Come scrivere alt text e nomi di file utili ed efficaci per le immagini

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Tutto fa SEO, potremmo dire parafrasando un noto modo di dire italiano, e di sicuro l’utilizzo mirato e consapevole delle immagini può rendere qualsiasi contenuto più interessante e accattivante, aiutando i lettori a comprendere meglio l’argomento rispetto all’utilizzo della sola parte testuale. In particolare, le immagini aggiungono valore ai nostri sforzi SEO aumentando il coinvolgimento degli utenti e l’accessibilità del sito web: non basta infatti garantire che le immagini carichino velocemente o siano visivamente accattivanti, ma dobbiamo anche lavorare per renderle accessibili a tutti gli utenti, compresi quelli che utilizzano lettori di schermo a causa di disabilità visive. L’alt text, o testo alternativo, gioca un ruolo fondamentale in questo contesto, e quindi ci concentriamo proprio su alt text e nome del file, per scoprire cosa sono, in che cosa si differenziano e le best practices da mettere in pratica per la loro gestione.

Che cos’è l’alt text delle immagini

Il testo alternativo o alt text è una breve descrizione scritta che viene fornita come attributo nelle immagini HTML.

Lasciando da parte l’aspetto linguistico, l’alt text è una stringa testuale che serve a descrivere un’immagine a fonti “alternative” e ad assicurare la massima accessibilità delle risorse, secondo le linee guida del W3C, che invita a scrivere testi che non debbano “descrivere necessariamente le caratteristiche visive dell’immagine stessa, ma trasmettere lo stesso significato dell’immagine”.

Questo testo ha infatti lo scopo prioritario di descrivere l’immagine e il suo contesto, fungendo da sostituto qualora l’immagine non possa essere visualizzata.

Scrivere gli alt text SEO non è mai stato così facile
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L’uso dell’alt text è semplice: si aggiunge l’attributo alt all’interno del tag HTML dell’immagine, seguito dalla descrizione pertinente che, in genere, non è visibile per gli utenti della pagina. Piccola postilla: anche se ricorre spesso nel linguaggio delle ottimizzazioni, in realtà il termine tag alt è improprio e non esiste, perché il testo alternativo, o alt text, è più precisamente l’attributo di testo alternativo del tag HTML <img> che identica un’immagine.

A cosa serve l’alt text e perché è importante

Il testo alternativo (alt) ha lo scopo di trasmettere il “perché” quella immagine si trova in relazione al contenuto di un documento o di una pagina web.

Abbiamo detto che “in genere” non è visibile per gli utenti: in effetti, svolge la sua funzione in casi molto particolari, essenzialmente quando gli utenti, per svariati motivi, non possono visualizzare correttamente le immagini. Il testo alternativo è proprio la parte di contenuto che viene letta ad alta voce agli utenti dal software di lettura dello schermo o che appare in pagina se l’immagine non si carica correttamente o è mancante.

Il suo obiettivo principale è rendere le immagini più accessibili a tutti gli utenti e, in pratica, inserire un alt text ci consente di impostare una descrizione dell’immagine che viene letta tramite un suggeritore audio e dice alle persone con disabilità visive e ipovedenti cosa compare attualmente sulla pagina.

Inoltre, questo testo alternativo può inoltre descrivere l’immagine anche per le persone che hanno difficoltà tecniche nella visualizzazione della risorsa, a causa ad esempio di navigazione in zone con connessione non sufficiente a caricare risorse pesanti o da dispositivi obsoleti, oppure per scelta di disattivare la visualizzazione di immagini nell’applicazione del browser Web: in questi casi, in pagina appare la stringa testuale impostata al posto dello spazio vuoto.

Come appare un'immagine non caricata - alt text visibile a causa di risorsa non trovata

Dal punto di vista tecnico, poi, soddisfa gli user agent che non sono nemmeno in grado di “vedere” le immagini, consentendo ai motori di ricerca di migliorare la comprensione della rilevanza dell’argomento del contenuto. Il testo alternativo fornisce infatti migliori descrizioni e informazioni contestuali sul contenuto della pagina ai crawler dei motori di ricerca, aiutandoli a indicizzare e classificare correttamente un’immagine nella ricerca di immagini – motivo per cui svolge anche un ruolo nella SEO.

