Sono una risorsa in forte ascesa, su cui concentrare assolutamente la propria attenzione, ma a quanto pare c’è ancora del lavoro di informazione da fare: torniamo a parlare di dati strutturati, perché in questi giorni c’è stato un intervento diretto di Google per spiegare e chiarire a cosa servono e perché implementarli sul sito. E il ranking non c’entra…
Un messaggio controverso sui dati strutturati
Il caso è scoppiato quando Rebecca Eisenberg ha postato su Twitter uno screen di un messaggio ricevuto in Google Search Console che segnalava un “top warning”: la foodblogger ha lanciato un sito che “non partecipa alla cultura della dieta”, ma secondo il tool di Google l’assenza dell’indicazione delle calorie nelle ricette è un problema che può compromettere le prestazioni del sito nella Ricerca.
Eisenberg ha probabilmente sovra-interpretato il messaggio, perché nel suo tweet scrive che Google le sta dicendo che “se non abiliti il conteggio delle calorie nella scheda delle ricette, il sito non apparirà nei risultati di ricerca”, ma ad ogni modo il tema ha scatenato varie reazioni nella comunità SEO, costringendo Danny Sullivan a intervenire per chiarire la situazione.
I dati strutturati non servono per il ranking
Il Google’s public @searchliaison ha scritto un thread su Twitter per risolvere l’incomprensione e spiegare in maniera esaustiva l’utilità e il senso stesso dei dati strutturati. Sullivan scrive che “è sorta una preoccupazione che fossero necessarie informazioni sulle calorie per includere o posizionare bene le ricette nella Ricerca Google”, ma specifica subito che non è così.
Per la precisione, “dati strutturati come questo non hanno alcun impatto sul posizionamento nella ricerca web” e “i proprietari di contenuti possono fornire dati strutturati come un modo opzionale per migliorare i loro elenchi di pagine Web”.
Ancora una volta, poi, sottolinea che i dati strutturati non hanno alcun impatto sulla classifica, e “usarli può semplicemente aiutare le pagine che si classificano bene a sembrare più interessanti per i potenziali visitatori”.
Il markup può attivare feature interessanti per gli utenti
Nel caso specifico dei siti a tema food, Sullivan dice che “fornire il dato sulle calorie delle ricette attraverso dati strutturati permette di visualizzare questa informazione nella scheda del risultato di ricerca del sito”. Ma l’esempio fornito mostra anche che ci sono molti siti che non hanno implementato questo markup o che non usano per nulla dati strutturati.
Al di là dell’elenco in SERP, Google Search usa i dati strutturati per attivare alcune “special feature”, come i carousel o altri rich result, ma anche nel caso specifico dei caroselli di ricette le informazioni sulle calorie non sono un requisito obbligatorio per attivare la funzione.
Comunicazione poco chiara in Search Console
In conclusione del thread, Sullivan torna al fulcro del problema sollevato da Rebecca Eisenberg, ovvero il messaggio di warning ricevuto in Search Console: questo “free tool è disegnato per aiutare chi produce contenuti a ottenere risultati migliori in Search, offrendo anche consigli su possibili interventi migliorativi o potenziali sviste o errori sulle pagine”. Quello dell’assenza delle informazioni sulle calorie è un “messaggio standard” che effettivamente può apparire poco chiaro, perché non indica in maniera precisa che si tratta di un suggerimento opzionale e non di un “obbligo”.
Per questo, il Googler annuncia che il team revisionerà il testo e la formulazione dei messaggi di avviso per renderli più efficace e chiaro, per non creare involontariamente nuove preoccupazioni e soprattutto per raggiungere lo scopo ultimo del servizio, ovvero aiutare i produttori di contenuti a comprendere le opportunità che stanno mancando.