Questo è un contenuto evergreen. Letto oggi, tra sei mesi o tra due anni continuerà a fornire le stesse informazioni utili e pertinenti: non scade, non diventa obsoleto. È progettato per rimanere sempre attuale, proprio come una guida su come ottimizzare il sito per la SEO o una serie di consigli per migliorare la produttività personale. In un contesto digitale in cui le informazioni si muovono velocemente, i contenuti evergreen rappresentano un punto di riferimento stabile, garantendo traffico costante e una solida presenza online. Perché funzionano? Perché non si basano su tendenze passeggere o eventi del momento, ma rispondono a bisogni e domande che mantengono la loro importanza nel tempo: le persone continuano a cercare risposte a interrogativi fondamentali e i contenuti evergreen sono progettati per soddisfare queste necessità, indipendentemente dal passare degli anni. Tuttavia, per essere davvero efficaci vanno ottimizzati e curati con aggiornamenti periodici, in modo che restino davvero rilevanti e competitivi. Scopriamo meglio cosa sono, come si scrivono e come garantire che i nostri contenuti evergreen durino a lungo.
Che cosa sono i contenuti evergreen
I contenuti evergreen sono articoli, post o guide che mantengono nel tempo la loro rilevanza e utilità. Il termine “evergreen”, prestato dal mondo naturale, evoca l’immagine di qualcosa che rimane sempre verde, resistente, capace di durare a lungo indipendentemente dalle circostanze esterne. Allo stesso modo, questi contenuti non sono legati a un particolare momento, evento o stagione, ma sono costruiti per attrarre e informare un pubblico in maniera costante, anche a distanza di mesi o anni dalla loro pubblicazione.
Un esempio classico di contenuto evergreen potrebbe essere una guida su “come ottenere backlink di qualità” nel contesto della SEO o un articolo dedicato a “come scrivere un curriculum efficace”: argomenti che mantengono il loro valore informativo, poiché rispondono a domande e necessità universali. I contenuti evergreen, infatti, si posizionano su keyword che non subiscono grandi variazioni di volume di ricerca nel tempo e che non subiscono particolari oscillazioni causati dalla stagionalità, restando costanti nelle esigenze del pubblico.
Significato di evergreen: le caratteristiche principali di questi contenuti
Come accennato, il termine evergreen rimanda immediatamente all’immagine di una pianta sempreverde, che non perde mai le sue foglie e rimane rigogliosa indipendentemente dalla stagione.
Nel contesto del web il concetto funziona allo stesso modo: si tratta di articoli che mantengono la loro validità indefinitamente, continuando a generare traffico e offrendo informazioni utili a distanza di molto tempo dalla loro pubblicazione.
Il significato di evergreen, dunque, sottolinea proprio la longevità e la resistenza del contenuto, che resta sempre pertinente, senza essere influenzato da tendenze passeggere o eventi momentanei. Dunque, si chiamano così proprio perché, come le piante sempreverdi, questi contenuti non sono limitati da una scadenza temporale: possono perdurare nel ciclo di vita digitale, mantenendo intatto il loro valore.
Strutturalmente, gli articoli evergreen si caratterizzano per alcune particolari proprietà. Prima di tutto trattano di temi generali, ma non banali, di cui le persone hanno bisogno costantemente: come fare una corretta analisi SEO, consigli per scrivere una lettera commerciale efficace o strategie per risparmiare energia in casa. Non contengono riferimenti temporali o dati che si aggiornano continuamente, mentre si focalizzano sulla risoluzione di problemi o esigenze che rimangono invariati nel tempo.
Un altro aspetto fondamentale è la formattazione del contenuto: gli articoli evergreen hanno spesso una struttura chiara e ben organizzata, che consente agli utenti di fruire delle informazioni in maniera fluida. Che si tratti di guide, tutorial o elenchi, questi contenuti sono facilmente aggiornabili e, soprattutto, rispondono a necessità pratiche molto ampie e diffuse.
La longevità, però, non significa immobilità: anche gli evergreen richiedono nel tempo piccoli aggiustamenti che tengano conto dei cambiamenti del contesto, sia per garantire ancora rilevanza che per rispettare le evoluzioni algoritmiche dei motori di ricerca. Mantenere i contenuti sempre attuali, nella loro essenza, non significa quindi creare materiali intoccabili, ma essere pronti a “rinfrescarli” periodicamente, affinché restino pilastri di traffico organico di lungo periodo per il nostro sito.
Cosa non è un contenuto evergreen?
Nella vita di un sito e ancor di più in quella di un blog, le tipologie di articoli sono molteplici, ed è importante chiarire fin da subito cosa non è un evergreen, per evitare ambiguità e imparare a trattare opportunamente le varie pagine.
Com’è facile intuire, articoli legati al ciclo delle notizie, ai trend momentanei o a eventi specifici – che siano relativi a una data, a una moda o a un fatto contingente – non possono essere considerati evergreen. Pensiamo per esempio a un’analisi sul Black Friday del 2024 o alla recensione dell’ultima versione di un software: entrambi attireranno traffico solo per un breve periodo, per poi perdere gradualmente interesse quando l’argomento non sarà più attuale. Anche i contenuti che riportano dati numerici temporanei, come i report statistici aggiornati annualmente, rientrano in questa categoria “a breve scadenza“.
Al contrario, un contenuto evergreen è destinato a durare e continua a servire il pubblico senza bisogno di aggiornamenti frequenti – sebbene, come vedremo, massimizzare la sua efficacia richieda comunque interventi periodici.
Comprendere la differenza tra contenuti e topic evergreen
Per raggiungere un risultato ottimale dobbiamo però prima di tutto conoscere quali sono i topic evergreen e poi riuscire a scrivere un contenuto evergreen di qualità: cosa significa questa distinzione?
Gli argomenti sempreverdi sono i temi a cui le persone saranno sempre interessate: indipendentemente da come cambia il mondo, ci sono dei topic che saranno sempre ricercati, come ad esempio informazioni sulla salute, metodi per mantenere la forma fisica, fonti di guadagno e così via. Ne abbiamo avuto conferma anche nella fase di lockdown: nonostante tutto, il nostro studio sull’impatto Covid-19 ha dimostrato che ci sono stati dei temi che hanno mantenuto il loro interesse “a prescindere”, o che hanno visto crescere il loro volume di ricerca.
Il contenuto evergreen è quello che si concentra su un argomento sempreverde senza diventare obsoleto, usando una chiave che sollecita l’interesse di un pubblico sempre nuovo: le guide a “come fare” qualcosa, un elenco di “tot cose da fare/non fare” per raggiungere un obiettivo e così via, che partono da un topic evergreen e lo rendono “universale” nel tempo e nella ricerca, e che offrono un valore aggiunto che il pubblico non può trovare da nessun’altra parte.
Evergreen non significa eterno!
Dobbiamo però uscire fuori dal mito del “contenuto evergreen immutabile”, ovvero che resta valido e porta traffico nel tempo (per sempre) senza necessità di ritocchi: pur essendo certamente duraturi e stabili, questi articoli necessitano comunque di una revisione periodica, anche se in maniera minore rispetto a quella che serve per contenuti tipo notizie o su topic hype.
D’altra parte, anche nella botanica da cui si prende l’espressione evergreen accade lo stesso: le piante sempreverdi non sono immortali e hanno bisogno di acqua, luce solare e cure. Solo soddisfacendo queste esigenze di base della pianta possiamo sperare che resteranno verdi tutto l’anno, perché altrimenti – senza la giusta quantità di luce solare, acqua e sostanze nutritive dal suo terreno – anche una sempreverde rischia di appassire e morire.
Tornando in ambito content marketing, i nostri contenuti evergreen non hanno ovviamente bisogno di fertilizzante e luce solare, ma di una serie di interventi di manutenzione e “meccanismi di sopravvivenza” che possano assicurare la loro durata efficace nel tempo.
I contenuti evergreen non sono insomma eterni, intramontabili e immodificabili, e una buona strategia editoriale prevede anche il giusto spazio alla loro cura, all’insegna del mantra che ormai ripetiamo di frequente: conoscere le dinamiche del web ci permette di “fare il traffico giusto, per gli utenti giusti, al momento giusto”.
A chi servono i contenuti evergreen e a quali tipologie di siti sono utili
I contenuti evergreen sono particolarmente preziosi per tutte le realtà che vogliono costruire una base solida e duratura di traffico organico. Avere a disposizione articoli che continuano a intercettare le esigenze del pubblico è cruciale soprattutto per siti che vogliono garantirsi una presenza costante nelle SERP di Google e altre piattaforme di ricerca.
In particolare, i blog aziendali e quelli focalizzati sulla conversione dei visitatori sono tra i principali beneficiari: ad esempio, un e-Commerce che offre guide pratiche sull’utilizzo corretto dei prodotti o consigli su come personalizzare un acquisto specifico può garantire risultati positivi per molto tempo, senza dover necessariamente aggiornare o cambiare la propria strategia di content marketing su base mensile o stagionale. Le guide pratiche o le FAQ sono esempi tipici di contenuti evergreen che possono continuare a soddisfare questi utenti anche a distanza di anni.
