Le ultime statistiche dicono che, nel 2024, in tutto il Web si contano quasi due miliardi di siti, che il traffico Internet totale ha superato i 4 zettabyte e che, soprattutto, gli utenti worlwide sono ormai oltre 5.3 miliardi, vale a dire che due persone su tre nel modo sono connesse attualmente alla Rete. Insomma, Internet è sempre più popolato e, perciò, pensare a un progetto online senza avere un quadro preciso di tutto il contesto, a cominciare dai competitor già presenti, rischia di essere una scelta miope e poca efficace. Oggi più che mai, quindi, tenere d’occhio la concorrenza, realizzare un’analisi competitor e studiare le mosse dei rivali è una delle prime attività da compiere per cercare di portare avanti una strategia di marketing, nel mondo fisico quanto (e soprattutto) nella SEO e sul Web. Cerchiamo quindi di capire chi sono esattamente questi “competitor” nell’universo online e come possiamo individuarli e analizzarli efficacemente, anche grazie a SEOZoom.
Chi sono i competitor: non tutti i siti web rappresentano la concorrenza
I competitor online non sono tutti i siti presenti sul Web, e questo dovrebbe essere abbastanza semplice da intuire. Gli avversari che meritano la nostra attenzione analitica e strategica, i nostri veri concorrenti, sono i siti che condividono con noi un segmento di mercato, che offrono prodotti o servizi simili ai nostri, che si rivolgono al nostro stesso pubblico e che lottano per la visibilità nelle stesse nicchie o per le stesse parole chiave.
Conquista il traffico dei tuoi competitor
La rilevanza di un competitor online è poi determinata non solo dalla sua dimensione o dal suo volume di traffico, ma anche dalla sua capacità di influenzare le decisioni del nostro pubblico di riferimento: in tal senso, un piccolo blog di nicchia può essere un concorrente tanto quanto un grande e-commerce, se entrambi competono per l’attenzione del nostro stesso segmento di utenti.
In maniera più analitica, possiamo suddividere i competitor in tre categorie, ognuna con le proprie peculiarità:
- Diretti. Sono le aziende che offrono prodotti o servizi identici o molto simili ai nostri e che si rivolgono allo stesso target di clientela. La loro presenza nelle SERP per le parole chiave specifiche del nostro settore è un indicatore diretto della competizione.
- Indiretti. Questi concorrenti offrono prodotti o servizi che non sono esattamente gli stessi dei nostri, ma che soddisfano lo stesso bisogno o risolvono lo stesso problema per il cliente. Potrebbero non competere per le stesse parole chiave, ma lottano per la stessa quota di mercato.
- Percepiti. Sono quei brand o siti web che il nostro target di riferimento potrebbe considerare alternativi ai nostri, anche se non offrono direttamente lo stesso tipo di prodotto o servizio. La loro influenza si estende attraverso il branding e la percezione del consumatore.
Analisi concorrenza, studiare significa essere competitivi
Ma a cosa serve identificare i concorrenti e conoscere le mosse degli avversari?
La risposta arriva dalle teorie di microeconomia, che definiscono l’analisi dei competitors o benchmarking “una parte fondamentale del piano di marketing di un’azienda”, perché consente non solo di scoprire le altrui strategie da cui eventualmente trarre spunto, ma anche (e soprattutto) di verificare quali siano le caratteristiche che rendono unico il prodotto o servizio fornito e quali sono gli attributi decisivi per attrarre il target di riferimento, fornendo una fotografia dello stato attuale del proprio mercato di interesse.
In generale, l’analisi dei competitor è il processo di ricerca e valutazione sistematica delle strategie e delle performance dei nostri rivali di mercato; attraverso questo lavoro possiamo raccogliere dati preziosi su come i concorrenti si posizionano nel mercato, quali parole chiave utilizzano per attrarre traffico, che tipo di contenuti producono, e come interagiscono con il loro pubblico. Queste informazioni sono fondamentali per identificare le opportunità di differenziazione e per capire quali strategie stanno funzionando nel nostro settore.
In questa attività complessa si inseriscono anche la analisi SWOT e, spingendosi oltre, lo studio previsionale dei possibili scenari del mercato con analisi what-if, utilizzando modelli tipici della teoria dei giochi in cui le dimensioni analizzate diventano variabili del caso di studio.
