Zoom Authority: cos’è, cosa misura e com’è calcolata

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Come si misura il valore di un sito? Quali sono i parametri da considerare? E quanto tempo ci vuole per calcolare tutte le variabili? Se fino a qualche anno fa rispondere a queste domande richiedeva tempo e ricerche approfondite, oggi tutto è più semplice: grazie alla Zoom Authority di SEOZoom, infatti, possiamo ottenere una valutazione precisa e immediata dell’autorevolezza di ogni sito, misurando con esattezza i fattori chiave che influenzano il suo successo nel lungo periodo. E tutto questo in maniera istantanea, senza perdite di tempo né margini di errore: non c’è l’incertezza tipica delle metriche tradizionali, perché non si contano solo backlink o traffico, ma vere opportunità di crescita, fiducia da parte di Google e potenziale di posizionamento. Andiamo a scoprire perché la nostra metrica esclusiva fornisce una fotografia chiara, neutrale e precisa della reale importanza di un sito sul mercato digitale, ma anche come e cosa misura la Zoom Authority.

Che cos’è la Zoom Authority

La Zoom Authority è una metrica proprietaria sviluppata da SEOZoom che misura l’autenticità e l’autorevolezza di un sito web, attribuendogli un punteggio da 0 a 100. Tale valutazione si basa su una serie di segnali direttamente osservabili, che ne fanno uno strumento particolarmente affidabile e difficile da manipolare.

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In breve, la ZA è progettata per esprimere quanto un sito piaccia a Google, offrendo una stima accurata della sua posizione nel panorama competitivo digitale.

Quest’approccio innovativo, introdotto sin dalla nascita di SEOZoom, ha permesso alla Zoom Authority di diventare rapidamente un riferimento per chi si occupa di SEO e content marketing, poiché consente a professionisti e aziende di avere una visione concreta e misurabile delle performance organiche di un sito, basata sulle interazioni reali con i motori di ricerca. In questi anni, la ZA si è quindi imposta come la metrica più usata per determinare il valore dei siti, anche nelle trattative nelle campagne di link building, perché è studiata e realizzata in modo da essere affidabile e non manipolabile, al contrario di altri parametri.

Come viene calcolata la ZA: i parametri presi in considerazione

La forza della Zoom Authority risiede nei parametri chiave su cui si basa la sua valutazione. A differenza di altre metriche che possono fare affidamento su una serie di segnali potenzialmente inaffidabili o soggetti a manipolazioni, come i backlink, la ZA si concentra su dati oggettivi ottenuti dall’osservazione diretta delle performance di un sito sui motori di ricerca, e in particolare nelle SERP di Google. Le quattro dimensioni principali che determinano il punteggio della ZA sono:

  • Traffico organico: il volume di visitatori che giungono al sito da ricerche organiche e non a pagamento, indicatore della sua visibilità e rilevanza.
  • Trust: la fiducia che Google ripone nel sito, ovvero che il sito risponda a criteri di sicurezza, qualità e autorevolezza sufficienti per guadagnarsi posizioni elevate nelle SERP.
  • Stabilità del posizionamento: indica quanto il sito riesce a mantenere le proprie posizioni su Google nel corso di mesi, soprattutto per keyword strategiche.
  • Opportunità di crescita: mette in luce il potenziale del sito di migliorare il proprio posizionamento in futuro, sulla base delle keyword che potrebbero avanzare verso la prima pagina o di nuovi trend e contenuti emergenti.

Combinando questi parametri in modo pesato, la Zoom Authority fornisce un punteggio finale che riflette la capacità del sito di attirare traffico e consolidarsi nelle posizioni privilegiate di Google. Questo sistema di valutazione fa della ZA uno strumento prezioso per chiunque voglia ottimizzare la propria presenza digitale in maniera strategica e ben informata, puntando su dati reali e non su ipotesi o stime arbitrarie.