Anche i portali educativi o orientati alla formazione professionale trovano nei contenuti sempreverdi delle alleate potenti: lo stesso articolo su “come ottimizzare le pagine del tuo sito per il mobile” rimarrà utile tanto per chi si affaccia oggi al digital marketing quanto per chi ci arriverà tra cinque anni. Lo stesso vale per i siti di consulenza, dedicati a servizi che non mutano nella loro essenza, come il supporto legale, finanziario oppure fiscale.
Infine, il valore strategico dei contenuti evergreen risiede nel loro potenziale applicativo anche per realtà che devono bilanciare contenuti a breve termine, come le testate giornalistiche o i portali di informazione. Per questi siti, la pubblicazione di articoli sempreverdi ben posizionati può addirittura sostenere periodi in cui le news temporanee non ottengono lo stesso successo o traffico atteso.
Quali sono i contenuti evergreen: tipologie ed esempi pratici
I contenuti evergreen non si riducono mai a una singola categoria o formato, ma possono adattarsi alle esigenze di qualsiasi sito, da quelli commerciali ai portali educativi, passando per i blog e le testate giornalistiche. La diversità del formato e dell’approccio dipende dall’industria di riferimento, dagli obiettivi del sito e dal pubblico che si vuole raggiungere.
La caratteristica comune di tutti questi contenuti è la loro capacità di rimanere rilevanti per un periodo di tempo indefinito e di rispondere alle esigenze degli utenti senza legarsi ai trend o agli eventi temporanei, continuando a portare traffico organico e valore anche a distanza di anni dalla pubblicazione – seppur, come detto, con la adeguata attenzione a intercettare tempestivamente possibili variazioni e aggiornamenti.
Vediamo alcune tipologie di contenuti evergreen con esempi pratici in base a diverse tipologie di siti web.
- Blog aziendali e siti di consulenza
Nei blog aziendali e nei siti legati alla consulenza, i contenuti evergreen spesso riguardano guide pratiche o articoli che insegnano qualcosa di applicabile nel tempo. Questi tipi di contenuti si basano su concetti che rimangono stabili, indipendentemente dai cambiamenti di mercato o settoriali.
- Guide complete. Un contenuto come “Guida completa alla SEO per principianti” o “Come creare una strategia di content marketing efficace” rimane prezioso per anni, perché risponde a questioni pratiche che il pubblico continuerà a porsi nel tempo.
- Domande frequenti (FAQ). Un’altra valida tipologia evergreen per i siti aziendali è rappresentata dalle pagine di FAQ , come “Risposte alle domande più comuni sulla sicurezza informatica” o “Cosa fare per ottimizzare la gestione dei flussi di cassa”. Offrono risposte concrete ai problemi più comuni dei clienti.
- Case studies su successi aziendali. Le analisi dei casi di successo aziendali, come “Come una PMI ha migliorato la sua SEO strategica grazie all’ottimizzazione dei contenuti”, possono mantenere utilità nel tempo. Anche se le soluzioni tecniche possono cambiare, i principi e le metodologie applicate restano rilevanti.
- Siti e-Commerce
Per un sito di e-Commerce, i contenuti evergreen forniscono informazioni utili legate ai prodotti e al loro utilizzo. Questi tipi di contenuti aiutano i clienti a capire come sfruttare al meglio un prodotto o a risolvere problemi comuni.
- How-to e tutorial. Per un e-Commerce che vende prodotti di elettronica, un contenuto evergreen potrebbe essere “Come impostare una smart TV” o “Come scegliere il giusto smartphone”. Questi tipi di articoli rispondono a esigenze pratiche che rimangono stabili nel tempo, costruendo fiducia con i potenziali acquirenti.
- Guida comparativa sui prodotti. Articoli come “Guida ai migliori elettrodomestici per la tua cucina” o “I 10 migliori laptop per il lavoro da remoto” sono esempi evergreen che confrontano le caratteristiche marcanti dei prodotti, indipendentemente dal marchio o dalle mode del momento.
- Approfondimenti sulle categorie di prodotti. Il contenuto evergreen per un e-Commerce di cosmetici potrebbe essere un articolo come “Le basi per una routine di skincare efficace”, un tema sempre consultato da persone di diverse età in cerca di consigli duraturi.
- Portali educativi e siti di formazione
I portali educativi e i siti di formazione online offrono opportunità eccellenti per creare contenuti evergreen, poiché si basano sull’insegnamento di concetti fondamentali e sulle competenze che continuano a essere richieste da un vasto pubblico.
- Tutorial e guide per imparare. Per i portali didattici, un articolo evergreen sarebbe “Come imparare a programmare in Python” o “Guida completa alla scrittura accademica”, entrambi utili per chi si approccia per la prima volta a questi argomenti, ma valide nel tempo.
- Glossari di settore. Contenuti come “Glossario dei termini di Web Design” o “Vocabolario finanziario” permettono a studenti e professionisti di approfondire la comprensione dei concetti, con una valenza che rimane stabile nel tempo.
- Liste di risorse. Pagine come “Le migliori risorse online per imparare la matematica” non perdono mai utilità, poiché forniscono percorsi di apprendimento e strumenti che possono essere utilizzati da generazioni di studenti.
- Testate giornalistiche e siti editoriali
Sebbene i contenuti legati alle news siano stagionali e tipicamente temporanei, anche le testate giornalistiche possono beneficiare di articoli evergreen grazie a contenuti di analisi o di approfondimento.
- Analisi di contesti storici o geopolitici. Un articolo su “Le cause storiche del conflitto israelo-palestinese” o “La storia del diritto al voto negli Stati Uniti” rimarrà utile anche anni dopo la sua pubblicazione, perché approfondisce temi che non mutano nel breve periodo.
- Guide informative. Un esempio evergreen potrebbe essere “Come funziona il sistema elettorale italiano” o “Cosa comporta l’inflazione economica”, articoli che aiutano i lettori a comprendere concetti istituzionali o economici che si mantengono rilevanti.
- Focus su questioni ambientali. Articoli come “Cosa sono i cambiamenti climatici e come influenzano il nostro pianeta” hanno una durata lunghissima, poiché affrontano un topic globale e sempre attuale che stimola l’urgenza di essere compreso.
- Siti di intrattenimento e cultura
Anche i siti di intrattenimento o quelli dedicati alla cultura possono beneficiare dei contenuti evergreen, soprattutto quelli che toccano temi ampi o legati a interessi che durano nel tempo.
- Liste tematiche. “I 10 migliori film di fantascienza di sempre”, oppure “Le serie TV da non perdere per gli amanti del thriller”, sono esempi di contenuti che non perdono mai fascino, perché i gusti in fatto di cinema e televisione tendono a rimanere stabili. Questi contenuti sono utili anche per incentivare continui aggiornamenti con nuove uscite.
- Biografie di personaggi famosi. Un articolo come “La vita di Leonardo Da Vinci” o “La rivoluzione letteraria di Jane Austen” continua a catturare l’interesse di lettori curiosi di ampliare la propria conoscenza su figure storiche o culturali di rilievo.
- Recensioni classiche. Recensioni su libri o opere d’arte che hanno segnato l’immaginario collettivo, come “Analisi del romanzo 1984 di George Orwell” o una recensione di “Star Wars: Una nuova speranza”, continuano a essere richieste da nuovi lettori o cinefili.
Quali sono i vantaggi strategici del contenuto evergreen
Lo abbiamo detto: il principale vantaggio strategico dei contenuti evergreen sta nella loro capacità di generare valore nel tempo.
Questo tipo di contenuto svolge il ruolo essenziale di pilastro per il traffico del sito grazie alla sua stabilità e resistenza nel ranking SEO: la sua natura a lungo termine consente di mantenere risultati costanti, in un contesto in cui molti articoli divengono rapidamente obsoleti e crollano nelle classifiche delle SERP.
Dal punto di vista SEO, un contenuto evergreen ben costruito ha la capacità di posizionarsi stabilmente grazie alla sua universalità e alla continua domanda da parte degli utenti per le informazioni fondamentali che fornisce. Ad esempio, la guida su “come scrivere un’email di lavoro efficace” o una risorsa su “i migliori strumenti per il content marketing” risponde a domande che le persone continueranno a porsi per anni. Questo rende il contenuto un’eccellente risorsa per accumulare backlink naturali da altre pagine e siti, aumentando così l’autorità del dominio nel tempo.
Un altro fondamentale vantaggio strategico è la riduzione dei costi a lungo termine legati alla produzione di nuovo contenuto. Un blog o un sito che investe su contenuti sempreverdi potrebbe non doverli sostituire o aggiornare frequentemente, risparmiando così sulle risorse dedicate alla creazione continua di articoli di tendenza o di attualità. Ovviamente, questo rende più semplice mantenere elevati standard qualitativi, poiché il focus può spostarsi dall’aggiornamento quotidiano alla cura e all’ottimizzazione di contenuti già esistenti, sfruttando la loro longevità.
