Sono i siti eCommerce il nuovo fronte dell’impegno di Google nell’aggiornare i documenti di assistenza e supporto: nelle pagine delle guide di Google Search Central, infatti, è stato pubblicato un set di pagine guida sulle best practice per gli eCommerce nella Ricerca Google, che spiegano come creare il miglior sito eCommerce possibile per gli utenti e il motore di ricerca.
SEO per eCommerce, le best practices di Google
Non è la prima volta che Google offre consigli per gli e-Commerce, ma ora chi opera nel settore ha a disposizione una serie di documenti super dettagliati, che andrebbero controllati da ogni SEO e da qualsiasi attività di eCommerce che abbia ambizioni di visibilità organica.
Nell’introduzione, si legge che “farsi scoprire è una sfida fondamentale per qualsiasi sito di eCommerce”, e che “l’acquisizione di clienti e la creazione di una relazione con loro è un importante fattore di crescita del business”; in tal senso, non basta solo sapere come creare un eCommerce, ma serve acquisire la giusta visibilità online, così che Google possa aiutare gli acquirenti a scoprire il sito in ogni fase del percorso di acquisto.
Questo set di guide è pensato per gli sviluppatori che stanno costruendo siti web e che vogliono assicurarsi che il sito funzioni bene con Google. L’attenzione si concentra sui siti di commercio online, ma molti dei punti sono ugualmente rilevanti per i siti che elencano prodotti disponibili solo nei negozi fisici.
Quando condividiamo i dati di eCommerce e la struttura del sito con Google, dice ancora il documento introduttivo, “Google può trovare e analizzare più facilmente i tuoi contenuti, il che consente ai tuoi contenuti di essere visualizzati nella Ricerca Google e in altre piattaforme Google” e questo “può aiutare gli acquirenti a trovare il tuo sito e i tuoi prodotti”.
Le 7 guide di Google per la SEO degli eCommerce
Al momento, il Google Help Docs dedicato agli eCommerce – che segue l’aggiornamento della documentazione sugli operatori di ricerca e della guida a codici di stato HTTP, problemi di rete ed errori DNS, ad esempio – si articola in sette pagine più approfondite, ognuna delle quali dedicata a un focus specifico.
Per la precisione, questo è l’elenco delle indicazioni e delle best practices consigliate da Google, con segnalazione dei principali contenuti informativi riportati:
- Dove possono essere visualizzati i contenuti eCommerce su Google, che descrive le diverse superfici Google in cui possono apparire i contenuti dei siti eCommerce.
- Condividere i dati di prodotto con Google, che analizza i metodi da utilizzare per condividere i dati di prodotto con Google.
- Includere dati strutturati rilevanti per l’eCommerce, che invita a fornire “informazioni esplicite sul significato della tua pagina con dati strutturati“, così da aiutare Google a comprendere e presentare in modo appropriato i tuoi contenuti.
- Come lanciare un nuovo sito eCommerce, che contiene i consigli per lanciare strategicamente un nuovo sito Web eCommerce e comprendere le considerazioni sui tempi durante la registrazione del sito Web con Google.
- Progettare una struttura URL per siti eCommerce, con le best practices per evitare problemi relativi alla scansione e alla progettazione di URL specifici per i siti eCommerce.
- Aiuta Google a comprendere la struttura del sito eCommerce, per riuscire a progettare una struttura di navigazione del sito e collegare le pagine per aiutare Google a capire cosa è più importante sul sito.
- Impaginazione, caricamento incrementale della pagina e loro impatto su Ricerca Google, dedicata ai modelli UX comuni per i siti eCommerce e scoprire in che modo influiscono sulla capacità di Google di eseguire la scansione e l’indicizzazione dei contenuti.
I principali consigli per gli eCommerce
Possiamo approfondire rapidamente le informazioni contenute in questa ampia documentazione, che ci aiutano a delineare il quadro di interventi necessari per lanciare un sito eCommerce e aumentare la sua visibilità nella Ricerca Google.
Google offre diverse piattaforme in cui possono essere visualizzati i contenuti in ambito commercio elettronico, e, oltre alla Ricerca Google, le superfici più comuni sono Google Immagini, Google Lens, la scheda Google Shopping, Google My Business e Google Maps. Ognuna ha le sue caratteristiche e finalità specifiche, ma alcuni consigli possono tornare utili per ottimizzare i contenuti col fine di soddisfare le diverse esigenze dei clienti.
In particolare, Google invita a curare i dati di prodotto e il catalogo (usando descrizioni informative dei prodotti che corrispondano ai termini di ricerca usati dai clienti), ma anche di descrivere la storia aziendale e le offerte promozionali durante i saldi stagionali speciali, di fornire recensioni approfondite dei prodotti che vendiamo e di accettare feedback, valutazioni e recensioni dai clienti per aiutare i nuovi acquirenti a comprendere meglio i prodotti proposti. Altre buone pratiche sono la creazione di momenti di formazione o istruzione all’uso dei prodotti (ad esempio workshop o lezioni che possono aumentare l’engagement con i clienti), la realizzazione di dirette streaming interattive (per mostrare i prodotti, chiarirne l’utilizzo e rispondere alle domande in tempo reale) e il miglioramento dei touchpoint del servizio clienti.
