Il mercato online è sempre più competitivo: un’affermazione banale, ma anche una realtà inconfutabile. Questo significa che potenzialmente ogni giorno nascono nuovi competitor per i nostri progetti sul Web, che possono rappresentare delle minacce per il rendimento dei nostri siti e la riuscita delle nostre strategie. Certo, con i SEO tool possiamo studiare e analizzare le mosse di questi avversari, per spiare i competitor online, individuare i concorrenti organici o ottimizzare i nostri contenuti prendendo spunto da quelli meglio performanti e più rispondenti al search intent degli utenti, ma c’è anche qualche altra tecnica che può servire a raggiungere gli obiettivi di business che ci siamo prefissati.
Studiare i casi di successo SEO
Lo studio dei competitor online non può infatti prescindere dalla ricerca delle informazioni sulle tattiche SEO che hanno messo in pratica, sulle strategie che hanno funzionato e sui risultati raggiunti in settori affini: grazie a un thread su Reddit, oggi possiamo fornire proprio una serie di questi casi di studio di strategie di Search Engine Optimization che hanno funzionato e prodotto risultati concreti, raccontate proprio dai consulenti SEO che ne sono stati per così dire protagonisti, tra cui si nota il nome del Googler John Mueller.
Imparare le tattiche dei SEO
È stato il magazine seroundtable a evidenziare la risposta del Senior Webmaster Trends Analyst di Google, che ha in realtà sinteticamente accennato a quello che ritiene il suo più grande successo SEO: “Ho consigliato di rimuovere l’impostazione che ha aggiunto il noindex a tutte le pagine: erano piuttosto felici, a volte le cose buone arrivano da piccole checkbox“, ha scritto John Mueller.
La semplicità viene premiata
Il messaggio che fa passare tra le righe – in modo neppur troppo velato – il buon John Mueller è che spesso le cose basilari possono dare un forte impatto all’ottimizzazione di un sito, un concetto non troppo dissimile da quell’invito a una SEO semplice di cui abbiamo parlato nelle scorse settimane. A supporto di questa convinzione si è espresso anche un altro esperto SEO a noi piuttosto noto, Barry Schwartz, che ha a sua volta raccontato un’esperienza avuta alcuni anni fa nel corso della sua attività.
Piccoli interventi di SEO possono risolvere i problemi
Assunto da una grande azienda americana (rientrante nella classifica Fortune 500, che raggruppa le prime 500 imprese societarie statunitensi i cui bilanci sono disponibili pubblicamente, disposte in base al fatturato) per una consulenza su uno dei loro grandi siti, che non riusciva a ottenere posizionamenti di rilievo su Google, Schwartz ha impiegato circa 60 secondi per scoprire il problema (o almeno, quello più grande e impattante): il sito aveva un noindex, e nessuno dei 10 consulenti del team SEO aziendale se ne era mai accorto.
Su reddit i casi di successo SEO più clamorosi
Se questi sono due casi di successo SEO piuttosto borderline, è utile leggere anche le altre testimonianze fornite dai redditor che hanno animato il thread, che possono fornire spunti utili e modelli per le nostre strategie e per capire alcuni dei più frequenti errori SEO: ad esempio, l’ABGseo (un’agenzia di digital marketing specializzata nella SEO per attività locali) ha detto che gestisce la SEO per un azienda franchising di pizza con oltre 150 punti vendita in Canada. Il lavoro SEO ha portato alla realizzazione di 150 landing page “iper localizzate”, una per ogni località appunto, ed è riuscito a far posizionare tutti i siti per keyword come “pizza deals”, “pizza specials”, “best pizza in ____”, eccetera; in termini pratici, in sei mesi le vendite online sono aumentate di 1,3 milioni di dollari rispetto all’anno precedente, e tutte derivanti da traffico organico, senza includere le effettive vendite tradizionali in negozio.
