Google My Business: riconoscere e risolvere 5 problemi comuni

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In origine non era così complesso: ai suoi esordi, Google My Business (GMB) era una semplice scheda che compariva nelle SERP di ricerca includendo una ragione sociale, un indirizzo, un numero di telefono e un URL del sito web. Nel corso degli anni, però, lo strumento si è evoluto notevolmente e oggi i profili GMB sono molto più densi e robusti, oltre che cruciali per la local SEO, perché mostrano davvero tutto ciò che un’attività ha da offrire e permette ai brand di distinguersi dai concorrenti che trascurano GMB nella propria strategia di marketing.

Uno strumento più ricco, ma anche più complesso

Le varie funzionalità e miglioramenti hanno anche reso l’utilizzo di Google My Business molto più complesso per gli utenti, sostiene Sherry Bonelli su Search Engine Journal, che elenca in un articolo i cinque problemi comuni con Google My Business riscontrati dagli utenti e indica i metodi per risolverli.

Esempio di profilo Google My Business

Quando si verificano problemi con i profili GMB, spiega la Google My Business Silver Product Expert, le correzioni possono essere più complesse, sfumate e spesso possono creare confusione. Anche se Google ha stabilito delle linee guida su quando, se e come le aziende possono rappresentare le proprie attività su Google My Business – e ha dedicato una guida all’apertura del profilo GMB – le difficoltà restano comunque numerose, perché spesso le persone “si prendono la libertà di interpretare queste indicazioni e possono causare spam ed elenchi fraudolenti”, oppure subire la sospensione di schede di attività commerciali o incappare in altri problemi nel corso della gestione di GMB.

Come fronteggiare competitor spammy o falsi

Come nel mondo SEO, anche nell’ambito GMB il primo problema riguarda la presenza di risultati spam, uno dei fronti di lotta più ostici per Google.

Che si tratti di una scheda di attività commerciale totalmente falsa o di un nome di attività commerciale pieno di parole chiave, questi tipi di violazioni delle regole possono causare danni a molte persone, sia per gli utenti che per altre attività commerciali locali.

Ma ci sono modi per combattere lo spam GMB, dice Bonelli, e a volte basta semplicemente sfruttare il pulsante “suggerisci una modifica”, presente in fondo alla scheda.

Ad esempio, se vediamo un’attività commerciale che contiene parole chiave in eccesso, possiamo fare clic sul link “Suggerisci una modifica” e impostare una modifica al nome dell’attività per eliminare le keyword aggiuntive.

Richiesta di modifiche o reclami a Google

Dopo aver apportato le modifiche suggerite a nome, indirizzo, orari o altre sezioni della scheda GMB, Google esaminerà i nostri suggerimenti; a volte, questo intervento avrà effetto quasi immediatamente, ma a volte può richiedere del tempo e, in alcuni casi, potrebbe anche non essere accettato, e quindi le legittime modifiche suggerite potrebbero non essere effettivamente apportate da Google.

In questo caso – e se un’azienda sta violando palesemente le regole, ad esempio mostra un indirizzo di casa sul proprio profilo GMB, si tratta di un’azienda di lead generation o di un’attività esclusivamente online – potrebbe essere utile compilare il Business Redressal Complaint Form, un modulo di “reclamo” molto più formale che richiede maggiori informazioni da parte del sottoscrittore, che deve indicare precisamente quali sono le violazioni e quali attività ne sono interessate.

Inoltre, è anche possibile caricare file e immagini che aiutano a sostenere i motivi per cui l’attività è in violazione, e ad esempio aggiungere screenshot, fotografie, rapporti di investigatori privati o file audio. In genere, sono necessarie circa due settimane prima che Google agisca sul modulo di riparazione/spam.

Cosa fare se il profilo viene sospeso

Niente è più preoccupante che vedere un avviso di sospensione nella dashboard GMB: sono molti i motivi per cui le schede di Google My Business vengono sospese e la maggior parte sono legittime.