Le indicazioni di SEO tecnica per gli eCommerce
I documenti di Google Helps si soffermano anche sugli interventi di SEO tecnica per eCommerce e, in particolare, sulle modalità migliori per comunicare correttamente i dati dei prodotti del nostro sito, includendo anche gli appositi dati strutturati che possono migliorare l’accuratezza della comprensione dei contenuti da parte di Google.
Tra i markup che possono essere adeguati a un sito commerciale, anche perché possono attivare dei rich results specifici nelle SERP che gli utenti troveranno in fasi diverse del loro percorso di acquisto, sono citati ad esempio LocalBusiness (per informazioni su posizione e orari di apertura, tra l’altro), Product, Review, BreadcrumbList, WebSite, VideoObject, HowTo e FaqPage.
Sempre sul versante tecnico, poi, Google ricorda l’importanza di usare una struttura URL ben progettata, perché così i crawler possono individuare e recuperare in modo più efficiente le pagine web sul sito, ma anche evitare problemi di indicizzazione che sono frequenti. In concreto, la guida consiglia di limitare query string e parametri URL e di gestirli in modo SEO, e poi ancora di ridurre al minimo il numero di URL alternativi che restituiscono gli stessi contenuti, di verificare che ogni pagina nei risultati impaginati abbia un URL univoco e di usare URL parlanti (che possono aiutare Google a comprendere meglio la pagina), tra le altre cose.
Molto importante è anche curare le strutture di navigazione del sito (come menu e collegamenti tra pagine), che possono influire sulla comprensione da parte di Google della struttura del sito: l’obiettivo di base è impostare un sistema crawler friendly, che cioè consenta a Google a trovare e raggiungere tramite link tutte le pagine del sito, ma è utile anche promuovi le migliori categorie o prodotti dell’eCommerce. Come regola generale, la documentazione di Google ricorda che “più link riceve una pagina all’interno di un sito, maggiore è l’importanza relativa della pagina rispetto alle altre pagine dello stesso sito”, e quindi possiamo usare la linking interna (con collegamenti dalla home page, dalla newsletter o dai post blog) per dare risalto alla pagina di un prodotto particolarmente venduto.
Le guide di Google per la SEO degli eCommerce
Gli ultimi due aspetti trattati dalla corposa documentazione di assistenza di Google a supporto dei siti eCommerce riguardano gli elementi di UX e alcune strategie per lanciare un nuovo sito online.
Oggi più che mai la user experience è cruciale, essendo entrata a far parte dei fattori di ranking usati da Google con il Page Experience Update: per migliorare questo aspetto, possiamo mostrare un sottoinsieme di risultati per non sovraccaricare le prestazioni della pagina, controllando che comunque il crawler di Google possa trovare tutti i contenuti del sito.
Gli strumenti in tal senso sono tre – paginazione, carica altro (load more) e infinite scroll – e possiamo scegliere quello più adatto al nostro sito e al comportamento degli utenti.
In questo modo, ad esempio, possiamo caricare risultati parziali per i risultati delle ricerche degli utenti, pagine di categorie, blog post o titoli di newsletter in archivio, recensioni degli utenti, commenti ai post del blog. Questo caricamento incrementale dei contenuti, in risposta alle azioni degli utenti, può avvantaggiare la UX perché il caricamento della pagina iniziale è più veloce rispetto al caricamento di tutti i risultati contemporaneamente; riduce il traffico di rete, particolarmente importante per i dispositivi mobile; migliora le prestazioni del backend, limitando il volume dei contenuti recuperati da database o simili; migliora l’affidabilità, evitando elenchi eccessivamente lunghi che potrebbero raggiungere i limiti delle risorse portando a errori nel browser e nei sistemi di backend.
Infine, la pagina dedicata a chi sta per lanciare un nuovo eCommerce sottolinea non solo l’importanza di eseguire alcuni passaggi tecnici per registrare il dominio su Google (come registrarsi a Google Merchant Center e verificare la proprietà in Search Console), ma anche il ruolo che possono avere alcune strategie di marketing immediato.
Sono quattro, in particolare, gli approcci che si possono sperimentare al momento dell’avvio di un progetto commerciale, ciascuno con dei pro e dei contro:
- Grande rivelazione – Grand reveal: rende l’intero sito live al pubblico e a Google allo stesso tempo.
- Lancio della home page – Homepage launch: rende inizialmente disponibile al pubblico e a Google solo la home page del sito.
- Lancio senza disponibilità dei prodotti – Launch without product availability: avvia il sito completo al pubblico e a Google, ma i prodotti sono contrassegnati come “esauriti”.
- Lancio morbido – Soft Launch: abilita tutti gli aspetti del sito non appena sono pronti per la produzione, ma prevede un evento di marketing separato per il lancio “ufficiale”.