Piano editoriale: cos’è e come si prepara, con esempi e consigli

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Rappresenta l’ossatura del sito, una sorta di roadmap dettagliata che definisce cosa, quando, come e dove pubblicare, con l’obiettivo di raggiungere specifici obiettivi di comunicazione e marketing. Un piano editoriale è un elemento essenziale per cercare di avere successo online e imparare a realizzare un PED efficace è un’attività preventiva fondamentale per qualsiasi tipo di progetto online. La pianificazione è tutto, in ambito digitale, perché senza una strategia ben definita anche i contenuti migliori rischiano di perdersi e restare nascosti. Andiamo quindi a esplorare in profondità cosa è un piano editoriale, a cosa serve e come realizzarlo utilizzando strumenti, modelli e template: non solo per migliorare la SEO, ma anche per ottimizzare la presenza sui social media e altre piattaforme digitali.

Che cos’è un piano editoriale

Il piano editoriale è una strategia organizzativa che definisce cosa, quando e come pubblicare contenuti su diverse piattaforme mediatiche. Aiuta da un lato a mantenere coerenza e qualità nei contenuti prodotti, pianificando la pubblicazione di articoli, post sui social media, newsletter e altri materiali informativi, e dall’altro permette di allineare la produzione di tali contenuti agli obiettivi di business e alle esigenze del pubblico target.

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È molto più di un semplice calendario di pubblicazione: è la risorsa che costruisce e ufficializza su base temporale la programmazione contenutistica ed economica di un editore di qualsiasi tipo, dal Web ai social alla carta stampata, stabilendo quindi gli articoli da scrivere e pubblicare (quello che più specificamente è il calendario editoriale), con una previsione sul traffico che possono generare.

Si tratta pertanto di un documento strategico che guida l’intero processo di creazione dei contenuti, dalla fase di ideazione fino alla distribuzione e alla misurazione dei risultati. Ancora più nello specifico, dunque, il piano editoriale di un sito web (ma anche di un blog, di una testata giornalistica o di un profilo social) contiene la strategia che intendiamo seguire nella pianificazione di contenuti per qualsiasi attività che preveda, appunto, la produzione di testi e articoli per raggiungere un determinato target e di un certo obiettivo, che siano quantitativamente e qualitativamente misurabili, trasformando la presenza online in uno strumento di marketing.

Un buon piano editoriale include una panoramica dettagliata dei temi da trattare, delle tempistiche di pubblicazione e dei canali di distribuzione. La sua struttura può variare a seconda delle esigenze specifiche, ma in generale dovrebbe includere elementi come obiettivi di marketing, analisi del pubblico, ricerca delle parole chiave, calendario editoriale, pubblico di riferimento e metriche di performance.

L’uso di strumenti digitali e software di gestione dei progetti può facilitare notevolmente la creazione e la gestione di un piano editoriale, rendendo il processo più efficiente e meno soggetto a errori.

A cosa serve un piano editoriale

Il piano editoriale è quindi uno strumento cruciale per la gestione strategica dei contenuti in qualsiasi contesto comunicativo, sia esso aziendale, giornalistico o di marketing digitale. Anche per questo motivo, serve a molteplici scopi, tutti fondamentali per il successo di una strategia di content marketing.

Innanzitutto, aiuta a pianificare e organizzare la produzione di contenuti in modo strategico. Questo significa che ogni contenuto prodotto è parte di una visione più ampia e contribuisce a raggiungere obiettivi specifici, come aumentare il traffico al sito web, migliorare il posizionamento sui motori di ricerca, o incrementare l’engagement sui social media.

Inoltre, un piano editoriale facilita la coerenza e la qualità dei contenuti. Quando si lavora senza un piano, è facile perdere di vista la linea editoriale e finire per pubblicare contenuti disorganizzati e incoerenti. Un piano editoriale ben strutturato aiuta a mantenere una voce e un tono uniformi, che sono cruciali per costruire e mantenere la fiducia del pubblico.

Un altro vantaggio significativo è la gestione delle risorse. Con un piano editoriale, è possibile allocare in modo più efficiente tempo, budget e personale. Questo è particolarmente importante per le piccole e medie imprese, che spesso hanno risorse limitate. Infine, un piano editoriale permette di misurare i risultati e di adattare la strategia in base ai dati raccolti. Questo ciclo di feedback continuo è essenziale per migliorare costantemente la qualità e l’efficacia dei contenuti prodotti.

Che cos’è la linea editoriale e perché serve

In questo contesto è opportuno dedicare una piccola parentesi anche alla linea editoriale, che sottosta a qualsiasi piano editoriale efficace. Mentre la linea editoriale definisce cosa dire e come dirlo, infatti, il piano editoriale stabilisce quando e dove dirlo, integrandosi perfettamente.

Possiamo definire la linea editoriale come l’insieme delle linee guida, dei principi e delle direttive che definiscono il tono, lo stile, i temi e i valori di un progetto editoriale. In altre parole, la linea editoriale stabilisce l’identità e la voce di un brand o di una pubblicazione, determinando come i contenuti devono essere presentati e quali messaggi devono trasmettere. Questo concetto è fondamentale per mantenere coerenza e uniformità nei contenuti prodotti, assicurando che rispecchino sempre l’immagine e i valori del brand.

In un contesto in cui l’informazione è sovrabbondante, la linea editoriale diventa non solo un elemento distintivo, ma un vero e proprio strumento strategico che determina il successo o il fallimento di una pubblicazione.

Innanzitutto, come detto, serve a definire l’identità del brand: se impostiamo una chiara e coerente linea editoriale, stabiliamo e comunichiamo efficacemente i valori, la missione e la visione dell’azienda. Questo non solo aiuta a creare una connessione autentica con il pubblico, ma facilita anche il riconoscimento e la fedeltà da parte dei lettori. Senza una direzione chiara, il rischio è di disperdere energie in contenuti incoerenti che confondono più che informare.

In secondo luogo, una solida linea editoriale guida la produzione dei contenuti: stabilendo temi, toni e stili precisi evitiamo la dispersione creativa e ci assicuriamo che ogni pezzo prodotto sia in linea con gli obiettivi aziendali. Questo è particolarmente cruciale in ambienti competitivi, dove ogni minuto conta e dove l’efficienza nella creazione dei contenuti può fare la differenza tra l’essere leader di mercato o rimanere nell’ombra.

Ma non finisce qui. La linea editoriale gioca un ruolo fondamentale anche nel mantenimento della coerenza nel tempo, supportando la necessità di rispondere adeguatamente alle continue evoluzioni e trasformazioni di informazioni e tendenze grazie a una guida stabile, che non faccia perdere di vista gli obiettivi principali. Questo crea un filo conduttore che attraversa tutte le pubblicazioni, rendendo ogni articolo parte di un quadro più ampio e significativo.

