Google Search News di gennaio 25: AI, core update e SEO
Anno nuovo, ma alcune cose non cambiano (per fortuna o per sfortuna?) e di sicuro la SEO non si ferma mai. E nemmeno Google, come ci ricorda il primo episodio del 2025 di Search News, in cui John Mueller ci accoglie con il consueto mix di ironia e professionalità, portandoci direttamente al cuore delle ultime novità dal mondo di Google Search. Tra aggiornamenti rilevanti sulla Search Console, riflessioni sullo stato attuale della SEO e i progressi nelle tecnologie legate all’intelligenza artificiale, i temi affrontati spaziano ampiamente, offrendo spunti interessanti per chi vuole restare competitivo nel nuovo anno. Insomma, si prospetta un (altro) anno denso e intenso per chi lavora con la SEO e per chi vuole decifrare i trend che segneranno i prossimi mesi!
Le novità principali dal Google Search News di gennaio 2025
Per inaugurare il nuovo anno, il primo appuntamento di Google Search News del 2025 ci offre una panoramica delle modifiche e degli aggiornamenti che stanno già segnando l’evoluzione della Ricerca Google, concentrandosi su numerose aree di interesse per chi lavora con la SEO.
Tra i punti salienti trattati da John Mueller troviamo aggiornamenti alle funzionalità di Search Console, con dati orari più freschi e notifiche estese nel Performance Report, interventi tecnici sui sistemi di crawling, cambiamenti importanti per i segnali strutturati nella SERP e il recap sui due core update che hanno influenzato la volatilità del ranking dei risultati. Nella puntata, inoltre, si approfondiscono anche lo stato attuale della SEO, grazie ai dati raccolti nel Web Almanac che aprono riflessioni interessanti, e funzionalità come la navigazione sfaccettata.
Non mancano accenni alle novità in ambito intelligenza artificiale, dove Google si sta spingendo sempre più avanti con strumenti innovativi e ambiziosi, né suggerimenti con risorse utili dalla community SEO per migliorare le dashboard o ottimizzare strategie aziendali.
Core update e altre novità da Google Search
Il primo punto su cui si concentra l’attenzione del Search Advocate è il rilascio di due core update che ha caratterizzato la fine del 2024, sorprendendo esperti e specialisti per le tempistiche degli interventi.
Tra il November 2024 Core Update e il December 2024 Core Update, infatti, sono trascorsi appunto pochi giorni – per la precisione, tra la fine del primo e l’avvio del secondo c’è stato un intervallo di una sola settimana! – ed entrambi gli aggiornamenti hanno interessato “diverse componenti del motore di ricerca”, provocando impatti rilevanti sulle SERP, come abbiamo evidenziato nella nostra analisi sul December 2024 Core Update. Come sempre, Mueller non fornisce dettagli specifici sui cambiamenti, ma sottolinea l’importanza di monitorare le prestazioni dei siti alla luce di queste modifiche.
In parallelo, Google ha anche definitivamente implementato un nuovo aggiornamento anti-spam – il Site Reputation Abuse, in italiano Abuso della reputazione del sito – pensato per contrastare comportamenti manipolativi, introducendo ulteriori dettagli nella documentazione ufficiale. Le nuove indicazioni riguardano in particolare i comportamenti scorretti da parte dei publisher e spiegano con maggiore chiarezza quali pratiche possono essere considerate abusive nella gestione di un sito.
Per chi gestisce contenuti online, seguire attentamente queste linee guida è fondamentale per evitare azioni manuali. Mueller invita tutti a consultare la documentazione aggiornata per comprendere meglio i cambiamenti e per mantenersi in linea con le norme indicate da Google, ma anche a seguire gli sviluppi attraverso la Search Status Dashboard, dove tutti gli update sono tracciati in modo trasparente – oppure, aggiungiamo noi, nella nostra sezione dedicata ai Google Update!
