Report SEO: cos’è, a cosa serve e come farlo

Produrre risultati tangibili è solo il primo passo nella gestione della SEO: spesso la vera sfida è dimostrarli. È qui che i report SEO dimostrano la loro utilità per tradurre dati complessi in informazioni strategiche immediatamente utilizzabili, fornendo contesto, spiegazioni e obiettivi a parametri come il traffico organico, la crescita delle keyword o il rendimento delle pagine, che altrimenti rischiano di restare semplici numeri. Saper costruire un report efficace significa proprio andare oltre i numeri per raccontare una storia: quella dei risultati ottenuti, delle sfide da affrontare e delle opportunità all’orizzonte. È uno strumento operativo e strategico per capire, comunicare e decidere; e, soprattutto, è l’elemento che consente di dimostrare con oggettività a colleghi, clienti o stakeholder l’impatto del lavoro svolto. La vera forza di questi documenti risiede nella loro capacità di rendere visibile ciò che accade “dietro le quinte” di una strategia SEO, ma l’equilibrio tra il monitoraggio continuo e la presentazione dei risultati non è banale. Districarsi tra metriche, grafici e tendenze senza un metodo consolidato equivale spesso a perdersi in un mare di dati, e senza la giusta cura nel creare un sistema di reporting efficace tutto il lavoro in interventi di ottimizzazione, contenuti ben studiati e strategie mirate potrebbe essere sottovalutato o, peggio, ignorato. Insomma, nella SEO non si può lasciare spazio all’intuizione non supportata dai dati e ogni decisione richiede un fondamento solido. Andiamo allora ad approfondire che cos’è un report SEO, come costruirlo in modo efficace e scegliere i KPI essenziali per rispondere alle esigenze del progetto o cliente, fino ad analizzare come e perché uno strumento strutturato per organizzare la reportistica, come SEOZoom, può trasformare un processo faticoso in un’operazione strategica.

Che cos’è un report SEO

Un report SEO è un documento analitico e strategico che raccoglie, organizza e interpreta dati chiave legati al rendimento di un sito web nei motori di ricerca. È progettato per offrire una chiara comprensione delle performance del progetto, evidenziando risultati specifici e tendenze da monitorare. Con informazioni strutturate e interpretabili, il report SEO permette di prendere decisioni informate per perfezionare le strategie esistenti e pianificare le prossime azioni in modo consapevole.

Fare un report SEO non è mai stato così facile
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Sebbene il formato e la complessità possano variare a seconda degli obiettivi e del destinatario, tutti i report SEO condividono un obiettivo di base: trasformare numeri e dati grezzi in insight utili a migliorare posizionamento, visibilità e conversioni di un progetto online.

Tecnicamente, un report SEO è uno strumento operativo che sintetizza informazioni provenienti da diverse fonti di dati, come Google Analytics, Google Search Console o strumenti avanzati come SEOZoom, in un formato comprensibile e utile. Raccoglie parametri misurabili – come il traffico organico, il posizionamento delle keyword strategiche e l’andamento delle conversioni – per creare una rappresentazione completa dello stato di salute del sito web.

Non si tratta solo di verificare metriche, ma di comprenderne appieno il significato nel contesto del progetto: il report SEO deve fornire risposte a domande essenziali come “Quanto il mio sito sta performando rispetto agli obiettivi?”, “Dove ci sono opportunità di miglioramento?”, “Quali keyword stanno guidando realmente i risultati?”. Il suo valore, dunque, non è solo descrittivo, bensì predittivo e decisionale, il che lo rende uno strumento indispensabile sia per chi gestisce la strategia SEO sia per chi ne valuta i risultati, come clienti o stakeholder.

L’origine del termine report SEO

L’utilizzo del termine “report” in ambito SEO riflette la sua funzione originaria: riportare e comunicare risultati. Derivato dal verbo inglese “to report”, che significa riferire o comunicare informazioni, il termine si identifica nell’idea di organizzare dati in un formato leggibile e significativo. Nella SEO, il concetto di report va oltre il semplice atto di raccogliere numeri: è un processo che trasforma i dati in racconti analitici, capaci di guidare strategie specifiche.

Un report SEO collega ciò che avviene all’interno del sito (performance di contenuti, ottimizzazioni tecniche) con l’ambiente esterno (posizionamenti organici, comportamento dell’audience, link building). Questa funzione di mediazione tra l’osservazione e l’azione strategica si riflette nella sua natura di “rapporto operativo”, un vero e proprio ponte tra l’analisi e le decisioni implementative che ne derivano.

Quali sono le componenti essenziali di un report SEO

Un report SEO strutturato si articola in una serie di sezioni interconnesse che rispondono a domande cruciali per il successo di un progetto online. Ogni componente fornisce uno specifico contributo alla valutazione complessiva, consentendo di ottenere un quadro completo ma dettagliato. Ecco i principali elementi di un report SEO, che definiscono la sua struttura e ne determinano l’efficacia:

  1. Traffico organico

Il traffico generato dai motori di ricerca è uno degli indicatori principali della visibilità del sito. Analizzare il volume di utenti che arrivano al sito tramite risultati organici consente di capire se le strategie SEO stanno raggiungendo il pubblico target. Questa sezione include:

  • Numero totale di sessioni organiche nel periodo di riferimento.
  • Analisi delle variazioni rispetto a periodi precedenti (per esempio, settimana su settimana o mese su mese).
  • Identificazione dei picchi o cali di traffico e analisi delle possibili cause, come campagne SEO, aggiornamenti algoritmici o stagionalità.

 

  1. Posizionamento delle keyword

Monitorare le posizioni delle parole chiave strategiche è essenziale per valutare se il sito sta migliorando la sua visibilità nei risultati di ricerca. Questa sezione evidenzia:

  • L’elenco delle keyword principali e il loro posizionamento attuale.
  • Le variazioni di ranking rispetto al periodo precedente (per esempio, nuove keyword entrate in prima pagina, keyword uscite dalle prime posizioni).
  • Opportunità per nuove keyword o cluster tematici da sviluppare sulla base delle tendenze osservate, anche in termini di stagionalità.

 

  1. Conversioni

Il traffico da solo non basta: bisogna capire come l’utente interagisce con il sito e quante di queste interazioni si trasformano in azioni di valore, come acquisti, iscrizioni o richieste di informazioni. In questa parte del report vengono analizzati:

  • I tassi di conversione per il traffico organico.
  • Le pagine principali che generano conversioni e il percorso utente che porta a queste azioni.
  • Eventuali colli di bottiglia che potrebbero ostacolare il processo di conversione, come contenuti non chiari o problemi di usabilità.

