Broken link: cosa sono i link rotti e come si trovano

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Sono collegamenti che non funzionano più, interrompendo l’esperienza di navigazione degli utenti e provocando potenzialmente danni alla SEO del sito. Nella gestione di un progetto online è inevitabile ritrovarsi di fronte ai broken link, con pagine che anziché fornire il contenuto desiderato dall’utente mostrano il classico messaggio di errore 404 – Not Found. La conseguenza immediata riguarda proprio la UX, perché queste situazioni generano aumento della frustrazione, abbandono delle pagine e quindi perdita di potenziali clienti. Ma c’è di più: i motori di ricerca come Google non hanno buona considerazione dei siti con troppi collegamenti non funzionanti e spesso ne riducono la visibilità nelle SERP. Insomma, per mantenere il sito performante è essenziale sapere cosa sono i link rotti, ma soprattutto imparare a identificare e risolvere prontamente il problema, preservando l’esperienza dell’utente e la salute SEO del nostro progetto digitale.

Che cosa sono i broken link

I broken link sono collegamenti ipertestuali che non conducono alla pagina o alla risorsa prevista.

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Al clic su questo link interrotto, l’utente viene reindirizzato a una pagina di errore, solitamente di tipo 404 che indica che la pagina richiesta non è stata trovata.

Le cause possono essere diverse: la pagina di destinazione è stata rimossa, l’indirizzo URL è stato modificato senza un corretto reindirizzamento, o ci potrebbe essere un semplice errore di battitura nel link stesso. Un link rotto, quindi, rompe quella catena di collegamenti che dovrebbe guidare l’utente in modo fluido tra le risorse web, ostacolando tanto la navigazione quanto l’interazione con il contenuto.

Questo problema può interessare sia i link interni che quelli esterni.

I link interni rotti possono insorgere quando riorganizziamo la struttura del sito senza gestire correttamente gli URL esistenti, magari trascurando il reindirizzamento delle vecchie pagine alle nuove destinazioni. D’altra parte, i link esterni rotti sono collegamenti a risorse esterne che, per varie ragioni, non sono più raggiungibili – il sito può essere offline, la risorsa eliminata, o il dominio potrebbe essere scaduto. In entrambi i casi, l’effetto è lo stesso: un’interruzione del flusso di navigazione e una percezione negativa del sito da parte dell’utente e degli spider dei motori di ricerca.

Perché si chiamano broken link: significato e definizione

Chiamati in italiano link rotti, link interrotti o link non funzionanti, i broken link sono letteralmente collegamenti che non funzionano.

Il termine “broken” (rotto) e “link” (collegamento) viene utilizzato per descrivere un collegamento ipertestuale che, a causa di varie ragioni, non riesce a portare l’utente alla destinazione prevista.

Il concetto di “rotto” o “broken” si riferisce metaforicamente al guasto del collegamento, che non può più svolgere la sua funzione principale: collegare l’utente a una risorsa disponibile. In questo senso, sia in italiano che in inglese, la terminologia è una rappresentazione diretta della mancanza di continuità nella navigazione tra le pagine web. Un link rotto è “rotto” nel senso che l’integrità della connessione tra il punto di partenza (l’elemento cliccato) e la destinazione (la pagina web) è stata compromessa.

Come riconoscere un link rotto

Capire che un link è rotto è semplice per l’utente finale: cliccando su di esso si troverà di fronte a una pagina d’errore invece che al contenuto desiderato.

Tuttavia, riconoscere un link rotto come amministratore di un sito può essere più complesso. Gli errori 404 sono un segnale evidente e possono essere visualizzati direttamente nel browser quando una pagina non esiste più. Un errore 404 indica che il server è stato effettivamente contattato, ma la pagina richiesta non esiste.

È però bene sapere che non tutti i link rotti generano errori 404, che non è l’unico codice di stato HTTP che può essere generato in questi casi: alcuni possono riportare errori 410, indicando che la risorsa è stata eliminata permanentemente, o ancora 500, segnalando problemi interni al server.

In alternativa, un altro sintomo di un link rotto è l’assenza improvvisa di traffico per una determinata pagina o un aumento nel bounce rate per gli utenti che non riescono a raggiungere il contenuto desiderato.