Poiché questi aggiornamenti possono influenzare sia il traffico organico che il ranking, è fondamentale controllare l’andamento del proprio sito con attenzione, utilizzando strumenti di analisi affidabili per individuare variazioni significative e intervenire prontamente in caso di problematiche. E poi, l’inizio di un nuovo anno è sempre un buon momento per rivalutare la qualità dei contenuti e verificare la conformità del sito alle best practice SEO.
Addio al sitelinks search box
Un’altra novità importante riguarda la definitiva rimozione del supporto alla sitelinks search box – la casella di ricerca nei sitelink – una funzionalità avanzata delle SERP che permetteva agli utenti di effettuare una ricerca interna direttamente dal risultato di una pagina. Contestualmente, Google ha anche smesso di utilizzare i dati strutturati relativi a questa funzione.
Sebbene questa modifica possa sembrare significativa, Mueller rassicura i publisher: non è necessario intervenire sui propri siti per eliminare il markup associato. I dati strutturati continueranno a rimanere sulle pagine senza però attivare funzionalità specifiche in SERP. Questa decisione rappresenta un passo verso una semplificazione dell’impatto visivo e funzionale delle SERP, ma mette anche in luce come sia sempre più importante puntare su contenuti di valore e su un’architettura del sito intuitiva per favorire la navigazione.
Le novità per la Search Console
Tra gli aggiornamenti più importanti trattati nell’episodio, spiccano le novità introdotte per la Google Search Console, che puntano a semplificare ulteriormente il monitoraggio e la gestione dei siti web attraverso miglioramenti sempre più orientati all’usabilità e alla tempestività delle informazioni. Dal nuovo Performance Report con dati orari fino all’estensione del sistema delle raccomandazioni, i cambiamenti sono progettati per offrire ai gestori dei siti strumenti ancora più mirati e utili per lavorare efficacemente.
L’intervento principale è forse l’introduzione dei dati orari nel Performance Report, una funzionalità che consente di monitorare l’andamento del traffico organico nelle sole ultime 24 ore. Questa granularità temporale rappresenta un importante passo avanti per chi gestisce siti soggetti a picchi di traffico improvvisi, come ad esempio eCommerce durante la peak season o siti che pubblicano news.
Grazie a questa innovazione diventa possibile individuare rapidamente fluttuazioni anomale nel comportamento degli utenti o nel rendimento del sito, consentendo interventi tempestivi. La natura quasi “live” dei dati risponde a un’esigenza sentita da molti professionisti della SEO, che ora possono agire con maggiore precisione nel comprendere l’impatto immediato di eventi, campagne o aggiornamenti ai contenuti.
Evoluzione delle raccomandazioni in Search Console
Nel video, John Mueller annuncia anche l’estensione del sistema di raccomandazioni introdotto in precedenza, che a partire da adesso sarà disponibile per tutti i siti idonei. Queste notifiche aiutano i gestori dei siti a rilevare e risolvere problematiche ricorrenti in modo preventivo.
Tra le altre novità segnalate troviamo un controllo per verificare lo stato di indicizzazione della homepage, che richiede la verifica del dominio a livello di proprietà, e un sistema di notifiche che identifica problemi di crawl budget in caso di difficoltà nella scansione del sito. Il meccanismo è settato per attivarsi solo quando almeno il 5% del sito presenta errori legati al crawling, segnalando situazioni che potrebbero essere temporanee, come disservizi dovuti al server.
Questa evoluzione si traduce in un aiuto concreto per monitorare la salute tecnica del sito senza dover effettuare un’analisi manuale approfondita, dimostrandosi particolarmente utile a chi non dispone di un monitoraggio costante e strutturato.
Restyling delle email di Search Console
In un’ottica di miglioramento complessivo, Google sta anche aggiornando il design e il contenuto delle email inviate tramite Search Console. Come spiegato da Mueller, l’obiettivo è rendere i messaggi più moderni e uniformi, non solo nella grafica ma anche nel linguaggio.
