Dalla fine del 2022 l’intelligenza artificiale è passata dall’essere qualcosa di estremamente futuristico a una realtà presente e quotidiana, anche per chi ha poca conoscenza del mondo digitale. In pochi mesi abbiamo visto questa tecnologia trasformare (o “minacciare” di trasformare) la produzione, il servizio clienti e i settori finanziari, e le sue applicazioni non hanno “risparmiato” neppure il digital marketing e la SEO. In particolare, la generazione di contenuti tramite intelligenza artificiale è il tema del momento e i generatori di contenuti AI mirano a rendere il content marketing più efficiente ed economico: ovviamente “non è tutto oro ciò che luccica”, ma vedremo come sia possibile integrare le nuove tecnologie all’esperienza e alle competenze dell’autore e riuscire a utilizzare l’AI per scrivere testi performanti in modo più efficace e rapido.
Intelligenza Artificiale per scrivere testi: tutto ciò che serve sapere
Non più confinati agli ambiti della fantascienza, gli strumenti AI sono ormai parte integrante della cassetta degli attrezzi di chi lavora in ambito digitale, specialmente nel campo della scrittura. Questi strumenti stanno infatti ridefinendo le pratiche di content creation, offrendo possibilità inedite per creatori di contenuti e professionisti SEO.
Tra le applicazioni più innovative dell’Intelligenza Artificiale – e che hanno fatto più “presa” anche nell’immaginario collettivo globale – troviamo appunto la scrittura automatica di testi, che promette di velocizzare il lavoro dei copywriter e di chi ha necessità di usare contenuti per varie finalità. Grazie all’uso di algoritmi sofisticati e di sistemi di machine learning, in particolare sui modelli di linguaggio addestrati su vasti dataset di testi esistenti, oggi l’intelligenza artificiale riesce a generare testo in modo autonomo, senza l’intervento diretto umano durante il processo di scrittura: il copywriter (ma in realtà qualsiasi persona, letteralmente) deve solo fornire un input iniziale, che può essere una parola chiave, una frase o anche un prompt più complesso. Ciò innesca il processo che lancia l’AI a iniziare la generazione del testo, costruendo una risposta parola per parola o frase per frase, basandosi sulle probabilità apprese durante l’addestramento e sul meccanismo delle reti neurali trasformative, che sono particolarmente efficaci nell’elaborare sequenze di dati, come il testo, per generare output coerenti e spesso sorprendentemente umani.
Scrivere con l’intelligenza artificiale non significa però abdicare al ruolo di copywriter: l’AI può essere uno strumento prezioso per velocizzare il lavoro, generare nuove idee e migliorare i contenuti, ma la creatività e l’esperienza umana rimangono insostituibili – e dopo approfondiremo questo aspetto unico. Anche perché è importante ricordare che questa tecnologia è ancora in evoluzione e, per sfruttarne al meglio il potenziale, è fondamentale conoscere i suoi limiti e utilizzarla con consapevolezza.
Quali sono i principali software di AI Copywriting
La rivoluzione è iniziata – per meglio dire, ha iniziato a farsi notare – il 30 novembre del 2022, quando è stato presentato al pubblico ChatGPT-3.5, una versione avanzata del modello di linguaggio di OpenAI, che ha segnato un punto di svolta significativo nei discorsi sull’intelligenza artificiale: questo chatbot ha infatti immediatamente catalizzato l’attenzione di esperti e appassionati di tecnologia a livello globale, grazie a caratteristiche innovative e vincenti. In particolare, ad affascinare sono state la sua capacità di generare testi ancora più coerenti, di diversa lunghezza e stile, contestualmente pertinenti rispetto ai suoi predecessori, ma anche la possibilità di comprendere e rispondere a prompt complessi, che ha a sua volta permesso la creazione di chatbot più sofisticati, assistenti virtuali personalizzati e sistemi di supporto al cliente che possono gestire richieste con una sfumatura quasi umana.
Il nome ChatGPT è un acronimo che combina la parola “Chat”, che indica una conversazione o un’interazione dialogica, con “GPT“, che sta per “Generative Pretrained Transformer”. Insieme, il termine ChatGPT si riferisce a un modello di intelligenza artificiale progettato per generare testo in modo conversazionale attraverso un “pre-addestramente” su un vasto dataset di testo, e quindi uno strumento che apprende da una vasta gamma di fonti per produrre testi che sembrano scritti da un essere umano, simulando appunto il linguaggio naturale con una potenza dirompente, che ha aperto nuove frontiere nella co-creazione uomo-macchina.