Le cause principali di un link interrotto

I link interrotti non sono solo il risultato di errori occasionali, ma spesso si manifestano come conseguenza diretta di determinate azioni (o mancanze) nel processo di gestione di un sito web. Comprendere le cause principali che portano alla generazione di link rotti è il primo passo per evitare che il proprio sito soffra di questo fastidioso problema. Che si tratti di eliminare una pagina senza pensare alle conseguenze o di ristrutturare l’intero sito senza curarsi delle implicazioni per gli URL, i link interrotti sono dietro l’angolo.

Quando parliamo di link rotti, il primo esempio che ci viene in mente è proprio l’indirizzo URL che riconduce a una pagina che non esiste più. Tuttavia, ci sono diverse circostanze in cui un link può risultare non funzionante. Se un sito partner chiude improvvisamente, tutti i link che puntavano al suo dominio diventano automaticamente link interrotti. Lo stesso succede quando si sposta un blog post in una nuova sezione del sito senza reindirizzare l’URL originale. Anche errori come l’omissione di una lettera o un carattere nella digitazione di un URL possono trasformare un link perfettamente funzionante in un link rotto.

  • Cancellazione di una pagina o risorsa

Una delle cause più frequenti di link rotti è la cancellazione di una pagina. Può accadere per svariati motivi: una pagina obsoleta di cui non si vede più l’utilità, una risorsa non più disponibile o persino la rimozione di contenuti temporanei come offerte o eventi. La sfida nasce quando la pagina eliminata è ancora collegata internamente da altre sezioni del sito, o peggio, da siti esterni. Senza un reindirizzamento adeguato, ogni link che portava a quella pagina diventa un link rotto. Questo non solo può frustrare l’utente che cerca di accedere alla risorsa cancellata, ma può anche provocare problemi di SEO, poiché i motori di ricerca troveranno un “vicolo cieco” durante la scansione.

  • Errori durante la ristrutturazione degli URL

Ristrutturare un sito può essere un passo necessario per migliorare l’usabilità, modernizzare il design o riflettere nuovi schemi organizzativi. Tuttavia, senza una pianificazione adeguata, la ristrutturazione degli URL può facilmente trasformarsi in una trappola di link rotti. Modificare la struttura di URL senza impostare correttamente i reindirizzamenti può scollegare pagine importanti, causando errori 404 e perdite di traffico. Anche un cambio apparentemente innocuo nel percorso di un URL, come l’aggiunta di una cartella o la rimozione di un segmento, può aver impatti devastanti se non viene fatto correttamente. La mancanza di attenzione ai dettagli durante la ristrutturazione è una delle principali fonti di link interrotti.

  • Redirect mancanti o scorretti

I reindirizzamenti mancanti giocano un ruolo significativo nella generazione di link rotti. Ogni volta che spostiamo una pagina o modifichiamo un URL, è essenziale configurare adeguatamente un redirect che guidi l’utente – e i bot dei motori di ricerca – dal vecchio URL al nuovo. Senza questo passaggio cruciale, chiunque clicchi su un vecchio link sarà accolto da una pagina di errore 404. Ma non basta semplicemente reindirizzare: anche un reindirizzamento scorretto, come un riferimento circolare che rimanda alla stessa pagina o un loop infinito, può essere altrettanto dannoso. Una gestione accurata dei reindirizzamenti è quindi fondamentale per prevenire link rotti e mantenere sana l’infrastruttura del sito.

  • Mancanza di aggiornamenti e manutenzione

Un sito web richiede manutenzione continua, e ignorare quest’aspetto può facilmente portare alla nascita di link rotti. Quando aggiorniamo contenuti, carichiamo nuovi file o facciamo modifiche nel CMS, esiste sempre il rischio di generare link interrotti se non siamo diligenti. Ad esempio, l’aggiornamento di vecchi articoli con nuovi collegamenti senza verificare che i precedenti siano ancora validi può determinare un’incongruenza nei collegamenti sul sito. Lo stesso problema si verifica se le modifiche ai contenuti sono fatte senza una revisione completa dei link esistenti. In definitiva, ignorare la manutenzione regolare e l’aggiornamento tempestivo delle pagine può portare a un accumulo di link non funzionanti, creando un ambiente online disorganizzato e sgradevole per chi visita il sito.

