Al momento è solo un piccolo esperimento, come confermato dalle voci pubbliche della società, ma può dare un’idea della direzione che il colosso intende intraprendere: Google Ads torna a mostrare favicon ed emoji nei risultati testuali che compaiono in SERP, così da aiutare gli utenti a identificare più facilmente un inserzionista e a distinguerlo eventualmente dai competitor.
Favicon negli URL di Google Ads
L’esperimento è stato notato da alcuni esperti internazionale e, in particolare, da Darcy Burk, fondatore e CEO di Burk Digital Factory, che ha notato un annuncio diverso nella SERP di Google.
Come si vede dall’immagine via twitter, accanto all’indicazione Ad. in grassetto che identifica l’inserzione e prima dell’URL del sito c’è l’immagine di una fetta di pizza, un prodotto che identifica il core business di Uber Eats, la nota piattaforma online di ordinazione e consegna di cibo che opera anche in Italia. Non è chiaro se questa immagine rappresenti precisamente una favicon (come sostengono vari osservatori) o una emoji, ma ad ogni modo ha incuriosito la presenza di un’immagine visiva all’interno di un annuncio testuale di Google Ads.
Un test per semplificare la scelta degli utenti
Poco dopo, sempre via twitter è arrivata la conferma ufficiale di Google, che tramite la Ads Product Liaison Ginny Marvin ha rivelato che l’immagine fa parte di un più ampio esperimento di Google, che sta testando diverse soluzioni “aiutare gli utenti a identificare più facilmente il brand o l’inserzionista associato agli annunci della rete di ricerca che potrebbero visualizzare per una determinata query”.
In effetti, la piccola immagine colorata della pizza cattura sicuramente lo sguardo, molto più della favicon generica e grigia che appare accanto all’URL nella seconda inserzione dell’esempio precedente, ma al momento non è chiaro e non è stato spiegato in quale modo Uber Eats abbia ottenuto quell’emoji nel suo annuncio Google, né sappiamo al momento se questa funzione diventerà disponibile per più, o addirittura tutti, gli inserzionisti di Google Ads in futuro.
Le emoji negli Ads, tra linee guida ed esperimenti
Al di là della validità dell’esperimento, per giudicare la quale ovviamente sarà necessario valutare l’efficacia in termini di clic effettivi sul risultato, in tanti hanno mostrato sorpresa per la presenza dell’immagine nell’annuncio testuale per le vecchie controversie legate alle emoji.
Queste immagini, infatti, sono ritenute un’interessante volano per il digital marketing, ma sono presenti nell’elenco dei “caratteri non validi o non supportati” secondo il documento della guida alle norme pubblicitarie di Google, anche se questo non ha impedito che la stessa compagnia aprisse varie volte al loro uso negli URL degli annunci negli ultimi anni. Ad esempio, Barry Schwartz ricorda che ci sono stati esempi di emoji in Google Ads nel 2020, 2019, 2017 e 2016, anche se in tutti questi casi non era stato Google ad aggiungerli ma l’azienda inserzionista (e ciò chiaramente creava confusione e disparità nelle SERP).
Un nuovo strumento per catturare l’attenzione
Ciò che cambia rispetto al passato, quindi, è che Google ora pensa valga la pena testare l’inserimento di emoji o favicon nelle inserzioni pubblicitarie del sistema Ads, sfruttando quindi il potere comunicativo delle immagini.
In effetti, come detto e come facilmente visibile, l’annuncio testuale di Uber Eats dell’esempio mostrato ha sicuramente un impatto differente rispetto a quello del competitor, perché l’elemento visivo – per quanto piccolo – è comunque uno strumento che permette di catturare l’attenzione dei ricercatori. Resta da capire se Google aprirà il test ad altri inserzionisti, query e mercati e se eventualmente aprirà (di nuovo) all’opportunità di usare anche le emoji in maniera più libera.