Inoltre, una chiara linea editoriale facilita il lavoro di team eterogenei: quando tutti i membri del team conoscono le linee guida editoriali, collaborare diventa più semplice ed efficace, perché ognuno sa esattamente cosa ci si aspetta dal suo lavoro, riducendo al minimo incomprensioni e ritardi. Questo porta a una maggiore produttività e qualità dei contenuti finali.

Infine, ma non meno importante, la linea editoriale serve anche come filtro per evitare errori imbarazzanti o dannosi per l’immagine del brand: con linee guida chiare su ciò che è accettabile o meno pubblicare, si riducono notevolmente i rischi di controversie o backlash da parte del pubblico.

Quali sono gli obiettivi di un piano editoriale

Appare forse scontato dire che l’obiettivo ultimo di qualsiasi attività online è sempre quello di aumentare le visite e convertire, e di sicuro anche questo strumento va nella stessa direzione. Qualunque sia la strategia che portiamo avanti, una pianificazione corretta ci consente di ottenere i risultati sperati, ricordando sempre di individuare dei target “step by step” che permettano di raggiungere delle conversioni “step by step”.

La pianificazione editoriale e non solo inizia da una classica analisi SWOT, che ci aiuta a individuare il profilo del nostro brand, azienda o prodotto, e in particolare i suoi punti di forza e di debolezza, le caratteristiche esclusive, i principali competitor, e poi ancora di evidenziare il core business e i valori aziendali che sarebbe necessario comunicare. Sempre in fase preventiva, è bene anche nel campo digitale prestare attenzione ai messaggi da diffondere, al tone of voice “di base” e al target da raggiungere per stabilire gli argomenti da trattare.

Al centro della strategia di buoni piani editoriali, poi, non può mancare l’analisi del pubblico di riferimento del progetto, che in fin dei conti rappresenta il fattore decisivo del successo. Lo dicevamo anche nell’articolo sulle idee per gli articoli: scrivere bene significa anche e soprattutto intercettare l’interesse e l’attenzione del pubblico (e dei motori di ricerca).

E quindi, un piano editoriale ben strutturato è uno strumento che ci permette di comunicare in modo efficace e strategico con il nostro pubblico. I suoi obiettivi sono molteplici e variegati, ma tutti convergono verso il raggiungimento di una comunicazione coerente, mirata e di impatto. Possiamo in particolare individuare questi scopi principali:

  1. Definire una strategia chiara

Il primo obiettivo di un piano editoriale è stabilire una strategia chiara. Questo significa identificare i temi principali da trattare, i messaggi chiave da veicolare e gli obiettivi specifici che si desidera raggiungere. Una strategia ben definita permette di mantenere coerenza e continuità nella comunicazione, evitando dispersioni e incoerenze che potrebbero confondere il pubblico.

  1. Pianificare i contenuti nel tempo

La pianificazione temporale dei contenuti è un altro obiettivo cruciale. Un calendario editoriale ben delineato consente di distribuire i vari argomenti in modo equilibrato nel corso del tempo, tenendo conto di eventi, stagionalità e scadenze specifiche. Questo garantisce una presenza costante e rilevante sui vari canali di comunicazione.

  1. Coinvolgere il pubblico target

Conoscere e coinvolgere il proprio pubblico target è fondamentale. Il piano editoriale deve essere studiato per rispondere alle esigenze, agli interessi e alle aspettative del pubblico a cui ci si rivolge. Creare contenuti rilevanti e utili aumenta l’engagement e la fidelizzazione degli utenti, trasformandoli in lettori assidui e potenziali clienti.

  1. Ottimizzare la distribuzione dei contenuti

Un altro obiettivo importante è ottimizzare la distribuzione dei contenuti sui diversi canali disponibili – social media, blog aziendale, newsletter e così via. – in modo da massimizzare la visibilità e l’impatto del messaggio. Ogni piattaforma ha le sue peculiarità e richiede un approccio specifico per raggiungere il massimo risultato.

  1. Monitorare e analizzare i risultati

Infine, un buon piano editoriale prevede anche il costante monitoraggio delle performance dei contenuti pubblicati. Analizzare le metriche di rendimento consente di capire cosa funziona meglio e cosa invece necessita di miglioramenti, permettendo così un continuo affinamento della strategia editoriale.

Perché è importante creare un piano editoriale

Da quanto scritto dovremmo iniziare a intuire qual è il valore concreto di un piano editoriale, uno strumento necessario per avere una visione chiara e strutturata delle nostre attività editoriali.

Senza un piano ben delineato, rischiamo di preparare e pubblicare materiali scollegati tra loro, che non supportano adeguatamente la strategia complessiva dell’organizzazione.

Volendo sintetizzare, allora, i vantaggi di un piano editoriale ben strutturato sono:

  • Chiarezza. Prima di tutto, il piano editoriale fornisce una direzione chiara. La struttura tipica di questo documento include infatti diverse componenti chiave: l’analisi del target di riferimento, la definizione degli obiettivi (sia quantitativi che qualitativi), la selezione dei temi da trattare, il calendario delle pubblicazioni e la scelta dei canali di distribuzione. Ogni dettaglio serve a garantire che tutte le componenti contribuiscano al successo complessivo della strategia.
  • Coerenza. Un buon piano editoriale assicura che ogni contenuto sia allineato con i messaggi chiave dell’azienda o del progetto e che contribuisca al raggiungimento degli obiettivi prefissati, creando una narrazione coerente e potente.. Garantisce quindi una comunicazione uniforme e coerente con l’identità del brand. Un’organizzazione senza un piano chiaro rischia di disperdere energie e risorse in contenuti scollegati tra loro, perdendo coerenza nel messaggio.
  • Organizzazione. Il piano editoriale permette una pianificazione efficace per la produzione di contenuti, necessaria a ogni progetto di successo. In questo modo è possibile stabilire scadenze realistiche e assegnare compiti specifici ai membri del team, garantendo che ogni fase del processo sia monitorata e completata nei tempi previsti. Ciò significa anche una gestione efficiente del tempo e delle risorse: pianificare in anticipo consente di distribuire uniformemente il carico di lavoro tra i membri del team e di evitare picchi di stress legati alle scadenze imminenti; inoltre, avere una visione chiara delle attività da svolgere facilita l’identificazione delle priorità e la programmazione delle attività in maniera ottimale.
  • Efficienza. Strettamente collegato al punto precedente, un buon piano ottimizza le risorse umane e temporali dedicando tempo a ciò che realmente conta. Creare contenuti può essere costoso e dispendioso in termini di tempo, ma con un documento ben strutturato possiamo massimizzare l’efficienza, evitando sprechi e duplicazioni inutili. Inoltre, permette di identificare le opportunità per riutilizzare o adattare i contenuti esistenti, ottimizzando ulteriormente le risorse disponibili. Altro aspetto cruciale, ha la capacità di adattarsi ai cambiamenti, se studiato in modo da renderlo flessibile da poter essere aggiornato periodicamente per rispondere alle nuove tendenze o alle variazioni del mercato.
  • Misurabilità. Facilita l’analisi dei risultati, permettendo aggiustamenti tempestivi. Senza un quadro di riferimento chiaro, diventa difficile capire cosa funziona e cosa no: un buon piano include metriche e KPI specifici che consentono di monitorare i risultati ottenuti in relazione agli obiettivi prefissati. In questo modo diventa possibile non solo valutare l’efficacia delle strategie adottate, ma anche apportare eventuali correzioni in corso d’opera, consentendo un continuo perfezionamento della strategia.
  • Engagement. Aiuta a mantenere alta l’attenzione del pubblico costruendo relazioni durature. Pubblicare contenuti regolari e rilevanti mantiene alta l’attenzione degli utenti e rafforza la loro fiducia nel brand: sapere quando e come comunicare con il proprio pubblico significa essere sempre presenti al momento giusto con il messaggio giusto.
Come sono cambiati i piani editoriali con la tecnologia