Infine, un’impresa che basa la propria attività su contenuti evergreen costruisce trust e autorevolezza agli occhi del pubblico e dei motori di ricerca. Un articolo che ha dominato una nicchia e che continua a rispondere in modo soddisfacente a uno specifico search intent non solo porta traffico ricorrente, ma rinforza l’idea che quel sito sia un punto di riferimento affidabile nel panorama di riferimento.
Come scrivere contenuti evergreen di qualità
Scrivere contenuti evergreen non significa semplicemente produrre un buon articolo e sperare che rimanga rilevante nel tempo: si tratta di un processo strategico che richiede analisi, pianificazione e una profonda comprensione sia dell’audience che delle dinamiche di ricerca. Creare contenuti che possano mantenere un valore duraturo non è un esercizio estemporaneo, ma il risultato di una costruzione accurata, che inizia dalla scelta dei topic e si basa su una solida struttura di ottimizzazione SEO.
Ma come possiamo produrre contenuti evergreen davvero efficaci? La risposta non si limita a una formula magica, ma risiede in una serie di decisioni consapevoli: dal topic che scegliamo di trattare passando per la modalità di esecuzione del contenuto, fino agli strumenti che utilizziamo per monitorarne le performance.
Vediamo quindi i passi fondamentali per garantire longevità e qualità al nostro lavoro.
Scegliere il topic giusto per i contenuti evergreen
La scelta del topic evergreen è forse la decisione più importante. Affinché un contenuto resti rilevante nel corso del tempo, deve rispondere a una domanda o a una necessità del pubblico che non è destinata a cambiare rapidamente o a sparire. Un buon punto di partenza è cercare di individuare quelle problematiche o esigenze che sono sempre attuali. Pensiamo, per esempio, a una guida su “come migliorare la qualità del sonno” oppure a una “guida introduttiva alla SEO”: si tratta di argomenti che rimangono di interesse perennemente, dato che le persone avranno sempre bisogno di migliorare la propria salute, le proprie competenze digitali o il proprio business.
Qui è cruciale ricordare che il contenuto evergreen non è mai legato a un momento preciso né deve trattare di eventi unici o tipicamente stagionali. È importante non cadere nella tentazione di produrre articoli evergreen su argomenti che, pur avendo in un dato momento un’enorme rilevanza, sono destinati a perdere visibilità nel tempo: ad esempio, un contenuto sugli ultimi aggiornamenti di un software specifico, o l’analisi delle nuove funzionalità di un dispositivo tech appena rilasciato.
Per individuare il giusto topic, gli strumenti di analisi SEO di SEOZoom ci forniscono informazioni preziose. Un’analisi dei volumi di ricerca stabili nel tempo e delle keyword che non subiscono fluttuazioni stagionali aiuta a garantire che il contenuto prodotto mantenga rilevanza per il nostro target. Se uno dei nostri obiettivi è quello di ottenere traffico organico costante, dobbiamo innanzitutto essere certi che le query a cui rispondiamo con il nostro contenuto abbiano una vita lunga e una domanda continua. E ovviamente, una volta scelto il topic giusto, sarà essenziale ottimizzarlo per il search intent che gli utenti manifestano, così da intercettare esattamente le loro esigenze.
Come fare una keyword research per il contenuto evergreen
Scegliere il giusto argomento non basta: è necessario anche identificare le keyword che possono sostenere il contenuto nel lungo periodo. La keyword research per un articolo evergreen è leggermente diversa da quella che facciamo per contenuti legati all’attualità o a temi stagionali: in questo caso, non ci interessa seguire le tendenze del momento, ma trovare quelle keyword che restano costantemente cercate nel tempo.
Gli strumenti di ricerca SEO diventano fondamentali. Con SEOZoom possiamo monitorare query dalla domanda stabile, che non subiscono troppe fluttuazioni stagionali e che non crescono vertiginosamente in un periodo preciso dell’anno per poi calare drasticamente. Anche le cosiddette long-tail keyword, le frasi più specifiche e dettagliate, spesso presentano volumi di ricerca meno competitivi ma più stabili nel tempo, e sono quindi ideali per contenuti evergreen.
Un esempio? Mentre la keyword generica “content marketing” potrebbe subire fluttuazioni significative, una long-tail come “come pianificare una strategia di content marketing per piccole imprese” tende a mantenere un volume di ricerca più costante, poiché trattiamo una tematica fondamentale, a lungo termine, e strettamente legata alle necessità pratiche di un pubblico specifico.
La nostra strategia dovrà tenere conto non solo delle keyword principali, ma anche delle query correlate, quelle ricerche simili che possono rafforzare l’ottimizzazione del contenuto e aiutarlo a posizionarsi su più varianti di ricerca. Questo consente di intercettare più utenti, aumentando la visibilità organica del contenuto e conferendo una protezione aggiuntiva contro eventuali fluttuazioni di traffico nei singoli settori.
Strutturare gli articoli evergreen: formati e consigli utili
Una volta trovato il topic giusto e condotta un’analisi precisa delle keyword, il passo successivo è la strutturazione del contenuto. La forma che diamo a un articolo evergreen incide tanto quanto la scelta del tema stesso: le guide dettagliate, gli how-to, le FAQ o gli elenchi sono formati che si prestano particolarmente bene alla creazione di contenuti che possano durare nel tempo.
Ad esempio, una guida completa su un argomento chiave permette di trattare l’argomento con profondità sufficiente e allo stesso tempo consente aggiornamenti futuri: se emergono nuovi dati o tecniche, possiamo facilmente aggiungere nuove sezioni senza stravolgere il contenuto. Un “how-to” ben fatto rappresenta un punto di riferimento costante per persone che cercano istruzioni pratiche, indirizzando il lettore direttamente ai passaggi step-by-step, che possono rimanere pertinenti nel tempo con poche variazioni.
I formati evergreen beneficiano anche di un’approfondita organizzazione del testo. Il contenuto dev’essere suddiviso in sezioni ben individuate e leggibili, organizzate mediante heading che guidino il lettore. Oltre a rendere il contenuto più facile da leggere, questa struttura migliora l’indicizzazione da parte di Google, poiché i motori di ricerca valorizzano contenuti ben strutturati, chiari nel fornire risposte e capaci di soddisfare in modo ottimale il search intent.
Un altro elemento da non sottovalutare è l’inclusione di media visivi, come immagini, infografiche o video. Sebbene la maggior parte del contenuto evergreen sia in forma scritta, integrare questi strumenti rende più immediato l’accesso al messaggio e migliora l’esperienza utente. Ad esempio, un tutorial sulla configurazione di uno strumento come Google Analytics potrà risultare più efficace se corredato da screenshot o diagrammi visivi che descrivono passo passo la procedura.
Infine, creare dei link interni ad altri contenuti del nostro sito è un’ottima strategia per incrementare il traffico interno e fornire al lettore informazioni complementari. Questo non solo aumenta il valore percepito, ma tiene alta l’attenzione dell’utente, facendo in modo che trascorra più tempo sul nostro sito e interagisca a lungo con le nostre risorse. L’utilizzo di SEOZoom ci permette anche di valutare quali link possono potenzialmente generare un impatto maggiore sulla nostra rete di contenuti.
Contenuti evergreen e SEO: best practices per l’ottimizzazione
La strategia evergreen non funziona solo attraverso la scelta di un topic sempre attuale o la scrittura di una guida esauriente: affinché i contenuti sempreverdi riescano davvero a mantenere la loro rilevanza nel lungo periodo e a generare traffico organico costante è fondamentale implementare una precisa ottimizzazione SEO, che li aiutino a posizionarsi bene sui motori di ricerca.
L’obiettivo è fare in modo che il nostro articolo evergreen non solo raggiunga la prima pagina della SERP, ma continui a mantenere una posizione competitiva nel tempo, anche quando emergono nuovi contenuti.
La SEO, infatti, non è statica: gli algoritmi di Google si aggiornano, i competitor pubblicano nuovi contenuti e anche il comportamento degli utenti cambia. Ecco perché scrivere un articolo evergreen ottimizzato non può prescindere da una attenta e continua applicazione dei principi di ottimizzazione.
L’importanza del search intent per un evergreen di successo
Quando parliamo di ottimizzazione SEO per articoli evergreen, il punto di partenza deve essere una chiara comprensione del search intent, citato già più volte in precedenza. Google, sempre più evoluto nella sua capacità di interpretare cosa esattamente stiano cercando gli utenti, premia infatti i contenuti che rispondono al meglio alle esigenze degli utenti, piuttosto che quelli che semplicemente contengono le keyword giuste, e ciò diventa ancora più rilevante con l’impatto della SEO for AI.
Per ottimizzare un contenuto evergreen è quindi fondamentale capire, intercettare e soddisfare il search intent: dobbiamo essere sicuri che la pagina risponda a ciò che gli utenti vogliono sapere. Ad esempio, se stiamo scrivendo una guida evergreen su “come aumentare il traffico organico”, dobbiamo fare in modo che il contenuto copra in maniera approfondita le differenze tra SEO on-page e off-page, tecniche di aggiornamento dei contenuti, strumenti di analisi come SEOZoom e metriche di monitoraggio – offrendo risposte concrete e immediate ai quesiti più comuni che gli utenti pongono su questo tema.