  • Collegamenti non accurati a risorse esterne

I link esterni sono un’altra area a rischio di rottura. Quando colleghiamo risorse su altri domini, non abbiamo controllo su queste risorse e, purtroppo, possono scomparire o variare senza preavviso. Ad esempio, se un sito esterno cambia dominio, ristruttura il proprio sito o rimuove contenuti, i nostri collegamenti cablati diventano immediatamente link rotti. L’uso di collegamenti esterni affidabili non è sempre sufficiente per annullare questo rischio, ed è buona norma effettuare periodicamente controlli per assicurarsi che i link esterni siano ancora validi e benefici per gli utenti. Inoltre, se il nostro sito dipende molto da fonti esterne che linkiamo spesso, la probabilità di incorrere in link interrotti aumenta esponenzialmente.

Broken link e SEO: perché è cruciale risolvere i link rotti

L’importanza di mantenere un sito privo di link rotti non può essere sottovalutata.

Come detto, un broken link rappresenta più di una semplice frustrazione per l’utente: è un elemento che può minare la SEO e la credibilità del sito in modo significativo. La presenza di link interrotti non danneggia solo l’esperienza utente, ma ha anche un’influenza diretta sulla performance del sito nei motori di ricerca, incidendo sulla sua crawlability, sull’indicizzazione delle pagine e in generale sull’autorevolezza e sull’affidabilità percepita del dominio.

Chi visita un sito con frequenti errori di collegamento è più propenso ad abbandonarlo rapidamente, lasciandosi dietro la sensazione di un sito trascurato o obsoleto. È quindi fondamentale comprendere a fondo le conseguenze che i link rotti possono avere, sia dal punto di vista della SEO che da quello dell’esperienza utente.

Link rotti e conseguenze per la SEO

I link rotti possono rappresentare un problema serio per le nostre pratiche di ottimizzazione per i motori di ricerca. Lo sappiamo: Google e altri motori di ricerca si basano su algoritmi complessi per valutare la qualità di un sito, e tra i molteplici aspetti che considerano c’è anche l’integrità dei collegamenti presenti su di esso.

Quando il crawler di un motore di ricerca si imbatte in un link rotto, non solo la pagina in questione potrebbe non essere indicizzata correttamente, ma potrebbe innescarsi una cascata di conseguenze che incidono direttamente sulla visibilità e sul ranking del sito.

Crawlability ridotta e problemi di indicizzazione

Facciamo riferimento in particolare al concetto di crawlability, ovvero alla facilità con cui i motori di ricerca possono scansionare e navigare il sito per indicizzarne i contenuti.

I link rotti possono seriamente ostacolare questo processo, incidendo negativamente sulla possibilità che Google e altri motori di ricerca trovino e indicizzino tutte le pagine. Quando un crawler si imbatte in un errore 404, può decidere di interrompere la scansione del sito più velocemente o non riuscire a seguire il percorso che avrebbe dovuto seguire attraverso i contenuti collegati. Questo riduce le probabilità che il sito venga completamente scandagliato, il che significa che alcune pagine potrebbero non essere indicizzate affatto, rendendole invisibili agli utenti che fanno ricerche correlate.

In termini più ampi, questa situazione rischia di influire sulla percezione complessiva che Google ha del sito, che si basa anche su fattori come qualità dell’esperienza utente e affidabilità del contenuto. La presenza di link rotti è un indicatore di scarsa manutenzione e organizzazione, che alla lunga può tradursi in un posizionamento peggiore nelle pagine dei risultati, riducendo ulteriormente la visibilità organica e quindi la probabilità che gli utenti trovino il sito quando effettuano ricerche. Inoltre, i link rotti possono compromettere il quality score di tutte quelle pagine adiacenti o collegate, causando una ripercussione a catena che può difficilmente essere riparata in tempi brevi.

