Il nostro primo articolo del nuovo anno guarda in realtà a quello che ci siamo appena lasciati alle spalle, e che condizionerà in maniera influente il lavoro dei prossimi mesi di tutti coloro che hanno un sito e cercano visibilità sui motori di ricerca. Facciamo infatti una panoramica su tutto quello che ha interessato gli algoritmi di Google nel corso del 2020, ricordando i vari core update (e quelli minori) e soffermandoci sulle grandi novità in arrivo, ovvero il passage indexing e il page experience update, così da prepararci al meglio.
Algoritmi di Google, le novità del 2020
Non è stato un anno lento per gli algoritmi di ricerca di Google, sintetizza Barry Schwartz su Search Engine Land, nonostante la pandemia che ha contraddistinto il 2020, che resterà per tutti “l’anno che ha portato l’introspezione, ha rallentato le persone e le ha fatte concentrare meno sugli affari e più sulla famiglia”.
Gli “affari però devono proseguire” e così ha fatto anche la SEO, sulla scia dei numerosi update e annunci arrivati da Google – in fin dei conti, di quantità e qualità non dissimili dalle modifiche algoritmiche del 2019: dai classici broad core update ai passi in avanti degli sforzi di apprendimento automatico con BERT, dal passage indexing all’imminente Google Page Experience fino alle immancabili modifiche algoritmiche minori e non confermate, l’attività dei Googler è stata decisamente intensa anche in questi mesi così particolari.
I 3 broad core update del 2020
Gennaio, maggio e dicembre: lo scorso anno sono stati questi i mesi in cui Google ha deciso di dare una scossa alle sue SERP (e all’intera community SEO) lanciando i suoi broad core update
- January 2020 Core Update. Il 2020 era appena iniziato quando Google ha fatto partire il suo primo aggiornamento di base, il January 2020 Core Update, che ha iniziato a essere implementato il 13 gennaio 2020 e ha completato il rollout in breve tempo, già dopo pochi giorni (mentre, in genere, agli aggiornamenti di base servono due settimane per essere completi definitivamente). Come praticamente tutti gli altri broad core update, anche quello di gennaio 2020 è stato grande e ha avuto un impatto su molti siti.
- May 2020 Core Update. Nel pieno della prima fase della pandemia – un po’ a sorpresa, forse – è arrivato il secondo aggiornamento algoritmico di base, rilasciato il 4 maggio e completato il 18 maggio. Il May 2020 Core Update è stato più grande di quello precedente, tanto che Schwartz lo definisce un “mostro assoluto”, e ha provocato grandi scossoni in SERP anche in Italia, come abbiamo evidenziato con una nostra analisi.
- December 2020 Core Update. Veniamo a storie più recenti: dopo sette mesi di “silenzio”, lo scorso 3 dicembre Google ha rilasciato un nuovo update, subito dopo il periodo dello shopping per Black Friday e Cyber Monday, ma prima della grande stagione delle vendite per le festività di fine anno, e questa tempestività ha irritato (e colpito) molti nel settore. Gli effetti del December 2020 Core Update sono stati intensi e ci sono stati vari e grandi picchi in diverse fasi fino al 16 dicembre, giorno in cui Google ha annunciato la fine del rollout.
L’evoluzione degli algoritmi di Google
Come sappiamo, i broad core update è solo una parte del lavoro quotidiano di Google per aggiornare e migliorare i suoi algoritmi di ricerca – quella in cui si dà una rimescolata alle classifiche alla luce di nuovi parametri qualitativi o modifiche del search intent.
Nel corso del 2020, in particolare, è proseguito anche lo sforzo iniziato nel 2019 su Google BERT, che ora si espande a tutte le query (almeno per la lingua inglese), mentre inizialmente si parlava di un suo impatto su circa il 10% di tutte le query, e si estende su molte aree, compresa la verifica delle storie con il fact-checking.
