Ricerche Zero Clic: cosa sono e l’impatto sulla SEO moderna

Quante ricerche su Google non portano a nessun clic sui siti posizionati? Secondo le ultime statistiche, più di sei query su dieci si conclude senza che l’utente clicchi su alcun link. Lo conferma uno studio di SparkToro, evidenziando una trasformazione epocale per la SEO e il marketing digitale. Questo fenomeno, noto come Zero Click Search, sta cambiando radicalmente il modo in cui valutiamo il successo online. Ma cosa significa davvero per i professionisti del settore? E soprattutto, quali strategie adottare per continuare a essere rilevanti in un panorama così mutevole?

Cosa sono le Ricerche Zero Clic

Le ricerche zero clic si verificano quando un utente trova la risposta alla propria domanda direttamente nella pagina dei risultati del motore di ricerca (SERP), senza dover visitare altri siti. Temperature, orari, conversioni valutarie: sono tutte informazioni che oggi Google fornisce istantaneamente tramite snippet, Knowledge Panel o box interattivi.

esempio zero clic search

Il termine è stato reso popolare dall’esperto di SEO Rand Fishkin, che già nel 2019 evidenziava un fenomeno destinato a cambiare le regole del gioco. A quel tempo, circa il 49% delle ricerche si concludeva senza clic, una percentuale che oggi ha superato il 65%, soprattutto sui dispositivi mobili.

Come nasce la tendenza Zero Clic

La riduzione dei clic verso i risultati classificati ha iniziato a prendere forma con l’introduzione di funzionalità come i featured snippet e il Knowledge Graph, che hanno gettato le basi per un cambiamento che negli anni successivi si è fatto sempre più evidente.

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Già nel 2019, grazie alle analisi di SparkToro e Jumpshot, il fenomeno Zero Clic è diventato un tema centrale per il dibattito SEO. I dati mostravano che quasi il 49% delle ricerche si concludeva senza clic, con un calo progressivo del traffico organico tra il 2016 e il 2019. Questo trend si è ulteriormente consolidato nel 2020, quando la percentuale di ricerche senza clic aveva raggiunto una media del 44%, con punte del 54,6% su mobile.

Numeri chiave tra il 2016 e il 2020:

  • Ascesa degli annunci: gli ads hanno registrato un incremento del 75%.
  • Impatto mobile: nel 2020, il 54,6% delle ricerche su dispositivi mobili era Zero Clic, rispetto al 33,5% su desktop.
  • Traffico organico in calo: dal 2016 al 2019, i clic organici sono diminuiti del 13%.

zero-clic-ricerca-2019

Lo studio di Perficient Digital approfondisce il fenomeno Zero Click

Questo calo progressivo del CTR organico è stato ulteriormente confermato dallo studio di Perficient Digital del 2020, una ricerca condotto in collaborazione con AuthorityLabs su 250 milioni di ricerche ha fornito una panoramica dettagliata sull’impatto delle feature SERP di Google sulle percentuali di clic organici. Il rapporto sottolineava in particolare il peso crescente degli annunci pubblicitari e delle query branded:

  • Query con ads: il traffico organico scende al 55%, con gli ads che catturano il 31% dei clic.
  • Query senza ads: il 61% dei clic va all’organico, dimostrando che gli annunci influenzano pesantemente il comportamento degli utenti.
  • Query branded: hanno un CTR del 70%, rispetto al 20% delle query generiche, evidenziando l’importanza di investire nel branding.

dati SERP ADS 2020

I featured snippet: un impatto “neutrale” sui clic

Contrariamente a quanto si immaginava, poi, lo studio ha rivelato che i featured snippet non sono il motore principale del fenomeno “zero clic”. Anzi, l’analisi ha evidenziato un dato sorprendente: il CTR delle query con snippet è risultato leggermente superiore rispetto a quelle prive di questa funzionalità. In alcuni casi, gli snippet si sono dimostrati sufficienti a soddisfare l’intento dell’utente senza necessità di ulteriori interazioni. In altri, invece, hanno svolto un ruolo cruciale nel generare traffico verso i siti di origine, confermando il loro valore strategico per migliorare la visibilità nei risultati di ricerca.

Lo studio di SEOZoom: “Dove Sono Finiti i Link Blu?”

La nostra analisi approfondita nel 2020 ha ulteriormente evidenziato come i link organici stiano progressivamente perdendo spazio nelle SERP, sostituiti da un mosaico di feature avanzate introdotte da Google. Lo studio, basato su 10.000 keyword analizzate su Google UK, ha rivelato che in molti settori i risultati organici sono visibili solo dopo uno scroll, a vantaggio di elementi interattivi come snippet, knowledge panel e box espandibili. Di seguito, i principali risultati dello studio.