 

  1. Backlink

I link in entrata sono un elemento fondamentale per determinare l’autorità di un sito agli occhi di Google. Un’analisi dettagliata del profilo backlink fornisce insight preziosi sia sulla quantità che sulla qualità dei collegamenti. Gli aspetti chiave di questa sezione includono:

  • Numero totale di backlink e domini di riferimento acquisiti nel periodo.
  • Distribuzione tra link “follow” e “nofollow”.
  • Identificazione di link tossici o di bassa qualità che potrebbero penalizzare il sito.

 

  1. Salute tecnica del sito

Un sito performante è alla base di qualunque strategia SEO efficace. Questo capitolo del report analizza elementi di SEO tecnica potenzialmente critici per il posizionamento, tra cui:

  • Velocità di caricamento delle pagine e rispetto delle metriche dei Core Web Vitals.
  • Errori rilevati, come pagine non indicizzate, errori 404 o problemi di struttura dei dati.
  • Ottimizzazione per dispositivi mobili, un fattore sempre più rilevante ai fini del ranking.

Tutte queste componenti, ben organizzate e collegati tra loro, trasformano un semplice archivio di numeri in uno strumento pratico ed efficace per migliorare il rendimento di un sito web. La vera forza di un report SEO è la sua capacità di unire aspetti tecnici, analisi comportamentali e valutazioni strategiche in un unico documento, rendendo chiari e misurabili i risultati di ogni azione intrapresa.

Perché fare un report SEO

Di norma, i SEO report sono usati per informare clienti, colleghi o stakeholder sulle performance di un sito sui motori di ricerca, per evidenziare i frutti del lavoro di ottimizzazione SEO e valutare i cambiamenti di ranking nel tempo. Inoltre, sono una’ottima opportunità per mostrare – dati e grafici alla mano – i risultati del lavoro eseguito sul progetto, rafforzare le relazioni lavorative e aggiornare i clienti che pagano per i servizi sui progressi delle attività di consulenza.

Più in generale, un report ben organizzato e strutturato è simile a un SEO audit e quindi permette di identificare immediatamente i punti di forza, le debolezze e il potenziale inespresso del sito, così da impostare il percorso di ottimizzazione sul medio-lungo periodo e puntare al successo, in termini di traffico organico e conversioni.

Allargando l’analisi, nel digital marketing ogni azione ha bisogno di una misurazione precisa per valutare l’impatto e orientare le prossime mosse: il report SEO si colloca esattamente in questo scenario, fungendo da strumento indispensabile per chiunque gestisca attività di ottimizzazione sui motori di ricerca. Oltre a tracciare le performance, è un mezzo per identificare opportunità, quantificare i risultati ottenuti e comunicare con efficacia il valore del proprio lavoro, fondamentale quindi in un’epoca in cui i dati guidano le decisioni.

A chi serve il report SEO

Un documento ben strutturato e realizzato offre quindi una base oggettiva per l’analisi con altri soggetti, eliminando soggettività e fraintendimenti. Di più: senza un report chiaro si rischia di far perdere di vista gli obiettivi e di compromettere la capacità di reagire ai cambiamenti degli algoritmi o dei mercati.

Ma a chi serve prioritariamente questo strumento? In linea di massima, il report SEO non ha un pubblico universale, ma è progettato per rispondere alle diverse esigenze di chi opera o investe nel mondo digitale. Non è solo uno strumento di analisi tecnica, ma anche un mezzo di comunicazione che permette di allineare obiettivi e risultati tra tutte le parti coinvolte.

Per un SEO specialist rappresenta uno strumento quotidiano per monitorare l’efficacia delle sue strategie e individuare miglioramenti tecnici o contenutistici; le agenzie, invece, utilizzano i report per mantenere allineati i propri team interni e per dimostrare ai clienti i progressi raggiunti, valorizzando il lavoro svolto in progetti complessi.

Dal punto di vista delle aziende, e in particolare per i team di marketing o per i manager, il report diventa un riferimento cruciale per comprendere il valore degli investimenti nella SEO rispetto agli obiettivi aziendali. Per i consulenti freelance, infine, è un’opportunità per costruire una relazione di fiducia con il cliente, oggettivando il proprio contributo in modo chiaro.

Quando e con quale frequenza bisogna creare un report SEO

La frequenza della reportistica SEO varia in base alla natura del progetto, agli obiettivi fissati e alle esigenze del destinatario, e dipende anche dal livello di priorità della SEO all’interno del progetto e dalla necessità dei destinatari di avere aggiornamenti rapidi sui progressi compiuti.

Per le aziende B2C, dove i cambiamenti del mercato e i volumi di traffico sono spesso più dinamici, un report mensile rappresenta una prassi consolidata, utile a garantire un monitoraggio costante delle performance stagionali o promozionali.

Al contrario, per i progetti B2B, dove i cicli di vendita sono più lunghi e il traffico tendenzialmente più stabile, è spesso sufficiente un aggiornamento bimestrale o trimestrale, soprattutto se si vogliono analizzare cambiamenti strutturali o di lungo periodo. Nei casi di campagne SEO appena avviate, indipendentemente dal settore, può essere utile produrre report settimanali o ogni due settimane, in modo da identificare velocemente eventuali criticità tecniche o verificare l’efficacia delle prime azioni intraprese.

Le decisioni che derivano dal report SEO

Il vero valore di un report SEO risiede nella sua capacità di tradurre numeri e analisi tecniche in azioni concrete e orientate ai risultati. Lo abbiamo detto: è qualcosa in più di un elenco di dati da leggere, perché offre anche una “chiave interpretativa” per capire quali interventi possano migliorare le prestazioni del sito. Ogni insight contenuto nel report può guidare decisioni operative, come l’ottimizzazione di una pagina con alto potenziale di traffico, la risoluzione di errori tecnici che penalizzano il ranking o lo sviluppo di nuovi contenuti basati su keyword emergenti.

Le decisioni informate dal report possono spaziare dalle modifiche tattiche – come aggiornare un meta tag poco performante – fino alla pianificazione di strategie a lungo termine, come avviare una campagna di link building per rafforzare l’autorità del dominio. In questo senso, il report SEO non è mai un punto di arrivo, ma piuttosto un punto di partenza che collega i dati alla strategia e la strategia all’azione. È l’elemento che trasforma i risultati passivi in un’occasione per evolvere e crescere nel competitivo mondo dei motori di ricerca.