La ricerca delle keyword gioca qui un ruolo cruciale. Attraverso uno studio delle query associate possiamo individuare non solo la keyword principale, ma anche le formulazioni correlate che esprimono diverse sfumature delle intenzioni degli utenti. Può risultare strategico esplorare come il search intent si evolve, ad esempio analizzando i risultati presenti già nella SERP per quella query, guardando ai featured snippet o ai box “People Also Ask”. Questo ci aiuterà ad allineare il nostro contenuto evergreen non solo con il testo ottimizzato, ma anche con possibili nuovi cambiamenti nelle tendenze di ricerca.
In questo senso, SEOZoom può offrirci in tempo reale la visione delle intenzioni di ricerca attive nel periodo corrente, consentendoci di rilevare eventuali discrepanze fra l’intento di partenza del sito e la direzione dei risultati attesi dal motore di ricerca.
Ottimizzazione delle keyword: come integrare le parole chiave in modo naturale
La scelta accurata delle parole chiave va combinata con una loro integrazione fluida e naturale all’interno del contenuto. Un contenuto evergreen non deve mai apparire “forzato” o innaturale nell’uso delle keyword, poiché non solo rischia di risultare fastidioso per il lettore, ma può anche allontanarsi dall’obiettivo principale di soddisfare il search intent. Dobbiamo quindi partire dalle keyword principali e dalle long-tail keyword, ma evitare il keyword stuffing, ossia l’eccessivo inserimento delle stesse parole chiave, che rischia di compromettere la leggibilità.
L’obiettivo è trovare un equilibrio: le parole chiave principali devono essere inserite strategicamente nei punti critici della pagina, come il titolo (che deve includere keyword rilevanti), nei sottotitoli, nell’URL, nella meta description e lungo il corpo del testo. Secondo le classiche best practice di SEO copywriting sarebbe importante posizionare le keyword principali nei primi 100-150 caratteri, dato che Google attribuisce maggiore rilevanza alle parole posizionate nei punti iniziali dell’articolo, ma ciò non deve contrastare con il buon senso e la cura del linguaggio. Una buona pratica è usare anche keyword correlate e varianti semantiche, semplicemente per dare un senso di naturalità alla scrittura e migliorare la capacità di intercettare diverse varianti di query.
Ad esempio, se stiamo scrivendo un post sui “migliori strumenti SEO per ottimizzare il proprio sito”, non dovremo ripetere ossessivamente le keyword “migliori strumenti SEO”, ma potremo modulare la narrazione utilizzando sinonimi, frasi complementari (“strumenti per migliorare la SEO”, “software di analisi SEO”), mantenendo così il testo leggibile senza sacrificare la rilevanza per Google.
Ottimizzazione dei meta tag: title, description e URL
Continuando con gli elementi pratici, uno degli aspetti più importanti della SEO on-page riguarda l’ottimizzazione dei meta tag, centrale anche per i contenuti evergreen: sempre partendo dalla comprensione dell’intento di ricerca, dobbiamo passare a tradurlo in meta tag chiari e ottimizzati nel modo giusto.
- Title tag. Il titolo del contenuto è uno degli elementi SEO più visibili agli occhi dei motori di ricerca. Deve essere breve, preciso e al tempo stesso contenere la parola chiave principale nella maniera più naturale possibile. Un title tag per un contenuto evergreen non deve essere troppo complesso. È utile concentrarsi su titoli che propongano una chiara soluzione o un vantaggio pratico per l’utente. Un esempio potrebbe essere “Come ottimizzare la SEO del tuo sito nel tempo: Guida sempreverde al successo”.
- Meta description. Anche se Google non conferma un impatto diretto della meta description sul posizionamento SEO, quest’ultima aiuta ad attirare il clic. Quindi, a livello di traffico, rende cruciale redigerla con cura. La descrizione del nostro contenuto evergreen dovrà anticipare in poche righe il valore che l’articolo può offrire; peraltro, inserire una keyword in maniera naturale all’inizio della frase aumenta significativamente la visibilità. L’obiettivo? Invogliare al clic, dando un assaggio chiaro di cosa otterrà l’utente da quel contenuto.
- URL. Anche la struttura dell’URL contribuisce fortemente alla SEO. Ciò significa che le keywords scelte devono essere presenti in un URL chiaro e conciso. Un URL ottimizzato potrebbe essere /come-ottimizzare-seo-evergreen, che integra efficacemente keyword e topic.
Strutturare il contenuto per migliorare l’esperienza utente e la SEO
Un contenuto evergreen di qualità deve essere strutturato in modo da risultare leggibile, coinvolgente e SEO-friendly. La chiave è creare una gerarchia di titoli e sottotitoli che aiutino i lettori a individuare rapidamente la sezione che li interessa. L’uso corretto di heading tag (h1, h2, h3) non è solo una buona prassi di leggibilità per l’utente, ma offre anche un contributo essenziale per il ranking.
Google e gli altri motori di ricerca utilizzano i title tag e i sottotitoli, in particolare gli h1, h2 e h3, per farsi un’idea della struttura logica del contenuto. Un articolo ben segmentato, con sottotitoli che chiariscono l’argomento di ciascuna sezione, permetterà non solo ai lettori di orientarsi, ma anche agli algoritmi dei motori di ricerca di interpretare più chiaramente i contenuti dell’articolo.
Organizzare il contenuto con una corretta gerarchia di titoli, impiegando paragrafi brevi e connessi, rende il tutto più accessibile e offre migliori occasioni di apparire nei featured snippet, ovvero quelle risposte dirette in SERP che aumentano la visibilità del contenuto. Le frequently asked questions (FAQ) o le brevi definizioni nei sottotitoli di apertura possono essere particolarmente apprezzati da Google, rendendo il nostro contenuto più competitivo globalmente.
Ottimizzare immagini e media per la SEO
Anche se spesso sottovalutati, immagini e media giocano un ruolo fondamentale nella SEO di un contenuto evergreen. Le immagini, oltre a migliorare l’esperienza utente, possono aumentare il tempo di permanenza sul sito e migliorare la percentuale di conversione. Per ottenere il massimo, è fondamentale ottimizzare le immagini, caricando file compressi che non rallentino i tempi di caricamento e inserendo alt text che descriva il contenuto dell’immagine utilizzando keyword correlate.
Ogni media presente nel contenuto deve essere caricato in modo che non appesantisca la pagina. Inoltre, gli alt attribute associati alle immagini offrono un’occasione perfetta per includere keyword o varianti senza appesantire il testo, ma migliorando l’indicizzazione del contenuto.
La lunghezza degli articoli e il mito del word count per la SEO
Un aspetto che distingue i contenuti evergreen, infine, è la lunghezza dell’articolo.
Attenzione, però: non parliamo di word count e di conteggio delle parole, quanto di esaustività dei concetti riportati rispetto alle esigenze informative del lettore. Non è mai il numero di parole a contare di per sé, ma la capacità del contenuto di essere completo e interessante, coprendo tutte le sfaccettature rilevanti di un tema. Google tende a premiare contenuti esaustivi, capaci di rispondere a ogni sfumatura della query utente, e offrire un risposta pertinente dall’inizio alla fine.
Dobbiamo quindi superare la semplificazione di collegare la creazione di contenuti evergreen spesso al concetto illusorio del word count e al mero conteggio delle parole. La prima domanda che ci poniamo non deve essere “Di quante parole deve essere l’articolo”, perché non è questo fattore che determina la qualità, o quanto meno non è il primo elemento da curare.
Non esiste un word count ideale per il SEO, perché Google non si basa sul numero delle parole presenti per identificare una pagina come autorevole. Ci sono di sicuro studi che mettono in relazione il posizionamento con il numero di parole, ma si tratta di una lettura sbagliata dei dati forniti.
Quello che si suggerisce non è che servono tot parole per raggiungere le prime posizioni, ma che tutti i risultati che rankano bene hanno scritto contenuti di una determinata lunghezza media: si tratta di una questione di correlazione e non di causalità.
Come valutare la lunghezza del contenuto
Nella guida introduttiva alla SEO di Google si chiarisce che “i contenuti devono essere effettivamente accurati, scritti in modo chiaro, esaustivi e facili da seguire”. Nessun riferimento al conteggio delle parole, che quindi non può essere da solo un fattore decisivo, e non potrebbe essere altrimenti: banalmente, la lunghezza dell’articolo dipende da tanti elementi, a cominciare dal tipo di topic e dalle richieste/aspettative dei lettori.
Esaustivo non significa necessariamente lungo, ma “completo e che include tutto ciò che è necessario”: quindi, il copy deve essere sufficientemente esteso da coprire tutto ciò che un utente potrebbe voler sapere in risposta alla sua query. Ma non bisogna esagerare, perché “troppo lungo” e “troppo breve” sono similarmente errori.