E anche il benchmarking più propriamente detto va di pari passo: si tratta di misurare le nostre performance contro quelle dei nostri concorrenti diretti, stabilendo dei punti di riferimento, o “benchmarks”, per valutare la nostra posizione nel mercato. Attraverso il benchmarking, possiamo identificare le best practices del settore e adottarle o adattarle alla nostra strategia; inoltre, possiamo stabilire obiettivi realistici e misurabili per il miglioramento continuo delle nostre attività di marketing e SEO.
Analisi competitor nel marketing
Inoltre, la competitor analysis rappresenta anche un segnale di consapevolezza del proprio “status”, ovvero la considerazione della presenza degli altri sul mercato, da cui scaturisce la necessità di assumere azioni che tengano conto anche degli avversari, appunto.
Nello specifico del marketing online, l’analisi dei competitor serve anche a eseguire una valutazione dei punti di forza e di debolezza dei concorrenti attuali e potenziali, garantendo informazioni strategiche sia in chiave offensiva che difensiva in termini di posizionamento per determinate keyword, traffico stimato, investimento in termini di Ads, andamento nella SERP. E SEOZoom (spoiler alert!) consente di “spiare” questi avversari con una precisione raffinata, offrendo soprattutto a chi lavora in settori molto competitivi di avere tutti gli strumenti per combattere posizione per posizione.
Come individuare i competitor organici online
Per entrare in ottica strategica, quindi, la prima azione da compiere è individuare i propri competitor, ovvero cercare di scoprire quali siano i siti che per l’appunto competono e sono attivi nel nostro stesso “ramo”, ovvero vendono servizi o prodotti in riferimento allo stesso target di clienti.
Anche se si ripete spesso che la competitor analysis è un elemento fondamentale per mettere a punto una strategia online efficace, non sempre è semplice riconoscere chi siano davvero i competitor del proprio progetto, sia per la difficoltà di definire il “campo” nel panorama generale del Web, sia per la complessità di reperire le informazioni necessarie. Ad esempio, può capitare di conoscere “di fama” alcuni concorrenti diretti nel proprio settore di attività o considerare “pericoloso” solo il business locale, salvo poi scoprire che i veri rivali online sono ben altri, che erodono quote di mercato in termini di posizionamento delle keyword e di traffico.
Competitor SEO, perché studiare le mosse dei rivali
Già da queste poche righe si intuisce il motivo per il quale effettuare un’analisi competitiva SEO oriented possa essere importante per raggiungere i propri obiettivi: innanzitutto, permette di capire quali sono i contenuti premiati dai motori di ricerca attinenti il nostro settore, e poi anche di scoprire quali sono le tattiche che funzionano e le attività che ottengono risultati migliori. Gli spunti che arrivano da tale studio vanno poi applicati al proprio progetto, per superare i limiti presenti e, come traguardo finale, superare questi stessi competitor.
Per dirla in termini di marketing, l’analisi della concorrenza e lo studio dei competitor online rappresentano al tempo stesso una “minaccia” e un’opportunità per il nostro business: se, da un lato, è evidente che la presenza di altri protagonisti in scena può avere conseguenze che impattano sul nostro sito, sia in termini di traffico che di posizionamento delle parole chiave, è forse meno intuitivo interpretare gli “avversari” in chiave positiva, come delle leve da sfruttare per ottimizzare il sito.
Non avere paura dei competitor è anche uno dei suggerimenti arrivati da John Mueller nel corso di uno dei suoi periodici hangouts: in particolare, il Search Advocate di Google ha spiegato che il sistema del motore di ricerca riesce a differenziare con successo domini simili, anche se possiedono profili simili di link. Questo significa che anche in casi di concorrenza “sleale” e agguerrita (con siti che sfacciatamente copiano i nomi di dominio o imitano le strategie editoriali o le campagne di link building dal proprio progetto) Google è comunque capace di identificare quello “originale”, per così dire, che viene premiato con maggiori preferenze nei risultati di ricerca.
Si tratta di un’informazione molto utile per webmaster e gestori di siti preoccupati dalla concorrenza, che può alleviare in parte le loro preoccupazioni e che, al tempo stesso, offre anche un altro consiglio pratico per mettere a punto una strategia vincente: non si deve mai copiare in maniera pedissequa e piatta l’attività dei competitor, ma bisogna utilizzare gli strumenti a disposizione per capire quali sono i punti di forza dei concorrenti e, di conseguenza, quali le debolezze e gli aspetti da migliorare del proprio progetto.