Settori dove i risultati organici sono meno visibili:

  • Career & Education: i risultati organici appaiono solo dopo uno scroll nel 66,5% dei casi.
  • Travel: visibilità organica iniziale al 42%.
  • News & Media: l’80% delle query viene soddisfatto direttamente dalle risposte di Google.
  • Arts & Entertainment: la percentuale scende al 50%.

studio seozoom zero clic search

  • Dominanza degli elementi visivi: video presenti nel 90% delle query per i settori home & garden, e nell’80% per beauty, food, e people & society.
  • Caroselli di immagini: appaiono in oltre il 50% delle query per shopping e beauty.
  • Funzionalità di settore: box specifici per voli e hotel nel travel. Elementi per la ricerca di lavoro nel 92% delle query relative a career & education.

Questo cambiamento dimostra la strategia di Google di trattenere l’utente all’interno della propria piattaforma, riducendo ulteriormente il traffico verso i risultati organici.

Evoluzione e cannibalizzazione dei clic di Google

La nostra panoramica evolutiva ci porta poi al 2021, quando un’analisi pubblicata da Rand Fishkin, basata su dati raccolti da SimilarWeb, metteva in evidenza un panorama sempre più dominato dalle ricerche senza clic. Lo studio, riferito al 2020, si basava su un campione di 5,1 trilioni di ricerche e mostrava numeri impressionanti che confermavano una tendenza già osservata negli anni precedenti.

Secondo i risultati dell’analisi:

• Il 64,82% delle ricerche su Google nel 2020 si era concluso senza alcun clic su una proprietà web esterna.
• Solo il 33,59% delle ricerche aveva generato clic organici, e un marginale 1,59% aveva portato clic su annunci a pagamento.

Le ricerche senza clic risultavano particolarmente dominanti sui dispositivi mobili, dove si registrava un tasso del 77,22%, rispetto al 50,75% di clic organici su desktop.

Il contesto: pandemia e cambiamenti temporanei

Lo studio segnalava un lieve aumento dei clic organici nel corso del 2020, attribuibile probabilmente all’uso intensificato di desktop durante la pandemia. Tuttavia, già alla fine dello stesso anno i dati avevano registrato un ritorno alla crescita delle ricerche zero clic, che avevano raggiunto la loro quota più alta mai osservata fino ad allora. Ovviamente, questi dati hanno suscitato polemiche contro Google, accusato di pratiche monopolistiche e di impatto negativo per i siti web indipendenti – non va dimenticato che, allora, il colosso della ricerca deteneva infatti oltre il 91% della quota di mercato globale e più dell’87% negli Stati Uniti.

Zero click searches: le critiche e le repliche di Google

Google, ovviamente, non si è fatto attendere per dare una risposta e per fornire la propria “versione” a questo caso.

Il punto focale su cui Danny Sullivan – Public Liaison for Search – invitava a riflettere riguardava l’effettiva validità dei dati analizzati da SparkToro e SimilarWeb, che “si basano su una metodologia imperfetta che fraintende il modo in cui le persone utilizzano la ricerca”. Google contestava, quindi, la validità dei dati, sottolineando che molte ricerche senza clic erano legittime e naturali. Le principali argomentazioni includono:

  1. Ricerche informative: molte query non necessitano di clic, come verificare il meteo o ottenere conversioni valutarie.
  2. Interazioni dirette: Google facilita azioni come telefonate o indicazioni stradali direttamente dalla SERP.
  3. Contributo al traffico web: Google afferma di inviare miliardi di clic ai siti ogni giorno, con strumenti come (l’ormai ex) Google My Business che generano oltre 4 miliardi di connessioni mensili.
  4. SERP moderna: le SERP odierne offrono una media di 26 link per pagina su mobile, superando i tradizionali 10 link blu.

Cosa fare­? I cambiamenti nella SEO e nelle strategie digitali

Tornando al presente, le ricerche Zero Clic non sono solo una sfida, ma anche un’opportunità per ripensare le strategie digitali. In un panorama in cui il traffico organico tradizionale non è più l’unica metrica di successo, le aziende devono adattarsi per mantenere la propria rilevanza e visibilità. Le ricerche Zero Clic richiedono, quindi, un cambio di mentalità, spostando il focus dal traffico al branding e alla visibilità diretta. Come sottolinea Rand Fishkin:

Sfruttare l’esposizione nella SERP, anche senza clic, permette ai brand di costruire familiarità e vincere nella nuova era della SEO”

Ecco le principali strategie SEO da mettere in atto per adattare la nostra strategia a questa nuova realtà.

Ottimizzazione per le Feature SERP

Per aumentare la visibilità nelle ricerche Zero Clic, è fondamentale ottimizzare i contenuti affinché appaiano in elementi come i Featured Snippet e i Knowledge Panel. Questo richiede:

  • Implementazione di dati strutturati: utilizzare markup come Schema.org per aiutare i motori di ricerca a comprendere meglio il contenuto delle pagine.
  • Creazione di contenuti concisi e informativi: fornire risposte dirette alle domande comuni degli utenti può aumentare le possibilità di essere selezionati per i featured snippet.