Scrivere un articolo della giusta lunghezza
I SEO tools ci aiutano a capire orientativamente quali sono le lunghezze medie degli articoli già posizionati per le keyword su cui stiamo lavorando, ci danno una traccia da seguire. Ma a fare la differenza sono lo scopo del copy , le informazioni che deve contenere e il pubblico a cui si rivolge.
Un articolo deve essere scritto e pubblicato per aiutare il visitatore umano, non un bot di ricerca: quindi, la sua lunghezza deve essere sufficiente per aiutare l’utente a raggiungere i propri obiettivi sulla pagina, che che si tratti di ottenere rapidamente la risposta a una domanda, ricevere una spiegazione approfondita di un argomento o semplicemente trasmettere le specifiche di un prodotto.
Ripetiamo: non esiste un numero fisso di parole che dia la garanzia di ottenere un posizionamento in prima pagina su Google, perché i motori di ricerca classificano più in alto le pagine che soddisfano meglio la query di un utente e raramente il “volume di parole” è qualcosa è un fattore decisivo per gli utenti.
Ben più importanti sono la qualità del contenuto e la capacità di rispondere alla domanda, e sono questi che possono determinare l’effettiva utilità della pagina e influenzare eventualmente la conversione.
Quando, come e perché aggiornare i contenuti evergreen
La longevità dei contenuti evergreen è un fatto consolidato, ma questo non significa che essi possano essere totalmente ignorati una volta pubblicati. Sebbene siano concepiti per mantenere la loro rilevanza nel tempo, senza interventi costanti i contenuti sempreverdi possono gradualmente perdere traffico e posizionamento SEO. L’ambiente digitale muta, così come le aspettative degli utenti e le linee guida degli algoritmi di Google. Per questo motivo dobbiamo integrare nella nostra strategia una revisione periodica e un piano di promozione ricorrente, per garantire che tali contenuti rimangano competitivi e visibili.
Vediamo, quindi, come mantenere i contenuti evergreen aggiornati e quali tecniche promozionali possono massimizzare il loro rendimento nel tempo.
Aggiornare i contenuti evergreen: perché è necessario?
Gli articoli evergreen sono progettati per durare, ma nessun contenuto è “immortale”.
È vero che un articolo evergreen può essere una importante fonte di traffico prolungato, ma nulla è davvero sempreverde al 100 per cento e dura per sempre, perché gran parte del mondo è in continua evoluzione e, soprattutto, il Web e Google non si fermano mai!
Nel tempo, nuovi competitor potrebbero superare il contenuto posizionato, potrebbero emergere nuovi insight o pratiche più aggiornate, e le nostre stesse pagine potrebbero perdere rilevanza se non trattate con la dovuta attenzione. Per mantenere il traffico organico costante che un contenuto evergreen può generare, è fondamentale integrarlo in un processo di monitoraggio e aggiornamento continuo.
Un segnale tipico del bisogno di aggiornamenti è una perdita di ranking o un calo nel volume del traffico. Se, dopo una fase di costante successo, le metriche di una pagina evergreen iniziano a peggiorare, potrebbe trattarsi di un indicatore del fatto che il contenuto non è più allineato con le aspettative attuali degli utenti. Utilizzando SEOZoom possiamo monitorare eventuali fluttuazioni e identificare quando e perché una pagina ha perso posizioni nelle SERP.
In questa analisi non dobbiamo assolutamente trascurare è l’analisi dei competitor, che potrebbe rivelare l’ingresso di nuovi avversari in SERP o il miglioramento dei contenuti di quelli vecchi: quando un competitor ci supera, dobbiamo chiederci innanzitutto perché è avvenuto il sorpasso e comprendere quali sono i motivi che hanno spinto Google a premiare quella pagina al posto della nostra. Dobbiamo cioè capire quali sono i “segreti” di quel contenuto – se è scritto meglio, intercetta meglio il search intent, offre informazioni più aggiornate o mirate e così via – ma anche quali sono gli eventuali punti deboli, e poi analizzare il nostro per capire cosa migliorare e come.
Un altro fattore che rende necessario l’aggiornamento è la possibile evoluzione delle informazioni presenti nel contenuto. Ad esempio, un articolo evergreen che tratta di “strategie per il marketing digitale” potrebbe necessitare di un adeguamento in seguito a novità legate ai cambiamenti degli algoritmi di Google o alla nascita di nuove piattaforme pubblicitarie – oppure, se pensiamo al contesto più recente, all’effetto dirompente dell’AI e di SeachGPT. Una semplice aggiunta di nuove sezioni con informazioni aggiornate, o la rimozione di pratiche non più efficaci, permette al contenuto di rimanere pertinente e di rispondere alle odierne esigenze degli utenti.
Gli aggiornamenti offrono anche l’occasione perfetta per migliorare gli elementi tecnici, come la verifica della validità dei link esterni o delle immagini. I link rotti, per esempio, non solo deteriorano l’esperienza dell’utente, ma possono impattare negativamente sull’indicizzazione in SEO. Revisionare regolarmente anche gli aspetti SEO tecnici, come il bilanciamento ottimale delle keyword, i meta tag e la struttura delle URL, ci permette di mantenere il contenuto sempre ottimizzato.
Come aggiornare i contenuti evergreen: guida pratica passo passo
Anche se ogni contenuto evergreen richiede un approccio personalizzato per gli aggiornamenti, esiste una procedura comune che può aiutarci a sviluppare una routine sistematica di revisione.
In genere, quando il contenuto è valido sono sufficienti piccoli aggiornamenti e modifiche per renderli nuovamente pertinenti: possiamo aggiornare i dati e le statistiche presenti nel testo alla data attuale, controllare se i link funzionano ancora, aggiungere paragrafi o eliminare quelli che sono diventati superflui. I lettori – e Google – non sopportano leggere notizie “vecchie” e non più attuali, e questo è l’errore che non dobbiamo commettere con i nostri sempreverdi.
Vediamo brevemente quali sono i principali passaggi per mantenere efficaci i contenuti evergreen nel tempo.
- Revisione delle informazioni e dell’accuratezza. A distanza di mesi o anni dalla pubblicazione, alcune sezioni del contenuto potrebbero non essere più corrette, rilevanti o aggiornate. Bisogna verificare se ci sono stati cambiamenti importanti nel settore o se il tema trattato continua a mantenere la sua struttura di best practice. Se emergono nuove tendenze o dati significativi, è cruciale integrarli per garantire che l’articolo mantenga il suo valore agli occhi degli utenti e dei motori di ricerca.
- Aggiornamento delle statistiche e dei riferimenti temporali. I dati numerici e le statistiche sono elementi particolarmente delicati negli articoli evergreen. Anche se il tema rimane invariato, eventuali statistiche o grafici devono essere rinfrescati. Ricordiamoci che gli utenti preferiscono contenuti che riportano informazioni aggiornate. Anche un piccolo dettaglio, come la data del “2018”, può influenzare negativamente la percezione di affidabilità di un articolo che dovrebbe essere “sempre attuale”.
- Controllo dei link interni ed esterni. Una revisione periodica ci consente di monitorare se i link interni indicano ancora contenuti accurati o, per esempio, se esistono articoli nuovi e più pertinenti da collegare. Anche i link esterni vanno controllati per verificare se portano a pagine attive o se è necessario sostituirli. I link rotti non solo riducono la fiducia del lettore, ma, come accennato, penalizzano anche i segnali SEO dati da Google al contenuto.
- Piccoli aggiustamenti SEO. Ogni aggiornamento del contenuto è un’opportunità per rivedere anche l’ottimizzazione SEO. Possiamo controllare la pertinenza del titolo, verificare se le meta description riflettono pienamente i dettagli attuali e integrare nuove keyword correlate che potrebbero essere emerse nel tempo.
- Revisione del layout e delle immagini. I media utilizzati – immagini, infografiche o video – devono essere anch’essi aggiornati qualora diventino obsoleti o datati. Ad esempio, ridisegnare una vecchia infografica o aggiornare un video tutorial può contribuire a garantire che l’articolo mantenga un aspetto moderno e accattivante. Naturalmente, adattare i formati visivi non incide solo sull’esperienza utente, ma anche sul tempo di permanenza sulla pagina, che è un fattore SEO molto rilevante.
- Cambiare la data di pubblicazione. Aggiornare la data di pubblicazione dell’articolo segnala a Google che il contenuto è attuale e fresco, il che può aumentare leggermente la rilevanza del contenuto nelle SERP, soprattutto in settori che richiedono costante aggiornamento delle informazioni. Ovviamente, come dicevamo parlando di freshness e algoritmo QDF, questo non significa certo solo modificare la data di pubblicazione dell’articolo per “sperare” di rendere il contenuto aggiornato o tentare di ingannare i lettori (e Google).
Promuovere i contenuti evergreen: strategie per massimizzare il traffico a lungo termine
Lo step successivo che aiuta il nostro contenuto evergreen, ben scritto e fortemente ottimizzato SEO, a raggiungere il suo pieno potenziale è la promozione multicanale. Spesso si commette l’errore di pubblicare un articolo e lasciarlo semplicemente “seduto” sul sito, confidando che il solo traffico organico possa svolgere tutto il lavoro. Tuttavia, proprio il vantaggio di questi contenuti è che non scadono mai, il che offre continue opportunità di promuoverli in modo efficace anche a distanza di tempo.