Volendo sintetizzare, quindi, l’alt text è importante per almeno 4 motivi:

  1. Migliora l’accessibilità.
  2. Può migliorare la pertinenza del contenuto.
  3. È una parte importante dell’ottimizzazione per Google Immagini.
  4. Serve come anchor text per i link delle immagini.

Alt text e SEO: perché curare il testo alternativo delle immagini

Appare quindi chiaro perché inserire correttamente il testo alternative è sempre uno dei primi consigli per ottimizzare le immagini per la SEO. In tal senso, bisogna evitare tre errori che invece possono compromettere le prestazioni dei nostri contenuti, ovvero:

  1. Non inserire l’alt text, che potrebbe causare problemi agli screen reader, che non hanno modo di comunicare il contenuto dell’immagine all’utente ipovedente, leggendo al massimo il nome del file dell’immagine che potrebbe essere generico o non appropriato.
  2. Infarcire l’alt text di keyword inutili, non pertinenti e non descrittive dell’immagine.
  3. Aggiungere l’alt text a tutte le immagini. Come detto, il testo alternativo serve a comunicare informazioni agli utenti: in caso di immagini puramente “decorative”, senza particolari significati, non è necessario inserire l’alt text, che potrebbe rappresentare solo un fastidio per i visitatori con lettore di schermo e comunque non aggiunge alcun valore SEO.

Gestione dell’alt text delle immagini: i casi più complessi

L’alt text va aggiunto nel codice HTML, come detto, e per implementarlo tecnicamente bisogna semplicemente inserire un attributo alt al tag <img>, come ad esempio <img src=“casa.jpg” alt=“casa con mattoni rossi”>.

Molto più semplicemente, i CMS moderni come WordPress offrono l’opportunità di modificare l’alt text senza dover lavorare sul codice HTML, andando a inserire il testo nel campo apposito tra le impostazioni delle immagini aggiunte a una pagina o articolo.

Ci sono però alcuni casi specifici che necessitano di un’attenzione aggiuntiva, nell’ottica di rendere il testo efficiente e utile.

In particolare, nel caso “standard” un’immagine di una tazza di caffè sul tavolo potrebbe avere un alt text come “Tazza di caffè espresso fumante su un tavolo di legno rustico”. A seconda della tipologia di sito, però, potremmo porre l’accento su un aspetto o su un altro: ad esempio, un e-commerce di mobili potrebbe descrivere maggiormente la tipologia di tavolo, mentre un sito che consente la personalizzazione delle tazze evidenzierebbe appunto questa possibilità.

Ancora più “spinosi” sono altri tre casi frequenti:

  • Immagini con Link. Quando un’immagine funge da link verso altre pagine, l’alt text dovrebbe descrivere la destinazione del link piuttosto che l’immagine stessa. Ad esempio, se un logo aziendale è collegato alla homepage, l’alt text potrebbe essere “Torna alla homepage di [Nome Azienda]”; al contrario, non ha alcun senso né valore descrivere un’immagine di un punto interrogativo che rimanda a una pagina di aiuto con un alt text didascalico come “punto interrogativo”.
  • Icone. Per le icone, l’alt text dovrebbe comunicare la funzione dell’icona, non la sua descrizione visiva. Se l’icona è puramente decorativa e non aggiunge informazioni, può essere appropriato lasciare vuoto l’alt text (alt=””).
  • Immagini complesse come Infografiche. Per immagini complesse che contengono molte informazioni, come le infografiche, può essere utile fornire un’alt text che riassume i punti chiave e, se possibile, fornire un testo equivalente dettagliato altrove nella pagina o tramite un link a una descrizione completa.