Gli effetti negativi sull’esperienza utente

Se dal punto di vista tecnico i link rotti rappresentano un problema per la SEO, dal punto di vista dell’esperienza utente le implicazioni sono altrettanto nefaste. Un sito pieno di link che portano a pagine inesistenti o risorse non più disponibili trasmette un’immagine di trascuratezza e di scarsa attenzione ai dettagli. Gli utenti oggi sono sempre più esigenti e la presenza di link rotti può influire negativamente sulla loro esperienza di navigazione, portandoli a lasciare il sito o a non potersi fidare delle informazioni che vi trovano.

Un aspetto cruciale da monitorare, quando si parla di esperienze utente, è la frequenza di abbandono del sito, ovvero il tasso di utenti che lasciano il sito dopo aver visualizzato una sola pagina o che interrompono la navigazione in seguito a ripetuti errori. I broken link possono alimentare in modo significativo questo fenomeno: quando l’utente incontra un errore 404, è molto probabile che abbandoni immediatamente il sito per cercare informazioni altrove, magari su un sito concorrente. Questo non solo danneggia l’affluenza complessiva al sito, ma incide anche negativamente sulle statistiche di permanenza e coinvolgimento, fattori considerati anch’essi da Google per il ranking.

Come accennato, fiducia e autorevolezza sono elementi chiave in qualunque sito web che miri a costruire una base di utenti fedele – e non a caso sono anche due delle componenti del paradigma EEAT di Google.

Un sito costantemente afflitto da link rotti riduce notevolmente la fiducia che gli utenti ripongono nelle informazioni e nei servizi offerti. La percezione comune è che un sito con molti errori tecnici sia obsoleto o privo di controllo, riducendo dunque la propensione a tornare in futuro o a rivolgersi a esso come fonte affidabile. Questo impatto negativo sulla user trust non è solo immediato, ma può durare nel tempo, trascinando giù sia la reputazione del sito che la capacità di attrarre e mantenere un pubblico fedele.

Come trovare i link rotti, guida pratica

Trovare e correggere i link rotti sul proprio sito è insomma essenziale per mantenere un’elevata qualità dell’esperienza utente, oltre che per assicurarsi che il sito sia ben visto dai motori di ricerca. Fortunatamente, esistono molti strumenti disponibili che possono aiutare a identificare i link interrotti in modo efficiente e preciso, riducendo al minimo i danni potenziali.

Utilizzare un insieme adeguato di strumenti permette di coprire tutte le basi, rendendo più semplice individuare e risolvere i problemi prima che diventino critici.

  • Utilizzo di Google Search Console

Quando si tratta di identificare i link rotti, Google Search Console è uno degli strumenti più preziosi e accessibili, nonché gratuita e in grado di offrire una panoramica completa dello stato di salute del sito.

Grazie alla funzione di “Copertura“, puoi scoprire rapidamente se ci sono problemi con le pagine non trovate (errore 404) o con i link non funzionanti presenti sul sito. Nella sezione “Errori di scansione”, Google segnala le URL che il suo crawler non riesce a raggiungere, fornendo anche suggerimenti su possibili soluzioni. Non solo questo strumento avvisa tempestivamente sulla presenza di link interrotti, ma mostra anche quando un problema è stato risolto, permettendo di monitorare costantemente lo stato del sito.

  • Strumenti avanzati di terze parti

Mentre Google Search Console è un ottimo punto di partenza, l’utilizzo di strumenti avanzati di terze parti può offrire una visione ancora più dettagliata e soluzioni più sofisticate. Software come Screaming Frog e SEOZoom sono tra i più noti e apprezzati nel mondo della SEO, ciascuno con punti di forza che lo rendono adatto a diversi tipi di siti e esigenze.

In particolare, Screaming Frog SEO Spider è uno strumento altamente specializzato che permette di scansionare l’intero sito in modo simile a come fanno i crawler dei motori di ricerca. Una volta avviata la scansione, Screaming Frog individua rapidamente ogni link rotto all’interno del sito, elencando le pagine con errori specifici come il temuto 404. Lo strumento permette di identificare rapidamente anche link di tipo “reindirizzamento” (3xx), duplicati, e altre problematiche più nascoste. Tra gli aspetti più apprezzati di Screaming Frog c’è la possibilità di esportare i dati in fogli di calcolo, fornendo un report esaustivo che permette di analizzare e correggere manualmente i problemi con facilità.