Analisi competitor online, tre aspetti da confrontare per risultati migliori
Tecnologia, contenuti e backlink: volendo sintetizzare al massimo, questi sono gli aspetti principali su cui concentrare la nostra attenzione nell’esecuzione di una rapida analisi dei competitor online, per cercare di confrontare il nostro progetto con quelli degli avversari meglio posizionati o maggiormente emergenti, che stanno conquistando il gradimento di Google. È infatti sempre complesso seguire l’evoluzione degli algoritmi di Google e quindi la vecchia tattica di “spiare gli avversari” può dare ancora gli spunti giusti per guadagnare posizioni e visibilità in SERP.
Ribadisce l’importanza attuale dell’analisi della concorrenza anche Chuck Price su Search Engine Journal, che offre i suoi 3 metodi per eseguire rapidamente questo check per trovare aree in cui è possibile migliorare l’ottimizzazione del nostro sito. Secondo l’esperto, le sfide e gli ostacoli per raggiungere la vetta delle SERP e rimanere lì sono diventate sempre maggiori e “l’introduzione di Knowledge Graph, Hummingbird, RankBrain e BERT nell’algoritmo di Google ha reso molto più difficile per i professionisti SEO giocare con il sistema”.
Anche se nel corso degli anni le linee guida per i webmaster di Google non sono cambiate molto, infatti, lo stesso non si può dire per il core alghoritm, che anzi ha “un’evoluzione che avviene a un ritmo molto veloce” ed è “troppo complesso per il reverse engineering”.
Per questo, è utile trovare dei pattern comuni “scavando nella competitive research”, eseguendo un’analisi attenta dei competitor organici che ci può dare “un’idea di ciò che l’algoritmo sta cercando quando determina quali risultati restituire per una particolare query”. Tre sono gli elementi in cui, a livello più elementare, si può suddividere un sito – come dicevamo, tecnologia, contenuti e backlink – e questi sono i consigli per confrontare il nostro sito con quelli dei concorrenti.
Analisi siti web competitors: il peso della tecnologia
L’obiettivo di ogni webmaster è realizzare un sito ben strutturato che sia veloce, semplice da usare e di facile scansione per i crawler.
Per raggiungere questi risultati non sono necessarie tecnologie specifiche, ma “se stai iniziando con un nuovo sito o stai considerando una riprogettazione, vale sicuramente la pena dare un’occhiata alla concorrenza”, suggerisce Price, che indica anche una risorsa specifica per ottenere queste informazioni, ovvero BuiltWith, uno strumento “che i SEO possono utilizzare per la ricerca competitiva”.
L’analisi su questo tool fornisce dati su una serie di profili tecnologici installati, comprese informazioni su:
- Sistemi di analytics and tracking.
- Widget.
- e-Commerce.
- Frameworks.
- CDN.
- Mapping.
- Mobile.
- Sistemi di pagamento.
- A/V Media.
- CMS.
- Librerie e funzioni JS.
- Sistemi di advertising.
- Link verificati.
- Certificati SSL.
- Web hosting provider.
- Nomi dei server.
- Email hosting provider.
- Server web.
- Sistemi operativi e server.
- Tecniche di syndication.
- Registrazione webmaster.
Studiare l’architettura del sito web dei concorrenti online
Comprendere il modo in cui è organizzata la struttura del sito dei competitor può essere utile in termini di definizione della gerarchia delle pagine e per scoprire potenziali gap di prodotto o contenuti.
Anche in questo caso, l’autore suggerisce uno strumento per mappare il sito della concorrenza – in particolare, Xenu Link Sleuth, tool gratuito che “ha saputo resistere alla prova del tempo”.
Verificare i parametri Core Web Vitals
Sappiamo che Google sta andando oltre la semplice velocità della pagina come fattore di ranking e che ormai i Core Web Vitals fanno parte di un più complesso segnale usato per le classifiche (il cui peso è però ancora piuttosto limitato).
Usando le parole di Google, comunque, i segnali web essenziali forniscono “una guida unificata sui segnali di qualità che sono essenziali per tutti i siti per offrire un’ottima esperienza utente sul Web”.