È evidente che la tecnologia ha trasformato radicalmente il modo in cui vengono creati e gestiti i piani editoriali, offrendo opportunità di ottimizzare ogni fase del processo editoriale, dalla pianificazione alla pubblicazione, migliorando significativamente i risultati delle strategie di content marketing. In passato, la pianificazione dei contenuti era un processo manuale, spesso gestito con fogli di calcolo e documenti cartacei; oggi, grazie all’avvento di strumenti digitali avanzati, la creazione e la gestione di un piano editoriale sono diventate molto più efficienti e precise, oltre che più “collaborative” grazie ad esempio a Google Docs o Microsoft Teams che permettono ai membri del team di lavorare insieme sui contenuti in tempo reale, indipendentemente dalla loro posizione geografica.

Uno dei cambiamenti più significativi è l’automazione. Strumenti come Trello, Asana e Google Sheets permettono di creare calendari editoriali digitali che possono essere facilmente aggiornati e condivisi con il team. Questi strumenti offrono funzionalità come notifiche automatiche, assegnazione di compiti e monitoraggio dello stato dei contenuti, rendendo il processo di gestione molto più fluido.

La data analytics è un altro aspetto rivoluzionario: Google Analytics, Search Console e SEOZoom forniscono dati dettagliati sulle performance dei contenuti, permettendo di misurare l’efficacia delle strategie editoriali in tempo reale. Questi dati aiutano a prendere decisioni informate su quali contenuti creare, quando pubblicarli e come ottimizzarli per massimizzare il loro impatto.

Impossibile non parlare di AI, perché ormai è possibile anche creare un piano editoriale perfetto con ChatGPT e SEOZoom: gli algoritmi di Intelligenza Artificiale possono analizzare grandi quantità di dati per identificare tendenze e pattern, suggerendo argomenti di contenuto che hanno maggiori probabilità di successo.

La collaborazione in tempo reale è un altro vantaggio offerto dalla tecnologia moderna. Strumenti come Google Docs e Microsoft Teams permettono ai membri del team di lavorare insieme sui contenuti in tempo reale, indipendentemente dalla loro posizione geografica. Questo facilita la revisione e l’approvazione dei contenuti, riducendo i tempi di produzione e migliorando la qualità finale.

Tipologie di piano editoriale

Come detto, il piano editoriale è flessibile e versatile, ma soprattutto utile (e necessario) a chiunque gestisca contenuti, sia online che offline. In effetti, esistono diverse tipologie di piano editoriale, ciascuna progettata per soddisfare esigenze specifiche e obiettivi distinti, e conoscere e comprendere le differenze tra queste tipologie è fondamentale per scegliere l’approccio più adatto alla nostra strategia di content marketing.

A prescindere dalla tipologia, però, un piano editoriale deve rispondere a domande precise che servono a determinare:

  • Obiettivi. Quali sono i risultati che l’azienda o il brand desidera raggiungere attraverso i contenuti? Questi possono includere l’aumento della visibilità, il miglioramento dell’engagement o la generazione di lead.
  • Pubblico target. Chi sono le persone a cui ci si rivolge? Una comprensione dettagliata del pubblico aiuta a creare contenuti più mirati ed efficaci.
  • Temi e argomenti. Quali sono i macro-temi su cui si concentreranno i contenuti? Questi dovrebbero essere allineati con gli interessi del pubblico e con gli obiettivi aziendali.
  • Tono di voce. Qual è lo stile comunicativo che verrà adottato nei contenuti?
  • Canali di distribuzione. Dove verranno pubblicati i contenuti? Questi possono includere blog, social media, newsletter e così via.

Anche alla luce delle risposte a queste domande possiamo identificare quattro delle principali tipologie di piano editoriale: PED, SEOsito web e social.

  1. PED, il Piano Editoriale Digitale

Un PED è uno strumento fondamentale per la gestione strategica dei contenuti all’interno di un’azienda o di un’organizzazione: è il documento strategico che guida la creazione, la gestione e la distribuzione di contenuti digitali attraverso vari canali online e rappresenta una bussola strutturata per ottenere risultati in modo efficace e coerente. Questo tipo di piano editoriale è specificamente progettato per il contesto digitale e include elementi come la SEO, i social media, le campagne di email marketing e altre forme di comunicazione digitale. Il PED serve a garantire che tutti i contenuti digitali siano allineati con gli obiettivi di marketing e le esigenze del pubblico target.

Questo significa che non è solo una tabella con date e titoli, ma piuttosto una strategia ben pensata che integra obiettivi aziendali, conoscenza del pubblico, programmazione dettagliata e monitoraggio continuo per garantire risultati concreti ed efficaci nel panorama digitale moderno.

Tutto parte dall’analisi e dalla comprensione di cosa si intende ottenere attraverso la produzione di contenuti: aumentare la visibilità del brand, migliorare il posizionamento sui motori di ricerca, incrementare le vendite o fidelizzare i clienti. Senza obiettivi chiari, il piano editoriale rischia di diventare un insieme disordinato di attività senza una direzione precisa.

Una volta definiti gli obiettivi, è cruciale conoscere il proprio pubblico di riferimento. Un PED efficace si basa su un’analisi approfondita delle persone a cui ci si rivolge: età, genere, interessi, comportamenti online e preferenze di consumo dei contenuti. Questo consente di creare messaggi mirati e rilevanti che risuonano con il pubblico desiderato.

Il cuore del PED è il calendario editoriale. Questo strumento organizza la pubblicazione dei contenuti nel tempo, specificando date precise per ogni attività: post sui social media, articoli sul blog, newsletter, video e qualsiasi altro tipo di contenuto pianificato. Un buon calendario editoriale tiene conto delle stagionalità, degli eventi rilevanti per il settore e delle campagne promozionali aziendali.

La scelta dei canali di distribuzione è un altro elemento cruciale del PED: ogni piattaforma ha le proprie peculiarità e richiede strategie diverse – ad esempio, LinkedIn richiede un approccio più professionale rispetto a Instagram o TikTok. La diversificazione dei canali permette di raggiungere segmenti differenti del pubblico e massimizzare l’impatto dei contenuti.

