Va avanti il contenzioso tra Google e Francia, che ha avuto un punto di svolta con l’introduzione della legge europea sul copyright e l’ormai famosa link tax, entrata in vigore a ottobre 2019: dopo mesi di indagini supplementari, l’Antitrust francese ha deciso che la mossa della compagnia americana di limitare le anteprime dei contenuti nella Ricerca non è sufficiente e intende obbligare Google a pagare gli editori.
Google dovrà pagare i diritti di autore agli editori francesi
Qualche giorno fa, l’Autorità Garante della Concorrenza francese ha quindi emesso la sua sentenza: per continuare a condividere i contenuti online provenienti da editori francesi, Google dovrà negoziare il pagamento di un compenso. Fino a questo momento, il colosso americano si era rifiutato di applicare la normativa europea sul diritto d’autore, o meglio aveva trovato soluzioni alternative.
In particolare, per risolvere il nodo dei diritti di autore su Google News France, Google aveva studiato una contromossa: limitare o eliminare gli snippet di anteprima dei siti francesi, concedendo ai singoli editori di decidere eventualmente cosa e quanto mostrare dei propri articoli nel motore di ricerca di notizie.
La decisione dell’Antitrust francese
Una soluzione che evidentemente è stata giudicata troppo soft e comoda dall’Antitrust transalpino, che ha accolto il ricorso presentato dai principali gruppi editoriali francesi e dall’agenzia di stampa AFP, che accusavano la compagnia di Mountain View di “abuso di posizione dominante”.
Reclamo acconto dall’autorità per la concorrenza, secondo cui “le pratiche di Google potrebbero costituire un abuso di posizione dominante e hanno causato un danno grave e immediato al settore della stampa”, imponendo al gigante americano di “intraprendere, entro tre mesi, i negoziati con gli editori e le agenzie di stampa sulla remunerazione da riconoscere per il riutilizzo dei loro contenuti protetti”.
Inoltre, l’ingiunzione prevede che tale proposta di remunerazione da parte di Google debba “essere applicata retroattivamente dall’ottobre 2019”, ovvero dal momento di entrata in vigore della legge in Francia.
La reazione di Google
Che cosa succederà ora? Secondo alcuni osservatori dagli Stati Uniti, c’è una (seppur remota) possibilità che Google possa decidere di eliminare il servizio di Google News in tutta la Comunità Europea, per rimuovere all’origine il problema e non dover poi trovare accordi con tutti gli editori dei singoli Stati dell’Unione.
Al momento, però, di certo c’è solo il commento di Richard Gingras, vicepresidente di Google News, che “prende atto” della decisione dell’Antitrust francese e annuncia che la compagnia “rispetterà la decisione portando avanti le trattative con gli editori”, come fatto sin da quando “la legge europea sul copyright è entrata in vigore” per “incrementare il nostro supporto e gli investimenti verso l’industria dell’informazione”. Ad ogni modo, Gingras ammette che Google sta “analizzando” la decisione dell’authority, segno che qualche contromossa è comunque in fase di studio.
I possibili scenari futuri
Nel corso di questi anni, Google ha difeso il proprio operato evidenziando i benefici che gli stessi editori ricevono dall’esser presenti su News, soprattutto in termini di traffico organico e visibilità; da parte loro, molti editori ribattono che i veri benefici sono tutti per Google, che li priva di ricavi che potrebbero invece ottenere senza gli “spoiler” sui contenuti.
Dopo la svolta francese, è probabile che ci siano altri Stati (e gruppi di lobby) intenzionati a muover battaglia al colosso americano, anche negli stessi Stati Uniti, perché la possibilità di veder riconosciuti dei compensi per i diritti d’autore fa sicuramente gola a tutti gli editori.
I commenti in Italia
A riprova di ciò, i rappresentanti italiani delle associazioni di settore hanno già espresso la propria soddisfazione e invitato le Istituzioni locali a dare battaglia a Google. In particolare, Carlo Perrone (presidente di Enpa, l’associazione europea degli editori), dice che siamo di fronte a “un primo passo storico, in cui la Francia comprende la necessità di proteggere la stampa di fronte al comportamento di Google che chiaramente deriva da un abuso di posizione dominante”.
Secondo Perrone, è il momento di “procedere con urgenza e con ogni modalità utile all’attuazione di una normativa che può contribuire a riequilibrare la differenza di valore tra stampa e piattaforme digitali, specie oggi che stiamo sperimentando quanto sia importante la differenza fra notizie false e giornalismo professionale”.
Una vittoria per gli editori di giornali
Soddisfatto anche il Presidente della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), Andrea Riffeser Monti, che parla di “vittoria per gli editori di giornali di tutta Europa, che vedono rafforzata la loro posizione negoziale nei confronti degli Over The Top” grazie a una “decisione storica che conferma come le nostre richieste e le nostre battaglie siano non solo fondate ma anche giuste”.
Riffeser Monti si augura “che anche il Governo e il Parlamento italiano vogliano recepire al più presto l’articolo 15 della direttiva Copyright, una misura che, senza alcun costo per lo Stato, potrebbe contribuire ad alleviare la crisi del settore, prevedendo espressamente che, in caso di mancato accordo in un termine prestabilito, intervenga l’Autorità di settore a definire le condizioni, anche economiche, della utilizzazione dei contenuti da parte delle piattaforme digitali”.
Sul tema si è espresso anche il Presidente SIAE, Giulio Rapetti (a tutti noto come Mogol), che si chiede “se sia ancora accettabile che i giganti del web continuino a guadagnare cifre miliardarie sulle spalle dei creativi, che in questo difficile momento sono duramente colpiti anche a causa dell’emergenza sanitaria”, ponendo in risalto il tema del “diritto d’autore, che è il diritto del lavoro quotidiano di chi crea”, senza il