Anche Google fa SEO e svela le tecniche utilizzate

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Il titolo di questo articolo dice già tutto: per quanto possa sembrare bizzarro, anche Google ha dei professionisti SEO che lavorano per migliorare gli aspetti legati alla Search Engine Optimization dei vari siti posseduti dal colosso di Mountain View, e per la prima volta vengono rivelate le tecniche e le strategie utilizzate.

Gli interventi SEO di Google

A fare luce su questa curiosità è un post pubblicato sul blog ufficiale della compagnia, thinkwithgoogle, in cui Sean O’Keefe parla appunto dell’attività che viene quotidianamente eseguita dai SEO di Google per l’ottimizzazione dei vari siti collegati a Big G. E si parla di un “pacchetto” composto da settemila (sì, 7 mila!) siti web, gestiti ovviamente da un gran numero di professionisti, suddivisi in centinaia di team distribuiti in tutte le nazioni del mondo. Per concludere la parentesi “numerica”, ogni giorno su questi siti vengono effettuati all’incirca 200 modifiche e interventi, da quelli apparentemente microscopici a quelli più grandi.

Come lavorano i team di Google sui loro siti

Prima di vedere in dettaglio come Google descriva le attività SEO messe in atto sui suoi siti, però, è interessante leggere anche il commento che arriva dalla voce pubblica della compagnia, Danny Sullivan, che in un tweet ha spiegato che i SEO di Google lavorano esattamente come tutti gli altri SEO, leggendo le linee guida “esterne” e i suggerimenti, perché non hanno “accessi speciali” o “suggerimenti” da parte del team di Google Search.

Nessun trattamento di favore

Sembra incredibile da credere, dunque, ma i siti di Google non ricevuto dunque trattamenti di favore rispetto a quelli “normali”, ed è ancora Sullivan a rispondere (sempre via tweet) in maniera esplicita, negando sia che i SEO di Google abbiano accesso agli algoritmi della ricerca, sia che esistano corsie preferenziali per avvantaggiarli. Elementi abbastanza difficili da credere, al punto che non sono pochi i cinguettii che chiedono delucidazioni, a cui ha risposto anche un altro dei “volti noti” di Google, ovvero John Mueller, che ha scritto di “sospettare che i SEO interni di Google abbiano più difficoltà a trovare risposte rispetto a agli utenti random su Twitter” a causa della “forte spinta” che il gruppo di Mountain View ha “per evitare di dare consigli preferenziali”.

È pur vera un’altra considerazione, ovvero che con i parametri di Google (e in particolare quelli di “equity, popularity and reach”, “patrimonio, popolarità e portata”) è paradossale pensare a problemi nel posizionamento dei contenuti delle pagine, ma l’articolo di Think With Google resta comunque un importante riferimento da prendere in considerazione per la propria attività online.

La SEO è uno strumento eccellente per la crescita organica di un sito

“Come azienda, dedichiamo molto tempo a pensare all’ottimizzazione dei motori di ricerca o alla SEO: non c’è da meravigliarsi, dato che la ricerca è al centro della nostra attività”, scrive in apertura di pezzo Sean O’Keefe, che poi elenca le “altre” strategie per indirizzare traffico verso un sito web, come tra le altre “paid media, social posts and display advertising”. Tuttavia, se fatta bene (una considerazione da sottolineare e tenere a mente), la SEO può rappresentare un’arma valida ed economica per la crescita organica di un progetto, come confermato anche dai risultati di una ricerca di Parse.ly, che dimostra che lo scorso anno Google Search ha rappresentato circa la metà dei referral esterni agli editori nella sua rete.

Come lavorano i SEO di Google

Interventi SEO di GoogleSempre nella fase di premessa, l’articolo evidenzia che per ottenere il massimo dalla SEO è decisivo restare al passo sugli ultimi aggiornamenti di Google Search, rivelando appunto che i siti di Google visualizzati in Ricerca ricevono lo stesso trattamento di qualsiasi altro sito sul Web, e che i team interni di Big G seguono le stesse linee guida esterne fornite ai webmaster. Motivi per cui è curioso (e utile) sapere e capire come pensano e come lavorano i SEO di Google, scoprendo quali sono le loro strategie e i loro metodi per approcciare all’ottimizzazione di siti e pagine per migliorarne le performance sui motori di ricerca.