Perché si distingue dalle altre metriche

Se ne parlava anche tempo fa, riportando le parole e i dubbi dell’esperto SEO Amit Raj sulla Domain Authority: i SEO tools e le metriche sono sicuramente utili se usati con consapevolezza e accortezza, ma vanno “interpretati” perché in genere sono basati su valori previsionali, semplicistici se non addirittura manipolabili.

Ed è qui che sta la grande differenza con la filosofia alla base della Zoom Authority che, come tutte le altre metriche di SEOZoom, non prende in considerazione solo e semplicisticamente il volume di traffico o i backlink.  Rispetto ad altre note metriche SEO, come la Domain Authority (DA) di Moz o il Domain Rating (DR) di Ahrefs, la ZA è imparziale: mentre molti competitor concentrano le proprie valutazioni su parametri più facili da manipolare, come il numero di backlink acquisiti da un sito, la ZA si basa esclusivamente su segnali che riflettono il reale comportamento di Google nei confronti di quel dominio.

Questo la rende non taroccabile a tentativi manipolativi come l’acquisizione massiva di backlink di bassa qualità o l’utilizzo di pratiche discutibili che influiscono temporaneamente sul ranking. Inoltre, la Zoom Authority si aggiorna continuamente, grazie all’integrazione con gli aggiornamenti algoritmici di Google, permettendo una fotografia sempre aggiornata dell’autorevolezza di un sito rispetto alle dinamiche della SERP. Per capirci, anche se Google cambierà 10mila volte l’algoritmo (e sappiamo che i broad core update sono piuttosto frequenti!), la nostra funzione si adatterà in automatico.

Le metriche come DA o DR, invece, si basano su un mix variabile di fattori in cui il peso assegnato ai backlink è spesso preponderante, portando a valutazioni che possono essere poco aderenti alla reale qualità di un sito. La Zoom Authority, al contrario, mette al centro la performance empirica del dominio, osservando l’effettivo comportamento di Google.

È comunque chiaro che, così come le altre metriche proprietarie originali (la DA di Moz, il Trust Flow di Majestic o la DR di Ahrefs), anche la ZA non è un dato che può davvero aver peso per Google, che valuta i siti con i suoi algoritmi, criteri e fattori di ranking. Ogni strumento proprietario si concentra sui segnali che ritiene più utili e più pertinenti rispetto ai dati posseduti – ad esempio, il Trust Flow si basa meramente sui link, la DA è un mix tra posizionamenti e link eccetera – e non è possibile determinare se una metrica sia migliore o più precisa di un’altra. Anziché leggere solo il valore numerico, infatti, è più utile contestualizzare il dato nell’ambito dello strumento usato e allargare l’analisi ad altri elementi per valutare davvero il sito.

Per quanto la ZA, e tirando ovviamente acqua al nostro mulino, rispetto ad altre metriche comuni e diffuse non prende in considerazione il numero e la qualità (presunta) dei backlink o altri segnali “manipolabili”, ma si basa sull’osservazione empirica di come Google si comporta verso un determinato sito. Per questo motivo possiamo definirla con sufficiente sicurezza un valore attendibile, che si basa sull’osservazione diretta del comportamento e del gradimento che Google ha verso un sito, senza provare a determinare e stimare eventuali altri fattori di ranking o algoritmi basati su valori previsionali, semplicistici se non addirittura manipolabili. Per rendere più neutrale il parametro, ribadiamo, la ZA è creata partendo dalla semplice osservazione delle SERP e del gradimento di Google verso il sito, e inoltre è in costante evoluzione e adattamento rispetto agli aggiornamenti algoritmici di Google.

Perché è essenziale per chi lavora online

Negli ultimi anni, la ZA si è imposta come risposta preferita in Italia alle domande “Come valutare un sito?”, “Quali sono i parametri da prendere in considerazione per capire se un sito è in salute ed è vero?” o “Quanto conviene collaborare con questo sito in ottica link building?”, che sono piuttosto frequenti per tutti quelli che operano in attività online, soprattutto se inesperti o alle prime armi.