Correzione di errori SEO
Il contributo di footinmymouth è altrettanto tecnico: tutto parte dal notare che Google continuava a indicizzare le pagine dei tag per un enorme sito di salute alternativa malgrado il disallow di robots.txt; ogni articolo, aggiunge il professionista SEO, aveva un solo blurb che era mostrato soltanto nelle tag pages e aveva un unico e pertinente header content aggiuntivo su ogni tag page. In questo caso, l’effetto dell’intervento di ottimizzazione si è concretizzato nella rimozione del disallow, che ha consentito un incremento del 100 per cento del traffico organico verso tali tag pages nel giro di una settimana appena.
Piccoli sforzi, grandi risultati e introiti
Curiose anche due storie rivelate dagli utenti del social network: kawi609 ha detto di aver contribuito alla crescita di un sito di un brand di pesca da 300 mila a 1,8 milioni di dollari in un solo anno, semplicemente attraverso una riprogettazione del sito web con interventi SEO di base come aggiunta di h1, h2 e così via. Gli ha subito replicato FlexNastyBIG con un intervento di consulenza di 12 anni fa che ha permesso a un eCommerce di ricambi auto di incrementare le vendite annuali di circa 2 milioni di dollari: l’intervento SEO si è concentrato sul rendere le oltre 100mila pagine di dettagli prodotto scansionabili dalla home page, inserendo successivamente una sitemap che serviva a rafforzare quella linking iniziale, che aveva dato il via al successo (che, si rammarica il SEO, gli ha fruttato appena un paio di centinaia di dollari per la collaborazione, a fronte di risultati ben più sostanziosi per l’azienda).
Un lavoro di 4 anni dai numeri incredibili
Il caso di successo SEO forse più clamoroso è quello svelato da carnholio, che ha subito presentato il conto della sua attività: oltre 21 milioni di dollari in un anno per una grande azienda che vende articoli per animali domestici! Entrando più nel dettaglio, il redditor ha spiegato che per raggiungere questo risultato ha impiegato 4 anni, partendo da un rendimento di 400 dollari al mese, premettendo che si trattava di un lavoro su un sito di un grande marchio specializzato nel settore, che non aveva bisogno di particolare attività link building, ma solo di interventi di ottimizzazione On-page.
La sua strategia SEO è stata semplice, dice, perché un primo compito è stato quello di fermare l’utilizzo di percorsi per navigare le strutture degli URL e correggere gli altri problemi che causavano problemi di indicizzazione, scansione e duplicazione dei contenuti (il sito aveva spesso più di 5 pagine generate per un solo SKU – il codice unico dei prodotti – in base alla categoria che si sfogliava).
Ottimizzazione generale del sito
Il secondo step è stato un miglioramento dei contenuti del catalogo, dando la priorità ai prodotti e alle categorie che generavano il maggior ricavo, profitto o vendite unitarie: sono state fornite delle linee guida ai copywriter con indicazioni su keyword e gestione degli heading (ad esempio, keyword density compresa in genere tra lo 0,5 e l’1 per cento del testo), ma soprattutto consigli per rendere il contenuto scansionabile (il termine usato è crawlable) e rispettoso della filosofia del marchio. Poi è partito un lavoro di ottimizzazione insieme al team di merchandising che ha “messo i prodotti sul sito”, con l’obiettivo di modificare leggermente il testo fornito dalla scheda produttore per inserire il nome e il tipo di prodotto o categoria: secondo l’esperto, è sorprendente vedere quante volte questo passaggio viene trascurato, e invece consente di ottenere un livello molto semplice di ottimizzazione.
Gli effetti della consulenza SEO
L’ultima fase di questa complessa strategia SEO è stata quella più operativa per il consulente, che ha cercato le pagine che, pur ottenendo traffico, non riuscivano a posizionarsi oltre la quinta posizione in SERP, dedicando loro un aggiornamento dei contenuti. In definitiva, il redditor ha collaborato con questa grande azienda per 6 anni, vedendo ogni anno una crescita del 30-40 per cento YoY fino a quando “non hanno smesso di ascoltarmi”, portandolo alle dimissioni.