Le caratteristiche di un report SEO efficace

Con la crescita dell’interesse verso il mondo di Internet è aumentato anche il numero di aziende o professionisti che “promettono” di realizzare SEO report o che, addirittura, mettono a disposizione dei SEO report template per chi invece è intenzionato a eseguire l’analisi per i propri clienti. La difficoltà, come spesso in questo settore, è cercare di capire quali sono le caratteristiche che rendono un documento buono ed efficace: sintetizzando, possiamo dire che un report SEO di qualità deve fornire indicazioni sintetiche sui dati chiave del progetto, sulle variazioni di traffico e posizionamento delle parole chiave, sulle performance generali, analizzando le metriche del dominio, il traffico organico e i ranking.

SEO Report online, i parametri chiave da valutare

In linea di massima, i più diffusi SEO report tool mostrano alcuni parametri “fissi”, che bisogna capire per poter poi analizzarli correttamente e intervenire di conseguenza per migliorare il sito. Come accennato, il primo dato che viene evidenziato è quello del numero di volte nelle quali utente ha visitato il sito web che, unito alle visualizzazioni delle pagine, consente di conoscere il valore tra pagine e sessione, ovvero la media del numero di pagine viste in una singola sessione utente. Questo valore ha una rilevanza concreta: se un visitatore naviga all’interno del sito e si sofferma su più pagine porta benefici a tutto il progetto, perché i motori di ricerca attribuiscono a questo comportamento un alto valore di reputazione – motivo per cui è importante anche una corretta gestione dei link interni, uno dei metodi per incuriosire l’utente e spingerlo ad aumentare la sua permanenza sul sito, un altro elemento che, in aggiunta all’alto numero di pagine/sessione, può aiutare a ottenere una buona classificazione perché comunica al motore di ricerca che quel contenuto merita attenzione e riserva utilità per le persone.

Altri valori che si possono scoprire in queste analisi sono la frequenza di rimbalzo (come noto, la percentuale delle visite di una sola pagina, e dunque il tasso di visitatori che si sofferma su un singolo articolo o pagina del proprio sito), da valutare sempre insieme al tempo di permanenza dell’utente, ma soprattutto le prestazioni dettagliate delle parole chiave nelle pagine per le quali il sito è indicizzato, utili per capire i risultati più remunerativi e per correggere eventualmente la strategia.

Quali KPI includere in un report SEO efficace

Partendo da zero, un report SEO efficace si riconosce non solo per la chiarezza nella presentazione, ma anche per la scelta accurata dei Key Performance Indicator, che permettono di misurare il progresso delle attività di ottimizzazione nei motori di ricerca e di valutare l’efficacia delle strategie implementate.

Tuttavia, non tutti i KPI hanno la stessa rilevanza in ogni contesto: per ottenere risultati davvero utili, è essenziale selezionare quelli più pertinenti agli obiettivi del progetto, che contribuiscano davvero a costruire un quadro analitico che aiuta a misurare, comprendere e agire.

  1. KPI di base: traffico, posizionamenti e conversioni

Le metriche fondamentali di un report SEO ruotano intorno a tre pilastri principali: il traffico organico, i posizionamenti delle keyword e le conversioni. Questi KPI offrono una panoramica immediata sulle performance del sito nei motori di ricerca e sul ritorno delle strategie applicate.

Il traffico organico misura quante sessioni del sito web derivano dai risultati di ricerca non a pagamento, fornendo un’indicazione diretta della visibilità e dell’interesse generato dai contenuti. È importante monitorare non solo il volume generale delle sessioni, ma anche la loro distribuzione per keyword o per pagine, in modo da individuare eventuali punti di forza o debolezze.

Il CTR (Click Through Rate), o percentuale di clic, è un altro parametro cruciale: calcola la proporzione di utenti che cliccano su un risultato del sito rispetto al numero di volte in cui è stato mostrato nelle SERP. Un CTR basso può indicare problemi nei tag title o nelle meta description, punti facilmente migliorabili per attrarre più visite.

Il posizionamento delle keyword, invece, valuta dove si collocano le parole chiave individuate come strategiche rispetto ai concorrenti. È particolarmente utile per capire se le ottimizzazioni stanno portando benefici e quali keyword richiedono ulteriori sforzi di miglioramento.

Infine, il conversion rate, ossia la percentuale di utenti che compiono un’azione desiderata (come un acquisto, la compilazione di un modulo o la registrazione a una newsletter), è il cuore pulsante del report. È il KPI più strettamente collegato agli obiettivi di business, perché traduce l’efficacia delle strategie SEO in risultati concreti per il sito.

Per una corretta misurazione di questi KPI l’ideale è stabilire un confronto temporale con periodi precedenti (mese su mese o anno su anno), così da analizzare trend e variazioni e isolare eventuali anomalie.

  1. KPI avanzati: esperienza utente e aspetti tecnici

Un report SEO completo ed efficace include metriche avanzate che valutano la qualità dell’esperienza utente (UX) e la salute tecnica del sito. Questa categoria di parametri non solo impatta il ranking, ma influenza direttamente la percezione degli utenti e il loro comportamento sul sito.

I Core Web Vitals, introdotti da Google come fattore di ranking (seppur molto “sottile”), monitorano tre elementi cruciali dell’esperienza utente: Largest Contentful Paint (LCP), che misura quanto rapidamente viene visualizzato il contenuto principale di una pagina; Interaction to Next Paint (INP), che calcola la reattività del sito; Cumulative Layout Shift (CLS), legato alla stabilità visiva dei contenuti durante il caricamento. Un punteggio basso su uno di questi parametri può indicare problemi tecnici o di progettazione che richiedono interventi immediati.

La velocità di caricamento delle pagine è un’altra metrica spesso sottovalutata ma fondamentale sia per la SEO che per la UX: un sito lento non solo penalizza il ranking, ma aumenta la probabilità che l’utente abbandoni la navigazione. Strumenti come PageSpeed Insights aiutano a identificare colli di bottiglia e suggeriscono soluzioni specifiche.

La frequenza di rimbalzo fornisce poi una visione sulla qualità delle interazioni: un alto bounce rate può suggerire che una pagina non risponde alle aspettative degli utenti o non soddisfa adeguatamente il loro intento di ricerca. Anche in questo caso, il contesto è essenziale per interpretare il dato: non tutte le pagine devono necessariamente trattenere l’utente a lungo se l’informazione è stata efficace e immediata.