Tra le modifiche secondarie – che però raccontano anche l’evoluzione del settore – spicca l’abbandono definitivo del termine “webmaster”, ormai considerato obsoleto, in favore di un vocabolario più attuale e professionale. Sebbene queste modifiche non abbiano un impatto diretto sui siti, contribuiscono a migliorare l’esperienza d’interazione con lo strumento, offrendo comunicazioni più chiare e rilevanti per chi si occupa di SEO e gestione dei contenuti web.
Web Almanac: uno sguardo alla SEO nel 2025
Tra i punti più stimolanti presenti in questo episodio di Google Search News c’è il focus sul capitolo dedicato alla SEO nel Web Almanac, un’analisi dettagliata che offre preziosi spunti su come si presenta lo stato attuale della SEO nel panorama globale. Il Web Almanac, compilato da esperti del settore e ingegneri di Google, è alimentato dai dati dell’HTTP Archive, un vasto repository che raccoglie informazioni provenienti da milioni di siti web pubblici. La grande mole di dati analizzata consente di disegnare un quadro completo e articolato sugli elementi tecnici e strategici che caratterizzano l’ottimizzazione per i motori di ricerca.
Tra le numerose statistiche riportate emerge un dato interessante: quasi l’84% dei siti analizzati presenta un file robots.txt, strumento essenziale per definire le regole di accesso dei crawler al proprio sito. Questo dato conferma quanto la gestione del crawling sia considerata cruciale da una grande maggioranza di siti web, soprattutto per migliorare i tempi di caricamento e ottimizzare il consumo del crawl budget. Tuttavia, va notato come non sempre i file robots.txt siano configurati in modo adeguato, suggerendo che c’è ancora spazio per educare i proprietari di siti su come sfruttare al meglio questo elemento strategico.
L’analisi del Web Almanac si spinge oltre, esplorando molteplici aspetti che riguardano la SEO tecnica contemporanea, tra cui l’adozione e l’implementazione di schema markup, la diffusione di protocolli HTTPS e l’architettura dei siti. Per chi si occupa di SEO , immergersi nei dati riportati può rappresentare un’opportunità per confrontare le proprie strategie con le tendenze globali e identificare numeri e metriche su cui lavorare per migliorare le performance del proprio progetto.
Mueller invita i professionisti della SEO a utilizzare queste analisi come punto di partenza per approfondimenti più mirati, essendo il Web Almanac un’utile e stimolante mappa dello stato del settore, anche per indirizzare le prossime decisioni in un panorama sempre più tecnico e competitivo.
Crawling: chiarimenti nella documentazione tecnica
La SEO tecnica è uno dei pilastri di un progetto digitale di successo, e non poteva mancare in questa puntata di Google Search News un approfondimento sul crawling. Mueller segnala infatti la pubblicazione di una serie di post tecnici realizzati dalla squadra di Googlebot, che approfondiscono i processi e le dinamiche che regolano il comportamento del crawler di Google. Si tratta di risorse che vanno ben oltre l’introduzione di base e che offrono una vista dettagliata su numerosi aspetti spesso trascurati, ma fondamentali, del crawling.
Uno dei temi principali esplorati riguarda il ruolo del caching HTTP. Questa tecnologia consente a Googlebot di ridurre il carico sui server del sito, memorizzando nella cache le risposte delle pagine già visitate. Grazie a questo approccio, le risorse richieste dai crawler possono essere gestite in modo più efficiente, evitando un consumo eccessivo del crawl budget. Questo dettaglio è particolarmente rilevante per chi gestisce siti di grandi dimensioni, dove la frequenza delle scansioni influisce direttamente sulle prestazioni complessive.
Un altro punto affrontato nei post riguarda le migliori pratiche per gestire la navigazione sfaccettata (faceted navigation), una caratteristica comune nei siti di e-commerce o con una struttura complessa. La navigazione sfaccettata consente agli utenti di esplorare i contenuti del sito attraverso filtri e combinazioni (ad esempio, per colore, prezzo o categoria), ma può facilmente generare problemi di crawling e indicizzazione. Google conferma che queste configurazioni necessitano di ottimizzazioni specifiche, come l’uso di parametri canonical o il blocco di URL non significative nel robots.txt, per evitare di sprecare risorse e creare contenuti duplicati.