Sin da subito ChatGPT viene utilizzato per una varietà di scopi nel settore creativo, dalla scrittura di articoli di blog e post sui social media alla generazione di email e persino di poesie o di codice informatico, fornendo ai creatori di contenuti in generale uno strumento per superare il blocco dello scrittore o per esplorare nuove vie espressive, grazie alla possibilità di generare idee, bozze e persino opere complete.
Nel panorama degli strumenti AI per la scrittura, ChatGPT spicca di sicuro per la sua capacità di comprendere e generare linguaggio naturale, ma è accompagnato da altri tool che si sono fatti notare e apprezzare, come Jasper, Copy.ai e Writesonic, tutti dotati di interfacce intuitive e di una vasta gamma di funzionalità.
Precedentemente noto come Jarvis (nome dell’AI di Tony Stark/Iron Man nel mondo Marvel), Jasper è una piattaforma AI commerciale che aiuta nella creazione di contenuti, fornendo assistenza nella scrittura di testi per blog, post sui social media, email di marketing e altro ancora. Simile nell’impostazione è Copy.ai, un’altra “suite” completa progettata per aiutare gli utenti a generare idee e a scrivere copy più efficaci in modo rapido, con una vasta gamma di template specifici per diversi tipi di contenuti.
Ma il vero game-changer potrebbe essere Gemini, il modello di AI di Google in origine noto come Google Bard, che è stato pubblicato in fase beta nel marzo 2023 e poi definitivamente rilasciato nel febbraio 2024. Gemini si distingue per la sua capacità di comprendere il linguaggio naturale e di generare testi non solo fluidi e grammaticalmente corretti, ma anche pertinenti al contesto; inoltre, secondo le “premesse” è capace di creare testi, generare immagini, lavorare a codice di programmazione, migliorare e velocizzare la produttività e l’efficienza dei compiti quotidiani, analizzare e interpretare contenuti multimediali di vario tipo (pdf, video, audio, immagini).
Sempre restando nel campo dei big dell’hi-tech, anche Microsoft ha sviluppato un suo sistema di Intelligenza Artificiale, che si chiama Copilot ed è integrato direttamente nelle applicazioni della compagnia, come Microsoft Bing e Microsoft Edge. Se però Gemini si discosta anche nell’interfaccia da ChatGPT (e ha il vantaggio evidente di essere più aggiornato, con risposte pertinenti anche per temi piuttosto recenti), Copilot attinge molto al modello di OpenAI, che ne rappresenta la base (poi perfezionata utilizzando tecniche di apprendimento supervisionate e di rinforzo).
Che cos’è l’Intelligenza Artificiale Generativa e quali sono le sue applicazioni
Come dice Ralph Waldo Emerson, “la conoscenza è l’antidoto della paura”, e quindi facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire a cosa ci riferiamo con AI e che cos’è l’Intelligenza Artificiale Generativa.
L’intelligenza artificiale (in originale inglese artificial intelligence, spesso reso nell’acronimo AI che usiamo anche noi, preferendolo all’italiano IA) è una branca dell’informatica che si occupa di creare sistemi in grado di svolgere compiti che normalmente richiederebbero l’intelligenza umana. Grazie ad algoritmi, software e sistemi avanzati, questa tecnologia può imitare funzioni cognitive umane, come l’apprendimento, la comprensione del linguaggio naturale, il ragionamento, l’adattamento e la risoluzione di problemi complessi.
L’Intelligenza Artificiale è diventata rapidamente una delle tecnologie più discusse e studiate degli ultimi anni – non è “nata” nel 2022 o oggi, ma se ne parla da tantissimo tempo, come si vede anche in questa immagine. Con l’aumento delle capacità di calcolo e la disponibilità di grandi quantità di dati, gli algoritmi di AI stanno diventando sempre più sofisticati e in grado di risolvere problemi complessi in modo autonomo.
Poi c’è l’intelligenza artificiale generativa, che è un sottoinsieme dell’AI che utilizza tecniche come le reti neurali per realizzare output che sembrano realistici e plausibili agli osservatori umani: a partire dai dati forniti o appresi, è capace appunto di generare qualcosa che non esisteva in precedenza. Per essere più precisi, grazie al machine learning può elaborare un’enorme quantità di dati visivi o testuali, in gran parte raccolti da Internet, e determinare quali sono le cose che hanno più probabilità di apparire vicino ad altre: in questo modo risponde alle istruzioni (prompt) ricevute, fornendo un output che rientra nell’ambito della probabilità determinata dal corpus di cui è composto – parole e frasi nel caso di chatbot come ChatGPT, o elementi visivi per DALL-E o Midjourney.