Non meno importanti sono i dati tecnici relativi alla crawlability del sito: errori come pagine non trovate (404) o risorse non indicizzabili limitano fortemente la capacità del sito di ottenere visibilità. La verifica della struttura del sito e l’identificazione di questi ostacoli permettono di liberare il pieno potenziale del progetto.

Come scegliere i KPI in base al progetto

Non tutti i KPI hanno la stessa rilevanza in ogni progetto: la selezione dei parametri da monitorare deve essere strettamente legata agli obiettivi specifici e alle caratteristiche del sito. Ad esempio, un eCommerce potrebbe focalizzarsi principalmente su conversion rate e valore medio degli ordini, mentre un blog editoriale darà maggior peso al tempo di permanenza medio e al numero di nuovi visitatori.

La scelta dei KPI dipende anche dallo stato del progetto  In una fase iniziale di una strategia SEO, l’attenzione sarà probabilmente rivolta a metriche come il posizionamento delle keyword e l’indicizzazione delle pagine, dato che l’obiettivo primario sarà migliorare la visibilità. Una volta che il traffico è stabilizzato, invece, i KPI legati all’engagement e alle conversioni assumono un ruolo centrale.

È importante, inoltre, evitare di includere troppi KPI in un unico report: un eccesso di dati può confondere i destinatari e distogliere l’attenzione dai parametri davvero significativi. Un approccio efficace consiste nel costruire report personalizzati in base al destinatario: per un cliente o stakeholder non tecnico, un report chiaro e sintetico focalizzato su pochi indicatori chiave sarà più efficace di un documento complesso e dettagliato.

Infine, ricordiamoci che il valore dei KPI non sta solo nel leggerli, ma nel tradurli in azioni concrete, miglioramenti tecnici e nuovi obiettivi strategici che rendano il progetto SEO sempre più performante.

Come realizzare un report SEO efficace

Ma passiamo agli aspetti pratici.

Abbiamo detto che creare un report SEO efficace significa trasformare i dati grezzi in uno strumento chiaro, comprensibile e soprattutto utile per guidare decisioni strategiche. Ma come si fa in concreto?

La costruzione di un report richiede metodo, attenzione ai dettagli e una conoscenza approfondita delle metriche che contano di più per il progetto. Non basta, infatti, raccogliere informazioni: il vero valore del report è la sua capacità di comunicare i risultati in modo che siano azionabili, senza perdersi nei tecnicismi o trascurare il focus strategico.

La preparazione: raccolta e organizzazione dei dati

La prima fase per realizzare un report è la raccolta accurata e organizzata dei dati rilevanti, in cui si pongono le basi per creare un documento solido e ben strutturato. Ogni dato incluso nel report deve rispondere a una domanda o fornire un’informazione critica per il progetto. La preparazione segue tre passaggi essenziali:

  1. Identificare gli obiettivi del progetto

Prima di iniziare a raccogliere dati, è fondamentale chiarire perché stiamo creando il report. Stiamo monitorando una campagna appena avviata? Vogliamo dimostrare al cliente un aumento di traffico e conversioni? Oppure stiamo cercando di identificare criticità tecniche e migliorie possibili? La definizione degli obiettivi consente di selezionare i KPI giusti, evitando di includere metriche irrilevanti o dispersive.

  1. Selezionare i migliori strumenti disponibili

Una volta definiti gli obiettivi, è necessario scegliere gli strumenti più adatti alla raccolta dei dati. Google Analytics fornisce informazioni precise sul comportamento degli utenti, le sorgenti di traffico e le conversioni. Google Search Console, invece, è indispensabile per monitorare il posizionamento delle keyword, le impressioni, il CTR e per diagnosticare problemi tecnici come errori di indicizzazione. Strumenti come SEOZoom aggiungono un ulteriore livello d’analisi, offrendo ad esempio insight avanzati su parole chiave, backlink e andamento del traffico organico. Importante è verificare che tutti gli strumenti siano configurati correttamente per raccogliere dati affidabili.

  1. Organizzare i dati in sezioni facilmente comprensibili.

Dopo la raccolta, i dati devono essere categorizzati in sezioni chiare e coerenti. Dividere le informazioni in macrocategorie (come performance organica, analisi tecnica e keyword) aiuta a rendere il report leggibile e utilizzabile. Ogni sezione deve rispondere a uno specifico insieme di obiettivi, consentendo al lettore di orientarsi facilmente e di accedere immediatamente alle informazioni più significative.

Come strutturare il report

La struttura del report è decisiva per la sua utilità. Un documento male organizzato rischia di confondere i lettori e di far perdere di vista i risultati più rilevanti. Seguire un approccio strategico nella costruzione del report garantisce che l’analisi sia chiara ed efficace.

  1. Divisione delle sezioni principali.

Un report ben costruito si articola in sezioni distinte, ciascuna dedicata a un aspetto specifico della SEO. Le quattro sezioni principali che non dovrebbero mai mancare in un report sono:

  • Performance organica: in questa parte si analizzano i volumi di traffico organico, le fonti e il comportamento degli utenti. Fornire un’analisi temporale aiuta a evidenziare trend positivi o flessioni da investigare.
  • SEO tecnica: qui vengono evidenziati dati relativi alla salute del sito, come errori 404, velocità di caricamento, Core Web Vitals e problemi di indicizzazione.
  • Parole chiave e ranking: una panoramica delle keyword più performanti e delle variazioni nei posizionamenti. È utile evidenziare i termini entrati in cima ai ranking e quelli in difficoltà, riportando eventuali implicazioni sulle strategie.
  • Engagement e conversioni: i tassi di conversione, le interazioni e i comportamenti degli utenti collegati all’azione chiave del progetto (ad esempio, acquisti o iscrizioni).

 

  1. Uso di tabelle e grafici chiari

Tabelle sintetiche e grafici ben progettati sono strumenti indispensabili per visualizzare dati complessi. Ad esempio, un grafico a linee può mostrare l’andamento del traffico organico settimana per settimana, mentre una tabella può fornire dettagli sui ranking delle keyword principali. Il valore aggiunto di questi elementi grafici è la loro capacità di trasmettere informazioni in maniera immediata e intuitiva.