Esistono diverse modalità per rilanciare periodicamente un contenuto evergreen, sfruttando canali come i social media, l’email marketing o le campagne a pagamento.
- Promozione sui social media: contenuto evergreen, sempre attuale
Una strategia efficace è quella di trattare i contenuti evergreen come se fossero sempre rilevanti – il che, ovviamente, lo sono. Possiamo fare leva sui canali social (Facebook, LinkedIn, X, Instagram, ecc.) per riproporre ciclicamente i contenuti, differenziando il modo e il contesto in cui ne parliamo. Questo offre al pubblico un promemoria del fatto che quel contenuto esiste e che ha un valore pratico immediato, senza farlo sembrare materiale “vecchio”.
Un esempio pratico può esserlo il rilancio di un articolo evergreen inserito in un post tematico, come una rubrica settimanale o mensile, che evidenzia i contenuti più preziosi per i follower. Possiamo anche creare tecniche di distribuzione diversificate: alcune sezioni del contenuto possono essere proposte in maniera parziale o estrapolata per catturare nuovi lettori e spingerli poi a leggere l’intero articolo.
Gli strumenti di analisi dei trend e keyword di SEOZoom possono in questo caso aiutarci a identificare picchi o interessi stagionali o particolari, così da programmare promozioni mirate proprio nei momenti in cui quelle tematiche ritornano di maggiore interesse.
- Email marketing per la promozione diretta
Il contenuto evergreen è perfetto per essere integrato anche nelle strategie di email marketing. Inviare newsletter promozionali periodiche che evidenziano alcuni dei contenuti sempreverdi del blog è un’ottima tattica per riportare traffico alla pagina, specialmente quando si collegano direttamente ad argomenti caldi o correlati a nuove pubblicazioni non-azioni recenti.
L’email marketing permette di personalizzare la strategia in base al pubblico: chi ha visitato un certo tipo di contenuto potrebbe essere interessato a nuovi approfondimenti sulla stessa tematica, e questo ci offre la possibilità di riportare attenzione sui nostri contenuti senza dover ricorrere esclusivamente al pubblico organico.
- Guest blogging e contenuti distribuiti
La sponsorizzazione cross-site offre un’ulteriore occasione di promozione. Si tratta di collaborare con altri siti tramite guest post o accordi di content syndication che permettono di dare nuova visibilità ai contenuti evergreen attraverso piattaforme esterne. Non solo si riesce a conquistare un nuovo pubblico rilevante, ma spesso si ottengono anche nuovi backlink che contribuiscono a rafforzare il posizionamento del contenuto originario. Attuare questa strategia su base ciclica (aggiornata ogni volta che viene rinfrescato un contenuto) offre un duplice vantaggio: distribuzione iniziale e secondo rilancio dopo l’update.
- Paid ads per promuovere contenuti evergreen
Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, anche gli ads a pagamento possono essere utilizzati per spingere un contenuto evergreen. Un investimento su annunci Google Ads o social media per promuovere una risorsa sempreverde può realizzare un impatto notevole nel medio e lungo termine. Certo, il budget va distribuito in modo strategico e deve essere circoscritto, ma l’obiettivo è raggiungere sia utenti nuovi che quelli ritornanti. Possiamo sfruttare campagne pay-per-click (PPC) mirate per articoli evergreen che ottengono già traffico e conversioni organiche: con un boost aggiuntivo attraverso gli ads possiamo espandere l’audience e consolidare il successo del contenuto.
L’importanza di monitorare costantemente
L’aggiornamento e la promozione dei contenuti evergreen sono insieme due elementi dinamici di una strategia a lungo termine. Il vero vantaggio sta nell’affiancare a queste attività un costante monitoraggio delle performance, per controllare ad esempio:
- Posizionamento nelle SERP
- Traffico organico e referral
- Engagement sui social
- Backlink e menzioni esterne
L’analisi continuativa ci permette di adattare costantemente la strategia, inglobando eventuali nuovi metodi di promozione o identificando quando un contenuto necessita di attenzione.
Come misurare le performance di un contenuto evergreen: le metriche chiave
Un contenuto evergreen, per definizione, è progettato per resistere all’usura del tempo, continuando a portare traffico organico rilevante anche dopo mesi o anni dalla sua pubblicazione. Tuttavia, per garantirne l’effettiva utilità e mantenerlo sempre competitivo, è necessario monitorare alcune metriche chiave che ci indichino il livello di successo e le possibili aree di miglioramento. Non possiamo pensare di pubblicare un contenuto e dimenticarlo: anche gli evergreen richiedono una costante attenzione per restare rilevanti e in armonia con le evoluzioni dei motori di ricerca e i mutamenti del comportamento degli utenti.
Una delle caratteristiche principali dei contenuti evergreen è la loro capacità di generare traffico organico e conversioni nel tempo, lo abbiamo detto. Tuttavia, affinché questi contenuti possano davvero esprimere il loro pieno potenziale, è fondamentale monitorarli costantemente: la semplice pubblicazione di un articolo non è sufficiente, dobbiamo assicurarci che i contenuti continuino a performare, rispettando le aspettative e mantenendo un buon posizionamento SEO. In altre parole, misurare l’efficacia di un contenuto evergreen è un processo continuo, che richiede l’utilizzo di metriche accurate e di strumenti in grado di fornire dati aggiornati e rilevanti.
Con SEOZoom abbiamo a disposizione diversi strumenti che ci permettono di monitorare costantemente le metriche chiave di successo di un contenuto evergreen: dagli insights sul traffico organico al monitoraggio delle keyword e delle posizioni SERP, fino ai dati sui competitor e all’analisi dei backlinks, SEOZoom facilita il controllo su tutti gli aspetti che concorrono al successo a lungo termine dei nostri articoli.
Una delle metriche più evidenti è il traffico organico generato dal contenuto. Un contenuto evergreen ben scritto e ben ottimizzato dovrebbe attrarre costantemente utenti che lo trovano attraverso i motori di ricerca, e utilizzando Google Analytics o Google Search Console possiamo ritrovare i dati utili per le nostre analisi. Quello che ci interessa non è solo il traffico iniziale, ma soprattutto la costanza e la durata della crescita nel tempo: è fondamentale verificare se, dopo la pubblicazione, quel contenuto continua a performare come previsto o se subisce un calo inatteso di visite.
Un altro indicatore di successo è il posizionamento delle keyword associate al contenuto: tenere traccia delle fluttuazioni nelle posizioni SERP delle parole chiave principali per cui il contenuto è ottimizzato è essenziale per comprendere se l’articolo sta perdendo terreno rispetto ai competitor o se le dinamiche di ricerca stanno cambiando. Con SEOZoom ci possiamo ad esempio salvare la parola chiave principale (o le principali) tra quelle monitorate in un progetto, oppure aggiungere direttamente l’URL pubblicato all’elenco delle Pagine Monitorate e tenere così sotto stretta evoluzione le performance organiche. Se e quando il contenuto mostra un declino progressivo nel ranking, potrebbe essere opportuno procedere con un ciclo di aggiornamento.
Non è sufficiente che il contenuto attiri il pubblico: è altrettanto importante che risponda nel modo giusto all’intento di ricerca dell’utente e che sia sempre incentrato sul search intent mostrato da Google per le query rilevanti. Con SEOZoom possiamo verificare se le keyword dei contenuti sono ancora coerenti con il comportamento degli utenti e con quello che i competitor stanno offrendo per le stesse query, e quindi essere sicuri che il contenuto continui a rispondere perfettamente alle domande poste dal pubblico e che la posizione non venga compromessa da cambiamenti negli algoritmi o nelle esigenze degli utenti.
Qual era l’intento di chi cercava informazioni, ed è stato soddisfatto interamente? Con Google Analytics possiamo avere dati e insight utili per verificare la qualità del traffico che stiamo portando sulla pagina, ovvero se gli utenti restano sul sito per approfondire le informazioni o se abbandonano la pagina subito dopo il primo clic. Analizzare il bounce rate e il tempo di permanenza aiuta a fare luce su questo aspetto: se gli utenti escono immediatamente dopo aver visitato la pagina, significa che l’intento di ricerca non è soddisfatto pienamente, e potrebbe essere necessario ripensare parte del contenuto.
Un’altra delle metriche cruciali per valutare il successo di un contenuto evergreen nel lungo periodo è il suo potenziale di attrarre backlink. Di fondo, ottenere link da altri siti, soprattutto siti autorevoli, è un forte indicatore che quel contenuto è visto come utile e interessante da altre fonti, il che ne migliora l’autorità. Con le funzioni di analisi dei backlink di SEOZoom possiamo verificare quali pagine esterne hanno linkato il nostro contenuto e anche misurare l’effetto dei link sull’autorità della pagina. Uno degli obiettivi dovrebbe essere quello di costruire progressivamente una rete di qualità di backlink che puntano verso i nostri contenuti evergreen, rafforzandone così il posizionamento complessivo. Un calo di backlink può segnalare che il contenuto sta perdendo rilevanza in una determinata nicchia, e anche in questo caso, il consiglio è di aggiornare le informazioni per renderle nuovamente attraenti per chi produce contenuti in settori correlati.