Monitoraggio e analisi sono fasi imprescindibili del PED: utilizzando strumenti analitici come Google Analytics o le dashboard delle diverse piattaforme social, è possibile valutare le performance dei contenuti pubblicati, usando i dati per avere insight preziosi su cosa funziona e cosa no, così da apportare aggiustamenti tempestivi alla strategia editoriale.

  1. Piano editoriale SEO

Un piano editoriale SEO è specificamente progettato per migliorare il posizionamento del sito sui motori di ricerca: si concentra sulla ricerca delle parole chiave, sull’ottimizzazione dei contenuti e sulla pianificazione delle pubblicazioni in base agli aggiornamenti degli algoritmi di Google. L’obiettivo principale è quello di aumentare la visibilità organica del sito web, attirando traffico qualificato e migliorando il ranking nelle SERP.

Un piano editoriale SEO inizia con una ricerca approfondita delle parole chiave e dall’analisi delle query di ricerca più rilevanti per il proprio settore. Una volta identificate le parole chiave principali, è possibile pianificare la creazione di contenuti ottimizzati che rispondano alle esigenze e alle domande del pubblico target.

La struttura dei contenuti è un altro elemento cruciale: ogni articolo, post o pagina deve essere ottimizzato non solo per le parole chiave principali, ma anche per le parole chiave correlate e i sinonimi. Ancor di più, è importante considerare l’intento di ricerca degli utenti, creando contenuti che siano utili, informativi e pertinenti.

Infine, un piano editoriale SEO può includere una strategia di link building e una pianificazione delle pubblicazioni che tenga conto delle stagionalità e degli aggiornamenti degli algoritmi di Google, senza dimenticare mai di monitorare e analizzare le performance dei contenuti per adattare e migliorare continuamente la strategia.

  1. Piano editoriale sito web

Un piano editoriale per un sito web è progettato per gestire e organizzare i contenuti di un sito in modo coerente e strategico: è fondamentale per mantenere una navigazione intuitiva, una struttura logica e una coerenza visiva e stilistica in tutto il sito. L’obiettivo è quello di migliorare l’esperienza utente e di facilitare la fruizione dei contenuti.

La prima fase nella creazione di un piano editoriale per un sito web è l’analisi del pubblico target: comprendere chi sono i visitatori del sito, quali sono le loro esigenze e come interagiscono con i contenuti è fondamentale per creare una struttura che risponda alle loro aspettative. Questo può includere la segmentazione del pubblico in base a criteri demografici, comportamentali e psicografici.

Successivamente, è importante definire una mappa dei contenuti. Questo documento delinea la struttura del sito, indicando le pagine principali, le sottopagine e i collegamenti tra di esse; ogni pagina deve avere uno scopo chiaro e contenuti che siano rilevanti e utili per il pubblico target. La mappa dei contenuti aiuta a mantenere una navigazione fluida e a evitare duplicazioni o sovrapposizioni.

Un altro elemento cruciale è la coerenza stilistica. Tutti i contenuti del sito devono seguire linee guida stilistiche uniformi, che includano il tono di voce, la formattazione e l’uso delle immagini, per contribuire a creare un’esperienza utente omogenea e professionale.

Infine, un piano editoriale per un sito web deve prevedere una strategia di aggiornamento e di ottimizzazione dei contenuti, che devono essere regolarmente rivisti e aggiornati per rimanere pertinenti e accurati. Questo non solo migliora l’esperienza utente, ma contribuisce anche a mantenere un buon posizionamento sui motori di ricerca.

  1. Piano editoriale social

Un piano editoriale social si concentra sulla gestione dei contenuti per i social media. Questo tipo di piano è essenziale per massimizzare l’engagement e raggiungere il pubblico target attraverso piattaforme come Facebook, Instagram, X, LinkedIn e altre. La chiave del successo sui social media è la coerenza e la pertinenza dei contenuti pubblicati.

La prima fase nella creazione di un piano editoriale social è l’analisi del pubblico. È fondamentale comprendere chi sono i follower, quali sono i loro interessi e come interagiscono con i contenuti. Questo può essere fatto attraverso strumenti di analisi dei social media come la  Business Suite di Meta, che forniscono dati con cui segmentare il pubblico e creare contenuti che rispondano alle loro esigenze e preferenze.

Successivamente, è importante definire gli obiettivi del piano editoriale social, che possono variare da aumentare il numero di follower, migliorare l’engagement, generare lead o aumentare le vendite. Ogni obiettivo richiede una strategia di contenuti specifica e misurabile. Ad esempio, se l’obiettivo è aumentare l’engagement, i contenuti dovranno essere progettati per stimolare interazioni, come commenti, condivisioni e like.

La pianificazione dei contenuti è un altro elemento cruciale e presuppone la creazione di un calendario editoriale che definisca quando e cosa pubblicare. La frequenza delle pubblicazioni può variare a seconda della piattaforma e del pubblico, ma è importante mantenere una presenza costante. Il calendario editoriale dovrebbe includere una varietà di contenuti, come post informativi, immagini, video, storie e contenuti generati dagli utenti.

Un altro aspetto importante è la coerenza visiva e stilistica: tutti i contenuti pubblicati sui social media dovrebbero seguire linee guida stilistiche uniformi, che includano il tono di voce, la formattazione e l’uso delle immagini. Questo contribuisce a creare un’identità di marca riconoscibile e professionale.

Infine, un piano editoriale social deve prevedere una strategia di monitoraggio e analisi. Utilizzare strumenti di analisi per monitorare le performance dei contenuti è essenziale per capire cosa funziona e cosa no. Questo permette di adattare la strategia in tempo reale e di migliorare continuamente la qualità e l’efficacia dei contenuti pubblicati.

Cos’è il calendario editoriale

Quando si parla di strategie di content marketing, emerge inevitabilmente un altro termine in abbinamento a piano editoriale, ovvero calendario editoriale. A prima vista potrebbero sembrare sinonimi, o comunque far riferimento a concetti identici – e in effetti nella maggioranza dei casi sono usati come tali – ma in realtà ci sono notevoli differenze e specifiche.

Innanzitutto, calendario editoriale è la pianificazione dettagliata che permette di organizzare e programmare la pubblicazione di articoli, post sui social media, newsletter e qualsiasi altro tipo di contenuto. In un piano editoriale ben strutturato, il calendario editoriale rappresenta la declinazione concreta delle attività di comunicazione, andando oltre una semplice lista di date e titoli. È un documento strategico che consente di avere una visione d’insieme delle attività editoriali, assicurando coerenza, tempestività e rilevanza dei contenuti proposti al proprio pubblico.

La sua implementazione richiede una comprensione approfondita degli obiettivi aziendali, del target di riferimento e delle tendenze del settore.

Qual è la differenza tra piano editoriale e calendario editoriale

E quindi, piano e calendario editoriale rappresentano due strumenti distinti, ciascuno con un ruolo specifico e complementare nella pianificazione e gestione dei contenuti: comprendere la differenza tra questi due concetti è essenziale per una strategia di comunicazione efficace.