  1. Aggiunta di note esplicative

Molti report possono risultare complessi per lettori meno esperti. Per questo è fondamentale accompagnare le sezioni tecniche con note interpretative o commenti esplicativi. Ad esempio, se una pagina ha registrato un alto bounce rate, aggiungere una nota che lo colleghi a specifici problemi di contenuto o tecnici farà sì che il dato non resti puro numero ma diventi un’informazione utile.

Adattare il report alle esigenze del cliente

Non tutti i report devono essere uguali: il messaggio e la complessità delle informazioni presentate dipendono fortemente dal destinatario. Adattare il report consente di comunicare in modo efficace e di soddisfare le esigenze specifiche del cliente o del team interno.

Un report creato per un eCommerce, ad esempio, dovrebbe focalizzarsi sulle metriche legate alle vendite, come il tasso di conversione e il rendimento delle schede prodotto. Per un sito editoriale, invece, è più importante dare risalto ai volumi di traffico, al tempo medio sulle pagine e alla distribuzione delle sessioni per argomenti o cluster tematici.

Anche il livello tecnico del cliente gioca un ruolo cruciale. Per uno stakeholder non esperto, il report dovrebbe essere sintetico e concentrarsi sui risultati principali, magari accompagnato da commenti narrativi che spieghino il significato dei numeri. Al contrario, un team SEO interno ha bisogno di un livello di dettaglio più elevato, con sezioni dedicate agli errori tecnici, allo stato dei backlink o al progresso delle ottimizzazioni on-page.

Infine, il report dovrebbe sempre essere personalizzabile: costruire un modello base flessibile che possa essere adattato alle richieste del cliente o agli sviluppi del progetto si rivela essenziale per gestire richieste specifiche. Ad esempio, un cliente potrebbe richiedere un focus esclusivo sulla SEO locale per analizzare il posizionamento nelle mappe di Google, oppure il monitoraggio dettagliato di una campagna di link building. Offrire questa flessibilità non solo migliora la comunicazione, ma rafforza anche il valore percepito del lavoro svolto.

Manuale o automatizzato: le modalità di creazione di un report SEO

La creazione di un report SEO può seguire due approcci distinti: quello manuale, che richiede un lavoro diretto di raccolta ed elaborazione dei dati, e quello automatizzato, che sfrutta strumenti e piattaforme specializzate per semplificare il processo. Ogni metodo ha vantaggi e limiti, ma la scelta tra l’uno e l’altro dipende principalmente dal progetto, dalle risorse disponibili e dagli obiettivi da raggiungere. Comprendere come funzionano queste modalità è fondamentale per adottare quella più adatta alle proprie esigenze.

Come fare un report SEO manuale

Il processo manuale consiste nel raccogliere, interpretare e organizzare i dati provenienti da più fonti per poi presentarli in un formato strutturato. È un’opzione che, pur richiedendo tempi più lunghi, offre un controllo diretto su ogni dettaglio del report, consentendo una personalizzazione mirata.

Il primo passo è l’esportazione dei dati. Gli strumenti più utilizzati per questo scopo includono Google Search Console e Google Analytics, che forniscono metriche essenziali come il traffico organico, le sorgenti di traffico, il comportamento degli utenti e le performance delle parole chiave. Questi dati possono essere esportati in formati come CSV o Excel, che rendono più semplice elaborarli successivamente. Ad esempio, l’esportazione dal modulo “Risultati di ricerca” di Google Search Console consente di ottenere un elenco completo delle query che generano traffico, con dettagli su impressioni, clic e posizione media.

A questo punto si passa all’elaborazione dei dati in un foglio di calcolo, come Microsoft Excel o Google Sheets. In questa fase, i dati grezzi vengono organizzati, filtrati e incrociati tra loro, creando tabelle e insiemi di informazioni utili a descrivere le performance del progetto. Ad esempio, si possono unire i dati del traffico organico con i ranking delle keyword, identificando le query che contribuiscono maggiormente alle conversioni.

Infine si procede alla creazione di grafici e sintesi dei dati, il cuore del report manuale. Grafici a linee per evidenziare l’andamento del traffico organico, tabelle per classificare le keyword per performance e barre per rappresentare i tassi di conversione sono strumenti visivi che semplificano la comprensione delle informazioni. Le sintesi testuali aggiunte ai grafici aiutano a contestualizzare i numeri e a trasformarli in insight azionabili.

Sebbene richieda competenze di analisi e un po’ di pratica, il metodo manuale offre l’opportunità di comprendere intimamente ogni aspetto del progetto, rendendolo ideale per chi vuole apprendere a fondo il funzionamento dei dati SEO.

Report SEO automatizzati: il vantaggio della tecnologia

L’automazione ha rivoluzionato il modo di creare report SEO, offrendo una soluzione rapida, precisa e adattabile alle esigenze di progetti complessi. Gli strumenti di SEOZoom, ad esempio, consentono di generare report completi in pochi clic, eliminando la necessità di raccogliere e organizzare manualmente enormi quantità di dati. Il vero vantaggio risiede nella capacità di risparmiare tempo e mantenere standard qualitativi elevati.

Nell’approccio automatizzato il processo inizia con la configurazione degli strumenti di reportistica integrata, che eliminano il rischio di errori comuni nell’elaborazione manuale e garantiscono che i numeri siano aggiornati e sempre validi. Questo approccio di solito consente anche di automatizzare l’aggiornamento dei report, con invii preprogrammati via email per fornire ai clienti o al team aggiornamenti settimanali o mensili. I report vengono generati includendo tabelle, grafici e sezioni esplicative pronte per essere condivise. Grazie all’integrazione dei dati con piattaforme come Google Analytics e Search Console, è possibile unificare metriche provenienti da più fonti, creando una visione d’insieme completa senza dover incrociare manualmente le informazioni.

Un altro valore aggiunto dell’automazione è la possibilità di tracciare trend su periodi estesi, in modo da confrontare performance attuali con quelle di mesi precedenti, identificando fluttuazioni stagionali o correlazioni tra azioni SEO e risultati.

Cosa conviene: manuale o automatizzato?

La scelta tra un approccio manuale o automatizzato dipende profondamente dalle circostanze specifiche del progetto, dalle risorse disponibili e dagli obiettivi principali. Ogni metodo presenta pro e contro che vanno attentamente ponderati.