Ed è proprio questa seconda tecnologia quella sotto gli occhi (quasi in senso letterale) di tutti noi, in particolare da quando appunto OpenAI ha rilasciato ChatGPT, un modello di linguaggio basato su AI generativa che utilizza processi automatizzati per produrre, manipolare e sintetizzare dati in forma testuale. La grande novità di ChatGPT sta nel fatto che è riuscito sin da subito a produrre testi coerenti imitando linguaggio umano, rilevandosi estremamente utile per le applicazioni nel campo della comunicazione e del content marketing.
In questi mesi l’AI ha guadagnato terreno nelle conversazioni digitali (e non solo, come mostra il trend di ricerca) ma soprattutto in numerosi settori professionali, imponendosi come strumento per aumentare efficienza, innovazione e personalizzazione dei servizi attraverso la creazione contenuti realistici in vari ambiti, con implicazioni innovative ma anche incertezze etiche.
Imparare a conoscere e usare l’Intelligenza Artificiale generativa
Concentriamoci nello specifico sull’intelligenza artificiale generativa, che può avere molteplici applicazioni e implicazioni, sia in termini di innovazione che di sfide etiche, come la diffusione di deepfakes o la creazione di contenuti falsi o ingannevoli – o, ancor più banalmente, di testi di bassissima qualità con cui popolare i siti, contro cui si è già espresso anche Google.
Sgombriamo subito il campo da dubbi: ci sono effettivamente vari aspetti critici legati alla natura stessa dei sistemi basati su Intelligenza Artificiale, che includono ad esempio invasività della privacy, potenziale aumento della disoccupazione sul medio-lungo periodo e un utilizzo discutibile sul fronte etico della gestione dei dati; inoltre, e in senso più ampio, i sistemi basati su AI possono influenzare la società in modi significativi, palesando problematiche quali discriminazione, centralizzazione di potere e potenziale per il controllo sociale.
Queste questioni e questi timori chiamano in causa delle risoluzioni a livello molto più alto – e in effetti sono al lavoro vari comitati politici e gruppi specializzate per trovare soluzioni adeguate (o quanto meno risposte rassicuranti) ai problemi – ma noi cerchiamo di concentrarci sugli aspetti più pratici e “banali” dell’AI.
Di base, gli algoritmi di AI generativa, come ChatGPT-4 di OpenAI, possono produrre testi coerenti e ben strutturati su un’ampia gamma di argomenti, imitando lo stile e il linguaggio umano. Per questo motivo sono diventati una soluzione frequentemente utilizzata nel contesto del marketing digitale, ad esempio per creare siti completamente automatizzati, scrivere testi in pochi secondi, impostare chatbot o risposte automatiche alle email e altri strumenti di comunicazione.
Il punto di forza del sistema sta appunto nella velocità, nella convenienza e nell’efficienza (almeno “percepita”): ChatGPT offre risposte in pochissimo tempo, non ha esigenze, aiuta a organizzare il pensiero o a creare da zero contenuti nuovi, e in più fa registrare punteggi elevati nelle simulazioni sul quoziente intellettivo. Ad esempio, Eka Roivainen ha somministrato un test di intelligenza parziale a ChatGPT, stimandone il Quoziente Intellettivo Verbale con un valore di 155, mentre David Rozado ha utilizzato un Verbal-Linguistic IQ Test che ha restituito un valore di 152: in entrambi i casi, si tratta di un valore superiore rispetto al 99,9% delle persone che eseguono i test. Vale comunque la pena specificare che, come intelligenza artificiale, ChatGPT non ha un quoziente intellettivo nel senso umano del termine perché non ha coscienza, emozioni o comprensione autonoma, e quindi questi studi sono appunto simulazioni e approssimazioni, che pure però raccontano qualcosa su questa tecnologia.
In termini concreti, uno studio del Gruppo Nielsen Norman rivela che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa (come ChatGPT) in applicazioni business migliora le prestazioni degli utenti del 66%, in media su 3 casi di studio; a trarre i vantaggi maggiori sono i compiti più complessi e i lavoratori meno qualificati, con l’ambito della programmazione che potrebbe beneficiare di un incremento del 126% di progetti di codificazione a settimana rispetto a quelli eseguiti dal solo personale umano.