Profilo sospeso su GMB

Quindi, anche se pensiamo di lavorare in modo da non infrangere le regole, è probabile che stiamo violando i Termini di servizio (TOS) di Google My Business, o altrimenti il profilo non sarebbe stato sospeso.

Secondo l’esperta, a volte si possono verificare delle coincidenze che possono attivare una sospensione – ad esempio, apportare troppe modifiche al tuo annuncio in una volta sola – ma di solito non è difficile identificare qual è esattamente la regola violata, esaminando attentamente il profilo e le linee guida di Google.

Un caso di violazione delle linee guida di GMB

Per far comprendere questo punto, Bonelli cita il caso di un “imprenditore in preda al panico che ha pubblicato un post sulla sua sospensione nel Forum di assistenza di Google My Business”, definendo la sospensione “senza motivo” e chiedendo il supporto della community.

In realtà, basta solo “scavare un po’ più a fondo” per comprendere chiaramente perché l’elenco è stato sospeso: in origine, il titolare dell’attività aveva indicato come indirizzo commerciale il suo indirizzo di casa, una pratica espressamente vietata da Google.

L’utente ha spiegato che successivamente aveva cambiato l’indirizzo del profilo GMB nell’indirizzo dell’ufficio “satellite”, che è semplicemente un ufficio virtuale Regus, un’altra pratica non ammessa dalle linee guida GMB.

Chi imposta come indirizzo un ufficio virtuale o condiviso, deve mostrare a Google prove di:

  • Aver preso in affitto un ufficio esecutivo dedicato.
  • Impiegare dipendenti presenti in ufficio durante l’orario di lavoro stabilito.
  • Avere foto di segnaletica stradale permanente con il nome dell’attività.
  • Avere foto o video dell’ingresso dell’ufficio con segnaletica eccetera.

Cause di sospensione del profilo GMB

L’autrice ha scoperto che questo imprenditore utilizzava l’indirizzo di un ufficio virtuale semplicemente cercando l’indirizzo fisico su Google, e quindi – anche se non pensava di violare le linee guida GMB – in realtà era in errore e la sospensione era meritata.

Come reagire a un profilo sospeso

Se il profilo GMB viene sospeso, non bisogna comunque farsi prendere dal panico: come detto, il primo step è leggere attentamente le linee guida di Google My Business per cercare di identificare le violazioni commesse e determinare, in primo luogo, se la nostra attività è idonea ad avere un profilo GMB.

Alcune aziende semplicemente non si qualificano affatto per un profilo GMB, ricorda Bonelli, come, tra le altre, proprietà in affitto o in vendita (case vacanza, case modello o appartamenti sfitti), società o agenti di generazione di lead o servizi in una sede di cui non si è proprietari o che non si ha diritto di rappresentare.

Dopo aver identificato i potenziali problemi e verificato che l’idoneità dell’attività, bisogna poi risolvere eventuali problemi con la scheda e quindi compilare una richiesta di reintegro (una sola alla volta).

L’assistenza di Google My Business avrà bisogno di tempo per esaminare le informazioni inviate, che devono spiegare in modo chiaro i problemi risolti e fornire una prova della legittimità dell’attività, caricando foto di:

  • Segnaletica aziendale permanente, sia all’esterno che all’interno dell’edificio.
  • Una foto del veicolo aziendale per le SAB (Service Area Business).
  • Una foto di una copia della licenza commerciale.
  • La registrazione presso gli enti di governo aziendale-

In sostanza, bisogna dimostrare a Google di essere un’azienda reale e legittimamente idonea per una scheda GMB, ricordando che un profilo GMB non è dovuto, ma è uno strumento che Google mette a disposizione delle attività qualificate.

Come affrontare una recensione negativa di un ex dipendente

A nessuno piace ricevere recensioni negative, ma sappiamo anche quanto i feedback siano importanti per dare forza al brand; una situazione spiacevole avviene quando un ex dipendente scrive una recensione negativa sull’azienda in GMB.