Può sembrare la classica operazione di auto-celebrazione, ma in realtà basta vedere le discussioni sui vari canali social dedicati alle trattative per link building per rendersi conto di come la nostra ZA sia diventata la metrica più utilizzata per valutare siti e link, e il motivo sta tutto nella filosofia che ci ha portati a rilasciare tale parametro, diverso da tutti gli altri presenti online.

La Zoom Authority gioca ormai un ruolo fondamentale per chi gestisce un progetto digitale, sia che si tratti di SEO, sia che ci si occupi di content marketing; la sua capacità di misurare con precisione fattori legati al posizionamento organico e alla stabilità di un sito nelle SERP è apprezzata soprattutto da chi è impegnato a costruire una strategia di crescita basata su dati concreti.

Come detto, la ZA consente di ottenere una visione strategica immediata del sito e delle sue prospettive future: questo la rende insostituibile per chi deve monitorare non solo il traffico organico effettivo, ma anche il potenziale di miglioramento e le opportunità di crescita non ancora completamente sfruttate. Il suo approccio neutrale e basato su dati reali la rende uno strumento di lungo periodo per chi desidera ottimizzare il proprio sito e rafforzare la presenza digitale.

Non solo: la ZA è divenuta il riferimento prioritario per chi si occupa di link building, proprio perché traccia con precisione il gradimento di Google per un determinato sito. A colpo d’occhio, permette di valutare con affidabilità i siti da cui acquisire collegamenti, orientando la decisione verso domini che non solo “appaiono” autorevoli, ma che dimostrano stabilità e trust effettivo, evitando di incorrere in falsi positivi dovuti a metriche manipolabili come i backlink di scarsa qualità.

ZA e link building: perché la metrica più diffusa per valutare i siti

Ritornando alla Domain Authority (che prendiamo in esame in quanto è forse la più nota in assoluto), anche lo sviluppatore di Moz Russ Jones ammetteva che rappresenta “un punteggio che prevede la probabilità per un sito di posizionarsi in SERP”, calcolato attraverso la combinazione di una serie di parametri interni tra cui misurazione di numero di link e spam score.

Proprio sul numero di backlink si può aprire una parentesi infinita, perché basta ad esempio prendere un sito recuperato con milioni di link precedenti e ancora attivi per falsare questo valore! Al contrario, la Zoom Authority riesce ad analizzare ciò che Google pensa del sito: questo non significa che sia perfetta o infallibile, ma che di sicuro offre una fotografia abbastanza affidabile e utile del valore del sito, perché prende in esame aspetti fondamentali come il traffico organico, il coinvolgimento e le opportunità di crescita.

Leggendo alcune conversazioni online nei gruppi e nei forum specializzati in tema link building abbiamo trovato vari riferimenti alla nostra metrica: per citarne solo uno, c’è chi segnala che “la ZA indica quanto un sito piace a Google, più la Zoom Authority è alta e più un sito Web è posizionato e più posiziona meglio nuovi post“, sintetizzando i vantaggi pratici di impostare una strategia di acquisizione link ragionata anche sullo studio dei valori del sito ospitante.

L’aspetto da ricordare è, comunque, che la SEO non si improvvisa: tutti gli strumenti SEO, compresa anche la ZA, devono essere utilizzati in modo ragionato e ponderato per raggiungere il traguardo e avere un sito ottimizzato e ben posizionato.

Come viene calcolata la Zoom Authority

Per capire come si calcola la Zoom Authority possiamo far riferimento diretto alle parole di Ivano Di Biasi, CEO e co-founder di SEOZoom, che ha scritto una spiegazione cercando di utilizzare un linguaggio estremamente semplice e senza entrare in concetti matematici complessi.

Prima di tutto dobbiamo premettere che la Zoom Authority viene calcolata su tutto l’insieme dei siti indicizzati e posizionati su Google, e più precisamente il confronto logaritmico viene fatto sulla base dati di tutti i domini esistenti nel nostro database per quella specifica versione di Google: pertanto, la metrica rappresenta a tutti gli effetti una classificazione del dominio all’interno dell’intero panorama web nazionale, e al tempo stesso è un parametro che varia anche in base al contesto.

