Un anno “strano”, o weird per usare l’aggettivo scelto da Lizzy Harvey e Gary Illyes nel post sul nuovo blog di Google Search Central: è il tempo dei bilanci e anche questo 2020 così particolare non sfugge alla tradizione! Ecco quindi cosa emerge dall’analisi sulle tendenze degli ultimi mesi, con un focus specifico sulle parole chiave più ricercate su Google dagli italiani.
Un bilancio sul 2020
Abbiamo trovato nuovi modi per lavorare e collaborare, per imparare e divertirci e anche per stare al sicuro, scrivono i due Googler prima di andare ad approfondire le principali novità dell’ecosistema Google.
Il cambiamento maggiore è quello del lavoro da casa, che accomuna tantissime realtà digitali (e anche noi): per quel che riguarda Google, si sottolinea come l’azienda abbia trovato modi per garantire la produttività, e in particolare il team di Search Console non sembra aver rallentato rispetto ai ritmi standard.
Le ultime novità sul fronte tecnico
Il team ha infatti lanciato nuovi rapporti, funzionalità e aggiornamenti, che hanno generato reazioni estremamente positive su Twitter. Tra i principali, l’articolo ricorda:
- Strumento per le rimozioni
- Aggiornamenti delle API di Search Console
- Rapporto sulle statistiche di crawling
- Esportazione dei dati
Gary e Lizzy riassumono anche l’annuncio del Google Page Experience update basato su nuove metriche di velocità e UX, tra cui i Core Web Vitals (Segnali Web Essenziali), “che pensiamo dovresti prendere in considerazione per il tuo sito web, anche perché diventeranno un fattore di ranking” dal prossimo maggio 2021.
Sempre sul fronte tecnico, il team di Googlebot ha rivolto la propria attenzione a velocità e gestione delle risorse: un esempio è l’avvio – a metà novembre – della scansione dei siti su HTTP2, “che è la prossima generazione del protocollo di trasferimento che alimenta il Web”, un passaggio che “consentirà di risparmiare una notevole quantità di risorse sia per i siti che per Googlebot”.
Non meno importante – in termini di semplificazione – è la scelta di trasferire il blog e di rinominare tutti i principali canali informativi del gruppo con la denominazione Google Search Central: come spiega il post, “volevamo avere tutte le informazioni relative alla ricerca di Google in un unico posto da un po’ di tempo, ma non avevamo avuto il coraggio di realizzarlo effettivamente”, anche perché “le migrazioni del sito sono difficili, o almeno così abbiamo sentito”. E “non siamo rimasti delusi (è stato davvero difficile), ma nel processo abbiamo fatto nuove amicizie che si sono dimostrate molto disponibili”, ironizzano in riferimento alla nuova mascotte che accompagna ora Googlebot.
Lavorare e imparare da casa
Ma il 2020 è stato soprattutto un anno “a distanza” e anche i Googler hanno fatto i conti con la nuova quotidianità imposta dalla pandemia, e se di solito trascorrevano “la maggior parte del nostro tempo in viaggio, passando da una conferenza all’altra e aiutando le persone con i loro siti web, quest’anno è stato un po’ diverso, per non dire altro”.
Per restare in contatto con la community, Google ha puntato molto su contenuti video e audio e l’articolo cita alcuni degli esempi, come la serie podcast Search Off the Record che, tra il serio e faceto, racconta alcuni “segreti” del sistema di Ricerca su Google.
Molto attivo il canale YouTube, anche se i video “sono molto più complicati da registrare da casa”, perché “stare davanti alla telecamera in uno studio, con tutto l’aiuto dello staff, è un’esperienza completamente diversa” e gestire aspetti come “impostare le luci, la fotocamera, il sistema di registrazione, i bitrate e il controllo del livello di rumore dei vicini può essere inaspettatamente impegnativo”. Nonostante questo, proseguono sempre con ironia, “abbiamo pubblicato una serie di video: Daniel ha parlato tantissimo di Search Console, John è diventato un telegiornalista e una persona che resta a casa con cui fare hangout online” e Aurora Morales si è triplicata nella nuova serie dedicata alla monetizzazione dei siti.
Inoltre, anche le conferenze per i webmaster si sono spostate su un mezzo online e “abbiamo lanciato la prima Virtual Unconference, un evento che non è una conferenza, ma in qualche modo lo è ancora”, che sarà replicato in maggiori occasioni “sfruttando tutte le conoscenze raccolte durante il primo evento”.
Il continuo supporto a chi lavora e cerca online
L’ultimo focus è dedicato al supporto continuo che Google ha garantito a tutti coloro che hanno usato il motore di ricerca per le proprie necessità: “Sin dall’inizio del nostro passaggio al lavoro da remoto, abbiamo riflettuto su come possiamo aiutare meglio gli altri a trovare informazioni online, mantenere a galla le loro attività e anche supportare coloro che hanno bisogno di ottenere informazioni critiche di fronte alle persone”.
E quindi, ricordano, “abbiamo lanciato risultati di ricerca con lo Schema markup SpecialAnnouncement, che aiuta le organizzazioni sanitarie a fornire le giuste informazioni agli utenti, abbiamo pubblicato una guida su come mettere in pausa un’attività online e come comunicare agli utenti i cambiamenti negli eventi”.
Prepararsi per il 2021
In definitiva, dicono Lizzy e Gary, “questo è stato un anno diverso da qualsiasi altro prima, ma abbiamo imparato molto su come possiamo lavorare insieme in nuovi modi per far funzionare le cose”.