Guardando ai nostri strumenti, SEOZoom offre strumenti dedicati per monitorare lo stato dei link interni ed esterni. Parliamo in particolare del SEO spider, che analizza l’intera struttura di un sito e segnala la presenza di pagine in 404 – utile sia per verificare lo status delle nostre pagine che, se usato su un sito terzo, per scoprire se ci sono broken link in uscita – e di Link Monitor, che invece ci permette di garantire che non ci siano 404 in uscita dal nostro sito.

  • Metodi manuali (e limiti)

Nonostante l’efficacia degli strumenti automatizzati, il controllo manuale resta un metodo complementare che, in alcune situazioni, può essere utile. La verifica manuale dei link rotti consiste principalmente nel navigare il sito e controllare i collegamenti pagina per pagina. Sebbene questa tecnica non sia adatta per siti di grandi dimensioni o molto complessi, può essere efficace per revisionare singole sezioni del sito o per verificare collegamenti specifici che gli strumenti automatici potrebbero non segnalare come problematici. Tuttavia, questo metodo presenta limiti sostanziali: è altamente time-consuming, soggetto a errori umani e non scalabile al di sopra di un certo numero di pagine.

Per questo motivo, anche se il controllo manuale ha il suo posto – ad esempio per un’ultima verifica dopo una correzione – per la maggior parte delle esigenze è sempre consigliabile affidarsi a strumenti automatizzati di qualità.

Come correggere i broken link: soluzioni rapide e best practice

Dopo aver rilevato i link non funzionanti, è cruciale intervenire tempestivamente per risolvere il problema: come spiegato, identificare e correggere i link rotti è un passaggio fondamentale per mantenere il sito web efficiente, affidabile e performante sia dal punto di vista SEO che per l’esperienza utente.

Fortunatamente, le soluzioni sono concrete e alla portata, anche per chi non ha un background tecnico. Tra le pratiche più comuni abbiamo il ripristino della risorsa originale, la configurazione di redirect 301 e l’aggiornamento manuale dei collegamenti. Non meno importanti sono i controlli e la gestione dei link esterni, che garantiscono che le risorse a cui rimandiamo restino disponibili e pertinenti.

  • Ripristino della risorsa o reindirizzamento 301

La prima azione logica da considerare quando si trova un link rotto è il ripristino della risorsa originale, se possibile. Questo approccio funziona soprattutto se la pagina cancellata o spostata conteneva contenuti ancora rilevanti. Tuttavia, nel caso in cui il ripristino della risorsa non sia fattibile, la soluzione più efficace è utilizzare un redirect 301. Questa tecnica consente di reindirizzare automaticamente l’utente (e i motori di ricerca) da un vecchio URL non più funzionante a una nuova destinazione. Il reindirizzamento 301 è una pratica gold standard per gestire i collegamenti rotti ed è particolarmente utile poiché trasferisce anche link equity, ovvero il valore SEO accumulato da un URL, al nuovo indirizzo.

L’efficacia dei redirect 301 dipende in gran parte dalla corretta configurazione. Qualsiasi errore nella configurazione può determinare un ciclo che confonde sia gli utenti che i motori di ricerca, peggiorando la situazione. Per configurare un redirect 301 in modo appropriato, è necessario accedere ai file del server, come il .htaccess per server Apache, o utilizzare i plugin dedicati (nel caso di CMS come WordPress). La regola fondamentale è che il vecchio URL venga reindirizzato in modo permanente al nuovo indirizzo previsto. Quando configuriamo i redirect, è cruciale evitare di creare reindirizzamenti a catena o loop infiniti che potrebbero compromettere la navigazione e la SEO del sito. Un reindirizzamento ben realizzato assicura che l’utente raggiunga la destinazione desiderata senza nemmeno accorgersi del cambio.