Entrando nel dettaglio della ideazione della ZA, per valutare un sito web abbiamo preso in considerazione una serie di segnali importanti, forniti dai motori di ricerca, senza provare a inventare algoritmi di valutazione che poi non avrebbero trovato alcun riscontro con il reale rendimento del sito.

Spesso infatti, quando si prova a valutare un sito web con congetture proprie come ad esempio il numero o la qualità dei backlink che riceve, ci si scontra poi con la realtà – ovvero, i siti web in questione non sono posizionati per alcuna keyword importante e non ottengono traffico organico.

Per questo motivo abbiamo completamente escluso i backlink nella nostra valutazione della Zoom Authority: solo Google sa esattamente come valutare i backlink e sarebbe presuntuoso azzardare ipotesi e un sito web partendo dai backlink senza alcun fondamento reale.

Sommariamente, i segnali e gli elementi che prendiamo in considerazione sono un mix pesato tra numero di keyword posizionate, volumi di ricerca delle keyword posizionate, distribuzione delle parole chiave, competizione delle keyword, trend degli ultimi mesi (salita o discesa) e, in minima parte, alcuni aspetti social; non vengono presi in considerazione i backlink, come detto, poiché non c’è modo certo di sapere come siano valutati realmente da Google.

I quattro segnali che compongono la Zoom Authority

Per la precisione, prosegue Ivano, i segnali presi in considerazione dalla Zoom Authority sono:

  1. Traffico da motori di ricerca.
  2. Trust (fiducia dimostrata da Google per il sito web in questione).
  3. Stabilità (quanto è stabile il posizionamento organico del sito web).
  4. Opportunità (quanto può crescere il sito web nei mesi a venire).

Escludendo il traffico, abbastanza semplice da stimare in base al posizionamento, c’è da soffermarsi sugli altri fattori, il cui calcolo viene fatto separatamente con valutazioni molto approfondite.

  • Zoom Trust: il trust di un dominio

La domanda che ci siamo posti è: “Quanto si fida Google del dominio in questione? Come possiamo misurarlo?”.

Per riuscire a fornire una risposta abbiamo analizzato i posizionamenti di tutti i domini presenti nel nostro database e li abbiamo confrontati tra loro. In questo modo siamo riusciti a capire quanto Google stia premiando un sito web nei ranking, ma soprattutto siamo riusciti a realizzare un algoritmo in grado di dirci, su una scala da 0 a 100, quanto Google si stia fidando del sito in questione posizionandolo in posizioni privilegiate o meno, rispetto agli altri siti web.

La metrica del trust ha una base strettamente analitica e sintetizza in un solo valore la risposta alla domanda iniziale, ossia: “Quanto si fida Google di questo sito da zero a cento?”.

  • Zoom Stability: la stabilità del posizionamento organico

Valutare un sito web solo in base al suo traffico sarebbe molto superficiale, per cui abbiamo pensato a un secondo segnale importante, la stabilità del posizionamento del sito.

Un sito web con un posizionamento stabile può fare affidamento su tante keyword classificate in prima pagina in posizioni alte. Se qualche keyword dovesse perdere posizionamento, il sito web non rischia di crollare del tutto, quindi possiamo dire che abbia un posizionamento stabile.

Se invece un sito web, che ha un traffico elevato, ha in top 10 di Google solo una manciata di top keyword, allora potremo dire che non gode di stabilità del posizionamento, perché se crolla una keyword il sito rischia di perdere gran parte del proprio traffico.

La valutazione della stabilità l’ho esposta volutamente in maniera semplicistica, ma i parametri che portano alla generazione di tale valori sono veramente tanti e accurati e fanno parte di un algoritmo abbastanza complesso.

Anche in questo caso, la nostra metrica risponde a una semplice domanda: “Quanto è stabile il posizionamento del sito da zero a cento?”.