Inoltre, Google “ha affermato in un evento che BERT ha contribuito a migliorare del 7% i risultati di ricerca su query specifiche” e ha rivelato che “gli sforzi per integrare BERT nella ricerca erano denominati in codice DeepRank, un progetto che Google ha iniziato forse già nel 2017”
Il passage indexing, l’indicizzazione dei passaggi del contenuto nelle SERP
Uno degli annunci più dirompenti – anche per la scarsità di informazioni effettivamente fornite – è arrivato nel corso dell’evento Search On di Google: a breve, l’algoritmo del motore di ricerca sarà capace di “individuare passaggi specifici di contenuto su una pagina e classificare quelle singole parti della pagina nella Ricerca Google”.
Questa novità, chiamata da Google passage indexing dovrebbe “aiutare le pagine che non sono ben ottimizzate per la ricerca” e non cambierà “il modo in cui Google indicizza i contenuti, ma piuttosto il modo in cui classificherà quel contenuto” (e quindi sarebbe più corretto definirlo passage ranking, nota Schwartz).
Classificazione dei passaggi del contenuto, cosa sappiamo finora
Stando alle anticipazioni, il passage indexing dovrebbe influenzare circa “il 7% delle query di ricerca in tutte le lingue una volta implementata a livello globale” e ha scatenato la comunità SEO, che si attendeva il rilascio di questo aggiornamento in SERP già nel 2020 – e quindi dovrebbe essere ormai imminente – soprattutto per i potenziali effetti sul ranking delle pagine.
Non sono stati forniti molti dettagli su come funzionerà il sistema di classificazione o su come appariranno questi passaggi che Google andrà a “scovare” su contenuti più ampi (e probabilmente meno a fuoco rispetto alla query specifica dell’utente); di recente, comunque, Danny Sullivan ha risposto a varie sollecitazioni dello stesso Barry Schwartz e ha chiarito un po’ di cose.
Il Public Liaison per la Ricerca ha infatti spiegato che l’indicizzazione dei passaggi “non cambierà l’aspetto dei risultati” – che quindi avranno snippet regolari e non ampliati, come i featured snippet (contraddicendo in parte l’immagine mostrata in anteprima durante Search On) – e ha confermato che “riguarderà esclusivamente il ranking” di “pagine che in precedenza Google non classificava”. Questo perché gli algoritmi di Google ora “sono in grado di comprendere i contenuti meglio e più in profondità anche all’interno di contenuti di pagine web più lunghe”.
Si tratta, in definitiva, di un “altro semplice meccanismo di ranking che useremo per identificare e mostrare le pagine più rilevanti per una ricerca”, senza differenze estetiche rispetto ai risultati a cui siamo abituati (che riguardano l’intero contenuto).
Page Experience Update e Core Web Vitals
Nel maggio 2020, Google ha parlato ufficialmente per la prima volta di Core Web Vitals, ovvero i Segnali Web Essenziali che servono a misurare il livello di user experience fornita da un sito; dopo qualche settimana è arrivato un annuncio piuttosto significativo, ovvero che gli stessi Core Web Vitals avrebbero fatto parte (insieme a “un certo numero di segnali tra cui vecchi fattori, come pagine mobile friendly, velocità di caricamento, protocollo HTTPS, la severità contro gli annunci interstiziali invadenti) della Google Page Experience, un nuovo complesso fattore di ranking usato dagli algoritmi che, almeno inizialmente, sarà applicato solo alle classifiche mobili e non alle classifiche desktop.
Abbiamo approfondito varie volte la portata di questo aggiornamento – il cui debutto ufficiale è atteso nel prossimo mese di maggio – che ci invita a mettere gli utenti al centro del lavoro di ottimizzazione del sito: oltre al nuovo peso per fattori tecnici quali caricamento, interattività e stabilità visiva, l’update porterà ad altri cambiamenti in SERP, e in particolare aprirà a tutti i siti (e non solo alle pagine AMP) la possibilità di comparire nel carosello delle Notizie Principali e garantirà un “indicatore visivo” (non ancora rivelato) alle pagine che hanno punteggi ottimali per i questi segnali.