Puntare sul Branding e le Query Branded

La visibilità nelle query branded offre un vantaggio competitivo, con CTR molto più alti rispetto a quelle generiche. Investire in strategie che aumentino la riconoscibilità del marchio aiuta a consolidare la propria presenza, anche nelle ricerche Zero Clic. Pertanto, è essenziale:

  • Costruire e rafforzare il brand: investire in campagne di branding per aumentare la riconoscibilità e la fiducia nel marchio.
  • Monitorare e ottimizzare le query branded: assicurarsi che il sito sia ben posizionato per le ricerche che includono il nome del marchio.

Diversificare i canali di traffico

Espandere il proprio ecosistema digitale oltre Google: social media, piattaforme video (come YouTube), podcast e newsletter sono strumenti potenti per costruire relazioni dirette con il pubblico, riducendo la dipendenza dai motori di ricerca.

Ed è proprio in questo contesto si inserisce la funzione Opportunità Social di SEOZoom, che aiuta a identificare le keyword di settore che Google associa a contenuti pubblicati su piattaforme social e siti UGC (es. YouTube, TikTok, Pinterest). Questa analisi evidenzia le keyword dominate da contenuti social nelle SERP, offrendo spunti per integrare la SEO con una strategia multicanale.

Utilizzo di strumenti avanzati per la keyword research

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Una keyword research efficace è ancora alla base di una strategia SEO di successo. Grazie a SEOZoom possiamo andare oltre il vecchio approccio di “ricerca di parole” isolate, per approfondire e analizzare gli aspetti che davvero determinano il posizionamento su Google, ovvero la comprensione totale del contesto dietro la ricerca effettuata dall’utente e la qualità della nostra risposta. In particolare, oltre alla tipica analisi keyword con indicazione di volumi di ricerca, livelli di concorrenza e tipo principale di search intent individuato, SEOZoom offre anche funzionalità avanzate come l’Analisi della SERP, un sistema completo che svela con precisione come è strutturata la pagina dei risultati per una specifica parola chiave: questo ci permette di scoprire immediatamente l’eventuale presenza di box e feature di Google (come Carosello di Immagini, Google News o Box Domande Frequenti) e di analizzarne la posizione esatta nella pagina, con dettagli come il numero di pixel dall’alto. Non solo: possiamo verificare quali risultati sono visibili above the fold e quali richiedono uno scroll, così da misurare effettivamente la competitività e l’eventuale valore strategico nel lavorare su quella keyword.

L’Analisi della SERP aiuta inoltre a valutare il rapporto tra gli elementi di Google e i risultati organici, individuando anche eventuali risposte dirette o ulteriori SERP feature attivate dalla keyword, come video di YouTube, mappe della Local Search o ricerche correlate suggerite agli utenti. Insomma, è lo strumento giusto per capire se rischiamo di “incappare” in una query che ha elevate probabilità di terminare in una zero clic search.

Creazione di contenuti di qualità e orientati all’utente

In un’era dominata dalle ricerche Zero Clic, fornire valore all’utente è più importante che mai. È fondamentale:

  • Rispondere alle domande degli utenti: creare contenuti che soddisfino le esigenze informative del pubblico target.
  • Aggiornare regolarmente i contenuti: mantenere le informazioni fresche e rilevanti per mantenere l’interesse e la fiducia degli utenti.

Utilizzare strumenti di analisi e monitoraggio

Piattaforme come SEOZoom e Google Search Console aiutano a identificare le query più rilevanti, monitorare il posizionamento e adattare i contenuti alle esigenze degli utenti. Capire cosa cercano le persone è il primo passo per offrire risposte migliori.

Strumenti come l’Assistente Editoriale e AI Writer di SEOZoom sono preziosi alleati nella creazione, gestione e monitoraggio di contenuti di qualità. Ecco come contribuiscono:

  • Ottimizzazione del testo: l’Assistente Editoriale accompagna il processo di creazione indicando le parole chiave più performanti e mostrando topic e focus da includere per massimizzare la rilevanza.
  • Analisi dell’intento di ricerca: questi strumenti aiutano a comprendere l’intento dietro ogni query, assicurando che i contenuti siano in linea con le esigenze degli utenti e capaci di posizionarsi in alto nella SERP.
  • AI Writer per contenuti mirati: grazie all’intelligenza artificiale, SEOZoom consente di generare bozze di articoli ottimizzati, accelerando il lavoro del copywriter e garantendo una produzione rapida e scalabile.

Dopo la pubblicazione, è poi importante di tracciare il rendimento dei contenuti, in modo da ottenere suggerimenti per miglioramenti e aggiornamenti periodici.

Questi strumenti non solo semplificano il lavoro, ma garantiscono che i contenuti creati siano orientati all’utente, aggiornati e ottimizzati per le attuali dinamiche della ricerca online. Con il supporto di SEOZoom, possiamo rendere i nostri articoli realmente competitivi anche anche in un panorama dominato dalle Ricerche Zero Clic.

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