Google ha deciso di eliminare la classica strutturazione in pagine in SERP, per il momento solo da mobile, e ha lanciato una nuova funzione che si chiama continuous scroll, che in pratica prevede lo scorrimento continuo dei risultati fino a quando l’utente non trova il contenuto che lo conquista. E quindi, rischia di diventare obsoleta delle battute più citate della SEO e del digital marketing, quella che secondo cui “il luogo più sicuro in cui seppellire un cadavere è la seconda pagina di Google”.
Google introduce il continuous scrolling da mobile
A dare notizia di questa funzione è il Product Manager di Search, Niru Anand: nell’ambito della più ampia riprogettazione della pagina dei risultati di ricerca sui dispositivi mobili, pensata per offrire un’esperienza più moderna e più facile da scansionare e navigare, l’azienda ha deciso di rendere la navigazione nei risultati di ricerca più fluida e intuitiva con l’introduzione dello scorrimento continuo sui dispositivi mobili.
In pratica, quando l’utente raggiunge la sezione inferiore di una pagina dei risultati di ricerca sul suo smartphone, il successivo set di risultati sarà caricato automaticamente con le informazioni pertinenti. Per la precisione, quando le persone raggiungono la parte inferiore della pagina dei risultati di ricerca, Google caricherà automaticamente la pagina successiva dei risultati e le pagine verranno caricate automaticamente fino a raggiungere circa quattro pagine di risultati (e quindi, fino a circa 40 risultati caricamenti continuamente). Non è quindi esattamente un infinity scroll, perché dopo questi primi 40 risultati compare il pulsante “See more” (mostra altro) che consente di proseguire nell’approfondimento e di mostrare appunto altre pagine posizionate.
Come funziona lo scorrimento continuo delle SERP di Google
Questa nuova esperienza di ricerca ha debuttato a metà ottobre “per la maggior parte delle ricerche in inglese su dispositivi mobili negli Stati Uniti“, e dovrebbe essere implementata in altri Paesi e lingue il prossimo anno.
Secondo Anand, anche se solitamente gli utenti trovano ciò che stanno cercando nei primi risultati, a volte vogliono “continuare a cercare” e “la maggior parte delle persone che desiderano ulteriori informazioni tende a sfogliare fino a quattro pagine di risultati di ricerca”. Con questo aggiornamento, le persone possono ora farlo senza problemi, sfogliando molti risultati diversi prima del blocco (con possibilità comunque di continuare a scrollare).
Nel caso esemplificativo mostrato in questo video, che riguarda una query ampia e aperta del tipo “Cosa posso fare con le zucche?”, l’utente potrebbe “prendere in considerazione più risultati e ispirazioni prima di decidere come andare avanti”. La possibilità di scorrere un ventaglio più ampio di risultati potrebbe fornire un numero maggiore di opzioni che non aveva considerato, “come idee per decorare la zucca per Halloween senza intagliarla, ricette con semi di zucca che ripagano dell’intaglio e altre idee su come ottenere il massimo dalla tua zucca”.
Scorrimento continuo di Google, cosa cambia per gli ADS
La modifica verrà implementata nelle prossime due settimane, come rivelato da Mohamed Farid, Product Manager di Google Ads, che ha anche rassicurato sul fatto che lo scorrimento continuo “non influisce sul funzionamento dell’asta dell’annuncio o sul modo in cui viene calcolato il ranking dell’annuncio”, anche se potrebbero esserci dei cambiamenti nelle metriche.
Una modifica interesserà di sicuro le query che generano annunci in alto e in basso alla pagina: in linea di massima, i sistemi di Google “ricalcolano il ranking dell’annuncio per ogni pagina dei risultati di ricerca per garantire che gli annunci più pertinenti e utili vengano visualizzati nella parte superiore”, e vista la nuova funzione stanno “ridistribuendo il numero di annunci di testo che possono essere visualizzati tra la parte superiore e inferiore delle pagine per le query mobili in inglese americano”. In pratica, “ora gli ads testuali possono essere visualizzati nella parte superiore della seconda pagina e oltre, mentre nella parte inferiore di ogni pagina verranno visualizzati meno annunci di testo”, mentre non ci sono modifiche alla modalità di visualizzazione degli annunci Shopping e locali.