Analizzare le performance del nostro sito e confrontarle con quelle degli avversari ci permette di scoprire il livello di ottimizzazione per i parametri scelti da Google – e la strada che dobbiamo ancora fare per raggiungere gli obiettivi di qualità.
Analisi SEO competitor: focus sui contenuti
È forse più immediata la seconda area di investigazione dei siti competitor, ovvero i contenuti e le keyword che funzionano per i nostri avversari: in termini piuttosto pratici e opportunistici, grazie a strumenti (come SEOZoom!) è possibile sfruttare il lavoro già fatto dai nostri concorrenti per indirizzare il traffico organico al nostro sito.
Ciò che serve è appunto un tool che possa offrirci una panoramica sulle parole chiave organiche della concorrenza – ovviamente, noi facciamo riferimento alle varie funzionalità di SEOZoom – attraverso cui determinare facilmente quali query indirizzano il traffico e il loro potenziale di posizionamento e, soprattutto, come sono organizzati i contenuti (in quali pagine e con quali search intent).
Altrettanto importante è scoprire se ci sono opportunità che stiamo perdendo, ovvero keyword su cui potremmo lavorare ma per cui non abbiamo mai pensato a un contenuto, eseguendo quella che si definisce analisi dei content gap, un modo ideale per trovare parole chiave altamente pertinenti ai topic del nostro sito e alcune potenziali nuove opportunità di business.
Studiare l’ottimizzazione on page
Price riconosce che “Google potrebbe non essere così dipendente dai meta tag dall’introduzione di Knowledge Graph, ma avere una chiara roadmap sia per gli utenti che per i motori di ricerca è ancora importante”.
Anche in questo caso, ci sono vari strumenti per comprendere il rapporto tra il nostro sito e quello dei competitor, e in particolare l’autore cita il Webpage Similarity Comparison Tool di SEOBook, che genera analisi relative a page title, meta tag description, keyword, conteggio testo e parole, principali parole chiave long tail di due e tre parole eccetera. Tutte informazioni che, come vedremo, possiamo ritrovare anche nei vari strumenti di SEOZoom, dalla funzione “dominio vs. dominio” a quella di comparazione di URL, fino al tab Competitor che permette di eseguire un’analisi SEO completa delle pagine dei competitor meglio posizionati.
Quando usiamo questi strumenti, suggerisce Price, dobbiamo ricordare di “cercare pattern”, ovvero capire quale modello di formulazione sta piacendo a Google (e non stiamo usando), così da riorientare il nostro lavoro di ottimizzazione alla luce di queste informazioni: questo ovviamente non significa semplicemente copiare, ma prendere spunto in maniera creativa e originale per assecondare le tendenze.
Controllare i backlink dei competitor
Certo, sono lontani i tempi in cui “i professionisti SEO inseguivano ogni backlink di un concorrente, al fine di neutralizzare il vantaggio che il link poteva fornire”: tutto è cambiato dopo l’introduzione del Penguin update nell’aprile 2012, che ha stravolto l’approccio di Google ai link in ottica di lotta allo spam, rendendo in pratica improvvisamente negativo il valore di alcuni collegamenti “spazzatura”, che sono andati a sporcare pericolosamente il profilo backlink di un sito.
Nonostante questo, però, Price sostiene che “il mining di backlink della concorrenza non è una cattiva idea”, se sappiamo usare la testa e comprendere quali potenziali link “valgono lo sforzo necessario per acquisirli”.
Volendo offrire un consiglio più preciso, scoprire quali siti linkano a pagine dei nostri competitor ci offre due tipi di indicazione: da un lato, evidenzia quali sono le pagine più preziose dei siti nostri avversari (quelle che vengono linkate naturalmente o che sono al centro di campagne di link building per il loro potenziale di conversione) e quindi ci fa capire quali sono le keyword su cui concentrarci. D’altra parte, ci permette anche di trovare nuovi siti che ospitano link, con cui entrare in contatto per promuovere il nostro lavoro, soprattutto in caso di temi verticali in topic con i contenuti del nostro sito.
Analisi concorrenza SEO, la base per ottimizzare il sito
Quelli appena descritti sono 3 modi rapidi per spiare i competitor e trarre indicazioni utili per migliorare il nostro sito.
