Cinque motivi per imparare a usare la Search Console

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È lo strumento che Google mette gratuitamente a disposizione dei proprietari di siti web per monitorare e mantenere la presenza del loro sito nei risultati di ricerca, non solo attraverso dati preziosi sulle prestazioni delle pagine, ma anche la segnalazione di eventuali problemi che potrebbero creare ostacolare il successo. Insomma, la Google Search Console è un “faro” per i professionisti della SEO e del digital marketing, e Martin Splitt ci accompagna a scoprire cinque caratteristiche essenziali dello strumento, dalla comprensione della visibilità della pagina nei risultati di ricerca all’integrazione con altre piattaforme di analisi, che ce ne fanno comprendere a pieno la potenza.

A cosa serve la Google Search Console: i consigli di Martin Splitt

La Google Search Console è una sorte di ponte tra il nostro sito e Google: senza entrare nel dettaglio analitico di Google Analytics, ci consente essenzialmente di comprendere come Google vede il nostro sito e di ottimizzare di conseguenza la nostra presenza nei risultati di ricerca. I suoi strumenti – o Rapporti, come solitamente si chiamano – ci presentano informazioni dettagliate su aspetti come le query di ricerca che portano gli utenti al nostro sito, le pagine più visitate, i problemi con la Page Experience e molto altro; inoltre, ci consente di inviare nuovi contenuti per l’indicizzazione e di rimuovere quelli che non desideriamo più mostrare nei risultati di ricerca.

Nuovo episodio di SEO Made EasyInsomma, la Google Search Console serve a chiunque voglia lavorare sulla SEO – in maniera differente rispetto a SEOZoom e agli altri strumenti SEO, ovviamente – perché fotografa ciò che effettivamente vede (e succede su) Google.

Questo è anche il messaggio che arriva dal nuovo di SEO Made Easy su YouTube, in cui Martin Splitt si dedica appunto a chiarire i motivi per cui Google Search Console è uno strumento indispensabile per capire quali sono le prestazioni del nostro sito nella Ricerca Google.

“Quando hai un sito web, vuoi sapere come sta andando: ad esempio, se i tuoi ultimi articoli o nuovi prodotti sono reperibili tramite Ricerca Google o perché qualcosa non genera la stessa attenzione o avere l’impatto che immaginavi”, dice il Search Advocate. In tal senso, la GSC può essere il nostro strumento di riferimento, e in particolare ci sono cinque funzionalità essenziali che dobbiamo conoscere e utilizzare per migliorare la nostra visibilità organica.

Cinque motivi per utilizzare Google Search Console

Splitt entra quindi nel dettaglio della sua panoramica sulle funzioni principali della GSC, elencando cinque motivi per imparare a usare questo strumento in modo da dare una positiva spinta al rendimento del sito su Google – e di conseguenza al traffico organico.

  1. Controllare le prestazioni

“Supponiamo che tu voglia sapere quanto spesso è stata visualizzata la tua pagina web nella Ricerca Google o quanti clic ha ricevuto dai risultati di ricerca questo mese”, dice il Googler: il rapporto sul rendimento è lo strumento adatto per trovare queste informazioni.

Primo consiglio di Google: usare la GSC per vedere come va il sito

In aggiunta ai dati indicati, mostra anche per quali query sono apparse le nostre pagine e da quali Paesi le persone hanno fatto accesso a Ricerca Google per visualizzare le nostre pagine.

  1. Scoprire perché la pagina non appare su Google

La Search Console segnala anche se una pagina presenta un problema, come nel caso in cui non venga visualizzata nei risultati di ricerca. Grazie a questi strumenti, possiamo verificare qual è il problema e anche controllare cosa ha visto Google durante l’accesso a questa pagina, che è molto utile per la risoluzione dei problemi.

Secondo consiglio di Google: usare la GSC per scoprire perché la pagina non è in Search

  1. Migliorare le pagine che non ottengono clic

La GSC può aiutarci anche ad affrontare una situazione frustrante e purtroppo comune: dedichiamo impegno, tempo e lavoro alla creazione dei contenuti, ma nessuno clicca e li legge. Attraverso questi strumenti possiamo trovare pagine che vengono visualizzate molto spesso in Search, ma che non portano poi clic effettivi al sito.

Terzo consiglio di Google: usare la GSC per scoprire pagine da ottimizzare

Queste sono le pagine in cui potrebbe essere necessario migliorare i contenuti, riformulando i testi per adattarli meglio alle query che le persone utilizzano per trovare cose online.

  1. Verificare le scansioni di Googlebot

Se non leggiamo informazioni aggiornate nei risultati di ricerca relative alle nostre pagine, possiamo utilizzare Search Console per controllare in che modo Googlebot esegue la scansione, scopre e aggiorna i contenuti e se ci sono stati problemi.

Quarto consiglio di Google: usare la GSC per vedere come Google scansiona il sito

  1. Esportare i dati in altri strumenti

Ultimo ma non meno importante, Google Search Console consente di esportare questi dati in altri strumenti, anche in modalità bulk, in modo da combinare tutte le informazioni qui ricavate con quelle provenienti da altri strumenti e fare le nostre data analysis per cercare di portare il nostro sito al suo massimo potenziale nella Ricerca Google.

Quinto consiglio di Google: usare la GSC per esportare i dati

L’importanza della Google Search Console

In definitiva, Martin Splitt fa una buona “pubblicità” alla Google Search Console (non potrebbe essere altrimenti, visto chi è il suo datore di lavoro…) e ci offre indicazioni rilevanti per sfruttare gli strumenti e ottimizzare il nostro sito in modo da raggiungere il nostro pubblico target nel modo più efficace possibile.

In fin dei conti, l’utilizzo della Google Search Console è piuttosto semplice: dopo aver verificato la proprietà del nostro sito, possiamo facilmente accedere a una serie di report e strumenti che ci aiuteranno a monitorare e migliorare le nostre prestazioni di ricerca, con grafici e tabelle che presentano un’immagine chiara e dettagliata di come il nostro sito viene percepito da Google e dagli utenti. Si tratta di un ottimo punto di partenza per lavorare sulla SEO, integrando magari (come suggerisce lo stesso video) questi dati con quelli forniti dai SEO Tools, che ci aiutano a gestire nel complesso tutti gli interventi che potrebbero dare benefici alla visibilità organica del nostro progetto.

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