Gli altri cambiamenti di Google nel 2020
L’articolo di Barry Schwartz ripercorre poi anche vari aggiornamenti, aggiustamenti, modifiche e bug dell’algoritmo di Google (algorithm changes, updates, tweaks or bugs) che non sono mancati nel corso dell’anno.
Innanzitutto, ci sono stati vari “aggiornamenti dell’algoritmo di Google non confermati, alcuni dei quali sembravano super grandi e altri in qualche modo confermati successivamente”. Poi, ad agosto “Google ha riscontrato un bug con i suoi risultati di ricerca che ha anche incasinato le cose per un po’ di tempo, a cui è seguito un bug relativo alla ricerca locale che Google ha confermato”.
La lista di novità include anche:
- Progressi nella comprensione del linguaggio con l’intelligenza artificiale, attraverso anche “un nuovo algoritmo di ortografia, la capacità di indicizzare singoli passaggi specifici da pagine Web e nuove tecniche per aiutare le persone a trovare una gamma più ampia di risultati”.
- Aggiornamenti a Google Maps, tra cui “un’espansione delle informazioni in tempo reale sugli orari di punta (busyness) e dettagli sulle precauzioni per la salute e la sicurezza relative al COVID-19 delle aziende”. Inoltre, “nel prossimo futuro gli utenti saranno in grado di trovare informazioni su un ristorante, un negozio o un’attività commerciale in Live View utilizzando AR”.
- Gli utenti possono “utilizzare l’icona del microfono nella barra di ricerca di Google o l’Assistente per chiedere cos’è questa canzone? o cerca una canzone, oppure iniziare a canticchiare per 10-15 secondi per ottenere i risultati per quella canzone”.
- Nuove funzionalità per “Lens e realtà aumentata in Ricerca Google per scoprire (e persino applicare stili) prodotti mentre gli utenti navigano online”. Grazie alla realtà aumentata, Google consente agli utenti di sperimentare virtualmente gli showroom di vendita al dettaglio, compresa la possibilità di provare virtualmente un’auto oppure di testare prodotti di make-up.
- Infine, la “tecnologia Duplex ora chiama le aziende per aggiornare automaticamente dettagli utili come gli orari del negozio e le opzioni da asporto su Ricerca e Maps”. Google ha rivelato che nel 2020 “Duplex è stato utilizzato per apportare più di tre milioni di aggiornamenti ad aziende come farmacie, ristoranti e negozi di alimentari che sono stati visti oltre 20 miliardi di volte in Maps e nella Ricerca”.
Cosa aspettarci nel 2021 di Google
L’articolo si chiude con qualche valutazione su quello che possiamo attenderci nei prossimi mesi sul fronte della Ricerca. Innanzitutto, gli occhi sono già puntati verso maggio e la partenza della Google Page Experience, ma ancor prima dovrebbe debuttare, come detto, “la modifica dell’indicizzazione dei passaggi”.
Inoltre, a marzo si completerà lo switch del mobile-first index che, pur non essendo tecnicamente “una modifica dell’algoritmo di classificazione, potrebbe portare cambiamenti di classificazione basati su modifiche all’indicizzazione” delle pagine.
Ma Barry Schwartz ci consiglia di “aspettarci di più: altri core update, per cui è necessario creare contenuti e siti web che sopravvivono a questi aggiornamenti; altri progressi nella comprensione della lingua e delle query; altre modifiche alla Ricerca, con l’obiettivo di migliorare la pertinenza”.
In definitiva, consiglia l’autore, “aspettati e persino abbraccia il cambiamento, perché questo è ciò che i SEO sanno fare meglio: adattarsi e anticipare il cambiamento”.