Questo in realtà viola le linee guida sul conflitto di interessi delle norme sui contenuti inviati dagli utenti di Google e quindi, se incappiamo in tale inconveniente, possiamo contrassegnare la recensione come inappropriata accedendo alla dashboard GMB; se questa non viene rimossa, possiamo anche contattare l’assistenza di Google My Business.

In qualità di imprenditore, bisogna dimostrare che la persona abbia lavorato per l’azienda ma Google non può accettare alcuna informazione personale (documenti delle risorse umane, record di cronologia lavorativa, copia del badge identificativo, ecc), e quindi sarà necessario presentare a Google una prova social pubblica che la persona sia stato effettivamente un ex dipendente, come ad esempio uno screenshot del profilo LinkedIn che riporta l’esperienza in azienda o un post sui social media in cui menziona il suo impiego o il licenziamento.

Come riappropriarsi dell’attività su GMB

Può capitare di dimenticare i propri dati di accesso a GMB ed è anche possibile che qualcun altro – oltre al titolare di un’attività – rivendichi quella scheda GMB. Quindi, come si può recuperare la proprietà della scheda dell’attività se qualcun altro l’ha rivendicata?

Per prima cosa, spiega l’autrice, bisogna collegarsi a https://google.com/business e cliccare su Gestisci ora: dopo aver eseguito l’accesso, vedremo tutte le proprietà GMB in gestione (e sarà possibile anche aggiungere un’altra location).

Se non abbiamo ancora schede di Google My Business attive nell’account, dobbiamo digitare il nome dell’attività di cui siamo proprietari o per cui dobbiamo ottenere i diritti di gestore e, una volta trovato l’elenco, ci appariranno alcune opzioni.

Se la scheda è già stata rivendicata, vedremo l’email parzialmente nascosta utilizzata per rivendicare la scheda – un suggerimento per chi ha dimenticato quale indirizzo email ha usato per richiedere il profilo GMB dell’attività – e quindi basta accedere con quell’account a GMB per gestire il profilo.

Se l’email non è familiare, significa che qualcun altro ha rivendicato la scheda dell’azienda: potrebbe essere stato un ex dipendente, un’agenzia di marketing digitale assunta o anche uno sconosciuto casuale, e pertanto bisogna rivendicare la proprietà del profilo per riportarlo nelle mani appropriate e legittime.

Cliccando su Richiedi accesso, Google sottopone alcune domande su chi siamo, sul rapporto con l’azienda e sul tipo di accesso desiderato (tra gestione o proprietà) e, a modulo compilato con le informazioni richieste, invia una mail alla persona che attualmente detiene la proprietà della scheda GMB, che ha sette giorni per rispondere alla richiesta di proprietà o gestione.

  • Se il proprietario attuale non risponde, potremo entrare e rivendicare la scheda.
  • Se la richiesta di proprietà viene approvata, riceveremo un’email di notifica e potremo gestire la scheda nella dashboard GMB.
  • Se la richiesta viene rifiutata, possiamo presentare ricorso o verificare l’affiliazione con la scheda dell’attività commerciale, avviando il processo per dimostrare la proprietà della scheda.

Come correggere un post rifiutato

Di tanto in tanto, un Google My Business Post viene rifiutato e compare un avviso rosso che segnala il problema.

In genere, i post vengono rifiutati a causa del contenuto, delle foto e video utilizzati o se l’attività si trova in un’area di argomenti “sensibili”; altre volte, sono le parole all’interno del post ad attivare un rifiuto del post, perché rientrano nell’elenco di parole “offensive” di Google.

La prima cosa da fare in questi casi è riformulare il testo in modo più generico e non includere parole o immagini sensibili.

Inoltre, fino a qualche tempo fa era lecito includere il numero di telefono o l’URL di un sito web nel corpo di un post, ma ora Google sta rifiutando molti post con numeri di telefono o URL – e quindi, se li abbiamo inseriti, è bene provare a toglierli e ripubblicare il post.

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