Infine, una metrica di grande importanza è il confronto con i competitor. Anche per i contenuti evergreen la concorrenza non rallenta mai e dobbiamo sempre verificare come si comportano i nostri principali avversari nelle SERP. Monitorare l’attività dei competitor non è soltanto un modo per proteggere il nostro contenuto, ma può essere una fonte di ispirazione costante per migliorare e mantenere aggiornate e competitive anche le nostre risorse evergreen: possiamo vedere come i contenuti simili al nostro si posizionano, valutando la lunghezza, la qualità o la chiarezza del testo dei nostri avversari. Questo tipo di analisi ci permette di identificare anche nicchie non ancora sfruttate o gap tematici che non stiamo coprendo adeguatamente, andando a migliorare il nostro contenuto per intercettare la posizione dominante nei risultati di ricerca.
Per ricapitolare: le FAQ sui contenuti evergreen!
Cosa vuol dire evergreen?
Il termine evergreen si riferisce a qualcosa che rimane perennemente rilevante, fresco e attuale nel tempo. Proprio come le piante sempreverdi, che non perdono le foglie con il trascorrere delle stagioni, i contenuti evergreen restano utili e interessanti per il pubblico anche a distanza di anni dalla loro pubblicazione.
Cosa sono i contenuti evergreen?
I contenuti evergreen sono articoli, guide o post che rimangono validi e utili per molto tempo dopo la loro pubblicazione. Trattano argomenti che non scadono né perdono di attualità, come guide su processi sempre richiesti (es. “Come configurare Google Analytics”) o consigli pratici che rispondono a domande ricorrenti nel tempo (es. “Come scrivere una lettera di presentazione efficace”). L’obiettivo di questi contenuti è generare traffico organico costante nel lungo termine, continuando a rispondere alle esigenze degli utenti anche dopo anni dalla prima pubblicazione.
Quando devo aggiornare un contenuto evergreen?
Un contenuto evergreen dovrebbe essere aggiornato regolarmente per garantire che rimanga attuale e competitivo nei risultati di ricerca. È opportuno valutare la necessità di un aggiornamento quando si verificano alcuni segnali chiave:
- Calo del traffico organico o del posizionamento nelle SERP.
- Aggiornamenti significativi relativi all’argomento trattato (es. nuove tecniche o best practice).
- Presenza di dati o statistiche obsolete.
- Presenza di nuovi competitor con articoli più aggiornati e dettagliati. Monitorare il rendimento tramite tools come SEOZoom ci aiuta a identificare quando è il momento di rivedere e ottimizzare un contenuto evergreen.
Come posso aggiornare un contenuto evergreen?
Aggiornare un contenuto evergreen richiede un approccio metodico e mirato. Ecco i principali passaggi da seguire:
- Rivedere le informazioni. Controllare l’accuratezza delle informazioni presenti, soprattutto se ci sono nuove best practice o cambiamenti rilevanti nel settore.
- Aggiornare dati e statistiche. Sostituire dati obsoleti con fonti aggiornate per mantenere la rilevanza e l’affidabilità del contenuto.
- Controllare i link interni ed esterni. Verificare che tutti i link funzionino correttamente, inclusi i link interni verso altre pagine del sito e i link esterni che supportano il contenuto.
- Ottimizzare la SEO. Eseguire una revisione delle keyword e valuta l’integrazione di nuove parole chiave correlate, aggiornando anche i title tag , meta description e heading quando necessario.
- Rinnovare i media. Aggiornare eventuali immagini, infografiche o video che possono risultare datati.
- Rilanciare il contenuto. Una volta aggiornato, promuovere nuovamente tramite social media, newsletter o altre forme di comunicazione per dargli nuova visibilità.
Come curare e far sopravvivere a lungo i contenuti evergreen
Provando ad andare ancora più a fondo nel tema, cerchiamo di capire come possiamo concretamente mantenere vivi i contenuti che abbiamo pubblicato, ovvero “garantire che tutti gli elementi del processo di content marketing siano rivisti regolarmente per i nostri contenuti più importanti”, come spiega Brittany Berger su Search Engine Journal, che delinea alcuni modi principali per riuscire in questo intento.
Il primo consiglio è piuttosto “scontato”, nel senso che dovrebbe essere un modus operandi di routine per chiunque operi sul web (anche se poi, a conti fatti, è una delle più sottovalutate tattiche SEO): che sia un post sul blog o una pagina web, dopo la pubblicazione il contenuto andrebbe sempre controllato, studiato e revisionato per mantenerlo efficace.
Rinfrescare i contenuti evergreen è il modo per essere certi che l’articolo offra sempre le informazioni più aggiornate, un elemento decisivo in settori competitivi e dinamici dove le evoluzioni sono frequenti (e Google se ne accorge, modificando le classifiche per riflettere la rilevanza corrente alla query).
Anche perché, ricorda Berger citando Derek Gleason, “il tuo brand non è ciò che hai appena pubblicato, ma quello che le persone vedono più spesso”.
Le operazioni per aggiornare i contenuti evergreen
Le operazioni per rinfrescare un contenuto tipo articolo sono molteplici, ed è possibile anche intervenire su media nel complesso più difficili da gestire, come video e podcast, ad esempio modificandone quando necessario la descrizione.
Inoltre, lavorare agli aggiornamenti è una utile opportunità per valutare la qualità dei contenuti che abbiamo pubblicato ed eventualmente decidere se migliorare un articolo o se invece sia il caso di rimuoverlo definitivamente, anche in ottica di migliorare il crawl budget.
Ad esempio, sostiene l’autrice, “l’aggiunta di un’infografica o di altri elementi visivi a ogni post del blog richiede molte risorse, ma aggiungerli nei post che hanno dimostrato essere preziosi e sempreverdi può essere una buona strategia”.
La revisione periodica dei contenuti è anche un’opportunità per rimuovere statistiche o informazioni tecniche obsolete e, se possibile, per sostituirle con versioni più recenti; elementi che sono cruciali sia nel campo editoriale che negli e-Commerce, ad esempio nelle informazioni sul prodotto.
Allo stesso modo, aggiornare un articolo assicura – noi, i lettori e Google – che le informazioni riportate siano ancora valide; ad esempio, che “le best practices consigliate siano ancora effettivamente best practices”, soprattutto se il settore di attività “è stato particolarmente colpito dalla pandemia, e ciò che funzionava prima potrebbe non essere rilevante ora”.
Il caso citato dall’articolo di SEJ riguarda un blog di finanza, che ha ricondiviso un post antecedente alla pandemia sui “modi per guadagnare soldi extra”: alcuni dei suggerimenti presentati non sono più possibili, date le condizioni attuali di vita e business, e molto lettori hanno criticato la scelta, costringendo il brand a scusarsi per aver consigliato tali tecniche “fuori tempo”. Inoltre, l’articolo è stato aggiornato e le parti non più applicabili sono state riscritte, rendendo di fatto quel contenuto di nuovo evergreen, con un vantaggio rispetto a quelli dei competitor che non hanno più aggiornato le loro guide.
Una periodica ottimizzazione del journey
Oltre agli aggiornamenti dei contenuti che aiutano ad attrarre e ingaggiare il traffico, dobbiamo lavorare anche affinché i contenuti possano effettivamente convertire.
Non è raro vedere rallentare il tasso di conversione per un certo articolo più vecchio e sempreverde, anche se il traffico è in aumento: può dipendere dal fatto che il customer journey della compagnia è cambiata, ma i contenuti non sono stati adeguati, o peggio ancora che non sono mai stati allineati al percorso dell’utente.
Con l’evolvere delle offerte dell’azienda e del modo in cui le posizioniamo, è importante tenere valide anche le call to action con test “all’interno e intorno ai contenuti”; se cambia il target dei clienti, è consigliabile anche cambiare modo di comunicare perché “anche se stai parlando della stessa cosa, lo stai facendo a una persona diversa”.
Per gli e-Commerce, inoltre, è decisivo che le pagine e schede prodotto riportino sempre informazioni aggiornate sulle caratteristiche dei prodotti, sia nel testo che nelle immagini e nei video a corredo.
Grazie ad aggiornamenti e ottimizzazioni periodiche (e continue) abbiamo l’opportunità di individuare nuove occasioni di aggiungere call to action e menzioni ai prodotti dove appropriato, trovando un nuovo canale per invitare gli utenti alle azioni e convertire.
Promuovere i contenuti in modo regolare e ricorrente
Un’altra convinzione sbagliata è che, se il traffico è costante, il contenuto non necessiti di altri sistemi di promozione: un valido modo per aumentare la sopravvivenza degli articoli evergreen è anzi proprio la promozione su canali diversi a quelli della visibilità organica.