Il piano editoriale è un documento strategico a lungo termine che delinea gli obiettivi, i temi principali, il pubblico target e la linea editoriale di un progetto di comunicazione: è una guida complessiva che definisce cosa si vuole comunicare, a chi ci si rivolge e come si intende farlo. Il calendario editoriale, invece, è uno strumento operativo a breve-medio termine che organizza la pubblicazione dei singoli contenuti nel tempo, specificando informazioni e dettagli quali date di pubblicazione, tipologia di contenuto, responsabili del team, stato dei lavori.

 In sintesi, il piano editoriale fornisce la visione strategica complessiva della comunicazione aziendale, mentre il calendario editoriale traduce questa visione in azioni concrete e organizzate nel tempo. Entrambi sono indispensabili per una gestione efficace dei contenuti: il primo stabilisce la rotta da seguire, il secondo garantisce che ogni passo venga compiuto al momento giusto.

Come si fa un piano editoriale

Passiamo agli aspetti pratici, allora. Creare un piano editoriale efficace richiede una serie di passaggi chiave, ma soprattutto una pianificazione attenta e una gestione strategica. Definire gli obiettivi, analizzare il pubblico, fare una ricerca delle parole chiave, creare un calendario editoriale, monitorare le performance e adattare la strategia sono tutti passaggi fondamentali per garantire il successo della propria strategia di content marketing. Utilizzando modelli e strumenti digitali, è possibile semplificare questo processo e creare un piano editoriale che non solo attira e coinvolge il pubblico, ma contribuisce anche a raggiungere gli obiettivi di business.

Volendo mettere sotto forma di elenco puntato il percorso standard, abbiamo:

  1. Definizione degli obiettivi. Prima di tutto, è fondamentale avere chiari gli obiettivi della propria comunicazione: che si tratti di aumentare la visibilità del brand, generare lead o educare il pubblico su un determinato argomento, gli obiettivi guideranno l’intera strategia. Gli obiettivi dovrebbero essere allineati con la strategia di marketing complessiva e dovrebbero essere specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e temporizzati – ovvero, adeguati al principio SMART di cui abbiamo parlato nell’analisi dei KPI del content marketing.
  2. Conoscenza del pubblico. Conoscere il proprio target è indispensabile: chi sono i lettori, quali sono le loro esigenze e come interagiscono con i contenuti serve a creare un piano editoriale che risponda alle loro aspettative. Questo può includere la segmentazione del pubblico in base a criteri demografici, comportamentali e psicografici, l’individuazione di varie buyer personas e altre strategie utili per rendere i contenuti pertinenti e coinvolgenti.
  3. Scelta dei canali. Ogni piattaforma ha le sue peculiarità, e quindi bisogna selezionare i canali più adatti per raggiungere il proprio pubblico in modo efficace, che si tratti di blog aziendali, social media o newsletter.
  4. Individuazione dei temi. Che si tratti di keyword research per sito o blog o di analisi delle tendenze virali per i social, è cruciale il processo di ricerca dei temi da trattare nei contenuti. Possiamo ad esempio eseguire l’analisi delle query di ricerca più rilevanti per il settore, utilizzando strumenti come Google Keyword Planner o SEOZoom, e trovare parole chiave adatte a guidare la creazione dei contenuti e a migliorare il posizionamento sui motori di ricerca.
  5. Calendario editoriale. Una volta definiti gli obiettivi e conosciuto il pubblico, bisogna scegliere i temi da trattare e stabilire una pianificazione strategica delle pubblicazioni. Questo calendario dovrebbe includere le date di pubblicazione, i titoli dei contenuti, le parole chiave principali, i canali di distribuzione e gli autori; strumenti digitali come Trello, Asana, Google Sheets o SEOZoom può facilitare la gestione e l’aggiornamento del calendario.
  6. Creazione e distribuzione dei contenuti. La fase operativa prevede la redazione dei testi, la produzione di immagini o video e l’eventuale collaborazione con esperti del settore. Successivamente, i contenuti vengono distribuiti secondo il calendario prestabilito.
  7. Monitoraggio e revisione. È essenziale monitorare le performance dei contenuti pubblicati attraverso strumenti analitici per capire cosa funziona meglio e apportare eventuali modifiche al piano editoriale. In supporto abbiamo strumenti di analisi come Google Analytics e Google Search Console, con cui misurare le performance dei contenuti e adattare la strategia in base ai dati raccolti. Questo ciclo di feedback continuo è essenziale per migliorare costantemente la qualità e l’efficacia dei contenuti prodotti.

Quali sono gli elementi chiave di un piano editoriale

Se questi sono gli aspetti fondamentali e basilari di un piano editoriale efficace, ci sono ovviamente altri elementi che concorrono alla perfetta riuscita delle nostre strategie.

Ad esempio, è importante essere flessibili e adattabili. Il mondo del digital marketing è in continua evoluzione, e ciò che funziona oggi potrebbe non funzionare domani. Monitorare costantemente le performance dei contenuti ed essere pronti ad adattare la strategia in base ai cambiamenti del mercato e alle nuove tendenze è essenziale per mantenere il successo a lungo termine.

La coerenza stilistica è un altro elemento fondamentale: tutti i contenuti devono seguire linee guida stilistiche uniformi, che includano il tono di voce, la formattazione e l’uso delle immagini. Questo contribuisce a creare un’esperienza utente omogenea e professionale, rafforzando l’identità del brand.

Anche i contenuti migliori rischiano di restare invisibili senza una strategia di promozione, perché è necessario assicurarsi che questi contenuti raggiungano il pubblico target. Questo può includere l’uso di campagne di email marketing, la promozione sui social media, la collaborazione con influencer e l’uso di pubblicità a pagamento.

In questo lavoro di creazione di un piano editoriale digitale ci vengono in supporto strumenti e software che facilitano la pianificazione, la gestione e l’analisi dei contenuti, e in particolare tool come TrelloAsana o Google Sheets si rivelano essere estremamente utili per creare e gestire un piano editoriale digitale.

Infine, serve prevedere la definizione dei ruoli e delle responsabilità: ogni membro del team deve sapere esattamente cosa ci si aspetta da lui e quali sono i suoi compiti. Questo include non solo la creazione dei contenuti, ma anche la revisione, l’ottimizzazione e la pubblicazione. Una chiara definizione dei ruoli aiuta a evitare confusione e a garantire che ogni fase del processo sia gestita in modo efficiente.

Chi si occupa del piano editoriale: un ruolo strategico per il successo

A proposito di compiti e ruoli, chi si deve occupare praticamente di questa complessa e strategica attività?