  • Zoom Opportunity: le opportunità di traffico del sito

Ogni sito web ottiene del traffico, ha un posizionamento più o meno stabile in base alle keyword che è riuscito a portare in top 10, ma ha anche delle chance di migliorare il proprio posizionamento e traffico nel tempo.

Abbiamo ritenuto importante considerare questo fattore come parte integrante della Zoom Authority per dare un plus ai siti web promettenti rispetto a quelli che invece non sembrano avere grandi possibilità di miglioramento.

Mentre per valutare la stabilità abbiamo preso in considerazione le keyword posizionate, per identificare le opportunità abbiamo analizzato la quantità e la qualità delle keyword non ancora in prima pagina e la probabilità che un giorno possano raggiungerla.

Come per i casi precedenti, la metrica risponde a una domanda: “Che probabilità ha il sito di migliorare il posizionamento in una scala da zero a cento?”.

Come leggere la Zoom Authority: cosa significano i dati

Dal punto di vista tecnico, come anticipato precedentemente, il valore di Zoom Authority va da zero a cento e tiene conto delle metriche della totalità dei domini presenti nel database di SEOZoom per avere dei punti di riferimento per arrivare al calcolo finale. La metrica si basa su una scala logaritmica, una scelta progettuale che consente di valutare i siti con precisione crescente man mano che si sale di livello.

Questo approccio differisce dalle scale lineari, dove le differenze tra i vari gradi di misurazione sono sempre uguali: nel caso della ZA, ogni incremento di valore diventa più difficile da ottenere man mano che il punteggio cresce, riflettendo in maniera più accurata l’impegno e i risultati necessari per migliorare progressivamente la performance di un sito.

A livello pratico, ciò significa che un passaggio dal valore 20 a 30 in ZA non ha lo stesso peso di un avanzamento da 70 a 80: raggiungere punteggi più elevati richiede investimenti e strategie mirate, poiché il sito deve dimostrare di essere stabile, meritevole di fiducia e capace di competere ai massimi livelli del proprio settore. Questo comportamento tipico delle scale logaritmiche rende la Zoom Authority un indicatore particolarmente utile per differenziare in modo netto i siti con elevata performance da quelli che sono solo agli inizi del loro percorso di crescita.

Man mano che analizziamo la distribuzione dei siti sul mercato italiano, possiamo notare che la maggior parte dei domini attivi è concentrata nelle fasce più basse della scala ZA, generalmente con punteggi inferiori a 30. In questa fascia, i siti stanno muovendo i primi passi nel mondo della SEO , e un modesto miglioramento delle prestazioni può tradursi rapidamente in un incremento del punteggio. Quando, però, un sito entra nel range tra 50 e 60 , gli ostacoli diventano più complessi e scalare la classifica richiede interventi sempre più sofisticati e consapevoli , come il miglioramento del trust , il consolidamento delle keyword posizionate e il rafforzamento del traffico organico.

Questa caratteristica logaritmica è di fondamentale importanza per chi intende utilizzare la Zoom Authority come guida per sviluppare una strategia di crescita digitale solida e realistica. Andare oltre un determinato punteggio non è solo una questione di aumentare il volume delle visite o di acquisire nuovi contenuti: occorre costruire solide fondamenta che dimostrino a Google che il sito è in grado di competere stabilmente ai livelli più alti, rispettando le linee guida del motore di ricerca e guadagnandosi quindi livelli sempre più elevati di fiducia.

In altre parole, migliorare significativamente la Zoom Authority richiede un impegno mirato nel correggere eventuali debolezze strutturali del sito e nell’ottimizzare ogni aspetto che possa incidere sul punteggio: dal continuo nuovo posizionamento di keyword solide, alla stabilizzazione delle performance del sito nel tempo. È una sfida che si intensifica man mano che ci si avvicina ai valori più alti, e questa dinamica crescente è proprio ciò che consente alla ZA di rappresentare un indicatore tanto affidabile e coerente sulle molteplici sfaccettature della SEO .