  • Aggiornamento manuale dei link

Laddove il ripristino della risorsa o un redirect non siano applicabili, può essere necessario effettuare un aggiornamento manuale dei link. Questo processo è semplice ma può richiedere tempo, soprattutto su siti di grandi dimensioni con molti collegamenti interni. L’aggiornamento manuale comporta la revisione delle pagine per individuare gli URL obsoleti e sostituirli con nuove destinazioni o rimuoverli completamente se non sono più utili. Questo approccio è particolarmente utile quando il contenuto della risorsa originale è stato spostato in una nuova pagina o in una sezione diversa del sito. Anche se richiede un intervento più diretto, garantisce che ogni collegamento interno sia valido e porta a destinazione l’utente senza intoppi.

  • Controllo e gestione dei link esterni

I link esterni sono un altro elemento da non trascurare quando si affrontano i link rotti. Sebbene non abbiamo controllo diretto sui contenuti di siti esterni, è importante monitorare regolarmente la validità dei collegamenti che puntano a risorse al di fuori del nostro dominio. I collegamenti a siti o risorse esterne sono strumenti utili per contestualizzare e rafforzare l’autorità di un contenuto, ma se non controllati possono rapidamente trasformarsi in link non funzionanti. Da qui l’importanza di un controllo periodico.

Quando uno dei link esterni diventa un link rotto, la prima cosa da fare è cercare una risorsa alternativa. Questo potrebbe essere un sito web simile o un documento più aggiornato che offre informazioni equivalenti o superiori. In molti casi, puoi cercare manualmente una risorsa sostitutiva attraverso ricerche sui motori di ricerca o direttamente all’interno di database di articoli accademici, blog autorevoli, o fonti di dati specifici. È importante verificare che i nuovi collegamenti siano validi e rilevanti per il contenuto originale. Questa attenzione aumenta sia l’affidabilità del sito che la soddisfazione degli utenti, che non si troveranno di fronte a contenuti non reperibili.

Broken link building: sfruttare i link rotti sui siti altrui

Quando si parla di link rotti, la maggior parte di noi pensa subito a risolvere i problemi all’interno del proprio sito. Tuttavia, c’è un’interessante opportunità che si apre quando scopriamo link interrotti su altri siti: la broken link building. Questo approccio sfrutta la presenza di link non funzionanti su pagine di altri siti, non solo per aiutare quei webmaster a migliorare la loro esperienza utente, ma anche per ottenere link di qualità verso il proprio contenuto. Una strategia che non solo risolve un problema ma apporta benefici tangibili in termini di SEO e visibilità.

Cos’è la broken link building

Broken link building è una tecnica avanzata di link building che consiste nel cercare link rotti su siti di terze parti e proporre al titolare del sito di sostituirli con link al proprio contenuto pertinente.

È una sorta di caccia al tesoro, alla ricerca di un link non funzionante su un articolo molto autorevole, che proponiamo di sostituire con un contenuto che rappresenti un’alternativa valida e che è ospitato direttamente sul nostro sito. In questo modo recuperiamo un backlink di valore, in maniera non invasiva e contribuendo effettivamente al miglioramento del contenuto originale. Questa strategia, sebbene possa sembrare laboriosa, è estremamente efficace per costruire una rete di collegamenti di alta qualità, aumentando l’autorità del dominio.

Come trovare link rotti di altri siti: strategie e tecniche

Per implementare un’efficace strategia di broken link building, il primo passo è identificare i link rotti su altri siti. Ci sono diverse metodologie per farlo, ognuna con i suoi vantaggi. Partire dalla ricerca manuale è una possibilità, ma poco praticabile su larga scala. Viceversa, l’uso di strumenti specifici che automatizzano la ricerca dei link rotti è più efficiente e permette di risparmiare tempo, limitando lo sforzo manuale soltanto a fasi di verifica.

La ricerca manuale richiede tempo ed energie limitate, ma esistono strumenti efficaci che facilitano l’individuazione di link rotti su siti esterni. Molti dei tool SEO più avanzati hanno funzionalità dedicate proprio a questa attività, rendono la ricerca dei link più veloce e consentendo anche di scoprire opportunità di link building che altrimenti avremmo perso. Utilizzando queste piattaforme, possiamo inserire l’URL di un sito o di una specifica pagina web e scansionarla alla ricerca di collegamenti difettosi.