Il report manuale è indicato in situazioni in cui è necessario esplorare dettagli precisi o costruire un documento altamente personalizzato. Ad esempio, per un cliente con esigenze particolari o che richiede report fortemente specifici, un approccio manuale consente di modellare ogni aspetto del documento in base ai suoi obiettivi. Questo metodo è anche ideale in contesti educativi o nei primi passi di un’attività SEO, dove è utile analizzare i dati in modo approfondito per costruire una conoscenza solida del progetto.

Discorso diverso per i report automatizzati, che rappresentano la scelta migliore per progetti complessi, con grandi volumi di dati o con scadenze frequenti. L’automazione riduce drasticamente i tempi e minimizza il rischio di errori, permettendo di concentrarsi sull’interpretazione e sull’implementazione delle strategie. Per un’agenzia SEO che gestisce più clienti o per un consulente che deve inviare aggiornamenti su base regolare, strumenti automatizzati come SEOZoom diventano indispensabili, garantendo precisione, chiarezza e capacità di integrazione dei dati.

In realtà, le due modalità possono anche essere combinate. Si può partire da un report automatizzato per raccogliere i dati fondamentali, per poi personalizzarlo manualmente con analisi o sintesi contestuali. Questo approccio ibrido consente di ottenere il meglio da entrambi i metodi, adattandosi facilmente alle diverse richieste progettuali.

Come fare un report SEO con SEOZoom

Nel lavoro SEO la reportistica rappresenta un passaggio cruciale per dimostrare i risultati ottenuti, individuare criticità e orientare le prossime strategie. SEOZoom rende questo processo accessibile, veloce e altamente personalizzabile, offrendo una serie di strumenti dedicati per creare report completi e su misura in pochi passaggi.

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Report SEO perfetti in un clic
Analisi complete, layout personalizzati e invii automatici: con SEOZoom la reportistica diventa semplice e professionale

Dagli aggiornamenti automatici alla personalizzazione dell’intestazione, SEOZoom consente non solo di analizzare i dati del proprio sito, ma anche di confezionare documenti chiari da condividere con clienti o colleghi senza sacrificare la qualità e la precisione tecnica.

Con funzionalità come gestione dei report personalizzata, quick audit e opzioni di analisi focalizzate su singole keyword, URL o domini, SEOZoom si adatta a qualsiasi necessità del progetto e garantisce massima flessibilità.

I SEO report tool di SEOZoom: quattro diverse modalità per la reportistica

Nell’area “Report” del menu laterale di SEOZoom si trova tutto ciò che serve per creare, gestire e visualizzare documenti di analisi completi. Gli strumenti disponibili offrono diverse opzioni per soddisfare esigenze specifiche, da analisi rapide a report approfonditi:

  • Gestione Report è la funzionalità specifica per creare, impostare e gestirereport personalizzati con vari widget e dati della suite.
  • Quick Audit genera un documento autogenerato che combina analisi SEO tecniche e consigli operativi, ideale per chi deve valutare velocemente un sito e identificare subito eventuali criticità.
  • Analisi keyword, URL o dominio sono report focalizzati su specifici elementi del sito con tutte le informazioni pertinenti, come volumi di ricerca, posizionamenti, traffico stimato e backlink associati. La flessibilità di queste funzioni le rende particolarmente utili per interventi mirati o per approfondire aspetti specifici del progetto.
  • Time Machine, che permette di analizzare variazioni su base temporale, come cambiamenti nel ranking delle keyword o nelle performance delle pagine. Sebbene non sia parte della reportistica diretta, rappresenta uno strumento estremamente utile per arricchire i documenti con analisi retrospettive e identificare trend significativi.

Inoltre, dalle impostazioni del Progetto è possibile attivare Monitoraggio Keyword Progetto, una funzione che permette di ricevere via mail una sintesi settimanale dell’andamento delle sole keyword monitorate.

Ciò significa, quindi, che la piattaforma offre numerosi strumenti per fotografare l’andamento di un sito e delle sue componenti principali, consentendo a ogni utente di realizzare dei report SEO personalizzati e adatti a ogni tipo di esigenza. Ognuna di queste opzioni è pensata per offrire il massimo controllo sui dati e rendere la reportistica uno strumento strategico per comunicare il valore del proprio lavoro.

Gli strumenti per i report: Quick audit e Report pdf per documenti veloci da scaricare

Prima di scoprire la strada lunga per creare dei report SEO ufficiali e ben strutturati, vediamo gli strumenti veloci della piattaforma che consentono di scaricare file pdf con le metriche principali di monitoraggio del sito in analisi.

Modello Report PDF

Lanciando l’analisi di un dominio, di un URL o di una keyword, infatti, possiamo notare la presenza di un pulsante “PDF” sulla destra della barra alta: cliccandoci, otterremo subito un documento che racchiude le informazioni chiave visualizzate nella schermata di SEOZoom con i dati delle tabelle relative alla tipologia di scansione eseguita, come ad esempio il grafico dell’andamento, il numero totale di keyword posizionate, il monitoraggio del traffico mensile, il valore stimato del traffico e la Zoom Authority, e poi ancora il confronto temporale, la panoramica sui backlink e così via. Quando analizziamo una singola parola chiave, invece, il documento pdf mostra l’analisi della keyword e degli intenti, valori di Keyword difficulty, keyword opportunity, volumi medi di ricerca, stagionalità, l’ultima SERP, composizione della pagina di Google, tabelle con domande correlate e così via.

Questa serie di Report PDF sono una sorta di SEO Audit rapido, personalizzabile e completo, con cui è possibile mostrare, dati e grafici alla mano, i risultati del lavoro eseguito sul progetto e i progressi delle eventuali attività di consulenza e ottimizzazione SEO.

Come impostare report rapidi con SEOZoom

Oltre dall’analisi diretta, sono disponibili anche dal menu laterale di SEOZoom con lo stesso funzionamento: l’unica differenza è che dobbiamo selezionare prioritariamente la keyword, la pagina web o il dominio da analizzare, poi impostare le preferenze sull’intestazione del documento e finalmente ottenere in pochissimi secondi il report dettagliato in PDF desiderato, che possiamo scaricare o inviare via mail.

Schermata Quick Audit

È ancora più specifica la funzione Quick Audit, che aggiunge ulteriori informazioni a quelle appena descritte: si tratta di un’analisi veloce del sito web, con indicazioni testuali e “spiegazioni” sui dati SEO del sito, consigli di ottimizzazione, spunti di miglioramento e analisi avanzata dei competitor individuati dalla suite. Disponibile anche in Analizza sito web, questo documento autogenerato unisce le informazioni di analisi SEO del sito attraverso tabelle e dati a indicazioni testuali utili alla comprensione dei valori mostrati.