Utilizzare un sistema logaritmico aiuta, in sostanza, a misurare con precisione anche le piccole ma significative differenze tra un sito medio e uno altamente competitivo. Quando si mira a crescere negli intervalli superiori, ogni dettaglio fa la differenza e richiede una strategia sofisticata che sappia individuare i margini di miglioramento e le aree da consolidare, rendendo la Zoom Authority uno strumento indispensabile per chi mira a rendere il proprio progetto online sostenibile e ad alto rendimento nel tempo.

La complessità della ZA: imparare a leggere i numeri

Tutti i fattori di valutazione di cui abbiamo parlato vengono calcolati singolarmente con degli algoritmi di valutazione che rispecchiano esattamente la valutazione che avrebbe fatto un SEO esperto: non si tratta di algoritmi “fantasiosi”, ma di concrete valutazioni numeriche sui rendimenti dei siti web, rapportate in scala sui valori di tutti i siti del web.

Nel nostro ragionamento, ogni singolo fattore, rappresentato da un valore da zero a cento, non può avere lo stesso peso specifico degli altri. Pertanto, nel calcolo della Zoom Authority diamo un peso specifico ad ogni fattore, e quindi la ZA non è assolutamente la media di tutti i valori degli altri fattori.

Il livelli di ZA e di indicatori di Trenitalia

 

Potremmo quindi trovare un sito web con ZA 77 ma con un fattore di stabilità pari a 68 (come nel caso del sito di Trenitalia qui sopra): avere la consapevolezza di tale funzionamento è fondamentale per poter fare delle valutazioni precise su qualsiasi sito web, e a breve vedremo esempio pratici di valori per interpretare casi specifici di valutazione dei siti.

Inizialmente, in SEOZoom mostravamo solo il valore finale della Zoom Authority, ma poi abbiamo deciso di fornire anche le valutazioni singole dei fattori più importanti che teniamo in considerazione. Pensiamo che ciò sia molto utile per avere una valutazione immediata e completa di qualsiasi sito web, sia per uso personale che nella valutazione di siti web per l’acquisizione di backlink.

Inoltre, per superare un altro limite oggettivo – ovvero, la difficoltà o addirittura l’impossibilità per siti afferenti a determinati settori, specialmente di nicchia, di raggiungere il livello dei domini più generalisti, grandi e autorevoli – abbiamo deciso di introdurre una seconda metrica più settoriale, la Topical Zoom Authority, che in pratica riesce a classificare ogni sito all’interno di uno specifico topic, creando di fatto una nuova graduatoria e permettendo di conoscere il miglior sito per ogni settore online!

Come capire se un sito ha una buona ZA?

Comprendere se un sito ha una buona Zoom Authority non è una questione di confronto diretto con valori assoluti, ma piuttosto di osservazione strategica all’interno del contesto in cui il sito si trova ad operare. Come per qualsiasi metrica basata su una scala logaritmica, non esistono soglie fisse che definiscono la ZA di un buon sito; invece, il valore va interpretato in base alla competizione di mercato e alla natura del progetto digitale.

Per i siti che operano nei settori altamente competitivi, un punteggio Zoom Authority sopra il 60 è generalmente considerato un indicatore di ottime performance organiche, la dimostrazione che Google ritiene quel dominio autorevole, stabile e con ampi margini di crescita. Tuttavia, c’è una differenza cruciale da considerare quando analizziamo settori di nicchia: qui, un livello ZA inferiore può comunque indicare una forte presenza nelle SERP relative a uno specifico argomento, anche se il sito potrebbe non raggiungere le stesse altezze in termini di punteggio rispetto a settori più trasversali o mass-market.

Di solito, un sito che rientra nella fascia 40-50 in ZA ha iniziato a consolidare la propria stabilità nel posizionamento organico, vincendo parte della fiducia di Google e dimostrando costanza nei risultati. Questo spesso rappresenta un punto di svolta, poiché evidenzia la presenza di strategie SEO efficaci, che hanno saputo portare il sito fuori dalle fasce di ZA più basse, laddove stazionano la maggior parte dei domini con scarso rendimento sui motori di ricerca.