Come chiosa Chuck Price, “contenuti e link continueranno a essere la spina dorsale dell’algoritmo di Google ancora per qualche tempo”, mentre la definizione della miglior struttura può evolvere in base alle richieste ed esigenze dell’utenza.
Ciò che conta è capire chi abbiamo di fronte come avversari e “neutralizzare qualsiasi vantaggio competitivo”, due aspetti importante nello sviluppo di una campagna di marketing efficace, a cui deve fare – ovviamente! – seguito lo sviluppo di contenuti unici e utili, che rappresentano la leva con cui cercare di “governare le SERP”.
Come fare un’analisi competitor con SEOZoom: tutti gli strumenti e le tecniche
Ora sappiamo che l’analisi della concorrenza serve anche per capire le strade che stanno percorrendo i concorrenti in un determinato settore, così da individuarne i punti di forza e di debolezza e impostare strategie più efficaci.
Ma come trovare i competitor online? Un supporto ci viene, come già suggerito, da diversi tool presenti all’interno di SEOZoom, che permettono di avere un quadro praticamente completo del mercato su cui opera il nostro sito – anche in nicchie piccole o settori emergenti – e di scoprire tutti i dati utili sugli avversari.
In particolare, già in fase di analisi del dominio l’algoritmo della suite riconosce immediatamente i competitor organici più probabili, fornendo un elenco di siti “precisi” e “adeguati” verso cui confrontarsi per la competitor analysis.
La competitor analysis con SEOZoom per trovare i competitor organici di un sito
Dal punto di vista tecnico, l’algoritmo che identifica i competitor di un dominio compie un’elaborazione dei vari siti ogni 15 giorni, che in pratica consente di aggiornare, verificare e intercettare nuovi concorrenti su base bisettimanale. Inoltre, rispetto ad altri SEO tool, che si basano sulla semplice attinenza di contenuti e keyword per stabilire il livello di concorrenza (e, in pratica, finiscono per mettere a confronto domini molto grandi, tipo Wikipedia o YouTube, con siti molto più piccoli per cui erano rivali fuori portata), SEOZoom considera competitor “domini che competono su un gran numero di keyword in comune con il proprio sito web e che abbiano però un volume di ricerca che si avvicina a quello del sito web stesso”.
Come criterio di valutazione, dunque, abbiamo deciso di porre attenzione al valore del traffico, e per la precisione i rivali diretti “verso il basso” sono quelli che generano almeno un terzo del traffico rispetto al proprio sito mentre, al contrario, per i competitor che sono davanti vengono mostrati domini che abbiano 15 volte il proprio traffico organico, così da offrire una prospettiva concreta di quali possano essere gli obiettivi di crescita.
Ricerca competitor SEO: Zoom Authority, classifiche e nicchie
Per perfezionare ulteriormente la ricerca dei concorrenti online, la suite permette anche di scoprire una serie di competitor potenziali, vale a dire siti che verosimilmente potrebbero entrare nella “nicchia” in un prossimo futuro perché stanno per emergere grazie a buoni posizionamenti (pur restando ancora “sotto traccia”).
Una feature che possiamo usare in tal senso è “Classifiche Siti Web” che mostra i primi 100 siti web che ottengono più traffico stimato da Google in tantissimi settori, coprendo praticamente tutte le nicchie e tutti i siti che hanno un alto trust per il motore di ricerca.
I parametri che possono aiutare ad analizzare la concorrenza a colpo d’occhio sono la Zoom Authority e soprattutto la più recente Topical Zoom Authority: la ZA è una metrica ormai apprezzata e riconosciuta nell’ambito della SEO e del digital marketing, rapidamente impostasi come valido indicatore per chi deve valutare la qualità di un sito web, mentre la TZA è stata introdotta proprio per consentire una più efficiente categorizzazione competitiva dei siti che operano in piccole nicchie di mercato.
In sintesi, il valore numero della Zoom Authority consente di capire subito lo stato di salute di un sito web e il suo rendimento nelle ricerche su Google, rappresentando una classificazione del dominio nell’intero panorama web e indicando il comportamento e il gradimento di Google nei confronti del sito web in questione. La “rivoluzione” rispetto ad altri sistemi deriva dai parametri usati per definire la ZA, che sono le stesse metriche degli algoritmi di Google, come quantità e qualità di keyword posizionate, stabilità di posizionamento, traffico “reale” e opportunità di crescita, racchiuse nelle tre indicazioni di Trust (che sintetizza la fiducia dimostrata da Google per il sito web in questione), Stabilità (il livello mantenuto dal posizionamento organico del sito) e Opportunità (quanto può crescere il sito web nei mesi successivi).
