Eseguendo l’analisi delle keyword può capitare di imbattersi in parole chiave dal volume di ricerca medio mensile pari a 0, che però mostrano anche metriche interessanti per keyword difficulty e keyword opportunity: oggi cercheremo di capire perché può essere utile focalizzarsi su queste keyword, per ottenere risultati forse imprevisti e aprirsi a nuove nicchie di mercato.
Inserire le keyword a basso volume nella strategia
In genere, si ritiene che l’obiettivo massimo di una keyword research sia individuare delle parole chiave ad alto volume medio di ricerca, utili alle conversioni e con un basso livello di competizione in SERP (quello che noi in SEOZoom identifichiamo con i parametri di Keyword Difficulty e Keyword Opportunity), che rappresentano delle fonti eccellenti di traffico organico.
In realtà, però, è raro riuscire davvero a trovare queste parole chiave così speciali e comunque, in ogni strategia SEO, non bisogna trascurare l’importanza della diversificazione, come consiglia anche questo articolo di Jessica Foster su Search Engine Land.
Per quanto il volume di ricerca alto sia un fattore allettante, ignorare keyword a basso volume potrebbe essere un errore SEO che fa perdere al sito potenziale traffico organico e che blocca la sua crescita in settori ancora poco competitivi. Anche un SEO poco esperto è in grado di leggere le metriche e lanciarsi su una key da 20mila ricerche mensili medie, ma solo i più accorti e capaci riescono a imporsi in nicchie meno competitive ma valide e remunerative.
Quali sono le keyword a volume basso o zero
Vediamo gli esempi in pagina: esistono infinite parole chiave che hanno volumi di ricerca bassi o addirittura pari a 0 secondo SEOZoom (e quindi secondo Google): questo accade per vari motivi, ma il più interessante per le nostre strategie è quando gli utenti non hanno ancora pensato di utilizzare questi termini. Una situazione frequente nelle nicchie di mercato molto piccole o per brand nuovi di cui le persone non hanno ancora sentito parlare.
È in parte quello che abbiamo descritto parlando della teoria delle keyword long tail da includere in una strategia SEO: scegliere parole chiave più rare consente di intercettare un pubblico più profilato e potenzialmente più interessato, di trovare topic con concorrenza inferiore e di creare potenzialmente contenuti più facili da posizionare rispetto a quelli con keyword secche o troppo generiche.
Inoltre, come diceva Totò “è la somma che fa il totale”: individuare una serie di parole chiave a basso volume correlate e riuscire a inserirle in modo ottimizzato in un contenuto può generare un effetto moltiplicatore ai risultati. Solo perché una keyword fa 10 ricerche mensili non significa che il traffico sia solo quello, perché si possono intercettare altre parole chiave e sommarle in modo strategico.
L’alto valore delle parole chiave a basso volume
Una strategia di keyword research che non trascuri i bassi volumi offre il vantaggio e l’opportunità unica di scoprire termini che sono estremamente pertinenti per il target del sito e sui quali i competitor ancora non hanno operato. Quindi, anche se potrebbero non portare un forte afflusso di utenti al mese (anche se sappiamo conosciamo le differenze nel monitoraggio del traffico organico tra le stime di SEOZoom e le rilevazioni di Google Analytics), in questo modo ci sono migliori probabilità di classificarsi in SERP per quel termine e convertire quel piccolo numero di utenti in clienti.
Di contro, saltare completamente le parole chiave a basso volume potrebbe provocare conseguenze negative e far perdere al sito traffico vicino alla conversione, ma anche lasciare ai concorrenti la possibilità di intercettare quel target.
Perché è utile concentrarsi sulle keyword a 0 volume
Oltre che per anticipare la concorrenza e recuperare più traffico, concentrare la strategia SEO sulle parole chiave a basso volume presenta anche altri vantaggi: innanzitutto, come accennato, permette di focalizzare i topic su contenuti più pertinenti per il pubblico di destinazione e quindi potenzialmente più adatti a spingere gli utenti a conversione.
Per quanto riguarda le conversioni, poi, in genere queste parole chiave consentono di migliorare il ROI perché possono compensare facilmente il costo del lavoro necessario per la realizzazione o l’ottimizzazione del contenuto. Grazie a questa strategia, poi, è possibile capitalizzare su quelle specifiche parole chiave più transazionali che attirano un target pronto e ben disposto ad acquistare un prodotto, richiedere o iscriversi a un servizio.
Ancora, individuare e intercettare keyword con volume 0 può servire a creare interesse intorno a una nicchia di mercato ancora recente o piccola, e a moltiplicare il potenziale di traffico del sito creando contenuti che possono posizionarsi contemporaneamente per una varietà più ampia di parole chiave a basso volume.
Come scegliere le keyword a volume 0 utili per la SEO
Ad ogni modo, non tutte le keyword 0 sono valide e utili per la SEO e c’è bisogno di competenza ed esperienza per riconoscere quelle sulle quali vale la pena concentrare la propria strategia. Il primo passo è individuare le famiglie di parole da basso volume che, messe insieme, possano dare i risultati migliori per un contenuto, consentendo di raggiungere i risultati prima descritti.
Gli aspetti da valutare sono il livello di concorrenza e l’ottimizzazione delle pagine dei competitor in SERP (ancora una volta, possiamo usare SEOZoom per visualizzare immediatamente i dati di KD e KO), la pertinenza delle keyword rispetto al sito e al target di destinazione, il search intent collegato alla parola chiave (e il potenziale di conversione che nasconde). Se realizzando un contenuto efficace ottimizzato per una key a volume basso o 0 si riesce a convertire anche un solo utente pagante, lo sforzo sarà stato ricompensato immediatamente.
Ottimizzare i contenuti con liste di keyword a basso volume
In determinati casi è proprio la scrittura a far la differenza, perché creando un articolo interessante, utile e “di qualità” è possibile riuscire a posizionare le pagine e aumentare la brand awaraness e la consapevolezza del prodotto o servizio offerti. Un metodo è scegliere come target queste semplici parole chiave in pagine dedicate, creando contenuti solidi e lavorando per una buona SEO on page, con l’obiettivo a medio-lungo termine di diventare pertinenti per le parole chiave ad alto volume e alta competizione.
In questo modo, quando gli utenti cercano una determinata parola chiave correlata al loro problema o alla loro esigenza, possono incidentalmente imbattersi nei nostri contenuti: si tratta di lanciare un seme e far comprendere che quel prodotto o servizio potrebbe essere una soluzione al loro problema.
Le keyword a basso volume, in definitiva, nascondono un potenziale davvero utile per la SEO: riuscire a mettere a punto una strategia mirata, che studi le SERP, l’audience e le varianti di parole chiave, può dare una spinta positiva al sito e dare risultati sia in termini di traffico che di conversioni.