Ora “sappiamo che alcune cose possono essere apprese online senza problemi, che possiamo registrare da remoto per aiutare i proprietari di siti con nuove informazioni e che possiamo lanciare nuove funzionalità”, ma “ci mancano le interazioni umane e speriamo di vederci di persona nel 2021”.
I trend di ricerca su Google Italia
Il messaggio finale dei due Googler sintetizza un po’ il 2020, che nella sua complessità emerge dall’analisi dei trend sulle principali query richieste dagli utenti al motore di ricerca – pubblicato dal blog italiano della compagnia.
Secondo lo studio, “il 2020 è stato l’anno dei cosa significa…?, dei perché…?, dei come fare…?”, e in assoluto la prima ricerca di tendenza in Italia è stata Coronavirus, come nel mondo. Più nello specifico, però, le persone hanno “posto al motore di ricerca domande come perché si chiama covid-19? e cosa significa pandemia?, come fare il pane in casa, e poi abbiamo cercato luoghi vicino a noi così da spostarci il meno possibile: il panificio, il benzinaio, il fioraio vicino a me“.
Proprio le ricerche “vicino a me” sono state quelle che hanno avuto il maggior incremento, praticamente raddoppiando di volume rispetto ai dati storici.
Le keyword più cercate su Google nel 2020
Il team di Google Italia ha anche rivelato quali sono state le 10 keyword in assoluto più cercate sul motore di ricerca nel 2020:
- Coronavirus
- Elezioni Usa
- Classroom
- Weschool
- Nuovo Dpcm
- Diego Armando Maradona
- Kobe Bryant
- Meet
- Contagi
- Protezione civile
Le ricerche degli italiani, quindi, hanno riguardato inevitabilmente la pandemia di Covid-19 con le parole coronavirus, contagi, Protezione civile, nuovo dpcm, ma anche con gli strumenti per lavorare, studiare o comunicare a distanza (classroom, weschool e meet). Non mancano poi argomenti di respiro diverso, come la politica nazionale o internazionale, o lo sport – dove però i picchi di ricerca si sono avuti soprattutto per notizie di attualità, come la scomparsa di due campioni iconici come Diego Armando Maradona e Kobe Bryant.
Molto interessanti sono le nuove tendenze su keyword informational: per il “come fare” le prime 5 richieste sono state Pane in casa; Mascherine antivirus; Lievito di birra; Pizza; Amuchina” (e quindi, ancora effetti della pandemia, tra preoccupazioni per la preparazione di alimenti in casa e i tentativi di replicare i nuovi prodotti di uso quotidiano per la sicurezza).
Nella categoria Fai-da-te (per la persona) ritroviamo ancora l’Amuchina, seguita da keyword legate all’estetica (Maschera capelli; Scrub; Tinta capelli e Ceretta). Per il Fai-da-te (a casa) invece ritornano ricette di cucina e dispositivi artigianali come Pollaio, Barbecue, Zanzariere, Incubatrice e Compostiera.
Tra i Perché dell’anno, Google ha risposto di frequente a “Perché votare si al referendum”, “Perché si chiama coronavirus”, “Perché le scope stanno in piedi”, “Perché votare no al referendum” e “Perché l’Australia brucia”, ma anche “Perché in Germania pochi morti” e “Perché si muore di coronavirus”.
Interessante anche l’analisi dei trend sui prodotti da coltivare: stravincono i Pomodori, che superano Fragole, patate, zucchine e melanzane almeno sul motore di ricerca (ma non sappiamo se lo stesso valga nelle effettive scelte negli orti degli italiani).
I dati di SEOZoom
Se queste sono le tendenze generali raccolte da Google, con il nostro algoritmo Impatto Covid-19 (poi chiamato Previsione Trend) abbiamo misurato un po’ le variazioni per capire appunto qual è stato il vero impatto numerico delle nuove ricerche sui volumi tradizionali.
Così, scopriamo che effettivamente i pomodori sono stati tra i protagonisti delle ricerche italiane – con picchi a maggio e luglio, quando il volume medio mensile ha raggiunto il valore stimato di 22.200 contro una media stagionale classica di 9.900, anche se il trend è poi calato con l’ammorbidirsi dei divieti e con l’arrivo della stagione fredda, nemica delle coltivazioni – così come le melanzane (addirittura 60.500 ricerche stimate a luglio) e le fragole (74mila ricerche a maggio!).
Amuchina è stata senza dubbio una delle keyword del 2020 in Italia: la media storica di ricerca si attestava intorno al dato di 6.600, ma già a febbraio il nostro algoritmo rivelava che l’interesse era più che centuplicato (673mila ricerche medie mensili) e attualmente continua a essere 10 volte superiore rispetto al passato. Così pure mascherina, diventata forse il capo di abbigliamento più usato in Italia e nel mondo: da un volume di ricerca storico molto basso, pari a circa 1.300 visite mensili, la keyword è salita fino a 74mila ricerche a maggio e ora sfiora comunque le 10mila.
Simile il boom per pane e pizza (soprattutto per le ricette che spiegavano i procedimenti per la preparazione in casa), già citati come grandi trend nel nostro primo studio sugli effetti del Coronavirus sulle ricerche organiche: da una media rispettivamente di 22.200 e 90.500 ricerche mensili, queste due keyword sono passate a volumi ben più sostanziosi. Il pane ha avuto il suo picco in 110mila ricerche ad aprile e maggio (pieno lockdown), mentre la pizza a marzo è volata a 246mila ricerche, mantenendosi sopra media anche nei mesi successivi (nonostante l’allentamento successivo dei divieti).