Quando però si analizzano siti con Zoom Authority al di sotto di 30, è facile intuire che si tratta spesso di progetti ancora in fase iniziale, che non hanno ancora consolidato una presenza stabile nelle query strategiche di riferimento. Questo tipo di dominio può avere opportunità di crescita rilevanti, ma è fondamentale che si lavori seriamente sul trust dimostrato a Google, ampliando il profilo di keyword e migliorando la stabilità complessiva delle performance.

La distribuzione dei siti per punteggio Zoom Authority, attraverso strumenti come l’Osservatorio ZA, aiuta inoltre a contestualizzare qual è la posizione del proprio sito rispetto alla concorrenza e a comprendere se il punteggio attuale rientra in una fascia comune o se si colloca tra le prime posizioni, indicando una significativa leadership nel settore.

Infine, un fattore chiave da considerare non è solo il valore numerico raggiunto, ma l’andamento nel tempo del punteggio. Un sito in costante crescita di ZA è in grado di attrarre traffico organico con continuità e di consolidare i suoi asset SEO, offrendo una prova tangibile del proprio sviluppo e della solidità del progetto digitale. Al contrario, scossoni bruschi o improvvise fluttuazioni nel valore di ZA possono indicare una vulnerabilità nella strategia adottata, suggerendo la necessità di un immediato intervento strategico per evitare crolli più ampi.

Valutare la Zoom Authority: consigli ed esempi pratici

Per meglio comprendere come valutare se la ZA di un dominio sia buona o meno possiamo guardare la distribuzione dei domini presenti in SEOZoom nelle varie fasce di Zoom Authority per l’Italia, che rendono evidente la comprensione di quanto un valore di ZA possa risultare “elitario” o abbastanza comune.

Come si vede dalla tabella, solo 5 domini italiani hanno una ZA maggiore di 90, mentre la stragrande maggioranza dei domini ha una ZA minore di 10.

Se il nostro sito ha una ZA 55, sarà sicuramente un ottimo risultato perché fa parte dei 6791 siti web che hanno una ZA da 51 a 60.

Osservatorio ZA: la distribuzione di tutti i domini italiani

Continuiamo con alcuni esempi pratici di quali possono essere i valori di ZA e come interpretarli, andando ad analizzare quattro diversi domini.

analizi ZA Il Giornale

Il primo sito (www.ilgiornale.it) ha una ZA 74, quindi è nella parte alta della classifica italiana – ci sono solo altri 21 siti oltre a quello analizzato con tale livello di ZA, e solo altri 128 superano questa soglia. Quello che possiamo notare è :

  1. Il sito ha un valore di trust 72, quindi è molto premiato da Google.
  2. Ha una stabilità del posizionamento di 66, segno di qualche oscillazione al di sotto della media.
  3. Ha opportunità di 72, quindi ancora potenzialità di crescita.

Grazie a SEOZoom possiamo dire – con sufficiente grado di certezza – che questo sito è molto premiato da Google, ha un posizionamento sufficientemente stabile e tante opportunità di ulteriore crescita futura.

Analisi sito stasera in tv

Differente il caso del secondo sito (staseraintv): pur avendo la stessa ZA del precedente, e quindi 74, i valori di ZO e ZS sono più bassi (rispettivamente 60 e 58), segno quindi di qualche turbolenza nel rapporto con Google e di un traffico più incerto, anche in chiave futura.