La risposta in realtà non è univoca, poiché la responsabilità può ricadere su diverse figure professionali a seconda delle dimensioni e delle esigenze dell’organizzazione. Possono ad esempio essere coinvolti:

  • Content Manager, che senza dubbio è una figura centrale nella gestione del piano editoriale. Questo professionista ha il compito di pianificare, coordinare e supervisionare la produzione dei contenuti. Un buon Content Manager deve avere una visione a 360 gradi delle strategie aziendali e deve essere in grado di adattare i contenuti alle diverse piattaforme di comunicazione, siano esse social media, blog o newsletter. La sua competenza non si limita alla scrittura: deve anche possedere abilità analitiche per misurare l’efficacia dei contenuti prodotti.
  • Social Media Manager. In stretta collaborazione con il Content Manager, il Social Media Manager svolge un ruolo fondamentale nella parte operativa del piano editoriale. Questo professionista si occupa principalmente della distribuzione dei contenuti sulle varie piattaforme social, ottimizzando tempi e modalità di pubblicazione per massimizzare l’engagement. Oltre a questo, il Social Media Manager monitora costantemente le metriche di performance, fornendo feedback utili per eventuali aggiustamenti alla strategia editoriale.
  • Copywriter. Non possiamo dimenticare il Copywriter, colui che materialmente crea i contenuti testuali. Questa figura deve avere una profonda conoscenza del pubblico target e del tono di voce dell’azienda per poter realizzare testi che siano non solo informativi ma anche persuasivi ed emozionanti. Il Copywriter lavora in sinergia con il Content Manager e spesso partecipa attivamente alla fase di brainstorming e ideazione dei temi da trattare.
  • SEO Specialist. Ultimo ma non meno importante è il SEO Specialist, che assicura che i contenuti siano ottimizzati per i motori di ricerca. Questo professionista analizza le parole chiave più rilevanti e fornisce indicazioni precise su come integrarle nei testi. L’obiettivo è quello di migliorare la visibilità online dell’azienda, attirando traffico organico di qualità.
Esempi di piano editoriale

Un piano editoriale ben fatto non solo organizza i contenuti, ma li allinea anche con gli obiettivi di marketing e le esigenze del pubblico. Per comprendere meglio come strutturare un piano editoriale può essere utile ragionare su un esempio concreto.

Innanzitutto, è bene sapere che esistono appositi modelli o template di piano editoriale, che offrono una struttura predefinita che può essere utilizzata come base per creare il proprio piano. È facile reperire vari template disponibili online, ma un buon modello dovrebbe includere almeno le seguenti sezioni:

  • Data di pubblicazione. La data in cui il contenuto verrà pubblicato.
  • Titolo del contenuto. Il titolo o l’argomento del contenuto.
  • Parola chiave principale. La parola chiave per cui il contenuto è ottimizzato.
  • Canale di distribuzione. Dove verrà pubblicato il contenuto (blog, social media, newsletter, ecc.).
  • Autore. La persona responsabile della creazione del contenuto.
  • Stato del contenuto. Lo stato attuale del contenuto (in bozza, in revisione, pubblicato, ecc.).

Utilizzare un modello aiuta a mantenere tutto organizzato e facilmente accessibile, facilitando la gestione e l’aggiornamento del piano editoriale.

Se invece vogliamo procedere in modo autonomo e artigianale nella creazione di un piano editoriale, possiamo seguire queste best practices di massima che ci aiutano a raggiungere esiti soddisfacenti in termini di maggiore organizzazione, coerenza nella pubblicazione dei contenuti e risultati misurabili nel tempo.

  1. Definire gli obiettivi. Lo abbiamo detto e ripetuto: prima di tutto, è essenziale chiarire quali sono gli obiettivi. Vogliamo aumentare il traffico sul sito web? Incrementare le vendite? Migliorare l’engagement sui social media? Stabilire obiettivi chiari e misurabili permetterà di creare contenuti mirati e di valutare l’efficacia del piano editoriale.
  2. Conoscere il pubblico. Capire chi è il target è cruciale: analizziamo dati demografici, interessi e comportamenti dei lettori o follower; usiamo strumenti come Google Analytics, sondaggi e interazioni sui social media per raccogliere queste informazioni. Conoscere il pubblico aiuterà a creare contenuti che rispondano alle loro esigenze e interessi.
  3. Fare una keyword research. Le parole chiave restano la base della SEO: integrarle nei contenuti può migliorare la visibilità sui motori di ricerca, aiutandoci a individuare (e soddisfare) le esigenze delle persone.
  4. Fare un calendario editoriale. Il calendario editoriale è lo scheletro del piano e stabilisce la frequenza con cui pubblicheremo i contenuti – giornaliera, settimanale o mensile? Identifichiamo le date importanti come festività, eventi o lanci di prodotti, anche attraverso strumenti come il calendario del marketing digitale, e pianifichiamo i contenuti intorno a questi momenti chiave.
  5. Diversificare i contenuti. Non limitiamoci a un solo tipo di contenuto: alterniamo articoli di blog, video, infografiche, podcast e post sui social media per mantenere alto l’interesse del pubblico. Ogni tipo di contenuto può essere utilizzato per raggiungere diversi segmenti del pubblico.
  6. Monitorare e analizzare i risultati. L’analisi dei risultati è fondamentale per capire se stiamo raggiungendo gli obiettivi. Utilizzando strumenti di analisi o altri software specifici possiamo monitorare le performance dei contenuti, valutando metriche come traffico, tasso di conversione ed engagement per apportare eventuali correzioni al piano editoriale.

Ricapitolando, quindi, ecco un breve e veloce esempio di piano editoriale schematico: si parte con la presentazione del progetto, si prosegue con l’analisi SWOT e lo studio della concorrenza per poi individuare obiettivi e Key Performance Indicator (con tanto di riferimenti temporali per la messa in pratica). Non meno importante è l’individuazione del target di riferimento, che si può realizzare mettendo insieme i dati raccolti da motori di ricerca, rilevazioni interne, community (online e offline) e reader personas, mentre l’ultimo step sono l’elaborazione di una mappa dei contenuti e delle tassonomie per dare al sito web una struttura logica, efficace ed efficiente in ogni suo aspetto (compresi categorie e tag) e la definizione del calendario editoriale.

Come scrivere un buon piano editoriale

Creare un piano editoriale strategico per un sito web richiede una combinazione di pianificazione accurata, comprensione del pubblico e utilizzo di tecniche SEO avanzate: se riusciamo a mettere insieme questi aspetti, abbiamo buone opportunità non solo di pubblicare contenuti di qualità, ma anche di ottimizzarne la loro visibilità e rilevanza nel tempo.

Il punto di partenza è sviluppare una profonda consapevolezza del nostro settore, degli utenti e delle tendenze della rete: questo permette di essere “sul pezzo” e di rendere efficace il messaggio da comunicare. La ricerca continua e l’analisi dei trend permettono di adattare il piano editoriale in tempo reale, garantendo che i contenuti siano sempre rilevanti e aggiornati.

Altrettanto importante è conoscere e padroneggiare le diverse tipologie di contenuto che possiamo pubblicare – in particolare su un sito editoriale – distinguendo in particolare tra:

  • Contenuti evergreen

I contenuti evergreen sono articoli che mantengono la loro rilevanza e utilità nel tempo, indipendentemente dalle stagioni o dalle tendenze momentanee. Questi contenuti sono fondamentali per garantire un flusso costante di traffico organico. Per identificare i contenuti evergreen è necessario analizzare il proprio settore e individuare gli argomenti che saranno sempre di interesse per il pubblico. Ad esempio, in un sito di cucina, le ricette base come “come fare la pasta” o “ricetta del pane fatto in casa” sono evergreen.

