Un algoritmo Google contro i link spam per guest post e link affiliazione

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Un giro di vite contro i link spam, che continuano a rappresentare un problema per la qualità dei risultati di ricerca: è partito il 26 luglio il “link spam update” di Google, un aggiornamento algoritmico che consentirà al motore di ricerca di identificare e annullare lo spam sui link in modo più efficace e ampio, in più lingue, colpendo con “penalizzazioni” nel ranking i siti che partecipano a questo fenomeno e che non seguono le best practices in relazione alla monetizzazione con link di affiliazione o contenuti sponsorizzati e guest post.

Il link spam update di Google

A dare notizia del lancio di questo nuovo algoritmo – che si inserisce in un quadro già piuttosto intenso di movimenti sul motore di ricerca degli ultimi mesi, con due diversi core update e altri interventi rilevanti – è Duy Nguyen, Search Quality Analyst di Google, che spiega che l’implementazione del link spam update andrà avanti per circa due settimane e interessa “più lingue”.

In generale, si legge nell’articolo, l’efficacia del link spam è stata notevolmente ridotta negli ultimi due decenni, grazie ai costanti miglioramenti nei sistemi di Google per la classificazione e il rilevamento dello spam; tuttavia, è necessario uno sforzo ulteriore, soprattutto quando nelle SERP compaiono ancora “siti che creano intenzionalmente link spam con l’intento di manipolare il ranking, spesso in modi ingannevoli”.

E proprio tali siti che prendono parte al link spam “vedranno cambiamenti nella Ricerca, poiché tali link vengono rivalutati dai nostri algoritmi”, anticipa e minaccia Nguyen.

Rispettare le regole sui link

A contribuire alla riduzione dello spam è anche “la grande maggioranza dei siti, che seguono le nostre linee guida, concentrandosi sulla creazione di siti Web con un’ottima esperienza utente e fornendo contenuti di alta qualità”, scrive il Googler, che ricorda come “i proprietari dei siti dovrebbero assicurarsi di seguire le best practices sui link, sia in entrata che in uscita”.

Nell’ottica di Google, infatti, concentrarsi “sulla produzione di contenuti di alta qualità e migliorare l’esperienza dell’utente vince sempre rispetto alla manipolazione dei link”.

I consigli per la gestione dei link

In tal senso, Google invita a promuovere la awareness del sito “utilizzando link opportunamente taggati e usando tecniche di monetizzazione con link di affiliazione opportunamente taggati”.

Proprio sulle opzioni di monetizzazione di siti e blog si concentra l’attenzione di Google, perché alcuni dei metodi di guadagno attraverso i siti “portano alla creazione di link in uscita che, se esagerati e non annotati correttamente, potrebbero violare le nostre linee guida sulla qualità”.

E quindi, Nguyen indica quali sono i consigli ufficiali per gestire i link che potrebbero avere natura commerciale e, in pratica, mettersi al riparo da questo link spam update che potrebbe portare scossoni alle classifiche dei siti che non si adeguano.

Evitare il link spam sul proprio sito

In sintesi, i link sul sito devono essere naturali e conformi alle linee guida per i webmaster di Google.

Come sappiamo, i collegamenti “sono uno dei modi in cui Google capisce quali contenuti possono essere utili per gli utenti” e, “se ben meritati, sono utili anche per i siti che li ricevono” in opttica di spinta al ranking e all’autorevolezza del dominio.

Una prima best practice consiste nell’evitare metodi di acquisizione di link che violano le linee guida contro gli schemi di link: in particolare, dice Nguyen, se il nostro sito sta linkando ad altri siti dobbiamo “qualificare tali collegamenti in modo appropriato”, utilizzando gli appositi tag rel= che permettono di identificare link “che comportano pagamenti, sponsorizzazioni o sono di natura commerciale”.

Identificare i link di affiliazione

I link di affiliazione su pagine come recensioni di prodotti o guide allo shopping sono un modo comune per blog ed editori di monetizzare il loro traffico; in generale, Google consente l’utilizzo di link di affiliazione per monetizzare un sito Web, ma chiede ai siti che partecipano a “programmi di affiliazione di qualificare questi collegamenti con rel=”sponsored”, indipendentemente dal fatto che questi collegamenti siano stati creati manualmente o dinamicamente”.

I link di affiliazione

Nell’ottica di “migliorare il posizionamento per le ricerche relative ai prodotti e premiare meglio i contenuti di alta qualità”, Google potrebbe intraprendere azioni manuali per impedire che questi link influiscano sulla Ricerca e potrebbe anche intraprendere azioni algoritmiche sui suoi sistemi, dice l’articolo. Entrambi questi interventi – azioni manuali e algoritmiche – “possono influenzare il modo in cui vediamo un sito nella Ricerca, quindi è bene evitare cose che potrebbero causare penalità, ove possibile”.

I consigli per guest post e contenuti sponsorizzati

Un altro modo comune in cui i siti possono monetizzare è “accettare contenuti sponsorizzati e guest post da altri siti”: si tratta, sintetizza l’articolo, di articoli “scritti da o a nome di un sito Web e pubblicati su un sito Web diverso”. In passato, Google ricorda di aver “osservato campagne di articoli sponsorizzati e guest post di bassa qualità, destinati principalmente a ottenere collegamenti”, che già in passato hanno portato all’introduzione di algoritmi destinati proprio ad alzare la qualità, come il noto Google Penguin update.

Guest post e contenuti sponsorizzati

Oggi gli algoritmi del motore di ricerca sono migliorati notevolmente nel rilevare e annullare tali schemi di link, e il consiglio per i proprietari dei siti è di applicare i valori rel appropriati a questi collegamenti.

Quando “rileviamo siti impegnati nella pubblicazione o nell’acquisizione di link con un numero eccessivo di contenuti sponsorizzati e guest post senza adeguati tag di collegamento, possono essere applicate azioni algoritmiche e manuali, in modo simile ai link di affiliazione”, spiega Nguyen.

I link da post sponsorizzati – annunci pubblicitari o posizionamenti a pagamento, classicamente chiamati link a pagamento – devono essere contrassegnati con il valore rel=“sponsored”. I link guest post devono essere contrassegnati con il classico valore rel=“nofollow”.

Nuova attenzione sui link: seguire le best practices per non rischiare penalità

Google porta quindi nuovamente l’attenzione sui link spam e sulla gestione dei collegamenti in uscita dal sito, indicando ai proprietari dei siti le best practices soprattutto per i contenuti in cui è coinvolto uno scambio.

I siti sono obbligati ad aggiungere tag ai link dove c’è uno scambio di valore (soldi o accordi) tra i due domini, pena violare le linee guida per i webmaster e sfociare nella black hat SEO.

I rischi per chi non segue le norme sono piuttosto elevati: si parla apertamente di azioni manuali o algoritmiche, ma l’articolo dice anche che Google può “ignorare o annullare” questi link. In pratica, significa sempre perdita di ranking, derivante da un intervento sanzionatorio o da una eliminazione del beneficio ottenuto in modo poco lecito.

E quindi, in definitiva, questo giro di vite dovrebbe convincere i proprietari dei siti a evitare il ricorso a questi schemi di link e a taggare correttamente i link in uscita dai propri contenuti, cercando di inserire solo link naturali e conformi alle indicazioni di Google.

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