Dopo gli sviluppatori, tocca a chi gestisce gli e-Commerce: le lezioni di Daniel Waisberg all’uso della Google Search Console, ormai molto più di una semplice suite di strumenti per webmaster, approfondiscono questa settimana il delicato mondo del commercio online, fornendo il solito supporto in termini di indicazioni, best practices e suggerimenti per sfruttare al meglio i tool e far evolvere il proprio business.
Le domande basilari per gli e-Commerce su Google
Il video si apre con l’elenco delle tre domande prioritarie che dovrebbe porsi chiunque abbia la responsabilità di un sito e-Commerce:
- Sono state implementate ottimizzazioni SEO di base?
- Google può trovare e mostrare il sito nei risultati di ricerca?
- Come stanno rendendo i contenuti del sito in termini di performance su Google?
Da qui inizia la prima parte del nuovo episodio di Google Search Console Training (from home), nella quale il Search Advocate della compagnia offre alcuni utili spunti di riflessione a tutti coloro che operano nel settore del commercio digitale e vogliono avere buone prestazioni sul motore di ricerca.
In sintesi, dobbiamo assicurarci di rispettare le basi della SEO per le pagine prodotto, e poi eventualmente considerare l’opportunità di caricare il feed di inventario in Google Merchant Center, implementare i dati strutturati del prodotto per poter accedere ai risultati multimediali di Google, e infine utilizzare la Search Console per monitorare i problemi con i dati strutturati e analizzare le prestazioni del sito con tali rich results.
Le ottimizzazioni fondamentali per gli e-Commerce
Secondo Waisber, il primo passo per aiutare le persone a trovare e navigare un sito e-commerce è “pubblicare in modo chiaro tutti i prodotti in vendita” sia in negozio che online o in entrambi i luoghi, perché questo “aiuterà Google a indicizzare le informazioni e mostrarle agli utenti che cercano prodotti da acquistare”.
In genere, “questo significa creare pagine sul sito che spiegano il prodotto da vendere”, ovvero le classiche PDP – Product Detail Pages o pagine prodotto – che possono essere migliorate rispettando alcune best practices.
I suggerimenti per scrivere buone pagine prodotto
In primis, è necessario aggiungere delle immagini che consentono di visualizzare chiaramente il prodotto, con sfondi attenuati o trasparenti e con riprese da diverse angolazioni: ciò “aiuta i visitatori del sito a decidere cosa comprare”, ma allo stesso tempo può “attirare gli utenti che usano la Ricerca Immagini di Google per trovare prodotti”.
Altrettanto importante è aggiungere “una descrizione dettagliata dei prodotti ed evidenziare tutte le caratteristiche e le specifiche”, perché permette agli utenti di trovare tali prodotti “cercando i dettagli, sia nella ricerca interna che su Google”.
È consigliabile anche inserire informazioni sulle condizioni dell’acquisto – ad esempio, la disponibilità, il prezzo, la policy di spedizione e le eventuali tasse – per consentire ai clienti di conoscere i sistemi di pagamento accettati e i tempi previsti per la consegna.
Come sappiamo, poi, aggiungere le valutazioni e le recensioni dei clienti può aiutare gli acquirenti nella ricerca dei prodotti e nel processo decisionale di acquisto.
Non dimenticare i dati strutturati
Nel lavoro sulle pagine prodotto, poi, Waisberg consiglia di utilizzare gli specifici dati strutturati, che consentiranno a Google di fornire funzionalità avanzate di ricerca e risultati visuali per il sito. Se implementato correttamente, infatti, il markup permette agli utenti di vedere il prezzo, la disponibilità e il rating delle recensioni degli utenti direttamente nei risultati di ricerca di Google.
Sfruttare Google Merchant Center e Google Analytics
Inoltre, ricorda ancora il Googler, è possibile anche caricare l’inventario completo dei prodotti su Google Merchant Center, sia per i prodotti venduti online che offline: questo approccio presenta alcuni vantaggi, a suo dire, perché aiuta ad “aggiornare più velocemente dati come i prezzi e i livelli delle scorte, di fornire dati più ricchi, come le informazioni locali sulla disponibilità delle merci, e di avere più controllo sui dati, inviandoli personalmente a Google in caso di cambiamenti senza aspettare che sia Google a fare crawling del sito”.