Inoltre, c’è la possibilità che gli annunci siano visualizzati più volte per una singola query – anche se Faird dice che, a seconda del ranking, gli annunci sono sempre stati idonei a “comparire in una pagina dei risultati di ricerca e di nuovo in una pagina successiva”; comunque, i sistemi di Google Ad valutano se l’annuncio è stato mostrato in una pagina precedente quando calcola il ranking dell’annuncio per ogni pagina.
Infine, è possibile che ci sia qualche cambiamento nelle metriche relative agli ADS, perché “le campagne Search, Shopping e Local che pubblicano annunci su query in inglese americano potrebbero visualizzare più impressioni sui dispositivi mobili, con conseguente riduzione del CTR“, ma “clic, conversioni, CPC medio e CPA medio dovrebbero restare invariati”. Inoltre, le campagne su Ricerca potrebbero visualizzare più impressioni dagli annunci in alto e meno impressioni dagli annunci in basso.
Continuous scroll di Google, le implicazioni per la SEO
L’addio alla seconda pagina di Google (e alla terza e alla quarta, a quanto pare) potrebbe portare effetti anche alla SEO, in particolare sulle stime del traffico organico e sull’effettivo valore del posizionamento organico – che è poi uno dei motivi per cui fare SEO.
A cambiare, con ogni probabilità, saranno innanzitutto la curva dei clic e il CTR SEO, perché ora la SERP sarà più fluida e ci saranno appunto meno distinzioni tra le pagine – e quindi ci potrebbero essere effetti positivi per i risultati posizionati in seconda o terza pagina, avvantaggiati dalla perdita di percezione del cambio pagina e dalla facilità del funzionamento dello scroll.
Ciò significa anche che ci sarà maggiore competizione tra le pagine posizionate, e a fare la differenza nel conquistare il clic dell’utente saranno in primis gli snippet di anteprima – title e meta description, su cui negli ultimi tempi si è concentrata l’attenzione di Google, anche con un nuovo documento/guida – e anche gli aspetti visual. Come si vede nel video esempio, infatti, ci sarà un peso maggiore per le immagini e le risorse multimediali, che serviranno come forse mai prima d’ora a intercettare l’interesse delle persone.
Anche i SEO tool dovranno adeguarsi a questa novità, perché non basterà più indicare la posizione di un risultato, ma servirà anche informare sulla sua posizione effettiva nella pagina continua dell’utente: possiamo dare un’anteprima e dire che la nuova versione di SEOZoom è già in anticipo sui tempi, perché mostrerà proprio questo tipo di informazioni con tanto di indicazione della posizione occupata dai risultati in pixel e dei risultati che appaiono solo dopo uno scroll.
Google liquido e SERP che diventano feed
Come ha evidenziato Giorgio Taverniti, l’addio alle SERP avvera l’espressione Google liquido e rende le pagine del motore di ricerca una sorta di feed continuo, simile a quello dei social media o di Discover, per restare in casa Big G.
Oltre a rappresentare un cambiamento per l’esperienza degli utenti, questa funzionalità potrebbe anche portare all’emersione di tre elementi che impattano sulla nostra attività SEO:
- Aumento della pubblicità, che potrebbe anche nascondersi tra i risultati organici.
- Incremento dei subtopic – risultati apparentemente “fuori contesto”, come può accadere in un feed
- Maggiore peso di contenuti visual, che saranno sempre più decisivi per attrarre l’attenzione dei lettori e convincerli a cliccare (come avviene già per le immagini su Google Discover).
Secondo Taverniti, questo potrebbe essere il momento di far evolvere il lavoro SEO slegandosi dai vecchi concetti legati alla keyword per concentrarsi piuttosto “sulle entità, sulle relazioni tra le entità correlate, sui bisogni espressi dagli utenti intorno all’entità, sulla mappa concettuale della nostra entità e sui contenuti che vanno a costituire poi la nostra risorsa che può soddisfare i bisogni degli utenti partendo dall’entità”.