Se quel contenuto riceve traffico consistente dalla ricerca, ha dimostrato il suo valore e potenziale: non condividerlo anche su altri canali di marketing significa rinunciare a un’enorme opportunità. È invece opportuno dare nuova visibilità all’articolo, riportandolo in altro dall’archivio del blog, spingendolo più volte sui social media o inserendolo nelle newsmail, sempre però in maniera pertinente.
In alcuni casi, potrebbe essere utile modificare il contenuto originale per riproporlo in altri canali e formati e intercettare un altro tipo di utenza, continuando comunque a portare traffico all’originale: “Se sai già che l’argomento, il titolo e le informazioni di un vecchio contenuto funzionano per il tuo brand, perché provare a reinventare la ruota?”, evidenzia l’autrice.
Rinfrescare i contenuti evergreen per ottenere nuovo traffico
Pubblichiamo incessantemente, convinti che aggiungere contenuti farà crescere automaticamente il traffico organico del sito. Diceva così Ivano Di Biasi nel suo intervento fuori programma a SMXL Milano 2019, parlando di stagionalità e consigli per intercettare la stagionalità delle keyword con risorse già esistenti, e un caso studio di Conde Nast ci offre interessanti spunti per una gestione strategica di questo aspetto.
Il caso studio di Condé Nast sulla revisione dei contenuti
L’argomento è stato al centro anche del contributo di John Shehata, vice presidente dell’audience development strategy di Condé Nast, a SMX East a New York 2019, come riporta Search Engine Land. Il dirigente del famoso network editoriale internazionale ha spiegato che “investire nella produzione di nuovi contenuti non è sempre la scelta giusta per un migliore content marketing“, perché a volte (o spesso) i brand possono ottenere risultati migliori sfruttando le risorse che già hanno e aggiornando un vecchio topic.
Pubblicare nuovi articoli non è sempre la strategia migliore. È questo il punto di partenza delle sue riflessioni: la creazione di contenuti può fare miracoli per il tuo sito, e sappiamo quanto conti la qualità, ma ovviamente non c’è alcun ritorno utile se tali pagine non sono viste e non si posizionano. Un dato su tutti può inquadrare il contesto: negli ultimi due anni è stato creato uno sbalorditivo 90% dei contenuti esistenti online, eppure il 91% dei contenuti non riceve traffico da Google.
Come lavorare sui contenuti già pubblicati e ottenere nuovo traffico
Sulla scorta di queste considerazioni, Condé Nast ha avviato un esperimento – chiamato “Pinetree Initiative” – incentrato a revisionare i contenuti editoriali già pubblicati e fondere articoli sottoperformanti per aumentare la visibilità organica.
I risultati sono stati immediati e notevoli: “Per i primi 100 articoli che abbiamo ottimizzato, abbiamo visto un aumento del 210% nel traffico di ricerca e la copertura delle nostre parole chiave per quel contenuto è aumentata del 900%”, ha detto Shehata. “Dopo aver aggiornato il contenuto, il traffico ha iniziato ad aumentare immediatamente e siamo passati da circa 100 visite a quasi 20mila”.
Ridare visibilità a contenuti evergreen di valore
La chiave di volta è lavorare in modo strategico per dare nuova visibilità a contenuti evergreen, quelli a lunga scadenza che diventano i pilastri per il posizionamento del sito su Google. Shehata ha presentato il processo di revisione e aggiornamento degli articoli sempreverdi che ha sviluppato per Condé Nast: si comincia con l’esame del proprio sito, passando poi all’analisi delle pagine dei risultati di ricerca per le parole chiave target, alla valutazione dei contenuti della concorrenza, all’ottimizzazione dei contenuti on page e infine alla pubblicazione e promozione.
- Valuta i contenuti esistenti sul tuo sito
L’aggiornamento dei contenuti evergreen comincia da un’analisi del sito, identificando quali sono le pagine che si classificano per le parole chiave target e se ci sono eventuali competizioni interne e problemi di cannibalizzazione delle keyword.
L’obiettivo è cercare di concentrare quanto c’è di buono in un’unica pagina: consolidare gli URL, gestire meglio i link interni per offrire panoramica migliore del topic, eliminare pagine con prestazioni inferiori o unire le informazioni per aggiornare un contenuto e renderlo più autorevole o per creare un nuovo articolo evergreen più efficiente.
- Studia le SERP
“L’anno scorso abbiamo creato una fantastica pagina sulle case delle celebrità, che però non ha ottenuto alcun traffico”, ha raccontato Shehata per fare un esempio dell’importanza di allinearsi con il search intent (e svelare che anche i grandi siti hanno problemi comuni!).
Analizzando le SERP, infatti, il team ha scoperto che gli altri contenuti “classificati per quell’argomento erano tutte gallerie”, e quindi Google ha identificato l’intento della ricerca “case delle celebrità” come desiderio delle persone di vedere immagini di queste abitazioni. Condé Nast ha “convertito la pagina da un formato articolo con un paio di immagini in una galleria con meno contenuti, e indovina cosa? Articolo immediatamente salito in seconda posizione”.
La lezione è che le caratteristiche del contenuto sono molto importanti per il successo del SEO, ma che bisogna anche inquadrare il contesto di competizione: comprendere cosa sta premiando il motore di ricerca per query specifiche può darci un’idea di come costruire gli articoli per aumentare le loro possibilità di posizionamento.
Guardare alle SERP consente non solo di comprendere quali format di contenuto sono meglio classificati, ma anche di prendere nota di tutti i rich results che appaiono e capire perché emergono: ad esempio, se è presente un carousel di notizie, significa che il topic è news-driven? E, in tal caso, in che modo questo può influenzare le chance del nostro articolo?
I featured snippet, che spesso risolvono la query di un utente direttamente su Google, o il box “People also ask” ci danno informazioni sulle domande che le persone pongono su un determinato argomento, e quindi offrono l’opportunità di aggiungere più profondità ai contenuti evergreen.
- Analizza i competitor
Il passo successivo è quello di controllare in modo più specifico gli avversari, fare analisi dei competitor meglio posizionati in SERP per le keyword obiettivo: secondo Shehata, “se stai scrivendo su come far bollire un uovo, e tutti gli altri siti che stanno classificando menzionano gusci d’uovo, colazione e facile, potresti prendere in considerazione questi argomenti per avere una copertura completa e approfondita dell’argomento.
Si tratta, in sintesi, di quello che fa istantaneamente SEOZoom con gli strumenti di intent gap e ricerca di keyword con lo stesso search intent, che permettono di scoprire i topic che non possono mancare nel nostro articolo. Inoltre, usando i tool per l’analisi dei competitor possiamo avere una fotografia immediata non solo di come si presenta il contenuto già scelto da Google, ma anche della sua lunghezza, data di pubblicazione, utilizzo di heading e meta description e altri elementi che possano fornirci indizi per capire perché quel contenuto si è posizionato e come cercare di ottenere successo per il nostro.
- Ottimizza il contenuto onpage
Conclusa la fase di raccolta informazioni esterne, è il momento di metter mano al contenuto sul nostro sito espandendo l’articolo originale con nuove informazioni, unendo una serie contenuti pertinenti e con prestazioni inferiori oppure eliminando pagine e impostando gli opportuni redirect.
Nell’esperienza di Condé Nast, “quando aggiorni il contenuto, dovrebbe esserci almeno il 30% di parti nuove”, come ha detto Shehata, invitando a cambiare anche il titolo, l’introduzione, la data di pubblicazione e a inserire nuovi collegamenti interni verso altre risorse, verificando ovviamente che non ci siano errori nei link precedenti.
- Tempo di pubblicare
Il fattore tempo può influenzare anche gli articoli evergreen che sono relativi a tendenze stagionali, e in questo caso bisogna pianificare gli interventi e pubblicare con almeno tre mesi di anticipo rispetto al picco atteso nel volume di ricerche per massimizzare i risultati.
Secondo John Shehata, gli effetti positivi del lavoro di revisione, ottimizzazione e aggiornamento dei contenuti possono “durare almeno un anno, se non di più”: se il traffico inizia a diminuire in modo sostanziale, potrebbe essere il momento di effettuare un altro ciclo di interventi, e la creazione di un calendario editoriale dedicato agli aggiornamenti può aiutarci a programmare meglio il lavoro futuro.
Continuare a curare il giardino dei sempreverde
Ora più che mai – dopo che le nostre certezze sono state minate dalla pandemia e la nostra stessa visione del mondo è cambiata – è impossibile pensare di scrivere un contenuto che valga per sempre e che continui a portare risultati in termini di traffico e conversioni.
Per cercare di tenere vivo il nostro giardino di sempreverdi, e quindi mantenere in salute i nostri contenuti evergreen, è fondamentale continuare a curarli, monitorali e intervenire per modificarli quando le informazioni presenti non riflettono più la realtà attuale, sono superate o sono diventate fuori focus rispetto al target.
Questo è l’unico modo per cercare di garantire che questi pilastri continuino a essere rilevanti per gli utenti e Google il più a lungo possibile; in caso contrario, è solo questione di tempo prima che la “carenza di nutrienti” faccia seccare il nostro giardino di contenuti.