I limiti dell’AI: non solo allucinazioni
Come insegnano le fiabe, non è tutto oro ciò che luccica e, allo stato attuale, non è possibile fare affidamento totale su ChatGPT o sull’AI senza un controllo umano quanto meno in fase di revisione (o, almeno, non è possibile se ambiamo a un successo durevole e se abbiamo in mente un progetto basato sulla qualità), e ciò dipende dalla natura stessa di questa tecnologia.
Come dicevamo, ChatGPT e affini sono modelli di linguaggio basati su intelligenza artificiale capaci di generare testo in base a ciò che gli viene dato in input: sono cioè strumenti “neutri“, che non hanno una vera comprensione del significato o della veridicità del testo che producono, ma cercano (con sempre crescente successo) di imitare lo stile e il contenuto di ciò che hanno appreso da una vasta quantità di dati provenienti da Internet.
Ne consegue che a volte ChatGPT può avere “allucinazioni” e inventare informazioni false o inesistenti, soprattutto quando chiediamo di scrivere su argomenti specifici o complessi, come il diritto o la salute (motivo per cui ci sono tantissimi disclaimer e blocchi in materia).
In generale, possiamo evidenziare almeno 10 grandi limiti dell’Intelligenza Artificiale Generativa che, come dicevamo, ci dovrebbero spingere a un utilizzo più ragionato dello strumento.
- È sicuramente il caso più frequente (e complicato da scovare): l’AI può generare informazioni che, sebbene possano sembrare plausibili a prima vista, non hanno corrispondenza con la realtà. Il fenomeno noto come “allucinazione” può essere particolarmente problematico in contesti dove l’accuratezza dei dati è cruciale, come nel giornalismo o nell’analisi finanziaria, e solo un controllo appropriato del testo (un vero e proprio fact-checking) può far emergere i passaggi sbagliati.
- Informazioni non aggiornate.L’utilizzo di set di dati non aggiornati può portare l’AI a fornire raccomandazioni o analisi che non riflettono più la situazione attuale, e questo può avere conseguenze negative in settori dinamici come il marketing o la sicurezza informatica.
- L’AI può produrre contenuti che mancano di coerenza e coesione, risultando frammentati e ripetitivi.
- L’AI può avere difficoltà nel cogliere tutte le sfumature e il contesto specifico di una situazione, specialmente in scenari complessi o ambigui.
- Tonalità.Trovare la tonalità giusta è essenziale per comunicare efficacemente, ma l’AI può avere difficoltà a catturare lo stile o il tono desiderato dall’utente.
- Originalità.Se l’AI può sicuramente generare contenuti su larga scala, trova maggiori difficoltà nel produrre idee veramente nuove e uniche (e infatti non è difficilissimo individuare testi completamente generati da Intelligenza Artificiale).
- L’AI può introdurre pregiudizi nei suoi output se i dati di addestramento contengono bias, provocando la reiterazione di discriminazioni o decisioni ingiuste.
- Sensibilità.L’AI può generare contenuti offensivi o inappropriati se non è adeguatamente supervisionata o se i dati di addestramento contengono esempi problematici.
- Verificabilità.La convalida delle informazioni generate dall’AI può essere meno agevole, soprattutto quando si tratta di dati complessi o di nicchia.
- Un’eccessiva dipendenza dall’AI può portare a trascurare l’intervento umano critico e il giudizio professionale.
Alcuni di questi limiti sono superabili e saranno superati dal continuo lavoro sullo strumento – ad esempio, ampliando e perfezionando l’addestramento, anche con pratiche etiche e diversificate per ridurre i bias nei modelli di AI – ma di fondo c’è una lezione da tenere a mente che “investe” ognuno di noi che utilizza l’AI: la qualità della risposta dipende dall’intelligenza della domanda.
Spesso, infatti, l’errore sta nel prompt, e un’interpretazione errata di tali istruzioni iniziali può portare l’AI a generare output non pertinenti o fuorvianti.
Né apocalittici né integrati: aggiungere l’AI agli strumenti del SEO copywriter
Esattamente sessanta anni fa, nel 1964, Umberto Eco pubblicava “Apocalittici e integrati” in cui analizzava la cultura di massa e i suoi effetti sulla società. Nella sua opera, Eco divide gli intellettuali in due categorie: gli “apocalittici“, che vedono la cultura di massa come la decadenza del gusto e un pericolo per l’alta cultura, e gli “integrati“, che accettano e trovano valore nella cultura popolare, considerandola un fenomeno inevitabile e persino positivo.