C’è poi come detto un altro strumento utile, Monitoraggio Keyword Progetto, che è una funzione attivabile dalle impostazioni del Progetto con cui è possibile impostare l’invio automatizzato via mail di un report di sintesi settimanale dell’andamento delle sole keyword monitorate per ogni sito inserito a progetto.

Come realizzare il report SEO con SEOZoom

Se abbiamo necessità di strutturare un documento di analisi SEO da presentare a clienti, colleghi e stakeholder o da usare personalmente per studiare più approfonditamente il proprio progetto anche off-line, il riferimento migliore è l’area Gestione Report di SEOZoom.

Questa funzione consente di creare, gestire e personalizzare report completi, con le informazioni (e anche le grafiche) che meglio si adattano alle nostre esigenze. Attraverso un editor drag-and-drop possiamo selezionare widget con dati specifici, aggiungere note esplicative, personalizzare il template del SEO report dal punto di vista estetico e persino programmare invii automatici del documento in formato PDF.
Schermata del report SEOZoom
Le possibilità di personalizzazione si estendono anche al titolo, al numero di pagine e alle sezioni del documento, compreso il testo a corredo dei dati “nudi”, e per chi non volesse dedicarsi a questo compito si può anche scegliere un template da un report creato e salvato in precedenza, che viene archiviato ed è selezionabile dal menu a tendina. Completato il processo di creazione della struttura, si può lanciare l’esecuzione dell’analisi: se il sito è già inserito nei progetti dell’account di SEOZoom basta selezionarlo dall’elenco, in alternativa si può inserire un dominio a propria scelta. Quando il sistema ha concluso la scansione basta salvare il report in formato pdf sul proprio computer oppure decidere di inviare il file via mail, programmando anche la ripetizione dell’analisi con la frequenza temporale desiderata.

Un SEO report template personalizzabile e completo

La schermata presente all’apertura dello strumento rappresenta la prima pagina del documento, che è possibile personalizzare scegliendo tra i vari modelli di layout a disposizione per trovare la soluzione che sembra più valida, con possibilità come detto di importare anche un template già realizzato in un report precedente. Subito sotto si trovano le categorie Keyword – Monitoraggio – Pagine con gli specifici widget da inserire nel file pdf in semplice modalità drag & drop, per arricchire il report con grafici, tabelle e dati di SEOZoom per realizzare analisi SEO complete. In ultimo, la sezione “Elementi Pagina” consente di gestire degli aspetti legati alla presentazione del Report, e in particolare di inserire un titolo, un’immagine di copertina (che può essere il proprio logo ufficiale o quello del sito del cliente, ad esempio), delle immagini esplicative o vere e proprie caselle di testo che danno al documento la forma più adatta.

Esempio di personalizzazione di Report

In termini pratici, quindi, ogni utente ha facoltà di configurare ogni singolo widget con un semplice clic, fornendo a SEOZoom le indicazioni preferite per ottenere la visualizzazione più appropriata alle sue esigenze.

Dal punto di vista tecnico, SEOZoom consente di analizzare il sito sotto alcuni dei principali valori e indicatori; la prima area la possiamo definire SEO summary report, perché è una sintesi chiara e precisa della situazione attuale del progetto, e dunque volumi di traffico, visite, andamento nel tempo e così via. Le altre informazioni riguardano invece il SEO performance report, che è incentrato più precisamente sulle prestazioni del sito, e soprattutto il SEO position report e SEO rankings report, ovvero le perfomance delle parole chiave per le quali il sito è indicizzato. In questo senso, SEOZoom consente di analizzare le keyword monitorate in un progetto, le posizioni di una singola parola chiave, ma anche le key migliori o potenziali, quelle entrate nella SERP e in prima pagina e quelle, al contrario, uscite e così via, fino al focus sulle singole pagine del sito, in cui si possono ottenere riscontri circa l’andamento del traffico stimato nel tempo e sulle parole chiave migliori di quel singolo contenuto.

Guida dettagliata: creare un report completo con SEOZoom

Scendo ancora in dettagli pratici, fare un report efficace con SEOZoom è un processo lineare e ricco di possibilità di personalizzazione. La piattaforma guida l’utente attraverso passaggi chiari che consentono di ottenere un documento completo in pochi minuti, lasciando ampio margine per configurarlo in base alle esigenze.

Il primo passaggio consiste nell’accedere alla sezione Gestione Report dal menu laterale. Qui si trova l’elenco dei report precedentemente creati, con opzioni per modificarli, archiviarli o eliminarli. Una volta cliccato su “Crea Nuovo Report”, si apre una schermata di configurazione iniziale in cui è possibile:

  • Assegnare un nome al documento per identificarlo facilmente.
  • Programmare l’invio automatico via email, definendo destinatari e frequenza (ad esempio, settimanale o mensile).
  • Selezionare il sito da analizzare, scegliendo tra i progetti salvati o inserendo un dominio generico.

Una volta impostate queste caratteristiche di base si accede all’editor vero e proprio, pensato per strutturare il contenuto del report. La prima pagina rappresenta il layout introduttivo: è possibile scegliere tra diversi modelli grafici o importare un template utilizzato in precedenza. In questa fase si può aggiungere un logo personalizzato, ad esempio il proprio o quello del cliente, oltre a configurare l’immagine di copertina e il titolo del documento per assicurare coerenza visiva e professionalità.

Nella sezione successiva, l’attenzione si concentra sulla costruzione delle pagine del report. L’interfaccia drag-and-drop consente di selezionare widget specifici suddivisi per categorie principali:

  • Keyword: sezione dedicata all’analisi delle parole chiave, con dati sul posizionamento, le variazioni e il traffico generato. Qui è possibile evidenziare keyword che stanno trainando il traffico o segnalare opportunità di ottimizzazione.
  • Monitoraggio: focus sulle metriche generali di traffico, come le sessioni organiche, il comportamento degli utenti per dispositivo e le fonti di provenienza.
  • Pagine: dettagli sulle performance delle singole pagine, con metriche relative al traffico, alle keyword associate e ai backlink presenti.

Ciascun widget può essere personalizzato ulteriormente: un clic consente di selezionare parametri specifici, filtrare periodi temporali o perfezionare il layout grafico. Questa flessibilità permette di creare report con un focus mirato, adatti sia per analisi interne sia per presentazioni a clienti.

