Un servizio di tracking in tempo reale, per scoprire in ogni momento a che punto è lo stato dell’ordine eseguito online e dove si trovi il proprio “pacchetto”. Niente di particolarmente originale, se non fosse che questa funzione sarà presto integrata nella Ricerca di Google, aggiungendosi alle altre feature che stanno trasformando il motore di ricerca in un motore di risposta e in una vera e propria home page “assoluta”.
Informazioni di spedizione direttamente su Google
A dare notizia del lancio del “Package tracking Early access program”, disponibile a livello globale in tutti i Paesi, è il blog ufficiale per webmaster della compagnia californiana, che spiega anche come accedere al progetto: le compagnie di spedizione interessate possono iscriversi per partecipare e fornire dati con RESTful JSON o XML API per consentire a Google di mostrare le informazioni di tracciamento della spedizione.
Il blog spiega anche che Google può lavorare insieme al team delle compagnie di spedizione “per riutilizzare un’API esistente o configurarne una nuova”, e che la prima fase servirà soprattutto per testare la funzione e ottenere feedback su come migliorare la feature.
Google compete su un nuovo ambito
La prima reazione che possiamo avere dall’esterno è “ci risiamo!”: Google ha trovato un nuovo ambito in cui allungare i suoi tentacoli e proseguire l’evoluzione verso il ruolo di competitor di tutti i siti, come diceva Rand Fishkin analizzando proprio le strategie della compagnia americana.
Partecipazione volontaria per le compagnie di delivery
Dopo le mappe, i viaggi, la prenotazione al ristorante o l’acquisto di biglietti con Duplex e tante altre ricerche che si completano in SERP, dunque, ora tocca al tracking. Gli altri aspetti rilevanti che emergono riguardano anche il coinvolgimento delle compagnie di spedizione: per ora, l’inclusione alla funzionalità è su base volontaria e c’è quindi molto interesse per vedere quante aziende effettivamente decideranno di partecipare.
Qual è la scelta migliore per i siti delle aziende di spedizione?
Il punto è sempre lo stesso, il dilemma del prigioniero in chiave SEO: l’adesione potrebbe significare perdita di traffico organico verso il sito ufficiale della compagnia di spedizione, ma essere inclusi nella funzione di Google potrebbe comunque portare benefici al brand e – soprattutto – consentire all’utente di ottenere risposte più immediate e quindi creare un legame. Vedremo quale sarà la decisione intrapresa, ma possiamo azzardare a dire che in pochi rinunceranno alle opportunità di visibilità offerte da Google.