Oggi oscilliamo ancora tra l’essere apocalittici o integrati nei confronti dell’AI, e non solo per le iniziali in comune. Analogamente agli “apocalittici” di Eco, ci sono coloro che vedono l’AI con sospetto e timore, preoccupati che possa portare alla perdita di posti di lavoro, all’erosione della privacy o addirittura al controllo autonomo delle macchine. Questi critici mettono in guardia contro i rischi etici e sociali che l’AI potrebbe comportare, temendo che possa superare il controllo umano e avere conseguenze negative impreviste. D’altra parte, gli “integrati” nell’ambito dell’AI abbracciano le nuove tecnologie, riconoscendo il loro potenziale per migliorare la vita quotidiana, ottimizzare i processi lavorativi e risolvere problemi complessi. Essi vedono l’AI come uno strumento che, se utilizzato responsabilmente, può portare a progressi significativi in campi come la medicina, l’istruzione e il trasporto.
In breve, ci sono due poli che vedono l’AI come una soluzione miracolosa o come un’innovazione potenzialmente pericolosa, ma c’è un malinteso di fondo in entrambi i casi: l’Intelligenza Artificiale è una tecnologia avanzata, uno strumento che supporta l’essere umano se ben utilizzato, non una soluzione a tutti i problemi.
Ciò significa che serve trovare un equilibrio tra le preoccupazioni legittime e l’accettazione del cambiamento, lavorando per mitigare i rischi mentre si sfruttano le opportunità offerte da queste evoluzioni culturali e tecnologiche.
Come usare l’Intelligenza Artificiale per scrivere testi: un approccio equilibrato
Insomma: volenti o nolenti, l’Intelligenza artificiale è non solo il futuro, ma il presente di tantissimi settori, soprattutto quelli digitali come la SEO, ed è quindi una realtà di fatto con cui dobbiamo confrontarci, possibilmente senza paura né eccessivi entusiasmi.
Tornando al nostro ambito di discussione, in particolare, l’intelligenza artificiale non deve far paura ai SEO copywriter, a patto di adottare un approccio responsabile ed equilibrato per guidarla e sfruttarla per semplificare il lavoro di scrittura e realizzare più efficacemente e rapidamente contenuti adatti al web di oggi.
È cioè fondamentale un approccio critico: non possiamo affidarci ciecamente alla AI per sostituire il nostro lavoro, ma non possiamo neppure ignorare queste tecnologie o derubricarle a fenomeno marginale.
Il punto di partenza è comprendere la natura e le finalità dello strumento, come abbiamo fatto, e imparare a utilizzarlo consapevolmente per le nostre esigenze relative alla SEO e alla scrittura strategica per il web, due campi fondamentali nella comunicazione digitale odierna.
In concreto, infatti, l’AI può effettivamente semplificare il lavoro quotidiano dei copywriter e risolvere problemi comuni e frequenti che si verificano nel processo di ideazione e di scrittura, a patto di maneggiare con cura funzionalità di generazione testi dell’intelligenza artificiale (e magari aiutarci anche con SEOZoom, che ci affianca durante tutto il percorso di creazione e sviluppo editoriale fornendo i fondamentali dati per aumentare le possibilità di successo).
AI e SEO copywriting: trovare la strada giusta
Negli ultimi anni il ruolo del SEO copywriter si è evoluto progressivamente e l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel processo di creazione dei contenuti è l’ultima sfida in ordine temporale, che richiede di fare uno scatto (anche mentale) nell’esplorazione e nell’adattamento continuo a questa tecnologia, ma soprattutto nell’apprendere come usare i nuovi strumenti in modo appropriato.
È quindi innanzitutto fondamentale trovare il giusto equilibrio tra le competenze tradizionali di SEO copywriting e le potenzialità offerte dall’AI, che tradotto in pratica significa comprendere come e per quali compiti utilizzare l’AI per aumentare l’efficienza e la qualità dei nostri contenuti online, senza però sostituire il tocco umano che caratterizza la scrittura persuasiva e coinvolgente.
Il SEO copywriting moderno richiede un mix di analisi dettagliate, competenze di SEO on-page, capacità di fare keyword research e, naturalmente, creatività: per centrare gli obiettivi, dobbiamo comprendere le necessità degli utenti e sapere come rispondere in modo pertinente e utile, anticipando ciò che Google ha appreso dalle innumerevoli query giornaliere.