Sono tre i consigli che vengono forniti dal pezzo di Sean O’Keefe, e ovvero:

  1. Inizia in piccolo per avere grandi risultati SEO
  2. Abbraccia i cambiamenti e non temerli
  3. Consolida, quando possibile

La strategia dei piccoli passi

Il primo punto può sembrare facile, eppure nell’articolo si spiega che “concentrarsi su piccole modifiche incrementali alla strategia SEO complessiva di un sito Web può davvero produrre notevoli guadagni nel tempo”. Un esempio concreto arriva dal sito di marketing di Google My Business, che ha praticamente raddoppiato il traffico organico in breve tempo grazie al lavoro svolto dal team, che ha implementato una serie di best practice fondamentali sul Web, “come mostrare ai motori di ricerca quali URL indicizzare implementando i canonical”. Invitando comunque a non vedere una stretta causalità in questa correlazione, è pur vero che alcuni siti di Google hanno mostrato una forte crescita organica dopo aver apportato alcune di queste semplici modifiche lato SEO, che hanno migliorato anche i metadata e la sitemap XML con i tag hreflang. Da questo punto di vista, uno strumento utile per identificare alcuni dei problemi sui siti è rappresentato dall’URL inspection tool, di recente inserito in Search Console.

Non temere i cambiamenti

Gli effetti della SEO di GoogleIl secondo aspetto si collega alla costante evoluzione del mondo della ricerca, che abbiamo raccontato anche dalle pagine del nostro blog: per O’Keefe, Google persegue l’obiettivo di “far emergere i contenuti più pertinenti per gli utenti e tenere il passo con i loro comportamenti mutevoli”, e quindi i cambiamenti delle funzionalità di ricerca sono non sono inevitabili, ma necessari. Ad esempio, si legge nell’articolo, oggi oltre più della metà del traffico web proviene da dispositivi mobili e Google Search si è adattato rapidamente, con nuovi sviluppi come AMP e Web app progressive.

Gli effetti degli interventi SEO sui siti Google

Eppure, ammettono da Google, è facile essere sopraffatti dai cambiamenti, soprattutto (aggiungiamo noi) quando sconvolgenti come successo ad agosto con il Google Core update, ma il lavoro sul campo ha portato a una conclusione positiva: più si abbraccia l’innovazione e si sperimentano le nuove vie, migliori sono i risultati SEO. Citando ancora l’articolo, si riporta un esempio reale del lavoro eseguito: lo scorso anno, i team di SEO Google si sono concentrati sulla correzione degli errori di Google Search Console, sull’implementazione di dati strutturati e sull’aggiunta di AMP al sito Think with Google. Dopo aver corretto un comune errore AMP su un numero di URL, le relative impressioni sono aumentate del 200 per cento, ed è stato riscontrato anche come il miglioramento generale dei contenuti possa aver portato alla selezione più frequente di featured snippet (o risultati zero), che ha comportato mille ulteriori impressioni al giorno.

Gli errori sui siti di Google

L’ultimo consiglio riguarda quello che O’Keefe chiama consolidamento, ovvero l’aggregazione dei contenuti. Secondo l’esperto, può apparire allettante lanciarsi nella creazione di siti Web multipli, dai contenuti molto simili, magari pensati e studiati per essere conformi a utenti con differenti profili o provenienti da diverse aree geografiche. Talmente allettante che anche Google l’ha fatto, in passato, sviluppando “un gran numero di siti quasi duplicati basati su campagne o obiettivi di marketing diversi”. Ebbene, questo è un vero e proprio errore, come ha rivelato lo studio interno condotto dai SEO di Google, “perché il contenuto duplicato non solo confonde gli utenti, ma confonde anche i motori di ricerca“, mentre invece la strada giusta per ottenere risultati è “creare un grande sito” al posto di tanti micrositi, definito “il modo migliore per incoraggiare la crescita organica nel tempo”.

Click raddoppiati e traffico impennato con la SEO su Google

Gli effetti della SEO di GoogleDa questo studio e dai successivi audit del sito, il team ha deciso di rinnovare la struttura di Google Retail puntando appunto all’aggregazione, unendo quelli che in precedenza erano sei differenti siti web di marketing; il risultato di questo consolidamento – che ha riguardato l’ottimizzazione dei contenuti e la concentrazione delle energie su un unico, grande sito – è stato il raddoppio della percentuale di click sulle call to action e un aumento del traffico organico del 64 per cento. Questo significa, dunque, che per quanto le prestazioni OnPage siano importanti, una strategia SEO di successo deve obbligatoriamente tenere conto dell’intera rete che compone il proprio ecosistema web.

Per Google, la strategia SEO deve essere flessibile, solida, adattabile

In definitiva, l’articolo di Think with Google ci conferma alcuni elementi che (in realtà) dovrebbero essere di routine per una buona strategia SEO: bisogna lavorare costantemente per migliorare i siti, badare anche ai piccoli dettagli, seguire i “segnali” che arrivano dal mondo degli esperti per cercare di intercettare i cambiamenti e i movimenti in atto. E concentrare l’attenzione sulle tre aree delineate dai SEO Google per costruire una strategia “sufficientemente flessibile per adattarsi ai nuovi cambiamenti, abbastanza solida da ottenere risultati potenti e abbastanza adattabile da essere applicabile a tutti i siti web”. Se lo dicono fonti di Google, c’è da crederci e tentare.
GM

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