare le domande degli utenti

Sull’argomento [pippo] individua le domande degli utenti”.

O ancora meglio:

Sull’argomento [pippo] quali sono le esigenze che potrebbero avere gli utenti? Organizza una tabella con:

  • colonna esigenza
  • colonna soluzione del brand

 

  1. Come si integra l’utilizzo di SEOZoom con ChatGPT per identificare gap di contenuto e opportunità SEO basate su domande frequenti?

ChatGPT non è uno strumento SEO, perciò non è in grado di fornire dati importanti per un SEO Specialist, come i volumi di traffico, la competizione del settore, le correlate, la stagionalità e molto altro.

Quindi preferisco usare SEOZoom per trovare le domande degli utenti, che trovo molto più precise, numerose e verticali sulla keyword che mi interessa, e solo dopo usare ChatGPT per clusterizzarle o organizzarle.

  1. In che modo l’analisi dei competitor può influenzare la generazione di idee di contenuto e come possono ChatGPT e SEOZoom facilitare questo processo?

L’analisi dei competitor ci consente di avere un riferimento da superare, o da imitare, o da escludere.

Sapere chi compete con noi è fondamentale per dosare effort e calcolare tempi e risorse.

Ma ChatGPT fatica ad analizzare una SERP: restituisce poche URL e non sempre pertinenti.

SEOZoom invece ha un tool verticale su questo, è preciso, analizza la SERP interamente, restituisce dati come la posizione nelle varie feature in cui trova il dominio, individua l’intento di ricerca e altri dati interessanti come traffico stimato e stagionalità.

Tutte informazioni che ChatGPT non ha.

Anche l’analisi verticale di una pagina è troppo generica con ChatGPT, mentre SEOZoom restituisce moltissimi dati fondamentali.

Quindi sull’analisi dei competitor ChatGPT non è uno strumento che utilizzo.

  1. Qual è il tuo approccio nel trovare un equilibrio tra creatività umana e assistenza dell’intelligenza artificiale nella definizione di una strategia editoriale? Come si assicura che il contenuto mantenga una voce autentica e coinvolgente?

Nel mio team di 12 persone che collabora quasi quotidianamente con me ho 6 copywriter che stimo, formo e coccolo.

Li ho quasi obbligati ad utilizzare ChatGPT, li ho portati ai corsi di formazione, li spingo a sperimentare e condividere con gli altri le scoperte che fanno.

Ma fin dall’inizio ho assicurato loro che i miei compensi non sarebbero diminuiti, e che per me il loro supporto sarebbe rimasto fondamentale.

I testi che restituisce ChatGPT sono piatti come una palla da biliardo.

Solo un copywriter può trasformarli e renderli accattivanti, empatici, interessanti e piacevoli da leggere fino in fondo.

Quando si chiede a ChatGPT di creare un testo accattivante il risultato è troppo fantasioso, esagerato, marcato. Non c’è misura, non ci sono sfumature.

Non riesce a dosare bene neanche il tono di voce. È più facile dargli dei testi e fargli adottare il tono di voce che evince, ma anche così non saprà mai imitare la scrittura di un bravo copywriter.

Io stessa non potrei mai delegare la scrittura dei miei post su Linkedin: i miei follower seguono me, i miei pensieri, il mio metodo, il mio tono di voce.

ChatGPT può aiutarmi a trovare nuove idee, nuovi punti di vista, ma poi la stesura del contenuto spetta solo a me.

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