Per scrivere strategicamente oggi, dobbiamo porci domande chiave quali “Per chi sto scrivendo questo contenuto?”; “Come e perché sarà utile?”; “Come cercherei queste informazioni se fossi un utente di Google?”. Inoltre, è essenziale che Google riconosca la nostra capacità di rispondere a una domanda specifica dell’utente e che il nostro testo includa le parole chiave necessarie per rimanere focalizzati sull’argomento, evitando di deviare in direzioni che potrebbero danneggiare la visibilità nei risultati di ricerca. Dobbiamo anche analizzare i contenuti dei competitor, comprendere perché Google ha premiato le loro pagine e identificare il timing ottimale per la pubblicazione dei nostri contenuti, lavorando con un anticipo adeguato sui temi stagionali o di tendenza.
L’uso di strumenti come l’Assistente Editoriale di SEOZoom può aiutarci a superare le sfide comuni nella scrittura, consentendoci di sfruttare la tecnologia a nostro vantaggio.
Con l’esperienza e le competenze dell’autore, integrando le nuove tecnologie, possiamo realizzare contenuti adatti al web moderno più efficacemente e rapidamente. Nello specifico, possiamo effettuare tutte queste operazioni con precisione e rapidità, ottenendo dati affidabili che ci guidano nella creazione di contenuti competitivi, ottimizzati per un’ampia gamma di parole chiave, con suggerimenti in real time sui tasti da toccare per aumentare le possibilità di posizionarci bene.
In definitiva, un approccio proattivo alla creazione di contenuti con AI richiede un equilibrio tra tecnologia e tocco umano, tra dati e intuizione creativa, garantendo che ogni pezzo di contenuto sia informativo, rilevante e ottimizzato per il successo.
Cosa possiamo fare con l’Intelligenza Artificiale applicata al content marketing
Il content marketing è stato come detto uno dei primi campi in cui siamo passati dal semplice “giocare con l’intelligenza artificiale” all’utilizzare l’AI nel lavoro quotidiano, e in effetti le applicazioni di intelligenza artificiale al content marketing apre un mondo di possibilità per i professionisti del settore, permettendo loro di ottimizzare il processo di creazione dei contenuti e di focalizzarsi su aspetti più strategici e creativi.
A livello generale, l’AI può essere utilizzata in diverse fasi del processo di content marketing e ChatGPT può anche facilitare la SEO:
- Generazione di idee per contenuti. L’AI può analizzare dati di tendenza, feedback dei consumatori e discussioni sui social media per identificare argomenti di interesse per il pubblico target, aiutando i content marketer a generare idee di contenuto pertinenti e coinvolgenti che rispondano alle esigenze e alle domande degli utenti.
- Creare piani editoriali e schemi di contenuto. Una volta identificato un argomento, l’AI può aiutare realizzare un piano editoriale efficace e a a strutturare lo schema di un contenuto, organizzando titoli, sottotitoli e sezioni chiave, così da avere una base solida su cui costruire l’articolo, con la garanzia che tutti gli aspetti importanti siano coperti.
- Scrivere le prime bozze. Utilizzando modelli di linguaggio avanzati, l’AI può produrre bozze di contenuto che servono come punto di partenza per gli autori. Queste bozze possono includere paragrafi introduttivi, spunti di riflessione e conclusioni, che l’autore può poi espandere e personalizzare aggiungendo il suo “tocco” personale.
- Ricerca rapida dei contenuti. L’AI può velocizzare la ricerca di informazioni, analizzando rapidamente una vasta gamma di fonti per raccogliere dati, statistiche e citazioni che arricchiscono il contenuto e ne aumentano la credibilità.
- Eseguire la ricerca di parole chiave e il clustering. L’AI può effettuare una keyword research approfondita, identificando termini e frasi rilevanti per l’argomento trattato, anche se ovviamente con meno precisione e dati rispetto a quelli degli specifici SEO tools. Può anche raggruppare le parole chiave in cluster tematici, aiutando a creare contenuti che siano ottimizzati per i motori di ricerca e che rispondano a diverse query correlate.
- Semplificare il flusso di lavoro di revisione creativa. L’AI può semplificare il processo di revisione, fornendo suggerimenti su stile, tono e coerenza, liberando tempo e attenzione per miglioramenti di alto livello piuttosto che su errori basilari.
- Modificare e correggere bozze. Gli strumenti AI possono aiutare a correggere errori grammaticali, ortografici e di sintassi, oltre a suggerire miglioramenti stilistici.