Questi suggerimenti non si limitano a descrivere i problemi, ma offrono anche soluzioni pratiche e approcci da adottare in caso di dubbi su particolari scenari tecnici. Mueller aggiunge che la documentazione è pensata come un punto di riferimento non solo per risolvere problematiche occasionali o edge case, ma anche per migliorare la propria comprensione dei meccanismi avanzati di Googlebot.
Intelligenza artificiale: Gemini, Mariner e oltre
Sempre a proposito di temi che non possono mancare, l’episodio di Google Search News fa accenno anche due strumenti AI generativa lanciati recentemente da Google, Gemini e Mariner per Chrome, che promettono di ampliare le possibilità sia in termini di produttività individuale che di ricerca avanzata.
La novità del progetto Gemini risiede nel suo Deep Research mode, una modalità che punta a migliorare significativamente il modo in cui vengono condotte le ricerche. Grazie a questa tecnologia è possibile esplorare concetti e informazioni in modo approfondito e strutturato, offrendo un supporto che va oltre ciò che i motori di ricerca tradizionali sono in grado di fare. Si tratta di un esempio di intelligenza artificiale progettata per accelerare i processi di apprendimento e presa di decisione, garantendo risultati utili anche per chi gestisce contenuti complessi.
Mariner per Chrome, invece, sposta il focus sulla produttività, introducendo un sistema di controllo avanzato per il browser. Sebbene Mueller non sia entrato nei dettagli, questo strumento sembra destinato a semplificare l’interazione con il web attraverso automazioni che riducono il tempo necessario per completare attività ricorrenti o gestire contenuti. Le funzionalità di Mariner sono ancora in una fase iniziale e non sono disponibili ovunque, ma rappresentano un significativo passo in avanti nel modo in cui si può interagire con il proprio browser grazie all’AI.
Insight dalla community SEO: machine learning e dashboard avanzate
Come sempre, Google Search News offre spazio anche alla community SEO, evidenziando contributi di grande valore condivisi da professionisti del settore. In questa puntata, Mueller accenna a tre risorse che possono ampliare le competenze e aprire nuovi orizzonti per chi lavora con la SEO.
Il primo contributo riguarda un articolo di Lazarina Stoy dedicato all’applicazione del machine learning per i compiti SEO. Questo studio, complesso ma ben strutturato, è pensato anche per chi non ha una particolare esperienza nel coding, proponendo soluzioni pratiche per automatizzare e migliorare task specifici legati all’ottimizzazione o all’analisi dei dati.
La seconda risorsa menzionata esplora le potenzialità di Looker Studio, con un approfondimento curato da Daria Chetvertak che mostra come utilizzare queste dashboard per visualizzare e analizzare le informazioni provenienti da Search Console, Google Analytics e altre piattaforme di dati. Le visualizzazioni precise e facilmente interpretabili offerte da Looker Studio sono un ottimo strumento per monitorare le prestazioni di un sito, individuare trend e comunicare i risultati agli stakeholder.
Infine, Mueller ha citato uno studio strategico condotto da Dan Taylor, focalizzato su come ottenere consenso e supporto per le decisioni SEO da parte dei manager di alto livello all’interno delle grandi aziende. La gestione delle dinamiche aziendali complesse rappresenta da sempre una sfida per i professionisti della SEO, e lo studio offre suggerimenti per presentare proposte in modo convincente e per allineare il lavoro SEO agli obiettivi aziendali.
Questi tre contributi, seppur diversificati, mostrano come la community continui a essere una fonte di ispirazione e un motore per l’innovazione. Per chi desidera approfondire ulteriormente, rappresentano strumenti preziosi per arricchire il proprio approccio e affrontare con maggiore consapevolezza le sfide quotidiane del lavoro SEO.