Esistono argomenti evergreen anche in settori apparentemente dinamici, come la politica. Ad esempio, le biografie dei politici, le loro dichiarazioni più importanti e le analisi delle loro politiche possono rimanere rilevanti per lungo tempo. L’importante è individuare quegli aspetti che il pubblico potrebbe cercare a lungo termine e creare contenuti che rispondano a queste esigenze.

  • Contenuti ricorrenti o stagionali

Occorre studiare la stagionalità: i contenuti di interesse periodico sono articoli che diventano rilevanti in determinati periodi dell’anno, e quindi richiedono di essere pianificati e pubblicati in anticipo per massimizzare il loro impatto. Ad esempio, se vogliamo ottenere traffico parlando del Festival di Sanremo, è necessario iniziare a creare e ottimizzare i contenuti alcuni mesi prima dell’evento, che solitamente si tiene nella prima settimana di febbraio. Questo permette a Google di indicizzare e posizionare i contenuti in tempo per l’aumento delle ricerche.

Le keyword stagionali, come “addobbi natalizi”, “ricette per il pranzo pasquale” o “frasi per San Valentino”, sono esempi tipici di contenuti di interesse periodico. Pianificare questi contenuti in anticipo e aggiornarli regolarmente permette di intercettare il picco di interesse e di ottenere un traffico organico significativo durante i periodi di maggiore ricerca.

Lavorare sulle keyword stagionali ci permette di avere, o almeno di provare ad avere, il controllo sul traffico minimo che potremmo ottenere mese per mese: in una strategia editoriale, il traffico delle keyword stagionali andrebbe gestito quotidianamente dal team di copywriter che si dedicano al miglioramento di articoli esistenti e alla creazione di nuovi che non siano già stati previsti per quella periodicità.

  • Articoli e news con un ciclo di vita breve

Gli articoli e le news con un ciclo di vita breve sono contenuti che diventano rapidamente obsoleti: spesso legati a eventi attuali o notizie di cronaca, non garantiscono un traffico duraturo. Tuttavia, oltre a essere fondamentali per un sito di news possono essere molto efficaci per attirare traffico immediato attraverso canali come Google News, Discover e i social media.

È importante gestire questi contenuti in modo strategico per evitare che diventino una zavorra per il sito. Un eccesso di articoli con un ciclo di vita breve può opprimere e nascondere i contenuti evergreen e stagionali, riducendo la loro visibilità e aumentando la dispersione di crawl budget di Google. Una soluzione è spostare questi articoli in un archivio una volta che hanno esaurito il loro ciclo di vita, mantenendo il sito principale pulito e focalizzato sui contenuti più rilevanti.

Definire le priorità e la gestione dei contenuti

Attiene per certi verso alla definizione del piano editoriale – nell’ottica di una gestione ottimale del sito – anche il passaggio successivo: una volta identificati i diversi tipi di contenuti, è cioè fondamentale stabilirele priorità e organizzare i contenuti in modo strategico. Questo include decidere cosa debba rimanere nel sito web, in quale posizione, per quanto tempo e quando sia il caso di rimuoverlo o archiviarlo. Ad esempio, un articolo evergreen dovrebbe essere facilmente accessibile e ben posizionato, mentre un articolo di news potrebbe essere spostato in un archivio dopo un certo periodo.

Un piano editoriale strategico deve poi bilanciare diversi tipi di contenuti per massimizzare il traffico e l’engagement. Ad esempio, un giornale online potrebbe adottare una strategia composta per il 60% da news e per il 40% da contenuti evergreen: questo bilanciamento permette di soddisfare le esigenze immediate del pubblico con notizie fresche e rilevanti, mentre si costruisce una base solida di contenuti che continueranno a generare traffico nel lungo termine, assicurando posizionamenti su Google che prescindano da picchi e da stagionalità. Per un sito di settore, la proporzione potrebbe essere invertita, dando priorità agli evergreen e dedicando una parte minore alle notizie.

Uno step ulteriore riguarda la gestione del ciclo di vita di un articolo, che dipende anche dalla strategia adottata per i contenuti del sito web: decidere cosa debba rimanere nel sito web, in quale posizione, per quanto tempo e quando sia il caso di liberarcene, anche se rappresenta parte del nostro lavoro di cui mai vorremmo disfarci.

Non dobbiamo cioè lasciare che gli articoli seguano semplicemente il flusso standard del CMS scelto – ad esempio WordPress, che li mostra in ordine cronologico dal più recente al più datato – ma gestirli in modo strategico: ad esempio, un valido articolo evergreen scritto un anno fa potrebbe essere finito nei meandri del sito, perdendo posizionamento e rilevanza nel calderone del sito web. Rivedere e aggiornare regolarmente i contenuti evergreen e stagionali permette di mantenerli rilevanti e visibili. Se lasciamo che il sito muti nel tempo la propria struttura senza alcun controllo potremmo finire per trovarci in una situazione per cui nelle posizioni di rilievo ci sono solo gli articoli nuovi e che nessuno cerca, inviando segnali sbagliati a Google.

E quindi, in definitiva, con la giusta consapevolezza delle logiche e delle dinamiche del web possiamo impostare un piano di produzione dei contenuti molto più leggero, più efficace e che produca risultati decisamente più duraturi nel tempo.

Impostando un piano editoriale strategico riusciremo ad attrarre sul sito esattamente la tipologia di persone che vogliamo e la intercetteremo esattamente nel momento in cui ha in mente quello che abbiamo da offrire. Molti sottovalutano questo aspetto, ma nella comunicazione riuscire a dare ad un utente quello che vuole, nell’esatto momento in cui lo sta desiderando, vuol dire aver già vinto in partenza: se non ci riusciamo, vuol dire solo che il nostro articolo e la nostra comunicazione sono carenti o errati.

Come fare un piano editoriale con SEOZoom

Creare un piano editoriale strategico per un sito web richiede una combinazione di pianificazione accurata, comprensione del pubblico e utilizzo di tecniche SEO avanzate: come detto, è importante anche organizzare un buon calendario editoriale delle uscite, identificare e bilanciare contenuti evergreen, stagionali e di breve ciclo di vita, e poi lavorare sempre utilizzando i dati come guida.

Per fortuna, anche in questi passaggi ci assiste SEOZoom, che fornisce un adeguato supporto a chi chiede come creare un piano editoriale, grazie ai tanti strumenti che aiutano nella keyword research, nell’analisi delle keyword, nella scoperta delle news principali del settore o nell’individuazione della stagionalità. Il tutto senza dimenticare l’Assistente Editoriale e la piattaforma “Gestione Piano Editoriale”, pensata proprio per offrire a editori, team e agenzie la possibilità di realizzare una strategia efficiente e “SEO oriented“, coordinando il lavoro dei copywriter, assegnando loro dei task specifici e monitorando il processo di creazione dei contenuti.

