Novità in casa Google: tutti gli update in arrivo

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Uno “spam update”, un “review system update” e ben due core update solo se guardiamo all’ultimo mese, mentre se allarghiamo di poco l’orizzonte temporale troviamo un altro core update e un rilevante “helpful content system update”. L’ultimo trimestre in casa Google è stato decisamente movimentato e forse è stato difficile tenere il passo di tutte le novità e di tutti gli annunci che sono arrivati in questo periodo da Mountain View, perciò è utile fare un po’ di ordine e provare a capire anche come mai stiamo affrontando questa grande frenesia, che inevitabilmente scombussola anche il nostro lavoro.

Cosa sta succedendo a Google: il November 2023 Core Update

Iniziamo dalle informazioni certe. Lo scorso giovedì 2 novembre è partito il rilascio internazionale e globale di November 2023 Core Update, la cui implementazione, come avviene per la maggior parte degli aggiornamenti principali di Google, richiede circa due settimane.

Questo è il quarto broad core update dell’anno 2023 e l’ottavo aggiornamento ufficiale dell’algoritmo di Google dell’anno 2023, ma non è l’ultimo, come vedremo presto.

L'annuncio di Google

Questo aggiornamento è stato una sorpresa ancor più del solito, sia per tempistica che per effetti: innanzitutto, segue di appena un mese l’intervento precedente – October 2023 Core Update, che per giunta è stato ufficialmente completato solo il 19 ottobre – e poi, come segnalato anche da Barry Schwartz, è subito sembrato anche molto più forte e di maggiore impatto rispetto agli ultimi update.

November 2023 core update è infatti stato incredibilmente forte e ha provocato una intensa volatilità nelle SERP in un tempo molto breve, e in verità le fluttuazioni sono state avvertite sin da alcuni giorni prima che Google annunciasse l’aggiornamento.

Osservatorio SERP Italia: volatilità in atto

Anche con SEOZoom abbiamo conferma di questa intensità: il nostro Osservatorio SERP indica temperature elevate su Google Italia, in particolare per le Oscillazioni Prima Pagina e le Grandi Variazioni, e lo stesso succede analizzando Google UK.

Osservatorio SERP UK: volatilità in atto

 

Modifiche anche per il Reviews system

A pochi giorni di distanza, e precisamente l’8 novembre, Google ha fatto partire anche un (ennesimo) aggiornamento al Reviews System, il sistema algoritmico che si concentra sull’analisi della qualità dei contenuti di recensione.

Inoltre, come dichiarato da Danny Sullivan in un post sul Search Central Blog, questa è anche l’ultima notifica periodica sui miglioramenti a questo complesso sistema, che continueranno ad avvenire “a un ritmo regolare e continuo”; le modifiche più rilevanti avranno effetti sulla pagina che descrive il funzionamento del sistema.

Google risponde ai principali dubbi sugli update

Nello stesso articolo compare anche un utile elenco di “FAQ” relative alla gestione degli update da parte di Google, che ci permettono di chiarire un po’ il quadro della situazione e gli obiettivi che il motore di ricerca sta cercando di raggiungere (anche) grazie questa continua attività di aggiornamento.

Innanzitutto, Sullivan si sofferma nuovamente sui concetti e sulle differenze tra sistema di ranking e update: i ranking system sono ciò che Google usa “per generare risultati di ricerca”, ognuno dei quali “fa cose diverse”, mentre update o aggiornamenti sono chiamati gli interventi di miglioramento a un sistema di ranking.

Si passa poi a questioni più preminenti, come la domanda “Perché Google fa aggiornamenti?”: la risposta è che anche questi sofisticati sistemi automatizzati che servono a classificare i risultati di ricerca, non sono perfetti, e Google resta sempre alla ricerca di soluzioni per migliorare tali meccanismi per mostrare risultati migliori.

Che questa attività sia in crescita lo confermano i numeri – come dicevamo anche parlando di come funziona la Ricerca Google, nel 2022 sono stati eseguiti quasi 5000 lanci effettivi – e Sullivan aggiunge che non tutti gli aggiornamenti sono “condivisi” e comunicati, perché in molti casi “sono relativamente piccoli e apportano modifiche incrementali”. Quelli su cui Google accende l’attenzione sono quindi gli update ritenuti degni di nota, per fornire indicazioni nel caso in cui i siti vedano cambiamenti improvvisi: ce ne sono stati 10 nel 2021, 10 nel 2022 e più o meno gli stessi saranno a fine 2023, dice la guida (e quindi ne mancano almeno due, stando ai nostri conti!).