- Verificare la presenza di plagio e contenuti AI. L’AI può scansionare i contenuti per assicurarsi che siano originali e non plagiati – anche in questo caso, con efficienza non sempre pari a quella degli specifici software antiplagio; alcuni strumenti sono in grado di rilevare anche se un testo è stato generato da un’altra AI, garantendo l’autenticità e l’unicità dei contenuti.
Senza essere necessariamente “integrati” o “entusiasti”, è quindi evidente che riuscire a incorporare l’AI nel flusso di lavoro del content marketing può migliorare l’efficienza e la produttività, a patto come detto di mantenere un equilibrio tra l’uso della tecnologia e l’intervento umano, assicurando cioè che la creatività e l’esperienza personale rimangano al centro delle nostre strategie.
Integrare le nuove tecnologie AI con l’Esperienza e le Competenze dell’autore è un processo che richiede una comprensione profonda sia delle potenzialità dell’AI sia delle abilità uniche che solo un autore umano può offrire. Questo significa utilizzare l’AI come uno strumento per amplificare e potenziare il lavoro umano, piuttosto che come un sostituto.
Quindi, è vero come detto che l’AI può essere impiegata per automatizzare la ricerca di parole chiave, fornire suggerimenti su argomenti di tendenza, creare piani editoriali e persino generare bozze di contenuto che l’autore può poi raffinare e personalizzare – e questo permette agli autori di concentrarsi su aspetti più creativi e strategici della scrittura, come lo sviluppo della voce narrativa, l’approfondimento dei temi trattati e l’adattamento del contenuto al pubblico target.
Ma, anche alla luce del paradigma EEAT (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness) di Google, non possiamo “dimenticare” l’importanza dell’esperienza, delle competenze e dell’affidabilità nei contenuti online: l’AI può aiutare a identificare i contenuti che rispondono a questi criteri, ma in definitiva è l’esperienza umana che assicura che i contenuti siano veramente autorevoli e affidabili.
L’Intelligenza Artificiale può pertanto tracciare la strada, aiutarci a risolvere task routinari e “noiosi”, sollevarci dall’incombenza di fare tonnellate di ricerche per trovare fonti e informazioni, ma non può (ancora?) sostituirsi pienamente a un autore umano, che resta la garanzia sulla qualità e sulla leggibilità del contenuto. In tal senso, l’integrazione delle tecnologie AI con l’esperienza e le competenze dell’autore è essenziale per creare contenuti che non solo siano ottimizzati per i motori di ricerca, ma che siano anche di alta qualità, informativi e affidabili, utili e capaci di rispondere alle domande delle persone con autorevolezza e profondità.
Come usare l’AI per scrivere testi: guida agli strumenti di SEOZoom
Quello appena descritto è l’approccio che sin dal primo giorno abbiamo avuto in SEOZoom, che già da dicembre 2022 ha aggiunto una serie di strumenti di Intelligenza Artificiale, a cominciare da AI Writer per la generazione di contenuti, specificando però chiaramente che tali funzionalità erano da utilizzare sempre in maniera consapevole e “guidata”, sia per questioni pratiche che di etica.
In concreto, abbiamo sviluppato una sezione apposita di Strumenti AI pensati per rendere più agevole e veloce il compito dei copywriter e di tutti coloro che sono impegnati nella scrittura di testi online: si tratta di una trentina di micro-tool che compiono un’azione singola e risolvono un problema specifico. Ad esempio, chi si occupa di siti e-commerce può trovare grande vantaggio dall’utilizzo degli strumenti per creare una scheda prodotto, generare un headline convincente e persuasivo per la pagina prodotto o ancora scrivere interi testi di categoria. Molto diretti sono anche i tool per la SEO, che consentono tra l’altro di trovare keyword rilevanti rispetto al topic di interesse, di generare title e description o di scoprire le esigenze degli utenti, e quelli per il copywriting in senso più ampio, che permettono di rielaborare un testo già scritto per renderlo più centrato e più utile, di scrivere paragrafi introduttivi su qualsiasi tema, di trovare idee per contenuti, di suggerire frasi da zero o di completare periodi che ci hanno “bloccato” e così via.
Rispetto all’utilizzo dei classici strumenti di generazione testi con AI, il grande vantaggio sta nel poter sfruttare dei prompt già pronti all’uso e ottimizzati per fornire il risultato desiderato, inserendo solo le informazioni necessarie per orientare lo strumento.
Per chi vuole un testo completo, poi, lo strumento di riferimento è l’AI writer presente all’interno dell’Assistente Editoriale, che unisce tutti i vantaggi e la praticità dell’Intelligenza Artificiale alle informazioni e all’efficacia di SEOZoom per creare automaticamente testi ottimizzati secondo le best practices SEO grazie ai dati del nostro software.