È anche bene sapere che, se abbiamo implementato dati strutturati e caricato anche un feed su Merchant Center, “in genere Google dà la priorità ai dati del feed”.
Pur non essendo realmente correlato alla Ricerca, poi, bisognerebbe “considerare l’impostazione di Google Analytics per eseguire un tracciamento dell’e-Commerce e capire meglio il comportamento degli utenti”, ad esempio per analizzare il “valore medio degli ordini sul sito, il tasso di conversione dell’e-commerce, il tempo per l’acquisto e altre informazioni interessanti”.
L’uso della Search Console per gli e-Commerce
Dopo questi rapidi (e piuttosto essenziali) consigli, Waisberg passa al topic centrale della sua serie su YouTube, descrivendo in che modo utilizzare gli strumenti e i rapporti della Search Console per monitorare e migliorare le performance del sito e-Commerce, iniziando ovviamente dal processo di verifica della proprietà in GSC per aver accesso alla piattaforma.
Ottimizzare la presenza in Search delle pagine prodotto
Per il Search Advocate di Google, il primo aspetto a cui prestare attenzione è ottimizzare i rich results generati dalla pagina, assicurandoci che i dati strutturati funzionino regolarmente con il rapporto sullo stato dei risultati multimediali per analizzare la presenza di eventuali errori, avvertimenti e voci non valide nel markup utilizzato, ad esempio quello per i Prodotti.
Gli errori squalificano i dati strutturati: non possono essere utilizzati per fornire rich results, ma la pagina può essere comunque mostrata tra i risultati di ricerca come semplice link blu. Ad esempio, se a un markup manca il Prezzo, la Valuta o campi del valore di valutazione, questo genera un errore in Search Console e in SERP la pagina non potrà ottenere risultati multimediali.
Gli avvisi segnalano che la pagina può fornire un’esperienza in qualche modo ridotta per gli utenti, pur attivando comunque risultati ricchi nella Ricerca. Esempi di problemi che generano avvisi possono essere la mancanza di descrizione, recensione, URL o brand.
In aggiunta all’interfaccia della GSC, è possibile utilizzare anche il test dei risultati multimediali per verificare la validità dei dati strutturati di una data pagina del sito. Questo strumento può controllare la sintassi dei dati strutturati e, in alcuni casi, fornire un esempio di come il risultato potrebbe apparire in Google Search.
Analizzare le performance del sito
Dopo aver settato le pagine e verificato che siano indicizzate, il passo successivo è quello di monitorare le loro prestazioni: Waisberg suggerisce di usare il Rapporto sul rendimento, offrendo alcune dritte specifiche per l’e-Commerce e, in particolare, quattro idee da cui partire per l’analisi dei pattern di dati.
- Controllare le query che portano traffico al sito.
Le persone cercano il nome dell’attività, prodotti specifici o il tipo generico di prodotto offerto dal sito? Avere queste informazioni permette di migliorare i contenuti in alcune aree del sito e ottimizzare le prestazioni nella Ricerca per le query su cui vogliamo concentrarci.
- Controllare il CTR delle pagine prodotto più importanti.
È importante tenere d’occhio il Click-Through Rate per le principali pagine prodotto: se è basso, significa che gli utenti non stanno cliccando sui nostri risultati di ricerca, e quindi potrebbe essere il caso di scrivere descrizioni o titoli migliori, o ancora aggiungere dati strutturati.
- Controllare le pagine che non danno risultati prodotto
Se un gruppo specifico di pagine non genera risultati di prodotto, questa potrebbe essere un’opportunità per migliorare l’implementazione dei dati strutturati. Per esempio, dice Waisberg, “potreste scoprire che alcuni prodotti non sono producono risultati multimediali, il che potrebbe dipendere da uno specifico template che manca di dati strutturati”.
- Controlla la visualizzazione nella Ricerca
In ultimo, è sempre utile controllare la search appareance per capire in un colpo d’occhio il volume di traffico che arriva al sito web attraverso risultati multimediale di prodotti.