Come fare outreach per proporre i contenuti

Identificare link non funzionanti su siti altrui è solo il primo passo: il cuore della strategia è l’outreach, ovvero il processo attraverso il quale contattiamo i proprietari dei siti e proponiamo dei nostri contenuti come sostituti dei link rotti che abbiamo trovato. Questo passaggio richiede tatto, competenza e un tocco di persuasione, poiché stiamo chiedendo di rivedere e aggiornare il contenuto di qualcun altro.

Scrivere email efficaci è cruciale per una buona broken link building. Prima di tutto, puntiamo sulla personalizzazione: evitiamo email generiche e cerchiamo di informarci su chi gestisce il sito, con riferimenti precisi anche al contenuto di cui stiamo parlando e sui motivi per cui è necessario correggere il link rotto con uno dei nostri.

La broken link building richiede pianificazione e un’attività di outreach ben orchestrata, ma i risultati possono essere estremamente gratificanti. Un simile approccio offre l’opportunità di migliorare la nostra presenza online attraverso backlink di qualità, rafforzando al tempo stesso la SEO del nostro sito. Questo proficuo scambio è vantaggioso per tutte le parti coinvolte, costruendo una rete di contenuti e collegamenti che apporta valore reale a tutto l’ecosistema online.

Come evitare i link interrotti

Prevenire la creazione di link rotti è molto meglio che doverli correggere. Mantenere una struttura di link robusta e duratura non solo migliora l’esperienza utente, ma contribuisce anche a stabilire un sito web più solido e SEO-friendly. La prevenzione richiede non solo attenzione nella gestione degli URL ma anche l’implementazione di un piano di manutenzione regolare che possa identificare e risolvere i problemi prima che diventino critici. In questo modo, ridurremo al minimo le interruzioni nel flusso di navigazione e garantiremo un ambiente digitale professionale e affidabile.

Gli URL sono la spina dorsale del sito, e gestirli correttamente è la chiave per evitare la formazione di broken link.

Tutto parte dall’impostare e mantenere una struttura URL semplice e logica: gli URL dovrebbero essere leggibili e coerenti con la gerarchia del contenuto del sito. Inoltre, è importante evitare di cambiare frequentemente gli URL dopo che sono stati creati, a meno che non sia assolutamente necessario. Nel caso di modifiche necessarie e inevitabili, dobbiamo di creare redirect 301 per mantenere intatta la link equity e prevenire la creazione di collegamenti rotti. Infine, quando aggiungiamo nuovi contenuti, serve verificare che i collegamenti interni siano correttamente implementati e testati.

Importanza di un piano di manutenzione regolare

Tuttavia, nel tempo anche il sito meglio progettato può sviluppare link rotti.

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Da qui l’importanza di avere un piano di manutenzione regolare che preveda controlli periodici e interventi correttivi. Questo piano può includere la revisione mensile o trimestrale dei collegamenti sia interni che esterni, la verifica della validità dei redirect esistenti e l’aggiornamento di eventuali risorse obsolete. Coinvolgere i membri del team responsabili del contenuto e della gestione tecnica del sito è essenziale per garantire che tutte le aree siano coperte.

Affidarsi a strumenti di monitoraggio automatizzato è una strategia intelligente per mantenere la salute del sito in modo efficiente, implementando un monitoraggio proattivo che consente di rilevare immediatamente le anomalie una volta che emergono, minimizzando l’impatto sulle performance del sito e l’esperienza utente.

In questo scenario, i link esterni rappresentano una sfida continua, poiché non abbiamo controllo diretto sui contenuti di terze parti. Tuttavia, ci sono pratiche che possono ridurre il rischio di incorrere in link rotti esterni: quando possibile, cerchiamo di linkare a fonti autorevoli e ben mantenute, poiché è meno probabile che subiscano cambiamenti improvvisi o chiusure. Utile può esser anche monitorare regolarmente i link esterni attraverso strumenti come Ahrefs o plugin specifici per CMS come WordPress; quando identifichiamo un link esterno non più funzionante, poi, dobbiamo intervenire rapidamente e sostituirlo con un’alternativa valida. Per articoli e contenuti che dipendono pesantemente da risorse esterne, potrebbe essere utile impostare un ciclo di revisione periodica per garantire la continua validità e pertinenza dei collegamenti.

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