Ultimamente abbiamo visto che ci sono aggiornamenti notevoli che si sovrappongono. In linea di massima, Google cerca di separare gli aggiornamenti principali, in modo da consentire ai proprietari dei siti di identificare meglio quale sistema è coinvolto nelle eventuali modifiche di traffico e posizionamento. Tuttavia, dato che nel complesso ci sono così tanti aggiornamenti, questo non è sempre possibile e, inoltre, Google non può né vuole aspettare per implementare un update sviluppato nel corso di diversi mesi, che è stato già valutato e approvato perché migliorerà la Ricerca. A questo proposito, Sullivan specifica anche che a livello generale Google cerca  di evitare di pubblicare aggiornamenti rilevanti durante la stagione dello shopping natalizio, il periodo da fine novembre a metà dicembre, ma non è sempre possibile proprio perché l’obiettivo finale è migliorare (quanto prima) la Ricerca.

Ma come fa Google a sapere che un aggiornamento funziona davvero per migliorare le cose? Secondo il Public Liaison for Google Search, la garanzia arriva dal fatto che tutte le possibili modifiche alla Ricerca seguono un rigoroso processo di valutazione per analizzare le metriche e decidere se implementare effettivamente la proposta.

Cosa fare quando c’è un update di Google

Nell’occasione, Sullivan ripete anche alcuni consigli ormai “classici” per chi gestisce i siti e osserva dei cambiamenti (per lo più negativi) in occasione di un core update.

Innanzitutto, ribadisce, se c’è un aggiornamento “è probabile che non ci sia nulla da fare per la maggior parte dei creatori che hanno già lavorato per creare contenuti utili, affidabili e incentrati sulle persone”, che sono quelli che i sistemi di Google cercano di premiare. In genere, se lavoriamo in questo modo vedremo aggiornamenti che passano senza particolari scossoni, oppure che ci portano a ottenere risultati migliori nella Ricerca.

Se il nostro traffico cala dopo un aggiornamento non mirato sullo spam, potrebbero esserci dei problemi sui contenuti da considerare e su cui intervenire. Ben più problematico è però un cambiamento negativo causato da un aggiornamento antispam, perché in quel caso i sistemi di Google potrebbero aver stabilito che il sito stava inviando spam o beneficiava di link spam che tentavano di manipolare il ranking.

Ma quindi, perché ci sono tanti aggiornamenti?

Ovviamente tutte queste indicazioni sono puramente “teoriche” e rappresentano la visione di Google sul tema, ma non approfondiscono particolarmente i motivi che spingono il motore di ricerca a implementare tanti aggiornamenti né chiariscono tutti i dettagli utili.

Di sicuro, non era mai capitato in precedenza – diciamo almeno dal 2018, da quando i core update vengono ufficializzati e “battezzati” – di ritrovarci con tre aggiornamenti principali a così stretta distanza l’uno dall’altro (a parte il 2021 June e il 2021 July Core Updates, che però erano frutto di una suddivisione già annunciata), e questo conferma la sensazione che Google stia provando insistemente a migliorare la qualità dei suoi risultati di ricerca… senza però riuscirci davvero.

Ne ha parlato Giuseppe Liguori nel corso del recente Zoomday 2023 di Napoli: i core update sono modifiche all’algoritmo di base del motore di ricerca, ovvero al core (nucleo) che fa funzionare i sistemi “principali” di Google e, a livello generale, il ranking della ricerca.

In poche parole: Google cambia le regole del gioco durante la partita.

Se il nostro sito cala non è per forza una penalizzazione nei nostri confronti, ma una reinterpretazione di come Google ha deciso di ordinare le SERP: in queste situazioni, alcuni siti scendono, altri siti salgono perché ritenuti più “meritevoli”.

E tuttavia, non sono rari i casi di recupero da un update anche senza aver apportato modifiche, perché spesso è facile notare grosse incongruenze in queste “correzioni”, che poi Google ha ulteriormente aggiustato nel tempo.

Insomma, vale il solito consiglio: “Niente panico” e niente corse affannate alla ricerca di un “fix” miracoloso per recuperare ranking. E, soprattutto, occhi aperti su tutte le variazioni!

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