analisi del sito previsioni.meteogiornale

Proseguiamo con un altro sito (previsioni.meteogiornale.it) che ci permette di avere un angolo di analisi molto interessante. Qui la ZA complessiva è 48, un livello medio o leggermente inferiore alla media, e sicuramente il livello di stabilità è “preoccupante”, perché la ZS è 35: insomma, a colpo d’occhio potremmo dire che il sito fa traffico ed è abbastanza premiato da Google, ma con un numero limitato di keyword ben posizionate, che quindi potrebbe portare a un grave calo di traffico in caso di variazione negativa. Allo stesso tempo, però, notiamo che il sito è in corsa per il posizionamento di un buon numero di parole chiave perché ha 58 di opportunity, quindi ha un buon margine di miglioramento. In definitiva, è un sito da monitorare perché attualmente ha un ranking piuttosto instabile, sta facendo traffico da un numero limitato di keyword e potrebbe perderlo repentinamente, ma al tempo stesso potrebbe – con gli opportuni interventi di miglioramento – solidificare il suo trust e crescere.

analisi del dominio buontutto

Questo scenario è ancora più evidente nell’ultimo esempio (buontutto): il sito analizzato ha ZA di 64, ma scomponendo i suoi fattori notiamo che il livello di stabilità è piuttosto basso (47), così come quello di opportunity (46). È un sito rischioso, anche per la specifica nicchia di attività, su cui non si può fare troppo affidamento in termini di collaborazione e valutazione, perché sembra esposto a un potenziale declassamento.

Approfondire l’analisi del sito con la TZA e l’Osservatorio ZA

Ma SEOZoom permette anche di portare l’analisi di valutazione di un sito a un livello ancora più profondo. Quando si parla di autenticità e autorevolezza nell’ambito competitivo di un settore specifico, infatti, non sempre un confronto globale permette di ottenere un’immagine chiara e completa, e soprattutto in settori di nicchia potrebbe essere difficile competere o comparare le performance con colossi generalisti.

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Sai misurare il valore di un sito?
La Zoom Authority è la metrica perfetta per valutare un sito, anche in ottica link building

Qui entra in gioco la Topical Zoom Authority, che abbiamo detto essere la metrica di SEOZoom pensata per offrire un quadro settoriale più preciso, pensata per eseguire la misurazione dell’autorevolezza di un sito contestualizzata all’interno del suo proprio settore di appartenenza. Questo approccio diventa particolarmente rilevante per quei progetti che operano appunto in nicchie di mercato o aree verticali, dove può risultare difficile competere direttamente con grandi brand e siti generalisti, perché consente di valutare un dominio non solo in relazione al mercato globale, ma nel preciso ambito in cui opera, facilitando la comprensione rapida della competitività anche di progetti di piccole o medie dimensioni.

Con la Topical Zoom Authority è possibile ottenere una valutazione settoriale più accurata: non si tratta solo di competere per le posizioni globali, ma di comprendere il valore effettivo del sito esaminato rispetto a quello dei suoi concorrenti diretti. Ciò significa che la Topical ZA ci permette di individuare leader del mercato all’interno di nicchie specifiche e di comprendere qual è il livello di autorevolezza raggiunto rispetto agli altri domini che competono sugli stessi argomenti o target.

A completare il quadro c’è l’Osservatorio ZA, uno strumento che offre una panoramica dettagliata sulla distribuzione della Zoom Authority tra i domini presenti nel nostro database. Le tabelle e i grafici dell’Osservatorio ci permettono di comprendere in quale fascia di punteggio si trova il sito e quanti domini si trovano nelle varie classi di ZA nel mercato italiano (e degli altra database presenti in SZ). Questa funzionalità diventa particolarmente utile sia per valutare il sito in termini di link building, sia per comprendere meglio il contesto competitivo in cui ci muoviamo.

L’Osservatorio ZA ci aiuta anche a tracciare le fluttuazioni periodiche dei punteggi attraverso due strumenti molto utili: i Winner Domains e i Loser Domains. Le prime liste comprendono i domini che hanno guadagnato punti nella ZA rispetto al monitoraggio precedente, mentre le seconde mostrano i domini che hanno perso ZA nel confronto con il ciclo di rilevazione precedente. Queste informazioni possono offrire indicazioni preziose, ad esempio nei periodi successivi agli aggiornamenti degli algoritmi di Google, per scoprire quali siti hanno beneficiato degli update e quali invece hanno subito calo di visibilità o penalizzazioni.

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