Con l’AI Writer SEOZoom ridefinisce il content marketing unendo l’intelligenza artificiale alla sua profonda capacità di analisi SEO: in pochi secondi possiamo generare contenuti utili, interessanti, originali e di qualità per ogni tipologia di sito, grazie a uno strumento che scrive come un copy e pensa come un SEO specialist, unendo creatività e dati per generare testi che conquistano il pubblico e piacciono ai motori di ricerca.
La nostra tecnologia AI è affinata per comprendere e adattarsi ai criteri di Google, garantendo che ogni articolo, post o descrizione di prodotto sia un passo avanti verso il successo del sito – ed è per questo che, con un pizzico di presunzione, lo definiamo “il miglior generatore di contenuti AI per la SEO”.
Come funziona AI writer di SEOZoom
SEOZoom è quindi l’unico software SEO che consente ai suoi utenti di utilizzare le potenzialità dei più potenti sistemi di AI per supportare la creazione di testi ottimizzati secondo le best practices SEO: in pratica, abbiamo a disposizione una funzione di generazione articoli tramite Intelligenza Artificiale, capace di produrre testo simile al linguaggio naturale umano, con il valore aggiunto fornito dai dati della suite, che permettono di indirizzare il contenuto verso la soddisfazione degli intenti di ricerca degli utenti.
Questa funzionalità ha un meccanismo di costo a consumo e ogni generazione di testo ha un prezzo variabile in base alla quantità di paragrafi impostati e al numero di parole previste.
Grazie ad AI Writer possiamo strutturare e fornire un canovaccio SEO oriented all’intelligenza artificiale per lanciare la generazione dei testi attraverso un’analisi SEO fatta in tempo reale sui contenuti dei competitor già posizionati in SERP, così da ottenere un testo che contenga i topic e le keyword che Google – e gli utenti – considerano prioritari in relazione al tema di cui andremo a scrivere.
La creazione del contenuto inizia dall’impostazione della keyword obiettivo e delle eventuali keyword secondarie che ritieniamo necessarie per dare profondità all’articolo, per poi scegliere se affidare completamente la generazione all’Intelligenza Artificiale o determinare manualmente i paragrafi del testo.
Nel primo caso, dovremo solo impostare le variabili che personalizzano il contenuto e lo rendono adatto alle nostre esigenze, mentre nell’altra situazione possiamo intervenire personalmente per guidare l’AI nell’organizzazione della struttura del testo, trascinando i tag che ci interessano dalle liste a destra oppure creandone uno nuovo.
In questo secondo caso possiamo quindi decidere come comporre lo scheletro dell’articolo, prendendo spunto dagli heading già usati dai competitor oppure dalle domande frequenti che gli utenti si fanno sul web riguardo al topic scelto, che diventeranno i paragrafi del nuovo contenuto; inoltre, possiamo anche iniziare a scrivere personalmente il testo, chiedendo all’AI di completare il lavoro, oppure lasciare che tutto avvenga in automatico.
In entrambi i casi, comunque, possiamo poi orientare la scrittura alla tipologia di sito e stile più vicina ai nostri “standard” e desideri attraverso un semplice menu, che funge in pratica da filtro per personalizzare il prompt. Tra le impostazioni variabili ci sono la scelta del tono di voce più adeguato al topic, il numero di parole per ogni paragrafo, l’individuazione della “figura” professionale che scrive il contenuto e la tipologia di sito, che servono appunto a perfezionare le istruzioni da fornire all’Intelligenza Artificiale per ottenere un testo quanto più possibile utile e vicino a ciò che effettivamente ci serve.
Il sistema è talmente evoluto che evita il rischio di “doppioni”: anche inserendo le stesse keyword e gli stessi argomenti, infatti, l’AI riesce sempre a fornire testi differenti, pur continuando a rispettare le impostazioni di input.
Lo strumento di generazione automatica di testi e, più in generale, gli strumenti AI di SEOZoom hanno pertanto un valore pratico eccezionale, perché consentono di creare articoli già orientati alla SEO in pochissimo tempo e su qualsiasi tema, rivelandosi un supporto valido per trovare spunti su argomenti che non conosciamo o padroneggiamo perfettamente, o per avviare un lavoro cui poi aggiungere il “fattore umano” che, lo ribadiamo, continuiamo a ritenere irrinunciabile.