La Topical Zoom Authority compie un passo ulteriore, perché riesce a classificare ogni sito all’interno di un topic, creando di fatto una nuova graduatoria e permettendo di conoscere il miglior sito per ogni settore online.
Anche Google usa metriche per classificare i domini
La conferma del valore strategico di una metrica come la Zoom Authority arriva (ancora una volta) dalle parole di John Mueller, che ancora nel 2018 ha confermato qualcosa che in molti già ipotizzavano, ovvero che anche Google utilizza dei sistemi interni per mappare e tenere traccia dei siti. Nello specifico, Mueller ha chiarito che Google possiede metriche sia a livello di sito che di pagina, che servono anche a “map into similar things”, ovvero creare delle mappe di “cose simili”.
Nell’occasione, il Googler aveva anche aggiunto che gli algoritmi valutano in maniera differente i nuovi contenuti anche sulla base della autorevolezza (o “autorità”) del sito che li pubblica: se si tratta di un sito Web sconosciuto o di un sito Web che Google valuta di qualità inferiore, non sarà posizionato rapidamente o facilmente, mentre al contrario un sito conosciuto di cui Google si fida otterrà risultati veloci e generalmente migliori. Questo sistema non si basa solo sui link, comunque, ma sull’idea generale che Google si fa di un sito: se generalmente propone buoni contenuti, magari letti e apprezzati, è probabile che anche il nuovo contenuto sia di tale livello e quindi premiato con un valore di rank superiore dall’algoritmo.
Competitive analysis, come trovare i competitor organici per un sito a progetto
Come sappiamo, SEOZoom consente il massimo controllo sulla salute del nostro sito quando inseriamo il dominio tra i progetti monitorati e, in tema di analisi della concorrenza, chi ha più slot a disposizione può anche pensare di mettere proficuamente tra i progetti un dominio avversario, da monitorare nella maniera più analitica possibile! Chi si occupa di web marketing sa benissimo infatti che uno degli step fondamentali quando si cercano di migliorare i risultati è l’analisi della concorrenza, che serve per capire le strade che stanno percorrendo i concorrenti in un determinato settore per individuarne i punti di forza e di debolezza e impostare le corrette strategie.
L’analisi competitor con SEOZoom: una guida veloce
Ci sono vari modi con cui SEOZoom ci guida alla ricerca dei competitor diretti all’interno delle SERP, ovvero i siti che per keyword e topic battagliano con il nostro progetto per avere la maggior visibilità su Google.
Non lasciare spazio agli altri siti
Già nella panoramica del Progetto della suite possiamo accedere alla sezione dedicata ai competitor, dove si trovano i risultati dei siti individuati automaticamente come competitor organici oppure aggiunti manualmente, e leggere qui tutte le informazioni utili, come il volume del traffico, numero di keyword posizionate e così via.
Come trovare i competitor organici con SEOZoom e analizzare le prestazioni
Dalla tabella di sinistra, cliccando sul dominio di un concorrente possiamo aggiungere o rimuovere i valori sull’andamento del traffico all’interno del grafico, in modo da poter confrontare i nostri valori con quelli degli altri siti.
La tabella ci consente inoltre vari livelli di interazione, per analizzare in maggior dettaglio il sito concorrente, e ci fa accedere alla visualizzazione del content gap, dove scoprire quali sono i “buchi” di contenuto presenti sul nostro sito, e poi ancora le keyword in comune, le keyword su cui stiamo vincendo o perdendo nel confronto diretto e la “competizione in Top 10” (keyword per cui entrambi i domini sono posizionati in prima pagina su Google).
Tornando alla visualizzazione generale della feature, in “Distribuzione keyword” troviamo un grafico a barre che ci permette di analizzare il posizionamento delle keyword nelle prime cinque pagine di Google: sull’asse delle ascisse sono rappresentate le prime cinque pagine del motore di ricerca, mentre sull’asse delle ordinate abbiamo rappresentato il numero delle keyword dei vari competitor riconosciuti da SEOZoom. Incrociando i dati, possiamo vedere e capire il volume delle keyword posizionate dal nostro sito all’interno delle SERP rispetto a quello dei competitor.
