Sono trascorsi circa 10 giorni da quando Google ha deciso di dare nuovi brividi a tutti coloro che operano online, annunciando il rilascio del September 2019 Core Update, ennesimo capitolo degli aggiornamenti di Google e dell’algoritmo del motore di ricerca più usato al mondo. È quindi il momento di fare un primo bilancio degli effetti di questo aggiornamento, provando a scoprire quali sono stati i movimenti in SERP, quali i settori interessati e cosa sia cambiato.
Effetti più deboli dei precedenti update
A una prima analisi, sembrerebbe che l’ultimo update di Google sia stato in qualche modo più debole rispetto ai precedenti: ne è convinto ad esempio Barry Schwartz, che dalle colonne di Search Engine Land argomenta questa ipotesi e spiega che gli effetti del June 2019 core update avevano avuto una portata maggiore e più intensa di questo settembrino.
I settori interessati dall’aggiornamento di Google di settembre 2019
Nel complesso, l’aggiornamento di settembre sembra aver avuto un impatto maggiore sui contenuti YMYL, che restano dunque tra i più soggetti alle attenzioni di Google, che ricerca nelle pagine l’ormai famoso paradigma EAT. I siti con argomenti che riguardano “i tuoi soldi – la tua vita“, e principalmente le nicchie Salute e Finanza, sono quelli che hanno subito gli scossoni più intensi, con oscillazioni sia nei risultati TOP3 in SERP che nella composizione generale dei risultati di ricerca.
Non esente da variazioni anche il settore news e media, fatto che sorprende poco perché, come avevamo anticipato, la direzione intrapresa con l’ultimo aggiornamento delle linee guida per i quality raters e le dichiarazioni di Gingras sulle modifiche al ranking per privilegiare news originali e di qualità lasciavano presagire novità in SERP. In aggiunta a queste categorie, poi, si notano oscillazioni anche per i siti attivi in ambito travel e viaggi.
Il Daily Mail recupera traffico e keyword
A proposito di siti news, salta agli occhi l’incredibile recupero del Daily Mail, di cui avevamo raccontato il crollo in occasione dell’aggiornamento di giugno: il confronto tra le due immagini tratte dalle panoramica generale di SEOZoom UK parla da solo, con un balzo straordinario del sito del noto quotidiano britannico (partito già da agosto, in verità), che ha avuto un rafforzamento in concomitanza con l’update di settembre.
Anche l’analisi con la nostra Time Machine conferma questa sensazione: nel corso del trimestre che separa i due update, il sito ha guadagnato oltre il 30 per cento di traffico, indirizzato soprattutto verso la home page (che è passata da un volume stimato di 4,6 milioni a quello attuale di 7.6, con un’impennata di oltre 3 milioni di visite) grazie all’ingresso in SERP di keyword ad alto volume (tra cui quelle branded, che precedentemente erano state spinte fuori dalla TOP10).
Nuove valutazioni anche sui link
Se l’articolo di Barry Schwartz si sofferma sullo studio dei settori, Roger Montti su Search Engine Journal ha invece preso in osservazione la gestione di link e backlink nei siti che hanno avuto movimenti – positivi e negativi – da questo ultimo update di Google. La teoria dell’autore è che le SERP comincino a subire l’impatto della nuova considerazione che l’algoritmo dà ai link nofollow, ritenuti ora un suggerimento che potenzialmente può essere seguito in ottica posizionamento.
A supporto delle sue idee, Montii cita alcuni esempi che ha raccolto sui forum specializzati, e in particolare sul forum di Black Hat World (dove, per l’appunto, si racconta di strategie aggressive e ispirate alla Black Hat SEO) e la confessione di un black hat search marketer di successo. Questo professionista ha raccontato di aver perso il 20 per cento del traffico organico verso il suo sito dopo l’update: il suo profilo backlink è diversificato e alcuni di questi collegamenti sfruttavano domini scaduti e il trick del redirect 301, tattica che quindi avrebbe perso efficacia con il nuovo giro di vite di Google.
Al di là di questi casi, e in attesa di informazioni e dati più consolidati, resta la certezza che anche questo aggiornamento dell’algoritmo di Google abbia interessato più ambiti e coinvolto più parti della SEO (contenuti, link, topic e così via). Rispetto ai precedenti, forse l’update di Giugno 2019 ha apportato solo rifiniture agli scossoni che erano stati già provocati, ma di sicuro le SERP ballano ancora e continueranno a farlo.