Sappiamo che i fattori di ranking su Google sono circa duecento, più o meno ufficiali e noti: ma quali sono i più importanti, quelli che hanno maggior peso e determinano davvero il posizionamento di un sito sul motore di ricerca? In attesa di una (improbabile) uscita pubblica di Google (da cui comunque qualche indiscrezione ogni tanto traspare, come le parole di Gary Illyes o i consigli di Martin Splitt), è un sondaggio di SparkToro a rivelare quali sono i segnali più importanti secondo la percezione stessa dei SEO specialist di tutto il mondo.
Un sondaggio sui fattori di ranking
I risultati di questa campagna sono stati resi noti da Rand Fishkin nelle scorse settimane e – premettiamolo – non rivelano nulla di particolarmente nuovo o sconvolgente, ma sostanzialmente confermano alcuni dei pilastri su cui si concentrano le classiche campagne di ottimizzazione SEO: contenuti, backlink, keyword… Ad ogni modo, è comunque interessante leggere quali sono le convinzioni più radicate nel nostro ambiente, per integrare eventualmente le strategie future con qualche tattica diversa.
Il sondaggio è stato condotto nel corso del mese di agosto 2019 e ha visto il coinvolgimento di 1584 professionisti nel campo dell’ottimizzazione per i motori di ricerca, a cui è stato chiesto di condividere le loro opinioni sull’uso e sul merito di vari input nei sistemi di classificazione di Google.
Fattori fissi o variabili in base alla query?
La prima domanda è stata per così dire esplorativa, perché è stato chiesto agli intervistati se ritenessero che i fattori di ranking fossero fissi nel sistema di ponderazione dell’algoritmo di Google o se il loro peso dipendesse in base alla query. In larga parte (circa due terzi dei partecipanti), i professionisti propendono per la seconda ipotesi, ritenendo che Google abbia un’ampia varianza nel misurare gli input di classifica in base alle parole utilizzate nella query.
È chiaro che questo rende l’analisi dei sistemi di classificazione molto più impegnativa, poiché un segnale potrebbe essere molto importante per una serie di query e relativamente meno centrale per un’altra, e quindi anche la classifica dei fattori va interpretata come un’indicazione di massima. Ad ogni modo, queste sono le risposte che arrivano dalla comunità SEO internazionale rispetto ai fattori fondamentali per il posizionamento su Google.
Il contenuto è il fattore principale per il ranking
Al primo posto tra i fattori ritenuti prioritari c’è la “rilevanza complessiva del contenuto onpage“, indicato come l’elemento a cui Google attribuisce più importanza per la classificazione; segue la “qualità di siti e pagine che offrono backlink” (che conferma l’importanza della link building), e sul terzo gradino del podio troviamo “l’utilizzo di parole e frasi rilevanti per la query”, ovvero la gestione delle keyword e delle keyword research.
Gli altri segnali importanti per posizionarsi su Google
Altri fattori che si ritiene possano avere un peso notevole per il ranking sono: EEAT percepita del dominio e delle pagine, sito mobile friendly, uso di parole chiave con exact match, quantità e varietà di siti linkanti, accuratezza del contenuto e notizie con fatti reali (un elemento su cui Google sta spingendo molto, come testimonia il nuovo update che privilegerà i report originali), la link authority dell’host domain e la velocità di caricamento.
Secondo gli analisti, esiste un prevedibile consenso relativo ai principali fattori di classificazione, mentre altri elementi fanno registrare un maggiore disaccordo: ad esempio, alcuni professionisti SEO ritengono che fattori come l’uso delle parole chiave nel domain name e l’età del sito Web possano avere una forte influenza, mentre altri pensano che abbiano poco o nessun impatto.
Come valutare Google AMP e accuratezza dei contenuti
Più interessante è il disaccordo su altri elementi, come l’utilizzo di Google AMP e la “accuratezza dei contenuti con fatti accettati” che, secondo SparkToro, sono fattori utilizzati da Google a seconda delle situazioni e delle query. Per l’uso di AMP, ovviamente, il discrimine è la modalità di navigazione, perché da dispositivi mobile tale strumento può far la differenza, mentre da desktop è lecito pensare che abbia un peso minore. L’accuratezza invece dipende dal topic dei contenuti, e ha un impatto soprattutto per query di tipo YMYL, mentre potrebbe essere meno rilevante in altri contesti.
Le tendenze future della SEO e di Google
Oltre che cercare di interpretare il presente, il sondaggio ha chiesto agli esperti (o sedicenti tali…) anche un parere sulle tendenze che potrebbero avere il maggior impatto sulla SEO nei prossimi tre anni. L’elemento che viene percepito come più probabile è l’apertura di Google a più siti verticali concorrenti direttamente agli editori, i progressi tecnologici nel campo del machine learning e dell’intelligenza artificiale applicati al Web, l’incremento della tendenza zero clic searches su Google, l’impatto delle ricerche vocali e così via.
Le considerazioni di Rand Fishkin
In conclusione, l’articolo riporta alcune considerazioni di Rand Fishkin in persona, che si sofferma a valutare alcune delle principali tendenze emerse dal sondaggio. Innanzitutto, per la prima volta dopo anni il contenuto ha sopravanzato i link e le parole chiave come “fattore di ranking” percepito da chi lavora on the field, anche a riprova del grande lavoro compiuto da Google nella comprensione dei contenuti per soddisfare il search intent.
Sorprende, poi, l’assenza delle anchor text dei link nella top ten dei segnali, mentre al contrario facilità di utilizzo da dispositivi mobile e velocità di caricamento hanno un peso percepito superiore alle aspettative del fondatore di Moz. Sul fronte delle tendenze, infine, Fishkin si dice scettico sull’impatto delle ricerche vocali, mentre si aspetta che Google possa apportare cambi significativi ai suoi sistemi anche a causa delle varie inchieste che stanno portando avanti diverse sezioni del governo degli Stati Uniti, anche se forse questi effetti potrebbero concretizzarsi oltre i tre anni della domanda.