Un po’ più tardi rispetto a quanto probabilmente programmato, almeno per i tempi a cui ci eravamo abituati negli ultimi anni, ma ecco che arriva la rinfrescata primaverile all’algoritmo di ricerca di Google. Nella serata del 4 maggio, alle 21.52 ora italiana, è infatti partito il May 2020 Core Update, la cui azione si completerà entro le prossime due settimane.
Nuovo aggiornamento di Google: May 2020 Core Update
Anche questa volta, seguendo lo schema avviato lo scorso anno, l’aggiornamento algoritmico di Google è stato anticipato dal canale ufficiale su Twitter della compagnia: alle 20.29 Danny Sullivan – la firma dietro l’account @searchliaison – ha infatti annunciato il rilascio dell’update e il nome scelto, che rispetta la struttura stabilita (banalmente: unione di mese, anno e definizione della tipologia di aggiornamento, ovvero core update).
Posizioni in calo dopo l’aggiornamento? Cosa fare per recuperare
Inoltre, la voce pubblica di Google rimanda anche a un articolo per ricordare a webmaster, professionisti SEO e in generale a chi lavora sui siti come rispondere a un aggiornamento dell’algoritmo del motore di ricerca. Volendo sintetizzare, se il nostro sito perde posizioni dopo un update non si tratta di una penalizzazione mirata né dell’effetto di qualche errore, ma di un rimescolamento generale delle classifiche che Google fa alla luce di nuove interpretazioni che dà a query, search intent e SERP.
Insomma, ciò che possiamo fare è rimboccarci le maniche e metterci a studiare le nuove SERP, capire quindi cosa sta premiando ora il motore di ricerca e quali sono i contenuti che individua come migliori, e provare a ri-orientare le nostre pagine alla luce di queste informazioni per provare a risalire.
Cosa aspettarsi dall’update dell’algoritmo di Google
Negli ultimi anni, come dicevamo più su, Google ha mantenuto una tempistica abbastanza regolare per il rilascio di questi grandi aggiornamenti generali dell’algoritmo, che arrivano in pratica su base trimestrale (e stagionale, se vogliamo). Il May 2020 Core Update è il secondo dell’anno – dopo il January 2020 Core Update rilasciato a metà gennaio (di cui abbiamo analizzato anche gli effetti più immediati sulle classifiche) – e secondo i commentatori statunitensi potrebbe esser stato leggermente ritardato a causa del Coronavirus.
Gli obiettivi dei broad core update di Google
Questa tipologia di update – che interessa in pratica l’algoritmo generale della Ricerca di Google – è progettata per produrre effetti ampiamente evidenti nei risultati di ricerca in tutti i Paesi e in tutte le lingue.
Per i siti, significa che ci potrebbero essere forti scossoni nei posizionamenti, con cali o picchi di salite a seconda dei contesti e delle valutazioni.
In genere, i cambiamenti nelle classifiche di ricerca sono un riflesso della pertinenza dei contenuti alla luce delle nuove interpretazioni date ai vari parametri/fattori; per questo, se un contenuto acquisisce rilevanza beneficerà di una spinta in alto, oppure scenderà se per Google ha perso il focus rispetto al search intent (perché, appunto, saranno premiati siti concorrenti maggiormente a fuoco).
In pratica, tutti i contenuti – vecchi e nuovi – devono essere rivalutati rispetto ai criteri precedentemente usati e questo potrebbe generare le tradizionali oscillazioni di ranking.
Google Update e Coronavirus: attesa forte volatilità
Il May 2020 Core Update parte in un momento contestuale piuttosto delicato per tutto il mondo, la lotta al Covid-19 che sta facendo sentire i suoi effetti anche sul mercato digitale e sulle ricerche organiche, come sappiamo. Gli analisti SEO si aspettano che questo “primo aggiornamento al tempo della pandemia” possa essere particolarmente volatile proprio perché si inserisce in un quadro che è già complesso per i siti.
Già a fine aprile, ad esempio, Barry Schwartz su Seroundtable aveva segnalato fluttuazioni sulle SERP statunitensi e parlava di un possibile aggiornamento algoritmico minore, e in generale a marzo e ad aprile abbiamo assistito – anche sulle nostre classifiche – a molti movimenti sussultori causati anche dalla frenesia del mondo offline e dai cambiamenti, progressivi e rapidissimi, del search behaviour degli utenti.
Lo stesso Danny Sullivan, in un precedente tweet, aveva rivelato che “Google Search non ha mai visto così tante ricerche per un singolo argomento continuare per un periodo prolungato come sta accadendo ora con il COVID-19”, spiegando anche che lo stesso motore di ricerca ha quindi dovuto adattarsi alla realtà e cercare di offrire risposte migliori e adeguate.