Scorrendo ancora la pagina troviamo la tabella con la Stima principali competitor, molto utile per una rapida analisi della concorrenza perché ci permette di vedere immediatamente qual è la posizione di tutti i sitin in termini di traffico organico e keyword posizionate su Google.
Analisi competitor, le funzioni di SEOZoom per questa attività
Se invece non abbiamo inserito il nostro dominio a progetto (o se non vogliamo confrontare il nostro sito con i diretti competitor noti, ma solo fare una ricerca orientata a studiare un settore, ad esempio), possiamo comunque usare altre funzioni della suite che permettono di ottenere informazioni utili sulla nicchia di mercato.
In particolare, possiamo decidere di partire dall’inserimento di due domini (dominio vs. dominio), da almeno due URL (competizione tra pagine web) o dall’aggiunta di una lista di keyword (competitor lista keyword, con cui analizzare i domini più presenti nella prima pagina di Google per la lista di parole chiave che interessano, mostrando la difficoltà delle keyword e i posizionamenti attuali dei competitor), e ora vediamo in dettaglio alcune delle possibilità.
Analisi della concorrenza: confrontare i domini
Partiamo dallo strumento Dominio vs Dominio, a cui si accede cliccando sulla sezione “Competizione” nel menu laterale della suite: apparirà un popup in cui inseriremo il dominio di riferimento e, nella casella successiva, andremo a indicare il sito con cui confrontarlo.
In pochi secondi, il motore di SEOZoom lancerà un’analisi completa di questi due siti (a cui eventualmente aggiungere altri per un monitoraggio più esteso), con dei grafici che riportano l’andamento globale del traffico organico negli ultimi due anni, la distribuzione delle keyword nelle prime 5 pagine del motore di ricerca e la stima nel rapporto tra keyword e traffico. Come accade alla funzione descritta disponibile all’interno dei progetti, possiamo approfondire l’analisi cliccando su “dettaglio competitor”, da cui accederemo a un confronto più specifico sulle keyword più importanti e che generano maggiore traffico e volume di ricerca.
Questa feature è utile per confrontare i domini presenti già sul mercato, analizzarne le prestazioni e, in chiave di lavoro sul nostro sito, scoprire quali sono le aree dove abbiamo maggiori potenzialità e migliorare il posizionamento sulle keyword potenziali rispetto ai competitor.
La competitive analysis partendo da due URL
Se vogliamo limitare l’analisi non all’intero sito, ma solo a una specifica pagina per noi strategica, possiamo utilizzare il tool “URL vs. URL” di SEOZoom: il popup immediato ci consente di inserire direttamente l’indirizzo all’interno della barra di ricerca, ma possiamo anche partire da una determinata parola chiave cliccando sul simbolo della bacchetta magica.
Dopo aver inserito gli indirizzi da analizzare, il software offre il report di analisi con una serie completa di informazioni sulle pagine e sul loro rendimento organico: traffico stimato, Page Zoom Authority, Zoom Authority complessiva del dominio, keyword totali, keyword posizionate in prima pagina e volume CPC medio, visualizzabili anche nei grafici e nelle tabelle contestuali.
L’area su cui concentrare l’attenzione in termini di competitive analysis si attiva cliccando sul tab “keyword in competizione” e cliccando sulla freccetta a sinistra, che ci permette di vedere e monitorare tutte le parole chiave per le quali le pagine competono, con i principali dati di riferimento.
Ottimizzare la singola keyword con l’analisi competitor
SEOZoom ci offre un grande supporto anche se siamo in fase di ottimizzazione dei contenuti per cercare di conquistare un posizionamento migliore, consentendoci di analizzare varie sfaccettature legate alla definizione del giusto fuoco da dare all’articolo e alla pagina, lavorando anche sulla keyword obiettivo che abbiamo impostato.
Questo lavoro impone anche un cambiamento di tipo “filosofico” per ridefinire il search intent, un nuovo sforzo mentale per comprendere in anticipo come si stanno muovendo le pagine di risultati del motore di ricerca per provare a intercettare le risposte che la gente (e di conseguenza Google) si aspetta di avere quando lancia una query, intervenendo quindi sul contenuto offerto dal nostro sito. La analisi del search intent resta un’attività fondamentale per mettere a punto la propria strategia, ma non meno utile diventa ragionare su come essere maggiormente competitivi sulla keyword obiettivo, a cui ovviamente fanno seguito tutte le varianti.