Per completare il documento, SEOZoom consente di aggiungere commenti esplicativi e immagini che arricchiscano le analisi, rendendole più comprensibili anche a destinatari meno esperti dal punto di vista tecnico. Ad esempio, è possibile aggiungere una breve descrizione accanto a un grafico di traffico organico per evidenziare trend specifici o problematiche emerse.

Una volta terminata la struttura, il report può essere salvato e generato in formato PDF, pronto per il download o l’invio via email. Per chi dispone di un piano da professional in su, inoltre, i report sono whitelabel: ciò significa che i documenti sono completamente brandizzabili, con possibilità di personalizzare intestazioni, loghi o dettagli specifici richiesti dal cliente.

Report SEO: FAQ, dubbi e suggerimenti

Un report SEO ben realizzato può diventare il nostro miglior alleato per analizzare performance, misurare l’efficacia delle strategie e comunicare il valore del lavoro svolto. Tuttavia, molti professionisti alle prime armi – o clienti interessati a capire di più – si pongono domande ricorrenti su come strutturare e utilizzare questo strumento al meglio. Questa sezione risponde in modo chiaro alle domande più comuni, provenienti dalle ricerche degli utenti e dalle necessità operative evidenziate durante progetti reali.

  1. Che cosa inserire in un report SEO?

Un report SEO dovrebbe sempre includere le metriche chiave utili per monitorare e valutare gli obiettivi del progetto. Le sezioni irrinunciabili per un report completo comprendono:

  • Traffico organico: indica la quantità di sessioni provenienti dai motori di ricerca, suddividendo il dato per pagine, keyword o dispositivi. È cruciale per capire il livello di visibilità del sito nel tempo.
  • Ranking delle keyword: una panoramica dettagliata sul posizionamento delle principali parole chiave, con eventuali variazioni rispetto ai periodi precedenti.
  • Performance delle pagine: include metriche come il comportamento degli utenti sulle singole pagine e il traffico generato.
  • Backlink: un’analisi quantitativa e qualitativa dei link in entrata per valutare la salute del profilo backlink e l’autorità del dominio.
  • Salute tecnica: evidenzia aspetti come velocità di caricamento, Core Web Vitals e problemi di indicizzazione.

Ogni report dovrebbe essere personalizzato in base al pubblico di destinazione, il che significa selezionare solo i dati rilevanti per il cliente o il team interno.

  1. Quanto tempo ci vuole per creare un report SEO?

Il tempo necessario per creare un report SEO dipende dal metodo scelto, dalla complessità del progetto e dagli strumenti utilizzati.

  • Report manuali: sono più laboriosi, poiché richiedono una raccolta puntuale dei dati da diverse piattaforme (esempio Google Analytics o Google Search Console) e successiva elaborazione manuale in fogli di calcolo o software di visualizzazione. In genere, un report accurato manuale può richiedere alcune ore di lavoro.
  • Report automatizzati: strumenti come quelli di SEOZoom riducono drasticamente i tempi di creazione. Per un report personalizzato e completo, inclusi grafici e layout estetico, possono bastare pochi minuti, con possibilità di programmare aggiornamenti ricorrenti in modo totalmente automatico.

In generale, l’automazione rappresenta una soluzione ideale per chi ha bisogno di report regolari o gestisce più progetti contemporaneamente.

  1. Quali sono i migliori strumenti per un report SEO?

Sono molte le piattaforme disponibili per creare report SEO, ognuna con funzionalità specifiche. Ecco una panoramica dei principali strumenti:

  • Google Analytics. Ideale per tracciare il comportamento degli utenti e monitorare le conversioni, fornendo dati precisi sulle sorgenti di traffico e sulle interazioni.
  • Google Search Console. Fondamentale per l’analisi del posizionamento delle keyword e per identificare eventuali problemi di indicizzazione o errori tecnici.
  • SEOZoom. Perfetto per realizzare report specifici su keyword, URL o domini e per generare documenti automatizzati con dati chiari e ben organizzati.

In base alla complessità e agli obiettivi del progetto, si può optare per l’integrazione di più strumenti per ottenere una visione completa e approfondita.

  1. Un report SEO è davvero utile?

Assolutamente sì. Un report SEO non è solo un documento, ma uno strumento operativo e strategico che permette di:

  • Dimostrare il valore del lavoro svolto: mostrando i progressi ottenuti, metriche alla mano, si rafforza il rapporto di fiducia con clienti o stakeholder.
  • Identificare opportunità e problemi: consente di analizzare cosa funziona e quali aspetti (tecnici, contenutistici o di ranking) richiedono interventi migliorativi.
  • Supportare le decisioni: ogni dato incluso in un report ben fatto offre la base per pianificare azioni strategiche mirate.
  • Contestualizzare i risultati: grazie alla comparazione con periodi precedenti, aiuta a valutare l’efficacia delle strategie attuate e a misurare il ROI degli investimenti SEO.

In definitiva, il report SEO amplifica la consapevolezza del lavoro svolto, rendendo evidente non solo cosa è stato fatto, ma anche perché è stato fatto.

  1. Come si presenta un report SEO ai clienti?

Presentare un report SEO ai clienti richiede un approccio mirato e comunicativo per garantire che i dati risultino chiari e comprensibili. Un report adatto ai clienti dovrebbe:

  • Essere sintetico ma completo, con un focus sui risultati più rilevanti per il loro business.
  • Includere spiegazioni contestuali che chiariscano il significato delle metriche e la loro relazione con gli obiettivi fissati.
  • Mostrare grafici e tabelle visivamente chiari, che rendano leggibili i dati anche ai non tecnici.
  • Evidenziare i successi raggiunti e suggerire i prossimi passi, valorizzando l’impatto delle strategie SEO sul loro progetto.

 

  1. Qual è la differenza tra un SEO report e un SEO audit?

Spesso i termini SEO report e SEO audit vengono confusi, ma si riferiscono a due strumenti differenti:

  • Un SEO audit è un’analisi dettagliata delle criticità tecniche, strutturali e contenutistiche di un sito, condotta per identificare problemi e suggerire azioni correttive.
  • Un SEO report si concentra invece sui risultati delle strategie SEO in atto, monitorando le performance e dimostrando l’efficacia degli interventi effettuati nel tempo.

Sebbene entrambi abbiano finalità di analisi, il report è più orientato al monitoraggio regolare e alla comunicazione dei progressi, mentre l’audit è specifico per l’individuazione di problemi iniziali o per revisioni straordinarie.

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