Come scrivere un alt text efficace e utile

Sul fronte del SEO Copywriting ci sono alcuni consigli e best practices per scrivere un buon alt text, ovvero una frase studiata con l’ottimizzazione mirata delle parole chiave in un contesto che descriva l’argomento dell’immagine:

  • Brevità. Un testo alternativo lungo può infastidire gli utenti di screen reader, quindi è meglio usare il minor numero di parole possibile per descrivere l’immagine. Idealmente, l’alt text dovrebbe essere breve (circa 125 caratteri) per assicurare che i lettori di schermo lo leggano per intero senza tagli.
  • Precisione. Il testo deve descrivere con precisione e accuratezza l’immagine, fornendo una descrizione chiara e concisa di ciò che è raffigurato. Ad esempio, invece di “cane”, un alt text ottimizzato potrebbe essere “cane labrador che corre in un parco”.
  • Chiarezza. Non è uno spazio per fare keyword stuffing, ma per spiegare l’immagine a chi non può visualizzarla. È importante includere parole chiave pertinenti, ma devono essere inserite in modo naturale e solo se rilevanti per l’immagine.
  • Evitare la ridondanza. Google e gli screen reader comprendono che la risorsa è una immagine: non c’è quindi bisogno di scrivere “immagine di” o “foto di” nell’alt text. Allo stesso modo, se già il contesto chiarisce che c’è spazio per una immagine, l’alt text non dovrebbe ripetere la stessa informazione.

Scrivere un alt text efficace richiede pratica e attenzione, ma seguendo queste linee guida possiamo contribuire a rendere il nostro sito più accessibile e potenzialmente migliorare al contempo la visibilità dei nostri contenuti online.

Che cos’è il titolo dell’immagine

L’alt text non è l’unico campo testuale compilabile, in termini di ottimizzazione SEO, perché ci sono anche il file name, la didascalia e il title text delle immagini che richiedono attenzione.

La didascalia, ad esempio, è il testo che appare visualizzato nelle vicinanze dell’immagine e che può servire a descriverla meglio per i lettori (e si differenzia quindi dall’alt text, che come detto non è visibile sul front-end del sito ed è utile per alcuni utenti specifici), ma non serve sempre e può essere omessa (soprattutto se il contesto chiarisce già a sufficienza la risorsa visuale).

Il title text o titolo testuale dell’immagine, invece, è un attributo utilizzato per fornire informazioni aggiuntive sull’immagine, anche se non serve in termini di ranking di ricerca e ha quindi un ruolo minore nel lavoro di ottimizzazione: le best practices per scrivere un titolo efficace consigliano di scegliere una frase breve, diretta e accattivante, che magari integri ciò che abbiamo già ottimizzato per il testo alternativo.

Infine, abbiamo i nomi dei file delle immagini che, spesso sottovalutati, possono in realtà rivestire un ruolo significativo nella SEO e nell’accessibilità complessiva di un sito web: un file name ben scelto, che riflette accuratamente il soggetto o l’elemento raffigurato, può infatti fornire ai motori di ricerca ulteriori indizi sul contenuto dell’immagine, migliorando la pertinenza della pagina per determinate query di ricerca.

Best practices SEO per i nomi dei file di immagine

Un nome di file ben scelto è un invito a scoprire di più su ciò che l’immagine rappresenta.

Secondo le best practices SEO, la prima “regola” è quindi scegliere nomi di file che siano descrittivi e specifici: un nome di file come “IMG_12345.jpg” dice poco o nulla ai motori di ricerca e agli utenti, mentre “gatto-persiano-dorme-sul-divano.jpg” fornisce un contesto immediato e utile.

Incorporare parole chiave pertinenti nel nome del file può aiutare a migliorare la visibilità dell’immagine, ma è fondamentale evitare la tentazione di sovraottimizzare. L’equilibrio è la chiave: le parole chiave dovrebbero fluire con naturalezza e rafforzare la descrizione dell’immagine, non sovraccaricarla.