Gli strumenti di SEOZoom il piano editoriale SEO

La gestione dei contenuti è un aspetto cruciale per ottenere un buon posizionamento sui motori di ricerca, come Google ci ricorda costantemente: indipendentemente dalla tipologia di sito web, che si tratti di un eCommerce o di un blog di attualità, i contenuti devono rispondere alle esigenze specifiche degli utenti e rispettare le linee guida dei motori di ricerca.

Il primo passo per creare un piano editoriale con SEOZoom è individuare i temi da trattare nelle pubblicazioni. Il nostro software mette a disposizione vari metodi per fare la keyword research e “raccogliere” parole chiave inerenti al nostro settore, anche alla rinfusa, da cui ottenere insight potenti. In particolare, la sezione “Le tue keyword research” permette di creare e controllare liste di keyword salvate durante le analisi, e grazie a una funzionalità avanzata sfrutta le liste salvate e le analizza alla per pianificare una strategia di contenuti mirata.

Le tue keyword research in SEOZoom

Per iniziare a utilizzare lo strumento, clicchiamo su “Nuova keyword research” e inseriamo un nome e una breve descrizione. Questo primo step ci permette di organizzare le keyword in gruppi specifici, identificando sottoinsiemi di keyword rilevanti per la nostra strategia di contenuti. Possiamo inserire nuove keyword nel gruppo utilizzando il pannello presente a destra, collegato a Keyword Infinity, oppure aggiungere keyword da qualsiasi area della suite tramite la modalità inserimento.

Una volta create le liste di keyword, possiamo approfondire l’analisi per ogni keyword research salvata. Accedendo alla sezione “elenco ricerche” e cliccando su modifica, abbiamo accesso al dettaglio della singola ricerca. La dashboard iniziale sintetizza in alcuni box le informazioni più rilevanti delle keyword raggruppate, come il numero totale, il volume di ricerche mensile, il CPC totale e il CPC medio. Inoltre, possiamo verificare le variazioni dipendenti dalla stagionalità, che ci aiutano a valutare la tempistica di pubblicazione dei contenuti.

In basso nella dashboard, troviamo due tabelle: a sinistra l’elenco dei termini rilevanti con indicazione delle relative keyword attinenti e volumi di ricerca potenziale del gruppo, mentre a destra il dettaglio delle parole chiave specifiche. Qui possiamo vedere il volume di ricerca e il CPC medio di ogni singola keyword e lanciare le Azioni Keyword per studiare più analiticamente il termine. Questo ci permette di identificare le keyword più strategiche e di pianificare articoli che le includano.

Suggerisci Piano Editoriale di SEOZoom

Una volta analizzate e selezionate le keyword strategiche, possiamo pianificare articoli che le comprendano cliccando semplicemente sul pulsante “Suggerisci Piano Editoriale”, che lancia un’analisi basata sul raggruppamento di keyword in esame. Questo strumento suggerisce quanti e quali articoli sono necessari per essere in linea con il focus premiato da Google e con l’intent degli utenti, raggruppando i main intent e le keyword secondarie correlate e segnalando per ogni articolo i valori potenziali di traffico e di affinity.

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Il piano editoriale suggerito da SEOZoom è progettato per evitare la creazione di articoli superflui incentrati su parole chiave che non rappresentano main keyword: questo approccio permette di creare contenuti più approfonditi che possono intercettare un maggior numero di keyword. Per ogni articolo suggerito, c’è un link che conduce allo strumento Suggerisci Keyword Articolo, per approfondire l’analisi del search intent e perfezionare ulteriormente la ricerca; inoltre, possiamo anche avviare direttamente la realizzazione dell’articolo in Assistente Editoriale, dove troviamo anche AI writer per scrivere il testo con l’Intelligenza Artificiale.

Insomma: dalla ricerca delle keyword alla pianificazione degli articoli, dall’analisi delle performance alla scrittura ottimizzata, SEOZoom ci aiuta a creare un piano editoriale SEO efficace e di ottimizzare ogni fase del processo di creazione dei contenuti, offrendo tutti gli strumenti necessari per garantire che i contenuti siano di alta qualità, rilevanti e utili per gli utenti e, non meno importante, per i motori di ricerca.

La piattaforma per unire editori e copy

Come dicevamo, poi, SEOZoom ha anche sviluppato una piattaforma “parallela” progettata per perfezionare e rendere più efficace il lavoro di creazione e gestione dei contenuti, perché consente di realizzare piani editoriali efficaci e strategici e di avere un quadro completo della situazione del lavoro, risolvendo il gap che spesso esiste tra editori e copywriter.

La piattaforma per il Piano Editoriale di SEOZoom

Nella versione dedicata agli editori, in particolare, è possibile controllare in modo totale i contenuti del sito, e in particolare:

  • Impostare il calendario editoriale in modo efficace.
  • Scrivere nuovi articoli SEO-oriented.
  • Potenziare tutti i contenuti editoriali del sito.
  • Scoprire il rendimento degli articoli.
  • Commissionare gli articoli da scrivere a copywriter interni o esterni, selezionando un professionista dall’elenco “Copywriter disponibili” su SEOZoom o invitando un collaboratore via mail.
  • Monitorare i risultati dei copywriter collegati al progetto.

Con il calendario, ad esempio, possiamo pianificare la pubblicazione dei contenuti in modo strategico, definendo cosa pubblicare, quando e come. La piattaforma consente di visualizzare a colpo d’occhio le principali informazioni sul piano editoriale del sito, come il numero di articoli totali, quelli assegnati e realizzati, quelli accettati, quelli in scadenza e così via, così da dare un controllo totale sui contenuti e assicurarsi che tutte le scadenze vengano rispettate.

E se, ovviamente, i dati e gli insights degli strumenti di analisi del contenuto sono fondamentali per scrivere articoli ottimizzati per i motori di ricerca – come l’analisi SEO in tempo reale, basata sulla keyword principale, che informa del livello di ottimizzazione del contenuto e degli snippet di titolo e meta descrizione, oltre che dell’intent riconosciuto da Google – ancora più importante è la possibilità di verificare rapidamente il rendimento degli articoli realizzati, monitorando le performance su Google delle keyword e del traffico dei vari articoli e dei singoli copywriter.

In pratica, il Piano Editoriale di SEOZoom automatizza tutta la parte di analisi e di controllo in fase di pianificazione e scrittura: questo significa che possiamo sempre lavorare su articoli che siano perfettamente a fuoco sull’argomento, esattamente come piace a Google e agli utenti del motore di ricerca. La piattaforma ci guida passo dopo passo, fornendo strumenti e suggerimenti per ottimizzare ogni aspetto del contenuto, dalla scelta delle parole chiave alla struttura del testo, fino all’ottimizzazione dei titoli e delle meta descrizioni.

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