L’analisi competitor con SEOZoom per lavorare sulla singola parola chiave
Un primo tool da approfondire si trova tra le funzioni di “analizza keyword“, nel tab “analisi competitor”: inserendo una qualsiasi parola chiave, SEOZoom mostra i risultati della prima pagina di Google completi di informazioni dettagliate su come sono strutturati i contenuti e gli snippet usati dagli avversari meglio posizionati, con tantissimi spunti che ci aiutano a capire quali sono gli aspetti fondamentali per intercettare il gradimento di utenti e motore di ricerca.
Inoltre, inserendo da qui un URL del nostro sito possiamo lanciare un’analisi competitor più approfondita, eseguendo un confronto diretto con le pagine che Google ha (al momento) premiato come le migliori per l’intento individuato.
I suggerimenti dell’assistente editoriale
Chi usa SEOZoom per la redazione dei contenuti, poi, può contare sul supporto continuo dell’assistente editoriale della suite, che accompagna davvero il copy nel processo di creazione del contenuto, e in particolare traccia una strada “sicura” per ottimizzare il lavoro sulla keyword obiettivo.
Inserendo la parola chiave desiderata, infatti, il sistema genera dei consigli di ottimizzazione SEO basati sulle classiche linee guida e best-practice di Google che servono da orientamento a chi scrive, con indicazioni su lunghezza di titolo e meta description che si affiancano a spunti più prettamente pratici come gestione di heading, immagini e keyword impostate. Inoltre, e qui sta il vantaggio rispetto all’analisi dei competitor, il tool suggerisce anche le intestazioni usate dai competitor presenti in SERP, per capire come si sono mossi gli avversari e agire di conseguenza.
Gli altri strumenti utili per fare un’analisi dei competitor
Continuando a spulciare le funzioni della suite utili all’attività di raccolta dati e informazioni sugli avversari, che poi possono essere elaborate per utilizzarle ai fini delle decisioni strategiche, troviamo altri strumenti che ci aiutano a scoprire e monitorare le keyword dei propri competitor organici.
Ad esempio, “Indaga Settore” serve a verificare quali sono le keyword più interessanti del settore di riferimento partendo dalle mosse del sito web reputato il più forte nella nicchia, ottenendo una keyword Research completa per il settore selezionato tra le migliaia di categorie individuate da SEOZoom.
Con la Time Machine, invece, possiamo approfondire le pagine e le keyword del nostro dominio che hanno perso traffico nel periodo indicato e, in questo modo, scoprire quali sono i siti che hanno ottenuto invece un posizionamento migliore.
Un supporto per mantenere il sito competitivo
In definitiva, la competitive analysis è un’attività strategica perché riconoscere i competitor organici può aiutare a pianificare meglio le iniziative di marketing, identificare le proprie lacune, rimanere in linea con le ultime tendenze del mercato e decifrare la propria posizione nel mercato.
In tal senso, SEOZoom si conferma un alleato affidabile per mettere a punto le strategie online per siti di ogni tipo: solo per fare qualche esempio, un eCommerce troverà utili le informazioni sulla competizione anche per individuare aree del sito da migliorare o addirittura nuovi prodotti da aggiungere al proprio catalogo che stanno “facendo le fortune” degli avversari, mentre invece i siti editoriali possono potenziare i propri contenuti studiando i competitor e intercettando le loro strategie.
Per quanto riguarda il lato content, inoltre, l’analisi dei competitor semplifica innanzitutto la keyword research e permette di eseguire studi accurati anche di tipo semantico sui contenuti dei nostri competitor principali per acquisire informazioni ed essere più competitivi.
Le azioni sopra descritte rientrano a pieno nella teoria economica della gap analysis, ovvero l’analisi del gap che esiste tra il proprio progetto e quello del competitor: gli strumenti di SEOZoom consentono appunto di quantificare l’eventuale distanza da colmare per migliorare e rendere più competitivo il sito, evidenziando le aree, le parole chiave e gli articoli in cui non si raggiungono le stesse performance.
Come insegna la filosofia orientale, è proprio dalle mancanze che si può ripartire, studiando le azioni da mettere in atto per riconquistare terreno e magari superare chi ci sta avanti.