Quando si tratta di separare le parole nei nomi dei file, i trattini (-) sono i migliori amici dei SEO. A differenza degli underscore (_) o degli spazi, i trattini sono interpretati dai motori di ricerca come spazi, il che rende i nomi dei file più leggibili e comprensibili. Questo piccolo trucco può aiutare a chiarire il significato del nome del file sia per gli utenti che per gli algoritmi di ricerca. Inoltre, sempre in questa ottica è opportuno evitare caratteri speciali come una necessità tecnica: caratteri come &, %, $, @ e gli stessi spazi possono creare confusione nei browser e nei server, portando a errori di caricamento o a link interrotti.

La brevità è un’altra considerazione cruciale: un nome di file lungo e complicato può essere difficile da leggere e da ricordare, mentre un approccio conciso è più gestibile e, al tempo stesso, aumenta le probabilità che il testo che venga letto e interpretato correttamente dai motori di ricerca.

Ancora, non dobbiamo trascurare la coerenza, e quindi conservare una struttura di denominazione simile in tutto il sito: questo aiuta a mantenere l’organizzazione, agevola il lavoro dei motori di ricerca nel capire e categorizzare le immagini e può migliorare l’esperienza utente per le persone che intendono navigare e ricercare risorse sul sito.

Infine, è essenziale che il nome del file sia in sintonia con il contesto della pagina in cui l’immagine è pubblicata: questa coerenza tra il contenuto della pagina, il nome del file e l’alt text può rafforzare il segnale SEO e contribuire a una narrazione digitale più coerente e convincente.

Rispettare user intent e user experience nell’ottimizzazione delle immagini

Il consiglio di fondo che arriva da queste indicazioni è che a guidare il nostro lavoro di ottimizzazione del lato testuale delle immagini dovrebbero essere considerazioni legate a soddisfare l’intento dell’utente e la user experience, come suggerisce anche Brian Harnish, e quindi non solo al targeting per keyword.

Ciò significa innanzitutto non fare keyword stuffing e, secondariamente, cambiare le parole chiave quando appropriato. Oltre a seguire le best practices per le immagini consigliate da Google, secondo l’esperto ci sono tre domande precise che dovremmo porci quando ottimizziamo il testo alternativo e i titoli nelle immagini:

  1. Questi alt text e title text aiuteranno i miei utenti?
  2. Questi testo alternativo e il titolo testuale soddisferanno l’intento dell’utente?
  3. Questi testi miglioreranno l’esperienza dell’utente?

Come ottimizzare il file name

L’ultimo pezzo da considerare è il nome del file immagine o file name, che serve a Google valutare più precisamente qual è il soggetto di un’immagine.

Come dice Harnish, “ottimizzando i nomi dei file in base alle ottimizzazioni di alt text e title text è possibile fornire una maggiore comprensione, che aiuterà le immagini a classificarsi nella ricerca di immagini”.

Sul fronte pratico, nella maggior parte dei casi non serve inserire nomi di file lunghi con testo descrittivo lungo: basta una frase chiave che descriva sinteticamente e precisamente l’immagine, assicurandoci che il testo del nome del file rifletta accuratamente l’argomento dell’immagine.

Migliorare le immagini è una parte del lavoro sulla UX

In definitiva, il lavoro di ottimizzazione delle immagini ha sì una rilevanza per la SEO e, in particolare, per il ranking su Google Immagini, ma non dobbiamo perdere di vista il suo obiettivo primario, che è di migliorare l’esperienza dell’utente.

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Ricordiamo infatti che la SEO non deve solo raggiungere lo scopo diretto di posizionarsi bene nei motori di ricerca, ma anche fornire un’esperienza utente eccellente, che include l’accessibilità e la comprensibilità dei contenuti offerti. Un buon alt text è quello che riesce a bilanciare l’ottimizzazione per i motori di ricerca con l’accessibilità per gli utenti – e per questo, oltre a includere le parole chiave rilevanti, l’alt text dovrebbe essere pensato per migliorare l’esperienza utente, specialmente per coloro che dipendono da tecnologie assistive.

Ad ogni modo, è sicuramente importante ottimizzare correttamente le immagini e imparare le giuste tecniche per farlo, ma senza dedicare troppo tempo a questi aspetti a discapito di altri più prioritari all’interno della nostra strategia di marketing online.

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